martedì 21 agosto 2018

MEDITERRAE: si continua ad esaltare l'anima contadina della nostra terra

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La Cooperativa MEDITERRAE, dal 6 agosto 2018, ha affiancato alla produzione e vendita del lattiero-caseario, anche il settore Gastronomia e Market. Un locale (in Via Aldo Moro 5 a Modica) dove poter gustare in loco o portare via una vasta gamma di piatti tipici della tradizione iblea e modicana: focacce di tutti i tipi, arancini, piatti caldi e freddi (sia primi che secondi), pane e bevande di produzione locale oltre, naturalmente, tutti i prodotti lattiero-caseari realizzati nel proprio caseificio.



giovedì 16 agosto 2018

Inquinamento da azoto nell'Adriatico, emergenza anossia

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Quasi ogni anno, tra la fine di Agosto e la prima metà di Settembre, un'area del mare Adriatico muore per mancanza di ossigeno. Una tragedia silenziosa causata dalla eccessiva presenza di Azoto nelle acque e che rischia di passare inosservata. La ragione del sovraccarico di Azoto è la presenza lungo il bacino del fiume Po della cosiddetta "food valley" italiana, ovvero il gran numero di allevamento di bovini e suini.
Lungo il bacino del Po sono allevati all'incirca 5,2 milioni di suini, 4,1 milioni di bovini e 48,5 milioni di avicoli. L'azoto che deriva dagli scarti di questi allevamenti (letame) finisce nel fiume per le ragioni più diverse, attraverso scarichi illegali e/o come sta accadendo in questo periodo di temporali per le piogge forti. La destinazione finale di questo Azoto è l'alto Adriatico.
A metà degli anni '80 la concentrazione di azoto era di 2-3mg per litro di acqua, a metà degli anno '90 era già salita a 6mg, attualmente ci sono delle zone in cui si arriva a 100mg per litro. Il motivo principale di questo aumento incontrollato sta nella mancanza di equilibrio tra la zootecnia e le coltivazioni, il letame che prima era considerato un prodotto da utilizzare, oggi è diventato solo uno scarto di cui liberarsi.

mercoledì 8 agosto 2018

Fiera San Michele 2018 a Sermoneta: la Cremona del Sud

Fiera San Michele 2018 a Sermoneta, Comune al lavoro per l'organizzazione
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E’ al lavoro l’Amministrazione comunale di Sermoneta per l’organizzazione dell’edizione 2018 della Secolare Fiera di San Michele presso l’area mercato di Piedimonti-Monticchio. Uno degli appuntamenti cardine del panorama fieristico regionale, è atteso sia dagli operatori commerciali che dal pubblico di tutto il sud del Lazio.

L’edizione 2018 è in programma dal 27 al 30 settembre. Lo scorso anno sono state circa 40.000 le presenze nei cinque giorni: la Fiera è infatti ad ingresso gratuito ed è una delle poche manifestazioni a livello nazionale organizzata interamente da una Amministrazione comunale.

Sono 220 in totale gli stand a disposizione, suddivisi tra la tensostruttura coperta (55 stand), tensostruttura agroalimentare (20 stand), pagode commerciali, ristorazione e aree scoperte, per un totale di 2.000 metriquadri. “Ci saranno inoltre - assicurano dall’Amministrazione - momenti di incontro e confronto sui temi di stretta attualità e che coinvolgono il territorio, oltre a mostre e manifestazioni collateriali che mirano a valorizzare la storia e la cultura dei Monti Lepini, grazie alla collaborazione con altri Enti sovraccomunali”. Oltre al mondo agricolo (macchine movimentazione terra e semina, trattori, zootecnia, florovivaismo), nella mostra mercato potranno essere rappresentati tutti i settori merceologici. Non mancheranno, anzi saranno potenziate le esposizioni zootecniche, gli spettacoli equestri, gli eventi serali con gli artisti di fama nazionale, un'area con le giostre per bambini e ragazzi.

