sabato 1 settembre 2018

«Stritolati dai prezzi, stalle al lumicino»

Foto tratta dal sito: "Giudicarie.com"
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Montegalda è ormai a secco di stalle e allevamenti. L’impietoso bollettino vede ridotte a quattro quelle attive, a fronte delle decine che si contavano fino a un ventennio fa. Quattro aziende superstiti che potrebbero ridursi ulteriormente con l’annuncio che almeno due chiuderanno a breve. L’allevamento più grande conta 450 vacche da latte, mentre le tre non superano i 150 animali. Con 3.800 residenti, Montegalda potrebbe presto trovarsi con appena due stalle e una manciata di animali. Una questione tentacolare che vede il rimpallo di responsabilità tra Regione, Stato ed Europa. La realtà invece, mostra come il pragmatismo delle statistiche denunci la profonda crisi della nostra produzione lattiero-casearia, che arriva a malapena a coprire il 47% del fabbisogno nazionale. Ci siamo spinti a compiere un “tour”, proprio tra le ultime aziende di Montegalda per capire se continuerà l’attività. Per Giorgio Tonello, 62 anni, proprietario della più grande tra le aziende dell’area, con oltre 450 vacche spiega che «il nostro unico padrone ormai, è il mercato globale, imposto dalla grande distribuzione, che da anni ci asfissia con il “latte spot”, dove il prezzo al produttore viene pagato meno di 40 centesimi al litro. Se sapessi di poter vendere domani l’attività, la chiuderei oggi stesso. Sono di una generazione di allevatori che viene dal passato, quando con 10 quintali di latte allora riuscivi a comprare una casa. Oggi con l’Europa che ci attanaglia, il mutuo da pagare dopo l’ampliamento aziendale del 2000, i figli che non fanno più il nostro mestiere e l’enorme problema di trovare manodopera anche straniera, a

Riunito a Torino il Tavolo del Latte. Confagricoltura: "Sviluppare la collaborazione tra allevatori e industriali"

"Obietivo: valorizzare le nostre straordinarie capacità produttive”


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Valorizzare la qualità e intensificare i rapporti nell’ambito della filiera per un miglior riconoscimento delle produzioni "made in Piemonte”. Sono queste le proposte avanzate oggi pomeriggio, venerdì 31 agosto, da Confagricoltura Piemonte al Tavolo del Latte presieduto dall'assessore regionale all'Agricoltura Giorgio Ferrero.
All'incontro che si è svolto a Torino nella sede dell’assessorato all’agricoltura della Regione, Confagricoltura è intervenuta con una delegazione composta dal presidente di Torino (e allevatore) Tommaso Visca, dal direttore regionale Valter Parodi e dal direttore di Torino Ercole Zuccaro. Tra gli argomenti affrontati la semplificazione della tabella qualità, con un incentivo al miglioramento delle produzioni, l'ulteriore valorizzazione del marchio Piemunto, che passi anche attraverso un riconoscimento economico ai produttori che mettono a disposizione la materia prima per la realizzazione delle specialità ottenute con latte esclusivamente piemontese, e un maggior raccordo con l'industria di trasformazione per un pieno sfruttamento delle potenzialità produttive del territorio.
“Il Piemonte, con il 9% della produzione nazionale, si colloca al quarto posto in Italia per la produzione di latte, contribuendo a realizzare specialità casearie particolarmente apprezzate dai consumatori. Per questo - dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte - è indispensabile lavorare in modo sinergico con l'industria di trasformazione, per valorizzare ulteriormente il lavoro dei nostri allevatori “.
Dopo il confronto di oggi il Tavolo del Latte tornerà a riunirsi nuovamente il 19 settembre prossimo.