martedì 28 aprile 2020

Coronavirus in Usa, uccisi milioni d’animali allevati ma invendibili

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Uccisi per farne carne o uccisi perchè non si riesce più a farne carne. Comunque milioni di animali da allevamento saranno probabilmente soppressi a causa della chiusura dei più grandi impianti di lavorazione delle carni negli Usa. Chiusura dovuta all’emergenza coronavirus. A lanciare l’allarme John Tyson, presidente di Tyson Foods, uno dei colossi americani nel settore, che con un’inserzione a piena pagina sul New York Times e sul Washington Post senza giri di parole ha detto che “la catena di distribuzione del cibo è stata interrotta”.

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“Gli allevatori americani – ha spiegato – non sanno dove andare a vendere il loro bestiame così milioni di animali tra polli, maiali e bovini saranno uccisi a causa della chiusura dei nostri impianti di lavorazione”. Ha anche aggiunto che ci sarà meno carne disponibile nei punti vendita finchè non si riuscirà a riaprire. Tyson Foods impiega 100mila persone e, a causa del Covid-19, è stata costretta a chiudere i suoi stabilimenti in Indiana e Iowa. (nella foto sopra, recinti deserti nell’impianto Tyson Foods di Joslin, Illinois – ph. EPA/TANNEN MAURY)

venerdì 20 marzo 2020

La siccità oltre l'emergenza Covid 19 "Campagne a secco, un disastro"

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CATANIA - Un periodo di siccità come non se ne vedevano da anni. Una potenziale tragedia che si somma alla grave crisi scatenata dalla epidemia di coronavirus e aggravata dalle misure necessarie adottate per contenere il contagio da Covid 19. La prospettiva economica delle imprese agricole, in questo momento così delicato, non è certamente delle migliori. Alla chiusura di molte aziende, alla necessità di contenere i contatti sociali si aggiunge infatti un lungo periodo di assenza di piogge che, queste sporadiche degli ultimi giorni potrebbero non riuscire mitigare.
E le conseguenze sulle colture, soprattutto quelle cerealicole e da foraggio, potrebbero essere davvero drammatiche per tantissimi agricoltori e allevatori. Ne è convinto Giovanni Selvaggi, presidente di Confagricoltura Catania e presidente del Consorzio di tutela dell'arancia rossa di Sicilia Igp, che traccia un quadro della situazione pesante della delle campagne siciliane e si appella al governo centrale e a quello regionale affinché pongano in atto interventi per evitare il collasso di un settore fondamentale.
“Non ricordo un periodo così prolungato si assenza di pioggia - afferma Selvaggi. Ricordo nel 2017 un periodo di siccità ma mai come quest’anno. Non piove praticamente da prima di Natale, e questo sicuramente ha creato problemi nei seminativi piantati in quel periodo. La siccità in questo particolare momento è deleteria, e possiamo dire che ci saranno zone dove quest’anno sarà impossibile anche solo

sabato 7 marzo 2020

Il vitello che si crede un cane

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Vitello salvato cresce insieme ai cani e crede di essere uno di loro
Un vitello orfano, salvato e cresciuto da una famiglia di allevatori di pastori tedeschi, pensa ora di essere un cane – ed eccitato scodinzola. Buddy l’adorabile vitello toro è stato adottato da Coral e Wayne Algie quando aveva solo un giorno di vita dopo la morte di sua madre, rimasta bloccata in una diga vicino alla fattoria nel Nuovo Galles del Sud, in Australia.
La coppia ha accolto Buddy, da allora adottato come piccolo in più del pastore tedesco Bada, di due anni e mezzo, che di recente ha dato alla luce 11 cuccioli. Ormai di sei settimane, ha già preso alcune abitudini dei cani, tra cui giocare con i

USA, trader (commercianti) contenti per la Cina, allevatori contro il Brasile

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Da un lato i trader contenti per la Cina. Dall’altro il disappunto degli allevatori per l’apertura di Donald Trump alla carne brasiliana. Per la materia prima a stelle e strisce le buone nuove giungono dall’altra parte del mondo. La Repubblica Popolare ha infatti deciso di sospendere i dazi sull’importazione di pelli grezze dagli Stati Uniti. Quelle cattive dalla propria amministrazione. A mandare su tutte le furie i player della zootecnia è la decisione di revocare il bando alla carne bovina fresca dal Brasile.

