Fonti:

E così la tradizionale all’interno della Festa del Tumarrano
in onore della Madonna, si inserisce la “Festa del Grano”, un nuovo
evento dedicato al prodotto che rappresenta, insieme ai derivati del
latte (bovino anzitutto, ma anche pecorino), l’economia del comprensorio
agricolo agrigentino.
«Nell’organizzare questo che consideriamo il “numero zero” della festa – spiega Dino Zimbardo, vicepresidente dell’associazione culturale e religiosa B.M.V. Immacolata –
ci siamo posti un obiettivo ambizioso: fare in modo che diventi, oltre
che una festività religiosa, anche un appuntamento agricolo e
gastronomico non sono per gli abitanti del luogo e un richiamo per
visitatori curiosi della cultura contadina e dei prodotti tipici di un
comprensorio che è il secondo polo cerealicolo-zootecnico dopo quello di
Ragusa».
Così l’1 e il 2 giugno a Borgo Callea ci sarà per gli agricoltori la
fiera di macchine ed accessori per l’agricoltura e per i golosi quella
dei prodotti tipici. Il sabato è previsto il
convegno intitolato “Il
ciclo del grano: fonte di vita prospettive future e sostenibilità” alla
fine del quale, dopo le conclusioni tratte dall’assessore regionale Roberto La Galla, è prevista una degustazione sul tema agrifood e plastic free curata dallo chef Rosario Matina.
«Il servizio del catering curato dai ragazzi dell’istituto
alberghiero di Mussomeli è rigorosamente senza plastica: solo foglie di
vite e di fico come piatti e pale di ficodindia e foglie di zabàra
(Agave, ndr) come piatti da portata», spiega il cuoco originario di Cammarata che per l’occasione ha messo a punto un piatto insolito che vede il grano locale utilizzato tal quale
proprio come fosse un risotto e dai colori (bianco e azzurro) che
ricordano la protagonista della festa e cioè la Vergine Maria. Oltre al
grano duro ((varietà Kore) lo chef userà l’estratto di cavolo viola per
dare il colore, e condirà il tutto con una fonduta di formaggi locali e
del finocchietto selvatico.
Ai formaggi del Tumarrano, tra cui anche il Pecorino di Masso, lo chef
Matina ha previsto di associare due tipi di impasti per pizza “a facci
di vecchia” fatti con la farina di grani antichi. Uno nero di Zubbì
(Perciasacchi) al carbone, l’altro con farina di Maiorca (grano tenero) e
farina di ceci.
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