“Partecipare alla Fiera di San Michele – spiega il delegato alle attività produttive Antonio Di Lenola – significa avere

Coldiretti. Doppie aste on line al ribasso: 'Gli agricoltori sono schiacciati e la qualità cala"


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“I prezzi al di sotto dei costi di produzione vanno bloccati con norme nazionali”. La Coldiretti denuncia “pratiche commerciali sleali” per l’asta elettronica al doppio ribasso. I fornitori di un prodotto avanzano una prima offerta di prezzo di vendita che diventa la base per una seconda asta on line, dove i partecipanti devono scendere ancora per aggiudicarsi la commessa. “In questo modo - rileva l’associazione - non si tiene conto in alcun modo della qualità e delle differenze produttive e il prezzo finale arriva al di sotto dei costi di produzione, mandando in perdita gli agricoltori e i trasformatori”

Calo della qualità
Come spiegato dal vice presidente nazionale Ettore Prandini “i meccanismi perversi delle doppie aste on line al ribasso schiacciano le aziende agricole, devastano i bilanci, deprimono produzioni e lavoro, creano una giungla che dal campo alla tavola favorisce solo i guadagni della grande distribuzione, causando un calo della qualità che danneggia sia i consumatori per quello che portano in tavola sia i redditi dei produttori”. Con il coinvolgimento del Ministero delle politiche agricole e del Ministero dello sviluppo economico Coldiretti confida di riuscire a fermare “queste speculazioni legalizzate”.

Lattiero caseario in crisi
Secondo l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare “per ogni euro di spesa in prodotti agroalimentari freschi come frutta e verdura, solo 22 centesimi arrivano al produttore agricolo ma il valore scende addirittura a 6 centesimi nel caso di quelli trasformati, dal pane ai salumi fino ai formaggi”. Le aste on line al doppio ribasso, sottolinea Prandini “danneggiano tutte le filiere produttive compresa quella lattiero casearia che ha subito una frenata nel primo trimestre del 2018 sia per la produzione di latte che di burro e formaggi”.

lunedì 6 agosto 2018

L’EU Sicilia sull’allarme brucellosi: “Senza risultati i fondi verranno tagliati”

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Oltre i due miliardi di euro: questo sarebbe l’ammontare del valore del danno subito da aziende siciliane e in termini di salute dai consumatori a causa della  brucellosi bovina ed ovicaprina. Lo denuncia l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao che ha ricevuto risposta dalla Commissione Europea sullo stato delle vaccinazioni per la brucellosi nell’isola.
Il pentastellato sottolinea come parallelamente alle vittime ci siano i carnefici, cioè coloro i quali stanno ricavando immensi profitti, come le aziende che commercializzano e trasformano la carne infetta, perché la comprano a due soldi, non hanno l’obbligo di segnalare che è infetta e la immettono irresponsabilmente nella nostra catena alimentare facendola consumare anche dai bambini: “Nonostante i milioni di euro di Fondi UE spesi – spiega Corrao – la Sicilia rimane la regione italiana più colpita con quasi il 3% di aziende infette da brucellosi bovina e ovicaprina nel 2017, e il 75% delle aziende della provincia di Messina risulta ‘non indenne’. Quello che è assurdo è che il piano di eradicazione attuale, che sarebbe assolutamente necessario, non prevede vaccinazioni ed è assolutamente inadeguato, soprattutto per le aziende allo stato brado, che in alcuni casi, come la movimentazione in condizioni di maltempo in presenza anche di un solo capo infetto, rischiano l’abbattimento di tutto il bestiame a proprie spese. Una follia. Per questo ho accolto le segnalazioni dell’Unione Allevatori Sicilia che chiede di vaccinare le “rimonte” (massimo 10 mesi di età) nelle province ad alta prevalenza di brucellosi con il vaccino RB-51, ma le autorità siciliane e il Ministero non hanno autorizzato questa procedura, scaricando la responsabilità all’UE”.
L’europarlamentare in merito ha indirizzato un’interrogazione alla Commissione, facendo appello all’Ue affinché si ponga fine allo scandalo che sta devastando gli allevatori siciliani. La Commissione, a seguito di ispezioni, data la mancanza di progressi nell’eradicazione, sono state inoltre imposte sanzioni pecuniarie alla Sicilia. Nel 2011, per esempio, il programma di eradicazione qui è stato dichiarato dalla Commissione non ammissibile per la mancata esecuzione di una campagna di vaccinazione. La Commissione ha inoltre ridotto i pagamenti di 7 milioni di EUR dal 2005 al 2012: “Ma non è finita – sottolinea Corrao. La Commissione dichiara che la vaccinazione contro la brucellosi ‘è ammessa dall’attuale legislazione dell’UE ma non è obbligatoria. Spetta alle autorità nazionali e regionali competenti decidere se autorizzare la vaccinazione in Sicilia’. Dunque occorre immediatamente che la Regione e il Ministero si facciano carico di autorizzare questa misura assolutamente necessaria. Infine la Commissione ammonisce che ‘nel caso