Trader contenti per la Cina

Il governo cinese ha annunciato che concederà esenzioni sui dazi per 696 prodotti importati dagli Stati Uniti. La decisione rientra nella Fase 1 dei nuovi accordi economici che i due Paesi stanno definendo. Tra questi prodotti vi sono anche le pelli bovine grezze, come deciso dal ministro alle Finanze Liu Kun. In particolare, le esenzioni riguardano le pelli di animali dal peso superiore ai 16 chili. Stando alle informazioni del Leather and Hide Council of America (LHCA), la Cina rappresenta ancora la principale destinazione per gli Stati Uniti.

Disappunto verso Donald Trump

Come riporta globalmeatnews.com, Brooke Miller, presidente della United States Cattlemen’s Association, si è detto “sbalordito” per la scelta del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA). “La decisione mette a rischio la salubrità dei nostri allevamenti di bovini e compromette la sicurezza dei consumatori – spiega Miller -. Rimaniamo preoccupati . Rifiutiamo l’idea che gli standard di sicurezza alimentare e di produzione del Paese siano equivalenti a quelli dell’industria americana”. Per queste ragioni Miller annuncia che l’associazione prenderà in considerazione “tutte le opzioni per porre immediatamente fine alle importazioni di carne bovina brasiliana”. A fargli eco è il direttore della National Cattlemen’s Beef Association, Kent Bacus. Bacus sottolinea che “l’associazione si aspetta il più alto livello di controlli da parte del Dipartimento dell’Agricoltura e dei funzionari doganali”.

martedì 4 febbraio 2020

Carne e prodotti lattiero-casari derivate da vegetali entro il 2035


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Carne, pesce e prodotti lattiero-caseari derivati dalle piante entro il 2035. È l’obiettivo di Impossible Foods, la start up californiana fondata da Pat Brown nel 2011, che insieme con la rivale Beyond Meat rappresenta la principale azienda produttrice di alternative vegetali alla carne di manzo.
Reduce dal lancio – avvenuto pochi giorni orsono – di Impossible Pork e Impossible Sausage, l’azienda annuncia a Il Sole 24 Ore Radiocor di essere “continuamente impegnata nella sperimentazione di ricette per tutti i prodotti, inclusi pesce e pollame”.
Il colosso delle fake meat guarda con molto interesse alla Cina, mentre su una eventuale quotazione in Borsa, si dice aperta a considerare ogni opzione per centrare “l’obiettivo di alimentare una crescita a lungo termine”.
All’International Consumer Electronics Show di Las Vegas, pochi giorni orsono, Impossible Foods ha servito il primo assaggio di Impossible Pork e annunciato il suo asso nella manica, l’Impossible Sausage. Si tratta dei primi due nuovi prodotti da quando debuttò nel 2016, rivolgendosi alle grandi catene, con l’Impossible Whopper.
“Nel frattempo – racconta Rachel Konrad, capo della comunicazione – continuiamo a sperimentare e testare ricette per tutti i prodotti, inclusi pesce e pollame, ma non metteremo alcun prodotto sul mercato fino a quando non saremo sicuri al 100% che sia in grado di competere con quello analogo di origine animale”.
Intanto i panini fake meat – il cui sapore ferroso è ottenuto grazie alla leghemoglobina di soia – spopolano tra le star americane, come Serena Williams e Kate Perry e l’indice

lunedì 3 febbraio 2020

Confronto razza Bruna, a Fieragricola trionfa un allevatore svizzero

La bovina di quasi quattro anni H. U. Huser’s Blooming Palma vincitrice del Confronto europeo
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Italia al terzo posto nella classifica a squadre. Bergamasco l'allevatore che ha trionfato nel Concorso nazionale del libro genealogico della razza Bruna
Sul tetto d’Europa è salito un allevatore svizzero, Hans Uelli Huer, che si è aggiudicato il Confronto europeo della razza Bruna (con animali provenienti da Italia, Svizzera, Francia e Austria) con la bovina di quasi quattro anni H. U. Huser’s Blooming Palma.
È lei la regina della manifestazione, organizzata da Anarb (Associazione nazionale allevatori di razza Bruna) e Brown Swiss nel ring zootecnico della 114esima edizione di Fieragricola.
L’allevamento di 100 capi si trova ad Alt St Johann, a mille metri di altezza, a un’ora di distanza da Zurigo e da San Gallo. Il latte prodotto, di alta qualità, viene trasformato in formaggio semistagionato Tilsiter.

