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In Sicilia uno dei
territorio tradizionalmente più vocati alla zootecnia ed alla produzione
lattiero casearia è sempre stato quello delle Madonie. Nel solo
distretto madonita operano infatti oltre 100 produttori autorizzati di
latte ovino, per un totale di 36 mila capi di bestiame, di cui 25 mila
destinata alla produzione di latte. Queste cifre danno l’idea
dell’importanza della pastorizia nel tessuto economico delle Madonie. Ma
la crisi sta mettendo in ginocchio quello che per più di un secolo è
stato il settore traino di questo territorio.
I problemi sono cominciati da quando il prezzo di acquisto del latte
alla stalla, da parte delle aziende di trasformazione
casearia, si è
bloccato per poi cominciare a precipitare. Se nel 2016 il prezzo del
latte alla stalla in regioni come la Toscana, il Lazio e la Sardegna
arrivava anche a 1,20 – 1,30 euro a litro nelle stalle siciliane il
prodotto era venduto a non più di 70 centesimi a litro. Meno del costo
di produzione che si attesta intorno ai 75 – 80 centesimi a litro. Ma le
difficoltà non riguardano solo gli allevatori. Anche i caseifici hanno
il loro bel da fare, specie nell’uniformarsi alle sempre più stringenti
regole che la comunità europea impone per la trasformazione del latte.
L’ultima battaglia che vede resistere e lottare insieme allevatori e
casari è quella sulla difesa dei prodotti a latte crudo. Per quale
ragione è così importante difendere i formaggi a latte crudo? A
rispondere a questa domanda è il medico veterinario Marilina Barreca
che, oltre a prestare servizio presso il distretto sanitario di Petralia
Sottana, conduce con le due sorelle l’azienda agricola “Vincenzo
Barreca” a Geraci Siculo, nel cuore delle Madonie. “Il latte crudo
trasferisce ai formaggi gli aromi e i profumi del territorio, racconta i
pascoli, le razze che lo hanno prodotto e la manualità di pastori e dei
casari. La pastorizzazione invece rende il latte neutro, senza
identità. Senza la flora lattica originaria, figlia dell’ambiente
circostante, del pascolo e del clima, si ottiene un prodotto anonimo,
omologato, privo di legami con il territorio, replicabile ovunque”.
Il problema, a questo punto, non è solo culturale ma anche economico:
l’omologazione del prodotto spinge i prezzi al ribasso e se il valore
di un formaggio diminuisce, diminuisce il potere d’acquisto delle
aziende di trasformazione, ripercuotendosi inevitabilmente sul prezzo
del latte. La conseguenza ultima è la progressiva scomparsa degli
allevamenti, l’abbandono dei pascoli, la desertificazione delle
campagne.
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