domenica 28 aprile 2019

E' Terra nostra - Gang

"...Contadini della terra il sale
Contadini, sarà quel che Dio vuole
Contadini lacrime del sole..."



martedì 23 aprile 2019

Fondi Ue, l'imprenditore agricolo scoraggiato: «Non chiedete aiuto alla Regione siciliana, è inutile»

  Fonte:
CATANIA - Un imprenditore agricolo siciliano lancia un appello ai colleghi invitandoli a non presentare richieste di contributi pubblici alla Regione: «è una guerra inutile», scrive Nino Tornatore in una lettera pubblicata oggi dal Corriere della Sera.
«Chi scrive è un folle sognatore perdutamente innamorato del proprio lavoro - si legge -. Sono un piccolo imprenditore 64enne che, rimettendosi in gioco (invece di andare in vacanza ai Caraibi), ha presentato la domanda per il Psr (Programma di sviluppo rurale) Sicilia 2014-2020». Tornatore

Agricoltura, imprenditori smorzano toni di Musumeci «Nuovi bandi? Corriamo rischio di non prendere soldi»

Fonte: 
Da una parte le cifre date in conferenza stampa e la promessa di aiuti concreti alle aziende agricole, dall'altra la consapevolezza che le cose fuori da palazzo d'Orleans stanno diversamente. Sono più complicate, se non proprio impossibili da risolvere, perlomeno finché non verrà modificato l'intero impianto di gestione dei fondi europei legati al programma di sviluppo rurale (Psr).
La pasqua degli agricoltori siciliani è trascorsa così, cercando di capire se dentro l'uovo donato al comparto dal presidente della Regione Nello Musumeci e dall'assessore Edy Bandiera ci sia una reale sorpresa o l'anticipo di una delusione già provata nel recente passato. Entro maggio, infatti, saranno pubblicati una quindicina di nuovi bandi per un valore complessivo di 146 milioni di euro. Una somma che Musumeci ha presentato come un «sostegno a un'agricoltura che vive in una condizione di obiettiva difficoltà» e rimarcando il fatto che la Regione Siciliana, dati alla mano, risulta tra quelle più attive nella spesa comunitaria nell'ambito del Psr. 
Ma cosa ne è concretamente di questi soldi? A

Irrigazione a prezzi troppo alti, protestano gli agricoltori agrigentini

 Fonte:
Sul costo dell'acqua per uso irriguo, ma anche sui canoni non ancora pagati le organizzazioni professionali agricole non mollano. Durante un incontro, a Sciacca, con Agrinsieme, Cia, Confagricoltura, Associazioni delle Cooperative, Uci e Feder.Agri, assieme a sindaci e parlamentari, è stato deciso di chiede un incontro al presidente della Regione e all'assessore regionale all'Agricoltura.
L'assemblea ha sottolineato «l'importanza vitale e fondamentale che hanno i consorzi di bonifica ed in modo particolare l'ex Agrigento 3. Non ci potrà essere futuro e rilancio dell'agricoltura e della zootecnia senza il giusto ruolo dei consorzi di bonifica, con appropriati servizi a costi sostenibili e ponderati».
Una tra le questioni, centrali riguarda, però, il costo della bonifica. «Non si può - dice Nino Indelicato, di Agrinsieme - sostenere un aumento del 325% con una retrodatazione di 6 anni e un aggravio totale di circa 12 milioni di euro. E poi la diatriba del costo dell'acqua da 19 a 23 centesimi, senza un minimo di valutazioni e di argomenti di merito, con un ulteriore aggravio del costo dell'acqua di circa 7 milioni di euro».

giovedì 18 aprile 2019

Palazzolo, terrore in stalla: il toro incorna l’allevatore


Fonte:

È ricoverato al Civile in gravi condizioni il 46enne che ieri è stato incornato e calpestato da uno dei suoi tori, nella campagna di Palazzolo. Il fatto è avvenuto alla cascina Dossi di via Gardale, nella campagna a sud dell’abitato. Erano da poco trascorse le 14.30 quando uno dei due titolari dell’azienda agricola si è recato come ogni pomeriggio nella stalla dove sono tenuti una trentina di tori. Il palazzolese si trovava da solo all’interno e, al momento, nessuno è ancora stato in grado di ricostruire con precisione cosa sia avvenuto.