Razza Bruna, a Bergamo la 52esima mostra del libro genealogico

Direzione montagna anche per il vincitore della 52esima Mostra nazionale del Libro genealogico della razza Bruna. Vittoria per la bovina Loca Gaia Vileno, allevata dall’azienda agricola Locatelli Guglielmo & C. di Vedeseta, in provincia di Bergamo.
L’allevamento, condotto dai fratelli Flaminio, Davide, Agapito con il figlio Marco, conta una mandria di 160 capi (dei quali 80 in mungitura). Il latte serve per produrre i tipici Strachitunt e Taleggio.
Nel confronto europeo a squadre, terzo posto per l’Italia, preceduta dai campionissimi della Svizzera e dell’Austria. Cucchiaio di legno per la Francia, che pure ha portato animali di alto valore genetico, a conferma di una gara serrata.
Da Fieragricola il messaggio del direttore di Anarb, Enrico Santus: «Il futuro della razza Bruna è orientato verso la longevità delle bovine e una produttività di sempre maggiore qualità, parametri che sempre di più incideranno nel modello zootecnico di montagna, dove alla funzione allevatoriale si affianca quella di presidio del territorio».
I vincitori del concorso nazionale


sabato 11 gennaio 2020

Prisma, il nuovo satellite che sa tutto dei nostri campi

Unico satellite in orbita dotato di un sensore iperspettrale, Prisma è in grado di conoscere nel dettaglio le caratteristiche di un campo: dal tipo di coltura allo stato di idratazione, fino alle necessità nutrizionali.

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L'agricoltura sta entrando a grandi passi nell'era dei satelliti. Oggi questi strumenti che ruotano intorno alla terra vengono usati per il monitoraggio delle colture, ma anche per abilitare le telecomunicazioni in zone rurali e per guidare i trattori attraverso sistemi di geo-posizionamento.

Applicazioni sempre nuove vengono lanciate sul mercato, ma gli sviluppi più interessanti si stanno avendo nel settore del monitoraggio delle colture. Un esempio è il satellite Prisma. Ad inizio anno l'Esa (l'Agenzia spaziale europea) ha lanciato dalla Guiana francese e messo in orbita questo satellite costruito dall'Agenzia spaziale italiana (insieme a Leonardo e Ohb Italia).

Si tratta di un satellite che monta un sensore iperspettrale di ultima generazione, in grado di raccogliere molte più informazioni rispetto a quelle catturate dalle camere multispettrali oggi in orbita.

"Se un sensore multispettrale, utilizzato per il monitoraggio delle colture, oggi rileva la riflettanza delle superfici in una decina di bande dello spettro elettromagnetico, quello multispettrale arriva a 239", spiega ad AgroNotizie Lorenzo Genesio, primo ricercatore dell'Istituto per la bioeconomia del Cnr (Cnr-Ibe). E proprio il Cnr è stato incaricato dall'Asi di tarare il sensore in zone del territorio italiano rappresentative di varie tipologie di superficie: agricola, forestale, acque interne, mare e superfici innevate.

In particolare le attività su superfici agricole sono distribuite in aree rappresentative di tutta l'agricoltura della penisola e vanno da Arborea, sede dell'importante cooperativa lattiero-casearia sarda, fino a Jolanda di Savoia di Bonifiche

