sabato 11 gennaio 2020

Prisma, il nuovo satellite che sa tutto dei nostri campi

Unico satellite in orbita dotato di un sensore iperspettrale, Prisma è in grado di conoscere nel dettaglio le caratteristiche di un campo: dal tipo di coltura allo stato di idratazione, fino alle necessità nutrizionali.

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L'agricoltura sta entrando a grandi passi nell'era dei satelliti. Oggi questi strumenti che ruotano intorno alla terra vengono usati per il monitoraggio delle colture, ma anche per abilitare le telecomunicazioni in zone rurali e per guidare i trattori attraverso sistemi di geo-posizionamento.

Applicazioni sempre nuove vengono lanciate sul mercato, ma gli sviluppi più interessanti si stanno avendo nel settore del monitoraggio delle colture. Un esempio è il satellite Prisma. Ad inizio anno l'Esa (l'Agenzia spaziale europea) ha lanciato dalla Guiana francese e messo in orbita questo satellite costruito dall'Agenzia spaziale italiana (insieme a Leonardo e Ohb Italia).

Si tratta di un satellite che monta un sensore iperspettrale di ultima generazione, in grado di raccogliere molte più informazioni rispetto a quelle catturate dalle camere multispettrali oggi in orbita.

"Se un sensore multispettrale, utilizzato per il monitoraggio delle colture, oggi rileva la riflettanza delle superfici in una decina di bande dello spettro elettromagnetico, quello multispettrale arriva a 239", spiega ad AgroNotizie Lorenzo Genesio, primo ricercatore dell'Istituto per la bioeconomia del Cnr (Cnr-Ibe). E proprio il Cnr è stato incaricato dall'Asi di tarare il sensore in zone del territorio italiano rappresentative di varie tipologie di superficie: agricola, forestale, acque interne, mare e superfici innevate.

In particolare le attività su superfici agricole sono distribuite in aree rappresentative di tutta l'agricoltura della penisola e vanno da Arborea, sede dell'importante cooperativa lattiero-casearia sarda, fino a Jolanda di Savoia di Bonifiche