Al netto dei dubbi sulla dinamica esatta, è certo che improvvisamente uno dei tori ha incornato l’allevatore che, colto di sorpresa, è caduto a terra dove è stato calpestato dal bovino o da un altro degli animali, tutti di peso tra i 500 e i 600 chili. L’allevatore palazzolese ha riportato gravi ferite al costato, ma sembrerebbe che le ferite non abbiano coinvolto organi vitali. Fortunatamente il 46enne, nonostante il dolore, è riuscito con le poco forze rimaste a

Numeri del latte, giù il prezzo

Le quotazioni del latte spot segnano il passo e anche il prezzo medio europeo è in leggero ribasso. La ripresa del mercato potrebbe essere aiutata dal calo della produzione di latte.

Fonte:

Battuta d'arresto per il prezzo del latte spot, quello venduto fuori contratto.
Dopo un periodo di ininterrotta crescita, nelle ultime settimane si registra qualche cedimento, sia per le provenienze nazionali, sia per il prodotto tedesco e francese. Per gli allevatori è giunto il momento di preoccuparsi? Un'occhiata al grafico dell'andamento dei prezzi del latte spot sulla piazza di Lodi, mercato di riferimento per questo prodotto, invita all'ottimismo.
In questa fase dell'anno il trend delle quotazioni è normalmente in flessione, come si nota guardando l'andamento dei due anni precedenti. Rincuora poi constatare che il prezzo attuale è comunque sopra a quello dello scorso anno.
Se poi il trend seguirà le curve degli anni precedenti, ci attende ancora qualche settimana di ribassi, ma poi le quotazioni dovrebbero riprendere forza.
Non è detto che avvenga, varie componenti a livello globale possono interferire con questo trend e ribaltarne il percorso.

Andamento del prezzo del latte spot negli ultimi tre anni (fonte: Assolatte)

I mercati internazionali

Non resta che andare a vedere cosa succede sui mercati internazionali utilizzando le analisi sul mercato del latte messe a disposizione dalla Commissione europea.
Iniziamo dal prezzo medio del latte, anch'esso allineato a quanto avviene per il latte spot e si può notare il moderato ribasso dello 0,2% registrato in febbraio.
I prodotti lattiero-caseari 
Non meno importante è osservare come si muovono i prezzi dei principali prodotti lattieri a livello mondiale.
E' interessante notare che il latte in polvere (intero e scremato) spunta prezzi più bassi nella Ue rispetto a quelli

“Nel nome del Latte”: a Strasburgo la mostra fotografica di Francesco Pintore

Fonte: 
Dopo l’appuntamento di fine marzo a Milano con l’esposizione al Palazzo delle Stelline, la mostra fotografica “Nel nome del latte” fa tappa a Strasburgo, dove il 16 e il 17 aprile sarà visitabile all’interno del Parlamento Europeo (LOW Building – 1st floor – Main Hall)
Il progetto fotografico promosso dall’Europarlamentare Stefano Maullu – con le fotografie del giornalista sardo Francesco Pintore – arriva dunque nel cuore delle Istituzioni Europee, portando all’attenzione di un pubblico internazionale la lotta dei pastori durante le recenti proteste e istantanee del lavoro quotidiano nel mondo delle campagne sarde.
L’Autore
Francesco Pintore, giornalista professionista di Desulo (Nuoro), lavora nella redazione de quotidiano L’Unione Sarda di Cagliari. Ha iniziato a fotografare all’inizio degli anni Novanta.
Da più di un anno sto lavorando a un progetto fotografico sul pastoralismo in Sardegna – spiega Francesco Pintore -. Conosco abbastanza il mondo delle campagne. Sono figlio e nipote di pastori e pertanto ho seguito con grande interesse la recente protesta degli allevatori sardi Mi piace l’idea che la protesta, sia pure attraverso le fotografie, approdi al Parlamento europeo. Il futuro del comparto agropastorale dell’Isola è legato alle decisioni e alle scelte delle istituzioni comunitarie, in particolare la nuova Pac per il periodo 2020-2027. Si tratta di una serie di provvedimenti molto attesi nel mondo delle campagne e non solo. Spero che la prossima assemblea, dopo le elezioni del 23 maggio, sia in grado di dare risposte anche alle 12 mila aziende sarde”.
IL Promotore
Stefano Maullu, Europarlamentare milanese di origini sarde: i suoi genitori sono emigrati nei primi anni ’50 in cerca di lavoro, è cresciuto nella Milano del boom economico, ha fatto

sabato 13 aprile 2019

Allevamenti bovini, una soluzione per azzerare l'impatto ambientale

Diego D'Anselmo è il vincitore dell'AgroInnovation Award 2018 con la tesi "Approcci per la riduzione dei gas serra derivanti da allevamenti bovini"

