mercoledì 30 gennaio 2019

Lactalis “smonta” Parmalat

Trasferite in Francia le attività di coordinamento delle controllate estere. Prosegue il ridimensionamento gestionale del gruppo di Collecchio.
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Prosegue la strategia di Lactalis nello smantellamento del gruppo Parmalat destinato a parlare sempre più francese che emiliano. Dopo l’uscita dal listino della Borsa di Milano, ora tocca ad una riorganizzazione complessiva dell’azienda che porta tutte le filiali del gruppocomprese quelle estere, direttamente sotto il cappello francese della sede di Laval da dove la famiglia Bestiner ha il quartier generale dell’impero lattiero caseario.

Con questa riorganizzazione, Parmalat perderà ogni residua autonomia con la nascita di 9 divisioni, tre di prodotto (Formaggi, ingredienti e prodotti freschi), cinque geografiche e una dedicata all’export. Tutte saranno gestite da dirigenti francesi, uomini di fiducia di Besnier, e faranno capo a Lactalis. La stessa Parmalat viene accorpata a Lactalis Italia, la società della famiglia Besnier che gestisce le altre attività del gruppo francese in Italia, tra cui spicca Galbani, la storica azienda lombarda di latticini comprata 13 anni fa dal fondo Bc Partners.

Di fatto la conclusione di un’epoca, da quando nel 2011 Besnier ha dato il via alla scalata del gruppo di Collecchio investendo 4 miliardi di euro nell’azienda risanata da Enrico Bondi che ha lasciato una cassa ricca di liquidità (ben 1,5 miliardi di euro) frutto delle azioni revocatorie nei confronti delle varie banche. Soldi che sono serviti ad abbattere grandemente il costo dell’acquisizione da parte dei francesi.

Le ultime mosse della proprietà transalpina preoccupa il presidente di Copagri, Franco Varrascina: «chiediamo al Governo di contrastare con forza tale operazione e di attivarsi per stoppare una riorganizzazione che rappresenta un vero e proprio fallimento del sistema capitalistico italiano; il nostro Paese, infatti, dopo aver perso il marchio Parmalat, rischia ora seriamente di perdere anche la gestione di un’importante azienda, perpetrando un altro grave danno all’economia agricola e agroalimentare nazionale. Dopo il paventato trasferimento di gestione – continua Varrascina – si rischia concretamente di perdere anche lo stabilimento di Collecchio, nel parmense, che catalizza grandi quantità di prodotto nazionale; bisogna pertanto scongiurare tale rischio che potrebbe avere significative ripercussioni sui mercati e sulla produzione. Chiediamo la stessa attenzione riservata giustamente ad altre vicende, quale quella legata all’azienda Pernigotti, e invitiamo pertanto il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio ad attivarsi per limitare gli effetti di quello che a tutti gli effetti potrebbe essere un durissimo colpo per gli allevatori italiani e per l’immagine e l’economia del Paese, oltre a rappresentare una evidente sconfitta del sistema capitalistico e di un certo tipo di politica».

Inghilterra, liste di proscrizione vegan: pubblicati i dati di 6000 allevatori.

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Londra, 29 gen – Liste di proscrizione vegan. E’ ciò che succede in Gran Bretagna in questi giorni, dove Project Calf, un gruppo di azione militante animalista, ha diffuso in rete una lunghissima lista di nomi e indirizzi di allevatori e proprietari di fattorie inglesi e gallesi.
La mappatura di oltre 6000 allevamenti

L’elenco, sotto forma di mappa interattiva, è visibile al sito www.projectcalf.com e ha tracciato oltre 6mila fattorie su tutto il suolo britannico. Come riportato dal Daily Mail, questa iniziativa ha suscitato la rabbia delle migliaia di allevatori coinvolti loro malgrado nell vicenda. Sul sito, gli attivisti incitano senza mezzi termini a “documentare, protestare, mostrare a tutti” le condizioni di vita negli allevamenti. Per ogni azienda, oltre ai dati sensibili del proprietario, vi sono spesso foto scattate di nascosto da volenterosi militanti e che testimoniano le condizioni di vita del bestiame, e descrizioni più o meno fantasiose di quello che accade nelle strutture. Si tratta di un enorme progetto di citizen journalism, termine con cui si indica una raccolta di testimonianze, o notizie, o dati, che vede la “partecipazione attiva” dei cittadini comuni, grazie alla natura interattiva dei nuovi media e alla possibilità di collaborazione tra moltitudini offerta da Internet.

Le reazioni degli allevatori
“Questo tipo di iniziativa distruggerà le nostre vite“, protestano gli allevatori che temono per l’incolumità propria e

sabato 19 gennaio 2019

Canestrum casei, progetto sui formaggi del Sud sostenuto dalle Fondazioni bancarie

 
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“Canestrum casei”, progetto dedicato ai formaggi dell’Italia meridionale, verrà presentato domani 18 gennaio alla ex Facoltà di Agraria di Catania. Al progetto, dopo la prima uscita pubblica a Palermo lo scorso 13 dicembre nel corso di una iniziativa dedicata al corso di laurea in Scienze e Tecnologie Agroalimentari, sarà dedicata una intera mattinata nell’Ateneo catanese.

“Canestrum casei” punta alla valorizzazione di 15 formaggi Dop, Igp e Pat del Sud Italia prodotti in Sicilia, Sardegna, Campania, Calabria e Basilicata. Il progetto multidisciplinare prevede non solo attività di ricerca sui 15 formaggi selezionati, ma anche attività di promozione e marketing attraverso strategie che puntano al coinvolgimento di produttori, commercianti, chef e consumatori. Su 15 formaggi inseriti nel progetto ben 7 sono siciliani: Pecorino siciliano Dop, Ragusano Dop, Piacentinu ennese Dop, Vastedda del Belìce Dop, Provola dei Nebrodi Dop, Maiorchino Pat, Caciocavallo palermitano Pat.
La sigla Ager che precede il nome del progetto vero e proprio, sta per Agroalimentare e ricerca, la categoria dei progetti di ricerca nel campo dell’agroalimentare promossi e sostenuti economicamente da un gruppo di Fondazioni bancarie che ha come capofila la Cariplo.