domenica 10 novembre 2019

Latte, nuovo prezzo alla stalla: trovato l’accordo in Lombardia

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Raggiunto un nuovo accordo sul prezzo del latte alla stalla in Lombardia. Lo rende noto la Coldiretti regionale nel sottolineare che l’intesa è stata siglata con Italatte, società del gruppo Lactalis, la più importante industria casearia a livello nazionale.
“Un risultato che – precisa la Coldiretti regionale – arriva al termine di una trattativa serrata condotta da Coldiretti, con le altre associazioni di rappresentanza, dopo che la multinazionale francese aveva provato a rivedere in maniera unilaterale i prezzi, violando i contratti in essere.
«Ripartiamo da questa nuova intesa – ha detto Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Lombardia – per gettare le basi per la programmazione delle imprese agricole nei prossimi mesi».
«L’accordo – precisa la Coldiretti Lombardia – prevede la chiusura dell’anno in corso con un prezzo medio alla stalla di 40,5 centesimi al litro. Per il 2020 sarà ancora in vigore il meccanismo dell’indicizzazione con il mantenimento del paniere con le quotazioni del Grana Padano e il prezzo medio del latte nei Paesi UE partendo da una base di 37 centesimi al litro. Inoltre ogni azienda agricola dovrà certificare il rispetto del benessere animale. Infine, sono previsti incontri periodici tra le parti, che ogni quattro mesi si ritroveranno per analizzare l’andamento del mercato lattiero caseario».
«Il valore del latte in Lombardia – conclude la Coldiretti regionale – è uno strategico punto di riferimento per le quotazioni a livello nazionale considerato che nelle stalle lombarde si munge oltre il 40% di tutto il prodotto italiano grazie a un patrimonio di circa 500 mila vacche da latte».

lunedì 28 ottobre 2019

A Gangi numeri da record per la Mostra mercato


"Grandissima": esemplare di charolaise regina della mostra
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Con numeri da record, si è conclusa domenica, la settima edizione della “Mostra mercato agro-zootecnica” di Gangi. 

Un successo con migliaia di visitatori e numerosi allevatori provenienti da tutte le province dell’Isola che hanno affollato il foro boario di contrada Piano. 
La kermesse dedicata alla zootecnia, promossa dall’associazione Sant’Isidoro in collaborazione con il Comune di Gangi, si candida a diventare una delle manifestazioni del settore più importanti di Sicilia. Una vera e propria vetrina per la zootecnia e l’agricoltura dove sono state presentate le migliori biodiversità di bovini, ovini, caprini ed equini. 
In una nota congiunta l’assessore all’agricoltura del Comune di Gangi Maria Barreca e il presidente dell’associazione Sant’Isidoro Giuseppe Dinolfo dichiarano: “ Esprimiamo il nostro compiacimento e ringraziamo chi ha collaborato alla riuscita della manifestazione, abbiamo ospitato allevatori provenienti dalle province di Palermo, Ragusa, Enna e Siracusa, hanno partecipato 40 aziende bovine, 7 aziende ovine, e ancora aziende che allevano suini ed equini, sono stati oltre 100 i bovini presenti di cui 86 i partecipanti al concorso interprovinciale A nacli, 12 le compravendite realizzate, mentre sono state 30 le aziende espositrici che hanno occupato gli spazi esterni”.

domenica 27 ottobre 2019

Reportage della 74.ma Fiera internazionale della zootecnia di Cremona

 74.ma Fiera internazionale della zootecnia di Cremona.


Iniziamo dal Finale:
  Il video

 


 


Non c'è ancora molto materiale su questa edizione della Fiera di Cremona,
se nei prossimi giorni dovessimo trovare altro. lo presenteremo su questo sito.

venerdì 18 ottobre 2019

LACTALIS (CADEMARTORI) DISDICE IL CONTRATTO SUL PREZZO DEL LATTE. CIA LOMBARDIA: MOTIVAZIONI NON CONDIVISIBILI


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MILANO – Con una lettera inviata agli allevatori negli ultimi giorni di settembre, in tempo utile (entro il 30 settembre) per impedire il tacito rinnovo, Italatte società del Gruppo Lactalis proprietaria dei marchi Galbani, Cadermatori, Invernizzi e Parmalat ha disdetto il contratto sul prezzo del latte a decorrere dall’1 gennaio 2020.
Tra le motivazioni alla base di tale decisione il gruppo francese cita “l’imprevedibile prezzo del Grana Padano” riferendosi al significativo aumento di prezzo della Dop, che è uno dei prodotti lattiero caseari presenti nel paniere adottato come indice per la formazione del valore della materia prima. “La quotazione del Grana Padano (formaggio che non è peraltro nella nostra gamma di produzione)”, scrive la multinazionale, “causa un aumento insostenibile del differenziale di prezzo rispetto ai nostri competitor mettendo a rischio la nostra capacità di continuare ad acquistare gli stessi volumi di latte”.
Una posizione inaccettabile secondo Paolo Maccazzola, presidente di Cia Centro Lombardia e responsabile latte regionale, soprattutto se si considera che il prezzo del latte

