
E' un duro attacco quello dell'assessore all'Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, che lo scorso 22 giugno aveva denunciato la scomparsa di fondi destinati ai controlli
funzionali dell'Associazione italiana allevatori, che da 22,5 milioni erano passati a 7, salvo poi - dopo la battaglia condotta in solitaria dalla Lombardia - essere integrati con una cifra di 15 milioni, con l'annuncio del ministro Maurizio Martina, che li avrebbe riportati pertanto ai 22,5 iniziali.
"Oggi assistiamo all'ennesimo colpo di teatro - dichiara Fava - che mette di fronte l'agricoltura italiana e i suoi rappresentanti istituzionali e politici a dover compiere un'ardua scelta: o il ministro Martina ha promesso lo stanziamento di 15 milioni di euro aggiuntivi per salvare la faccia, soldi dei quali pero' non vi e' traccia, sapendo benissimo che il decreto ministeriale sarebbe stato di 7 milioni, oppure i dirigenti al ministero delle Politiche agricole hanno agito senza tenere conto delle sue indicazioni oppure, altra possibilita', il primo ministro Gentiloni e il ministro allo Sviluppo economico Calenda hanno comunicato al Mipaaf la cifra di 7 milioni, tenendo all'oscuro il ministro Martina, non ritenendolo idoneo all'incarico o sapendolo molto impegnato nel cercare di tenere unito il suo partito".
L'assessore lombardo Fava si dichiara in ogni caso "stupito per il silenzio del ministro Martina e del coordinatore della Commissione Politiche agricole alla Conferenza delle Regioni, Leonardo Di Gioia, che lo scorso giugno hanno pianificato una prima presa in giro del sistema allevatoriale e che, successivamente, essendo stati smascherati nei loro intenti di tagli, ci hanno riprovato ancora, attraverso un decreto che affossa la zootecnia, in particolare quella del Nord, fucina del Made in Italy agroalimentare".
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