Il progetto Ager “Canestrum casei” è arrivato primo fra i 71 progetti presentati in risposta al bando promosso dalle Fondazioni bancarie che si sono messe in rete per sostenere la ricerca scientifica a favore delle produzioni lattiero-casearie italiane. Il Dipartimento Saaf dell’Università di Palermo è capofila di un partenariato costituito da nove enti

Il sindaco nomina il dott. Ignazio Nicastro componente direttivo Corfilac

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Il sindaco avv. Peppe Cassì ha nominato con propria determina il dott. Ignazio Nicatro componente del Consiglio direttivo del Consorzio per la ricerca filiera lattiero casearia di Ragusa (Corfilac). La determina rientra in quanto previsto dall’art. 8 dello Statuto dello stesso Consorzio, approvato con deliberazione della G.M. n. 448 del 20/11/2018, per il quale uno dei due membri del Consiglio direttivo è nominato dal sindaco, mentre altri due sono nominati dall’Assessorato regionale all’Agricoltura e dall’Università degli Studi di Catania. Agronomo, dal 2009 uno dei due vicepresidenti di Confagricoltura Ragusa, il dott. Ignazio Nicastro ha già collaborato dal 1998 al 2000 con il Consorzio a fini di ricerca nel preparare il disciplinare di produzione del formaggio “Ragusano”, occupandosi degli aspetti dell’alimentazione del bestiame nelle aziende che caseificano e delle tecniche di gestione degli allevamenti.

Quando il latte spaventa. Torna in sala The Milk System, il film “bloccato” da Coldiretti e Assolatte

Nel 2018 le proiezioni erano state sospese dopo un esposto che lamentava danni alle imprese italiane. Torna la denuncia dei meccanismi perversi del mercato del latte.
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valori
È stata censura preventiva quella che ha bloccato la proiezione nelle sale di The Milk Sistem, il docu-film che denuncia le distorsioni e i meccanismi perversi della filiera globale del latte. Evidentemente per qualcuno è risultato avariato anche il solo racconto per immagini di come il prezioso alimento viene prodotto, distribuito e commercializzato.

Almeno secondo il palato di Coldiretti e Assolatte, che nel 2018 hanno presentato un esposto ad AGCOM (autorità per le garanzie nelle comunicazioni) e AGCI (autorità garante della concorrenza e del mercato). Un esposto che, di fronte ai danni miliardari evocati nel documento, ha indotto la casa di produzione Miramonte Film e il distributore Movieday a sospendere le proiezioni italiane già programmate «per ragioni di prudenza».

Un estratto dall’esposto Coldiretti e Assolatte dell’8 ottobre 2018 ad Agcom contro la libera proiezione in Italia di “The Milk System”, docu-film di Andreas Pichler

Mostrando come si sia di fronte a un episodio tutto italiano.


Un caso singolare, visto che il film è stato proiettato senza problemi a Bruxelles in stretta collaborazione con la Coldiretti

lunedì 7 gennaio 2019

Gli ex Aras per l’assistenza agli allevatori e i controlli funzionali sugli allevamenti

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(di Angela Sciortino) Sono 107 i nominativi degli ex dipendenti dell’Aras, l’associazione regionale allevatori della Sicilia, inseriti nell’albo pubblicato ieri sul sito dell’Istituto Sperimentale Zootecnico. Per loro l’Istituto pubblicherà presto un bando per la copertura di ruoli coerenti con le necessità dell’Ente individuato dalla Regione per l’attività dei controlli funzionali degli allevamenti che svolgerà sulla base di una convenzione con l’Aia (l’Associazione Italiana Allevatori di cui l’Aras era la costola siciliana) l’unica che, delegata dal Ministero per le politiche agricole, è autorizzata e riconosciuta per queste attività.
La decisione presa dal ministro dell’agricoltura Gian Marco Centinaio di trasferire alle Regioni competenze un tempo centralizzate risale a qualche mese fa e fa il paio con quella a suo tempo presa in Sicilia quando scoppiò l’emergenza Aras a seguito del default economico: trovare una soluzione “in house” per i controlli zootecnici che, pur rimanendo

Gilet arancioni, 150 trattori pronti a ″invadere″ Bari commenti

​Il numero è stato concordato con Questura e Prefettura per motivi di ordine pubblico, ma erano già 500 i mezzi, provenienti da tutta la regione, pronti a sfilare​ per chiedere interventi concreti.

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Tutto pronto per il grande presidio dei gilet arancioni che partirà questa mattina alle 10 in piazza Libertà a Bari. Saranno migliaia gli agricoltori e olivicoltori che con orgoglio rivendicheranno verso il Governo e la Regione Puglia interventi seri e concreti per il rilancio del settore.

A partire dalle 8.15, 150 trattori - partendo dallo stadio San Nicola - “invaderanno” pacificamente il capoluogo di regione. Il numero dei mezzi è stato concordato con la Questura e con la Prefettura per motivi di ordine pubblico, ma erano già 500 i mezzi pronti a sfilare. Arriveranno da tutta la Puglia. 60, poi, giungeranno in piazza, nella zona scelta per dare vita al presidio di protesta, i restanti si recheranno sul lungomare sotto i palazzi della Regione.

«Una grande mobilitazione degli olivicoltori e agricoltori pugliesi, senza bandiere e sigle, se non il Tricolore e appunto