mercoledì 2 ottobre 2019

Carne bovina e latticini in crisi, vendite in crollo entro il 2030: qual è il nuovo scenario che ci attende?

In un futuro non troppo lontano l’industria della carne e dei latticini vivranno una crisi profonda, con prodotti a base vegetale in continua espansione: lo rivela un report stilato dal think tank indipendente RethinkX, che analizza la situazione economica del mercato globale e il suo andamento in base allo sviluppo di nuove tecnologie produttive
 
 Fonte:
L’industria della carne bovina e quella lattiero-casearia sono in crisi, e crolleranno entro il 2030: ad affermarlo è un report stilato dal think tank indipendente RethinkX, il cui pronostico lascia a questa tipologia di industrie meno di 11 anni di vita. Secondo il report, entro questa data il numero di bovini rinchiusi negli allevamenti intensivi degli Stati Uniti subirà un calo del 50% e in generale l’industria zootecnica andrà incontro al fallimento.
Ma non basta: secondo le previsioni, le nuove tecnologie sostituiranno rapidamente il modo in cui vengono prodotte attualmente le proteine, eliminando definitivamente la necessità dell’allevamento animale tradizionale. Al suo posto verrà messo in atto un sistema noto come “Food-as-Software”, che secondo gli esperti permetterà di ridurre sensibilmente la produzione di rifiuti, risultando al contempo
  • 100 volte più efficiente in termini di sfruttamento di terreni;
  • 10-25 volte più efficiente in termini di utilizzo delle materie prime;
  • 20 volte più efficiente in termini di tempo;
  • 10 volte più efficiente in termini di sfruttamento delle risorse idriche.

Carne e latticini sempre più economici, sulla scia dello zucchero

Lo zucchero, si sa, è presente praticamente in ogni prodotto confezionato e questo è dovuto alla sua capacità di migliorare considerevolmente il sapore dei cibi insieme al suo prezzo irrisorio. Secondo il report, carne e prodotti  lattiero-caseari subiranno nei prossimi anni una crisi produttiva di portata eccezionale, che unita alle nuove tecnologie di

Il falegname-allevatore di Frigintini che ha recuperato lo Spino degli Iblei

Salvo Garofalo alleva la razza di "pastore siciliano" che rischiava l'estinzione. Lo "Spino degli Iblei" dal 2015 è nel registro ufficiale delle razze canine grazie al Club del pastore siciliano. 
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di C. Greco

FRIGINTINI (Modica). Il Viggo Mortensen degli Iblei esiste e abita a Frigintini. Moderno Aragorn, non combatte per difendere la Terra di Mezzo, ma per far conoscere un cane che ha rischiato di estinguersi, lo Spino degli Iblei.
Salvo Garofalo, di mestiere fa il falegname, come suo padre, ma la sua passione “parallela” è sempre stata per gli animali, eredità raccolta nelle estati trascorse nella masseria di nonno Orazio, nella piana di Gela. Finita la scuola se ne andava lì ad aiutare il nonno che allevava pecore e vacche ed è lì che si è innamorato dello Spino degli Iblei, lo storico cane pastore siciliano che oggi alleva.
Fra i suoi “gioielli” Talìna un esemplare di cinque anni bianco