Il vincitore della categoria 'zootecnia', tesi triennali
Fonte: 

I gas serra originati da un allevamento di bovini sono anidride carbonica, metano e protossido di azoto.
I primi due si originano dalla fermentazione enterica e vengono espulsi principalmente tramite eruttazione, mentre l'ultimo gas viene prodotto dalla decomposizione del letame lasciato sulla lettiera e non raccolto.
Il problema del protossido di azoto ha trovato soluzione nella digestione di letame per la produzione di biogas, ma per quanto riguarda le emissioni derivanti dalla fermentazione enterica nessun metodo provato nel corso degli anni è andato a buon fine.

Inoltre si è calcolato che ogni bovino espelle in media 140 litri di metano all'anno, che equivale ad una perdita di energia del 10-14% rispetto all'energia grezza dell'alimento.
Da qui l'obiettivo della tesi: perché non riutilizzare questa energia chiudendo il ciclo e abbattendo le emissioni?

L'idea pensata per mitigare questo problema riguarda sistemi di aspirazione e purificazione della miscela gassosa. Collocati sul soffitto dello stabilimento, i sistemi sfruttano il normale flusso di convezione dell'aria per cui quella calda, cioè la più consumata, sale nella parte alta della struttura avvicinandosi al collettore di aspirazione.
In seguito all'aspirazione la miscela necessita di una fase di

lunedì 1 aprile 2019

Grande successo per gli allevatori modicani a Bastia Umbra con razze Charolaise e Frisona

A Bastia Umbra per la mostra nazionale delle razze Charolaise e Frisona a rappresentare la Sicilia ci sono stati anche allevatori modicani che hanno partecipato e ottenuto grandi successi con i loro capi di alta geneologia. Ecco le foto di alcuni esemplari premiati.

Jessica Prima Classificata e Campionessa Senior Charolaise Categ. Femmine

Jesica 1° Posto Categoria Vacche


Nicole 1° Posto Charolaise categ. 20-24 mesi
Luminosa e Ombretta - 2° Posto categoria Vacca/Vitello
Nikita - 2° Posto Categ. 16-20 mesi Charolaise

Razza Frisona 2° Posto categ. 18-21 mesi




venerdì 15 marzo 2019

Il DiProSiLaC Ragusa al Tavolo Zootecnico Regionale

Fonte: 
Il distretto produttivo siciliano lattiero caseario, ha partecipato alla riunione del tavolo zootecnico regionale voluto dal Presidente della Regione on. Nello Musumeci e presieduto dall’assessore regionale per l’agricoltura Edy Bandiera con a fianco il dirigente generale del dipartimento agricoltura Carmelo Frititta e altri funzionari degli assessorati alla salute e alle attività produttive. Presente anche un funzionario dell’ufficio del Presidente.
Il DiProSiLaC è stato rappresentato dai componenti del comitato esecutivo, Rosario Petriglieri per l’area Iblea e per la Sicilia orientale e Sebastiano Tosto per la Sicilia occidentale e le aree interne che hanno preliminarmente chiesto la rimodulazione del tavolo zootecnico che, in quanto tale, non può non includere tutto ciò che riguarda anche il latte vaccino e non comprendere anche il Consorzio di tutela del Ragusano dop ed il Corfilac come già sollecitato dal presidente, Enzo Cavallo, con nota dello scorso 5 marzo con la quale è stato sottolineato che non si può parlare di zootecnia e riferirsi solo ad una parte di essa e non comprendere fra i rappresentanti dei consorzi di tutela proprio quelli del Ragusano. Così come non può parlarsi di zootecnia e di filiera lattiero casearia senza tenere conto del Corfilac (per il quale – è stato sottolineato – si resta ancora in attesa della più volte auspicata e sollecitata intesa per la costituzione dell’organismo amministrativo e per la individuazione del presidente, legale rappresentante senza il quale l’attività del Consorzio è paralizzata).
La riunione del tavolo si è rivelata alquanto vivace ed utile per individuare una serie di dati e di elementi sui quali occorre operare per l’attivazione di correttivi e di avviare e migliorare iniziative volte alla valorizzazione del latte locale e dei latticini (a partire dalla ricotta utilizzata per la preparazione dei dolci tipici siciliani con in testa la classica cassata siciliana e l’apprezzatissimo cannolo siciliano) e dei formaggi ottenuti dalla filiera produttiva ovina.
Tante le proposte messe sul tavolo, tante e tutte qualificate e qualificanti, segno che il sentiero imboccato dal governo siciliano potrebbe essere quello giusto.
“Tante volte abbiamo lamentato scarsa attenzione – ha dichiarato Rosario Petriglieri – oggi non si è parlato solo di problemi bensì si punta ad ascoltare gli attori che, più che in passato, puntano a proporre soluzioni, piuttosto che piangere solo sui problemi”
E di soluzioni strutturali si è parlato, di soluzioni a medio e lungo termine, come si conviene a imprenditori appassionati. Il Governo sembra esserci, i produttori ci sono e sono determinati a voler trovare soluzioni, il DiProSiLaC non farà mancare il suo apporto e il suo impegno.
“Siamo fiduciosi – ha concluso Petriglieri – si fiduciosi che si intraprenda un percorso virtuoso che punti a promuovere certamente i prodotti, ma sostanzialmente a migliorarne sempre più la qualità e a dare una sempre maggiore e migliore identità mediante una etichettatura chiara e l’attuazione di controlli serrati”

