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Dal 31 marzo al 2 aprile si terrà la 54a edizione di Agriumbria (Bastia Umbra, PG), fiera nazionale dedicata all’agricoltura, all’alimentazione e alla zootecnia. La mostra mercato vedrà oltre 420 espositori in rappresentanza di oltre 2.000 aziende e industrie presenti o rappresentate dalla rete commerciale e offrirà una panoramica generale e organica dell’innovazione tecnologica raggiunta nei differenti settori agroalimentari. La manifestazione si conferma come uno dei momenti centrali per l’imprenditoria e l’industria agricola e zootecnica nazionale, un evento capace di attirare addetti ai lavori e pubblico da tutta Italia. Al centro dell’edizione 2023 la filiera agrozootecnica nel suo complesso con i principali temi del settore primario e un’attenzione particolare alla gestione delle risorse idriche e alle aspettative dei consumatori.
Confermate tutte le rassegne zootecniche più importanti: un lavoro di cooperazione con l’Associazione italiana allevatori che, di fatto, conferma la fiera di Bastia il centro del mercato dei bovini da carne in Italia. Quattro le Mostre nazionali, due curate dall’Anabic (Associazione nazionale allevatori bovini italiani da carne), dedicate alla Chianina e alla Romagnola, e due da Anacli (Associazione nazionale allevatori delle razze bovine italiane), la Charolaise e la Limousine. Mentre le altre tre razze del circuito, la Marchigiana, la Podolica e la Maremmana saranno presenti nell’ambito della tradizionale esposizione degli animali di Italialleva, “cuore” della manifestazione umbra.
Completano il quadro delle razze bovine in vetrina a Bastia la “regina” da latte, la Frisona italiana, la Pezzata rossa italiana, simbolo della “duplice attitudine” e la Piemontese, altra eccellenza del comparto da carne. Tra le novità da segnalare in questa edizione anche il ritorno, dopo qualche anno, della Bufala Mediterranea italiana.
Presente il comparto ovicaprino: confermato, dopo il positivo esordio dello scorso anno, il Concorso Nazionale Arieti di razza ovina Sarda iscritti al Libro genealogico, organizzato dall’Asso.Na.Pa. (Associazione Nazionale della Pastorizia). Sempre ben rappresentata la specie cunicola con l’esposizione curata dall’Anci.
ANTICIPAZIONI CONSUMO CARNI IN ITALIA
E a pochi giorni dall’apertura dei cancelli, la fiera anticipa i dati dell’Osservatorio nazionale sul consumo di carni. Si mangia meno carne, ma di qualità e con attenzione sempre crescente alla salute. È quanto emerge dalle prime analisi del rapporto dell’Osservatorio nazionale sui consumi delle carni che sarà presentato nel corso di Agriumbria 2023, in programma dal 31 marzo al 2 aprile, a Bastia Umbra (PG), nel polo fieristico di Umbriafiere.
Grazie anche alla Dieta Mediterranea, più equilibrata e sostenibile, gli italiani sono il secondo popolo più longevo al mondo e la qualità delle carni trasformate è ben diversa dalle produzioni nord europee e, come afferma Assocarni, gli allevamenti italiani producono carni più magre e di migliore qualità rispetto a quella degli allevamenti di altri Paesi.
Nel 2022 gli italiani hanno mangiato meno carne rispetto agli anni passati: se si confrontano i dati attuali con quelli del “boom economico”, oggi ne consumiamo oltre 5 chili in meno a persona all’anno. Numeri sicuramente da attenzionare, per un settore che, nonostante le difficoltà, riveste ancora un ruolo importante per l’economia italiana, coinvolgendo 230 mila addetti in oltre 135 mila aziende, e che rappresenta più del 4% del fatturato dell’agroalimentare, per un valore di oltre 6 miliardi di euro. Tuttavia non ci sono solo ombre. Se diminuisce infatti il volume dei consumi, aumenta il valore. Vuol dire che a fronte di un minor consumo di carne, cresce la qualità scelta dai consumatori, soprattutto per quanto riguarda la carne bovina con le razze italiane in testa.
Come spiegano da ANABIC (Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne): “Valorizzare e promuovere la carne di razze come la Chianina, la Romagnola, la Marchigiana, la Maremmana e la Podolica vuol dire contribuire a dare un importante contributo a quel made in Italy che il mondo intero, a ragione, ci invidia. I circa 160.000 capi di bestiame che ANABIC rappresenta, distribuiti in 5.000 allevamenti sparsi in18 regioni e allevati per almeno il 70% al pascolo, rappresentano un plus sia da un punto di vista qualitativo e nutrizionale della carne sia da un punto di vista ambientale. Nel primo caso, prendendo ad esempio la Chianina, è scientificamente provato che il suo tenore di grasso non supera il 2% ed è ben al di sotto di quello che si registra in produzioni estere che vengono spesso proposte sulle tavole; per non parlare dell’enorme impatto ambientale che genera il trasporto di una produzione proveniente da oltreoceano. Si tratta di aspetti molto importanti che ANABIC intende mettere al centro del dibattito per favorire la trasmissione di informazioni corrette”.
IN FIERA dal 31 marzo al 2 aprile
Oltre alla zootecnia, soluzioni per le aziende agricole, macchine per ogni utilizzo, trattrici e attrezzature, colture, impianti e modelli di business per le imprese agricole contemporanee. Sostenibilità e innovazione. Digital farming. Convegni per addetti ai lavori e momenti di approfondimento sui temi di attualità. Sementi e agrofarmaci. Piante, fiori, giardinaggio. Made in Italy con le filiere e i prodotti certificati. Aziende agricole con il meglio delle eccellenze dall’Umbria e dalle altre regioni italiane. Street food regionale, degustazioni, show cooking e momenti divulgativi.
I Saloni specializzati dedicati alla conservazione di cibi e alimenti, all’olivicoltura, alla viticoltura (Enotec, Oleatec e Bancotec).
Dal 31 marzo al 2 aprile tanti anche gli appuntamenti e gli stand dedicati alle famiglie e agli appassionati di vita all’aria aperta.
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