Olanda, migliaia di trattori diretti verso Aja per protestare contro il governo

10.000 agricoltori diretti all'Aja. Oltre 1.000 km ingorghi

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1 OTTOBRE  -  Oggi migliaia di agricoltori stanno bloccando le strade dei Paesi Bassi con trattori e veicoli agricoli mentre si recano verso la città di Aja (capitale politica dei Paesi Bassi) per una enorme protesta.
Gli agricoltori stanno percorrendo la strada verso la capitale politica del paese come parte della protesta Agractie contro il piano del D66 (partito politico Democratici 66) di dimezzare la quantità di mucche nei Paesi Bassi al fine di ridurre le emissioni di azoto e liberare spazio per più case.
Circa 10.000 agricoltori si stanno recando all'Aia non solo per i motivi sopracitati ma anche per essere stati ingiustamente accusati del problema dell'inquinamento da azoto nel paese, una delle principali questioni politiche nei Paesi Bassi al momento.
L'organizzazione stradale e automobilistica del paese, ANWB, ha dichiarato in un comunicato che nel paese ci sono lunghi ingorghi causati dai trattori: oltre 1.000 chilometri di strade sono del tutto intasate.
Si tratta di una delle peggiori paralisi stradali della storia del paese europeo con code di 40km solo sulla strada tra Utrecht e l’Aja.
Le organizzazioni agricole affermano che i loro membri sono stufi di essere descritti da politici, media e attivisti come inquinanti e maltrattatori di animali. Il consiglio comunale di Aja ha dato il permesso a 75 trattori di raggiungere la città e gli altri saranno dirottati sulla spiaggia di Scheveningen o nel parcheggio della squadra di calcio ADO Den Haag. Almeno un agricoltore è già stato arrestato per aver guidato in posti vietati per evitare blocchi stradali. Tra i cartelli svettava un semplice hashtag: "Nessun contadino, niente cibo"

Latte sardo, una bomba pronta a (ri)esplodere

Il prezzo del latte corrisposto ai pastori sardi continua ad essere basso nonostante gli accordi di marzo. E sull'isola tornano le proteste. Facciamo il punto


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articolo di Tommaso Cinquemani

Lo scorso febbraio i pastori sardi hanno tenuto in scacco l'intera regione protestando contro il prezzo del latte ovino considerato troppo basso per garantire la sopravvivenza delle aziende agricole. Gli italiani hanno ancora bene in mente le immagini del latte rovesciato in strada dai pastori, come anche le autobotti date alle fiamme dai contestatori più facinorosi. Dopo che l'ex ministro all'Agricoltura Centinaio aveva aperto un tavolo di confronto le proteste si erano sedate. In queste settimane però sull'isola sono ripresi gli sversamenti di latte (come si può vedere nel video qui sotto). E dunque qual è la situazione del comparto oggi?
 

Le ragioni della crisi

A febbraio agli allevatori veniva corrisposto un prezzo di 0,60 euro per ogni litro di latte conferito nei centri di trasformazione. I rappresentanti dei pastori tuttavia dichiararono che con un costo di produzione di 0,95 euro al litro il prezzo a loro offerto non era economicamente sostenibile. Da qui le proteste. I trasformatori d'altro canto affermarono che vi era una sovrapproduzione di pecorino romano, il principale prodotto realizzato con il latte di pecora sarda, e con i prezzi così bassi era impossibile pagare il latte di più. 
L'8 marzo, dopo settimane di proteste e di discussioni, il Mipaaft si rese regista di un accordo che fissa a 0,74 euro il prezzo minimo del latte e stabilisce un meccanismo che lega il prezzo della materia prima a quello del pecorino romano, prevedendo dei conguagli nel caso in cui il prezzo del formaggio salga. A novembre ci dovrebbe essere tale conguaglio ma la situazione non sembra essere migliorata granché rispetto a febbraio.
 

La situazione attuale del comparto

"Se il conguaglio ci sarà sarà di pochi centesimi e sicuramente non raggiungerà l'euro al litro che i pastori hanno come obiettivo", spiega  Roberto Furesi, professore ordinario di Economia ed estimo rurale presso il dipartimento di Agraria dell'Università degli studi di Sassari e profondo conoscitore del settore. "L'accordo di marzo non ha risolto quelle problematiche alla base del settore che sono state la causa del crollo dei prezzi. E cioè la sovrapproduzione di formaggio e una mancanza di regia del comparto".