Latte in Sicilia, le proposte di Coldiretti, inviato un dossier a Musumeci

Coldiretti Sicilia invia al presidente Musumeci un documento con le soluzioni realizzabili nel breve periodo e contenute nel documento sulla zootecnia siciliana inviato al presidente della Regione, Nello Musumeci
 Fonte:
Incrementare la produzione di formaggi a denominazione d’origine protetta agevolando le aziende, con caseificio o senza, ad aderire ai Consorzi di tutela. 
Incentivare, attraverso il Programma di sviluppo rurale (Psr), la trasformazione di allevamenti per la produzione di carne a quella di latte. Rimodulare il Psr con l’attivazione della misura sul benessere animale (ovino e bovino). 
Emanare i bandi per i pagamenti compensativi innalzando il carico minimo di animali, raddoppiando quello attuale per ettaro. 
Sono alcune delle proposte per “soluzioni realizzabili nel breve periodo” individuate da Coldiretti Sicilia e contenute nel documento sulla zootecnia siciliana inviato al presidente della Regione, Nello Musumeci. “Un territorio è rappresentato da formaggi che hanno una forte identità ma che dev’essere evidenziata -afferma l’organizzazione- e uno strumento essenziale è il benessere animale. A questo scopo è importante sottolineare che nelle programmazioni si ripristinino le misure relative alla garanzia della sanità degli allevamenti. Inoltre appare ormai indispensabile procedere con un marchio di riconoscimento dell’agnello siciliano a denominazione d’origine protetta”
Ma per Coldiretti è la qualità del latte che può rappresentare “la chiave di volta del comparto“. Ecco perché è necessario promuovere, stimolare e incentivare le aziende di produzione primaria verso la produzione di qualità medio-alta e comunque idonea alla lavorazione a crudo potenziando le attività di consulenza. 
Alle soluzioni nel breve periodo si aggiunge poi un programma di attività per promuovere, nelle aziende che trasformano solo prodotti con latte pastorizzato, “l’attivazione di linee di produzione con latte termizzato o preferibilmente crudo“. 
Su tutto, però, per il presidente regionale, Francesco Ferreri, “occorre la creazione e il miglioramento delle infrastrutture esistenti in primo luogo viabilità e le reti idriche oltre che le strutture idonee. Nelle aree interne le aziende non si possono raggiunge se non con costi elevatissimi vista la situazione delle strade non percorribili”.

venerdì 22 febbraio 2019

Latte, gli industriali disertano il tavolo: “No a 80 centesimi”. È guerra ai pastori

Fonte: 

Gli industriali sardi scelgono la linea del boicottaggio e al tavolo di Roma, convocato al ministero delle Politiche agricole, non si presentano. È questa la prima novità che arriva dalla Capitale, dove era atteso il confronto tra i due principali contendenti della partita sul prezzo del latte. Invece, a sorpresa, gli imprenditori hanno deciso di disertare l’appuntamento.
La riunione si è aperta con quasi un’ora di ritardo, rispetto all’orario inizialmente fissato, alle 12. Con i giornalisti fuori dalla porta, ha parlato il direttore generale di Assolatte, Massimo Forino. A nome degli industriali, il numero uno dell’Associazione nazionale lattiero-casearia ha detto: “Sono qui solo per rispetto istituzionale. Per noi la trattativa è già finita, con un incontro durissimo che si è svolto nei giorni scorsi a Cagliari”.
LEGGI ANCHE: Prezzo latte, l’ex procuratore Caselli: “Senza intesa a rischio ordine pubblico”
Le parole di Fiorino valgono di fatto una dichiarazione di guerra ai pastori. I caseifici non sono disposti ad andare oltre i 72 centesimi che erano stati concordati nel tavolo di Cagliari, sabato scorso. Un prezzo che agli industriali lasciava le mani libere sulla possibilità di non concedere ulteriori aumenti di prezzo, anche a fronte dei 50 milioni di euro che riceverebbero per smaltire le eccedenze di pecorino romano. Ovvero il formaggio invenduto che ha fatto crollare il prezzo del latte ovino.

MEDITERRAE Gastronomia e Market

Post Pubblicità
Alcune, fra le tantissime proposte, del settore Gastronomia e Market della Cooperativa MEDITERRAE, che dal 6 agosto 2018, ha affiancato la produzione e vendita del lattiero-caseario. Il locale dove trovare questi prodotti tipici della più antica tradizione contadina si trova in Via Aldo Moro 5 a Modica (proprio in fondo al viale che costeggia l'Ospedale Maggiore).

Pane di casa con farina di Russello e "Cruscenti" fatto in loco.

'nciminate" con farina di Russello bianche e integrali

Pizze, Focacce e Buccatelle di tutti i tipi, Pastieri e Arancine

Ricotta calda con siero

Taglieri con Salumi vari e Formaggi Mediterrae

Secondi di carne (Pesce il venerdì), Trippa. Ravioli di ricotta con stufato, Pasta al forno, Legumi ecc.
Contorni e verdure grigliate e al forno

Dolci e Ricotta MEDITERRAE per dolci

Esterno Locali Mediterrae


mercoledì 20 febbraio 2019

I fondi europei divorati dall’allevamento intensivo: il 20% del budget Ue alla produzione di carne e latte.


Foto tratta dal sito "Foodscovery"
Fonte:
L’allevamento intensivo in Europa è favorito dalle politiche agricole dell’Unione stessa, che invece dovrebbe sostenere sistemi con minore impatto ambientale. Questa è la denuncia di Greenpeace, che nel rapporto “Soldi pubblici in pasto agli allevamenti intensivi” snocciola cifre da capogiro. Si stima infatti che il 71% dell’intera superficie agricola europea sia occupato da coltivazioni per la produzione di mangimi, pascoli o prati per foraggi, ma anche che circa 18-20% dell’intero budget dell’Unione sia destinato, direttamente o indirettamente, alla zootecnia.

Secondo l’analisi di Greenpeace, tra il 2005 e il 2013 in Europa le aziende zootecniche sono diminuite del 32%, ma il numero di animali allevati è aumentato, soprattutto negli allevamenti intensivi di grandi dimensioni, che hanno visto il

lunedì 18 febbraio 2019

Guerra del latte: lenzuola bianche in segno di solidarietà

Guerra del latte, blocchi stradali e assalti: dalla Sardegna alla Sicilia, si allarga il fronte.
 Fonte:  

 Prosegue nell'Oristanese, in particolare sulla Statale 131 la protesta dei pastori per la vertenza sul prezzo del latte. La «Carlo Felice» risulta bloccata al chilometro 119 all'altezza di Paulilatino e al chilometro 123 all'altezza di Abbasanta, dove si sono radunati allevatori della zona che hanno sversato centinaia di litri di latte sull'asfalto facendo scattare il blocco della circolazione in entrambi i sensi di marcia. Traffico di nuovo regolare, invece, all'altezza di Bauladu.