Negli anni passati si è assistito ad un vero boom delle vendite di pecorino romano, trainato soprattutto dall'export verso gli Stati Uniti. Sull'onda di prezzi crescenti gli allevatori sardi hanno espanso la produzione e quando poi, anche a causa dell'assenza di una strategia di promozione coordinata, la domanda di mercato è scesa, i trasformatori si sono trovati magazzini pieni e una sovrapproduzione di latte. Da qui il crollo delle quotazioni della materia prima e le proteste di febbraio.

"La stagione produttiva passata è stata scarsa perché i bassi prezzi di mercato del latte ovino hanno spinto molti allevatori a ridurre le produzioni. Anche le giacenze di formaggio sono calate drasticamente. In questa situazione e con la previsione di un prezzo del formaggio in crescita per l'anno prossimo è prevedibile che la produzione di pecorino romano torni a crescere. Questa tendenza, se non controllata, porterà inevitabilmente ad un nuovo calo della quotazione del latte ovino e alle proteste dei pastori", sottolinea Furesi.
 

Come uscire dalle crisi cicliche?

I problemi del settore sono molteplici. Uno è ad esempio il

martedì 24 settembre 2019

Il ministro Bellanova: incontro a breve con la filiera lattiero-casearia per azioni strategiche

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Una filiera di straordinaria importanza del valore di circa 15 miliardi di euro con quasi 3 miliardi di esportazioni, e che rappresenta uno degli assi fondamentali del made in Italy agroalimentare. Ai cui esponenti, pur non essendo fisicamente presente, la Ministra Teresa Bellanova ha voluto inviare il suo saluto oggi a Milano in occasione del Dairy Summit, l’appuntamento dedicato agli stati generali del settore.
Una filiera che testimonia quanto il made in Italy significhi impegno, passione, storia di imprese di produzione, trasformazione, distribuzione, e spesso anche integrazione ben riuscita.
Non a caso il saluto della Ministra ha preso le mosse dalla recente tragedia nell’azienda agricola di Arena Po’ per un pensiero ai familiari “delle quattro persone morte sul lavoro. Una pagina di integrazione riuscita si è trasformata in una tragedia che doveva essere assolutamente evitata. Dobbiamo garantire effettivamente un diritto inalienabile come quello alla sicurezza sul lavoro. Il mio impegno su questo fronte sarà assoluto e credo che per raggiungere il risultato servano investimenti seri sulla formazione e un’alleanza di tutta la filiera”.
“Attendo con interesse”, ha proseguito la Ministra Bellanova, “di ricevere gli impegni della Carta del latte. E anticipo già fin

Decreto Clima. Giù le mani dal gasolio agricolo!

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Nella bozza del DL Clima c’è paradossalmente anche un attacco senza precedenti all’agricoltura più green d’Europa che rischia di mettere fuori mercato il Made in Italy rispetto ai partner europei e di condannare all’abbandono e al dissesto idrogeologico gran parte del territorio nazionale. E’ quanto denuncia il Presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, in riferimento al provvedimento del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa nel sottolineare che la proposta di riduzione dei sussidi ritenuti ambientalmente dannosi colpirebbe anche i carburanti per la pesca e per l’agricoltura.
Il gasolio – spiega Prandini – è l’unico carburante utilizzabile al momento per i trattori e tassarlo non porterebbe alcun beneficio immediato in termini di utilizzo di energie alternative a favore delle quali dovrebbe invece essere sviluppato un programma di ricerca e di sperimentazione per i mezzi agricoli.

Gasolio agricolo, si rischia un pericoloso effetto domino

L’aumento dei costi del carburante ma anche la revisione della fiscalità sull’attività di allevamento – denuncia Prandini – costringerebbero semplicemente molti pescatori, agricoltori e allevatori a chiudere la propria attività con un devastante impatto ambientale soprattutto nelle aree interne piu’ difficili. Il risultato sarebbe solo la delocalizzazione delle fonti di approvvigionamento alimentare con un enorme costo ambientale legato all’aumento dei trasporti su gomma dall’estero.
L’aumento delle tasse sull’attività di impresa in agricoltura e nella pesca – sostiene Prandini – contraddice inoltre gli obiettivi definiti nel programma di Governo e fa perdere competitività al sistema italiano rispetto ai concorrenti degli altri Paesi europei che non sono colpiti dallo stesso inutile balzello.