A Paulilatino protesta anche in piazza, con i pastori che hanno offerto formaggio e torte con ricotta a tutti e organizzato un laboratorio didattico per gli alunni delle scuole sulla lavorazione del formaggio. Proteste e disagi per il traffico anche a Ollastra, dove un gruppo di pastori ha occupato la rotatoria e sversato sull'asfalto diversi litri di latte. Cinquanta litri sono stati invece regalati ai dirigenti della Pro Loco che lo hanno trasformato in formaggio.
Dilaga la mobilitazione dei pastori sardi in tutti i piccoli centri dell'Isola: oltre alle imponenti manifestazioni nel Nord Sardegna, si registrano iniziative tra il Campidano e il Nuorese. In particolare i cittadini sono scesi in piazza con i pastori a Isili, dove è stato preparato il formaggio in strada, a Sadali, dove il latte è stato gettato nella cascata che scorre all'interno del paese e a Mandas. Quasi dappertutto sono stati esposte lenzuola bianche per solidarizzare con la battaglia degli allevatori ovini per il crollo del prezzo del latte, mentre i commercianti hanno abbassato le serrande.
Almeno 3mila persone sono radunate in piazza d'Italia a Sassari per manifestare solidarietà ai pastori in lotta per l'aumento del prezzo del latte ovino. Davanti alla sede della Prefettura tantissimi studenti. Ma non solo: ci sono anche i minatori del sito di Olmedo con uno striscione per dire «Siamo tutti figli di pastori». I commercianti del centro hanno aderito alla manifestazione affiggendo sulle vetrine cartelli solidali con gli allevatori.
Analoghe iniziative in tutto il nord ovest della Sardegna, da Buddusò, dove i cittadini hanno sfilato in un corteo silenzioso, ad Ozieri fino ad Alghero. Qui lenzuola bianche sono state stese fuori dalla finestra del Municipio di Porta Terra per volontà del sindaco Mario Bruno, già protagonista insieme ai pastori della manifestazione dei giorni scorsi sulla strada dei Due Mari.
Nuovo blitz contro un trasportatore del latte in Sardegna. Come riporta La Nuova Sardegna, tre uomini incappucciati e

giovedì 14 febbraio 2019

La crisi del latte conferma il fallimento della PAC

Fonte:
La crisi del latte esplosa questa settimana dopo le proteste degli allevatori della Sardegna, arrivata questa mattina a Palazzo Chigi, è l’ennesima conferma del fallimento dell’attuale Politica Agricola Comune dell’Unione Europea (PAC), che continua a premiare la rendita fondiaria, le grandi aziende agroindustriali e penalizzare i piccoli agricoltori.
Le responsabilità della PAC nella crisi del latte, ma in generale nelle ormai periodiche crisi dei prezzi delle produzioni agricole italiane, viene sottolineata dalla Coalizione italiana #CambiamoAgricoltura, che chiede per questo al Governo ed in particolare al Ministro dell’Agricoltura, Gian Mario Centinaio, un impegno serio per una vera riforma della PAC post 2020 che garantisca maggiore sostenibilità economica, ambientale e sociale alla nostra agricoltura.
Partirà il 14 febbraio la discussione sulla revisione della PAC post 2020 da parte del Parlamento UE per decidere se ben più di un terzo delle spese comunitarie deve andare a favore di un’agricoltura pulita in grado di produrre cibo sano, ambiente, lavoro nell’interesse di tutti i cittadini oppure continuare come oggi a finanziare lo spopolamento delle campagne, l’impoverimento degli agricoltori e della qualità dei cibi e l’inquinamento da pesticidi.  La Politica Agricola Comune della UE nonostante utilizzi circa il 38% del bilancio comunitario, pari a oltre 55 miliardi di Euro all’anno, ha clamorosamente fallito la ricerca di soluzioni efficaci ai problemi che affliggono il settore agricolo, l’agroecosistema e la società rurale. La crisi del latte di questa settimana è la dimostrazione evidente del fallimento della PAC. Le promesse di realizzare una politica equa e verde, con una necessaria semplificazione burocratica, fatte dall’ultima riforma non sono state mantenute. E’ ormai chiaro che l’attuale politica è inadeguata ad affrontare i problemi economici delle aziende agricole e non contribuisce a risolvere la crisi ambientale globale, come dimostra l’allarme lanciato nei giorni scorsi dai ricercatori in merito alla scomparsa degli insetti.
“Chiediamo al Governo e al Ministro Centinaio di sostenere la riforma per una Politica Agricola Comune (PAC) più coraggiosa a sostegno dell’ambiente e delle piccole aziende agricole. E’ il momento di decidere se continuare a promuovere un modello di agricoltura non più sostenibile per l’ambiente, i cittadini e i piccoli agricoltori oppure se è possibile fare un’alleanza tra istituzioni, cittadini, agricoltori e Ong per cambiare le cose”.
È questo il messaggio che le Associazioni  AIAB,

venerdì 8 febbraio 2019

Rabobank: “Surplus di latte tedesco, un rischio per gli allevatori italiani”

L’allarme di Coppes, senior analyst dell’Istituto olandese a tu per tu con 50 produttori veneti e lombardi. L’appello di Avanzini (Conad) e Pascarelli (Coop Italia): “Fate squadra per portare le Dop all’estero”
Fonte:

“Nella Germania del Nord la produzione di latte è aumentata molto rispetto a quella complessiva, creando un surplus in un mercato ormai saturo. Da qualche parte il latte tedesco deve pure andare, e l’Italia non è poi così lontana. I costi di produzione e di trasporto sono peraltro molto competitivi: è chiaro che questo può diventare un problema per gli allevatori italiani”.


A lanciare l’allarme è Peter Paul Coppes, senior analyst di Rabobank, istituto di credito olandese specializzato nel settore alimentare e agricolo, presente in 40 paesi, con 900 uffici, 43 mila persone impiegate e un portafoglio clienti di 24 miliardi di euro solo nel comparto lattiero-caseario, il 16% del fatturato globale della banca. Coppes ha lavorato ovunque, dall’Europa all’Asia fino alla Nuova Zelanda, e l’industria di settore la conosce bene. Da Utrecht, quartier generale di Rabobank, l’analista olandese è arrivato a Sommacampagna, nella provincia veronese, per confrontarsi con una cinquantina di allevatori veneti e lombardi.

L’incontro è solo l’ultimo di una lunga serie di appuntamenti organizzati da Angelo Rossi e dal team di Clal e Teseo, i due siti di riferimento per i produttori agricoli e per le imprese trasformatrici a livello nazionale e globale. Incontro che è stato animato, nella seconda parte, anche da un confronto con due esponenti di punta della Grande distribuzione italiana: Francesco Avanzini, direttore generale operativo Conad, e Renata Pascarelli, direttore qualità Coop Italia. Coppes risponde a tutte le domande degli allevatori, in alcuni passaggi – quelli sul nostro Paese - è meno convincente di altri. E quasi si scusa: “Non conosco molto bene la realtà italiana, però mi occupo del settore lattiero-caseario da 15 anni e capisco le sue dinamiche a livello mondiale”.


E qui l’analista lancia il secondo affondo: “L’Italia è un paese relativamente fortunato – spiega - perché produce formaggi di ottima qualità, come il Parmigiano Reggiano, quindi i produttori sono disposti a pagare di più il latte alla stalla. Il motivo è semplice: possono vendere a prezzi più alti rispetto a chi produce Cheddar o altri tipi di formaggi più commerciali. Però, al di fuori dell’Italia, il Parmigiano Reggiano o altri formaggi Dop non suscitano la stessa emotività tra i consumatori. Io non so nemmeno con quale latte venga prodotto il Parmigiano Reggiano. E probabilmente a molti clienti stranieri nemmeno interessa saperlo. L’importante è che il formaggio sia buono”. Coppes tocca un altro nervo scoperto: la sostenibilità economica degli operatori del settore. “Avere un utile e vivere come un allevatore dipende quasi esclusivamente dalla possibilità di ricevere sussidi comunitari. Perché questa non è un’attività particolarmente redditizia”.


Mercato lattiero-caseario in Italia

Se il problema del comparto si guarda a monte, cioè analizzando il trend dei prezzi del latte alla stalla, emerge chiaramente la differenza dei costi applicati in Italia rispetto a quelli di Germania e Francia: in Lombardia, che detiene il 43% del mercato nazionale del latte, i prezzi si aggirano intorno a 37,34 centesimi/litro contro i 35,88 dei diretti concorrenti della Baviera e Rhône Alpes (Fonte: Clal).

Se invece il problema si guarda a valle, cioè dal lato della distribuzione, si evince che, salvo i prodotti bio e pochi altri, le vendite a valore di latte e derivati sono ormai ferme da alcuni anni nella Gdo. Il trend del mercato lattiero-caseario è in sostanza “flat”: se si escludono i discount e i negozi di prossimità, il giro di affari degli iper e supermercati, cioè l’80% del mercato retail italiano, raggiunge 7,5 miliardi di euro (Fonte: Iri). Un dato sostanzialmente in flessione, confermano gli analisti di settore, per colpa dei latticini in costante decremento da tempo. E in seconda battuta dal calo delle vendite dei formaggi e persino dello yogurt che fino a poco tempo fa aveva registrato a valore segnali di stabilità.


Un capitolo a parte meritano i prodotti Dop: a parte i top player del comparto, l’enorme patrimonio caseario italiano è valorizzato poco o nulla oltre confine, da qui l’appello di Francesco Avanzini (Conad) e Renata Pascarelli (Coop Italia) ai produttori: “Per essere più competitivi e farvi conoscere all’estero, fate squadra com’è accaduto ad altre filiere made in Italy di successo, il vino su tutti”.


La visione di Conad del settore

“In un mercato tendenzialmente saturo, Conad ha avuto una crescita media nel segmento lattiero-caseario vicina al 4%, di poco inferiore alla crescita complessiva dell’insegna (5%) – osserva Avanzini - . Ci siamo riusciti senza partecipare alle aste, a differenza di alcuni nostri concorrenti. La nostra visione si fonda su due aspetti: produzione e impresa italiana, perché siamo fortemente radicati sul territorio. Da oltre 20 anni distribuiamo nei nostri punti vendita solo prodotti caseari italiani, l’80% a marchio”. Avanzini rincara la dose: “Qualcuno c’è arrivato dopo, qualcuno non lo fa ancora. E qualcuno fa finta di farlo. C’è chi ha delle coerenze e chi invece prova a venderle, Conad appartiene al primo gruppo. Lo dico non tanto per un aspetto commerciale, ma perché è un fattore importante soprattutto ora che il mercato alimentare si sta orientando verso un’esplosione dell’italianità”.


Conad lavora storicamente su nicchie e su Dop come Parmigiano Reggiano, Gorgonzola e Mozzarella di Bufala Campana con il brand Sapori e Dintorni (72 referenze complessive, 75 milioni di euro a valore, +5% sul 2017). “Siamo i più grandi venditori in Italia di formaggi da banco con profondità assortimentale”, puntualizza il dg. Da un anno Conad ha accelerato anche sul segmento green, come il biologico, con il marchio Verso Natura (16 referenze, 10 milioni di euro, +63%). “Questo è il business e noi ci siamo dentro – sottolinea Avanzini -: inoltre, stiamo investendo su due marchi, PiacerSi (72 referenze, 74 milioni, +5%) e Alimentum (7 referenze, 9,3 milioni, +19,1%), che spingeremo molto nei prossimi 3 anni. La prima è una linea completa di latticini a ridotto contenuto di grassi, la seconda di prodotti che soddisfano le esigenze dei consumatori intolleranti al lattosio”.


Il concetto di filiera di Coop Italia

“Coop ha investito tanto nelle filiere produttive in questi anni, inclusa quella del latte e dei derivati, perché questo impegno ci dà l’opportunità di avere una serie di garanzie e sicurezze sia rispetto ai prodotti che rispetto alle frodi. Nello stesso tempo, ci consente di essere distintivi all’interno del settore”, spiega Renata Pascarelli. Che cosa intende Coop per filiera? “Un insieme di operatori uniti da un legame contrattuale e coordinati da un capo filiera che li guida a realizzare un prodotto di qualità. Questo processo ci permette di conoscere e gestire tutte le fasi produttive e i punti critici della filiera”, risponde il direttore qualità di Coop Italia. Che due anni fa ha dato vita ad un marchio, Origine, che riporta sull’etichetta le informazioni dei processi produttivi, controllo e garanzie certificate di sicurezza lungo tutto il percorso dell’alimento: a partire dalla fase di produzione e ancora prima, dalla raccolta nei campi, o dall’alimentazione dell'animale da cui deriva la materia prima alimentare, fino al consumo.


“Su queste filiere Coop lavora da oltre 15 anni e controlla ogni singolo passaggio per garantire una tracciabilità totale. In questa direzione, si muove la nostra campagna sul benessere animale e la rimozione degli antibiotici su tutte le filiere dei prodotti della carne e trasformati”, conclude Pascarelli.