Scrofe che
trascorrono gran parte dell’esistenza in gabbie da gestazione, parto e
allattamento senza potersi muovere, conigli rinchiusi in gabbiette più piccole
di un foglio in formato A4, polli manipolati geneticamente per produrre
quantità sempre maggiori di carne e di uova, la cui crescita innaturale
impedisce loro di mantenersi sani.
Gli animali negli
allevamenti vivono in condizioni terribili e per evitare che muoiano anzitempo,
ma anche per stimolarne la crescita e aumentarne il peso, vengono somministrate
loro abnormi quantità di antibiotici. L’eccessivo ricorso a questi farmaci ha
prodotto batteri estremamente resistenti, dando vita all’allarmante fenomeno
dell’antibiotico-resistenza in grado di rendere inefficaci gli antibiotici
necessari per preservare la salute umana.
Una minaccia
mondiale.
Il 70 per cento degli
antibiotici prodotti nel mondo viene utilizzato negli allevamenti intensivi,
l’Italia è il secondo stato europeo (dopo la Spagna) che ne fa il maggior
ricorso negli allevamenti. Il rischio di gravi pandemie provocate da ceppi
di
batteri antibiotico-resistenti è più che concreto, tanto che l’Organizzazione
mondiale della sanità (Oms) ha definito l’antibiotico-resistenza come una
“grave e potenziale minaccia alla salute pubblica”. Già ora nel mondo migliaia
di persone muoiono ogni anno a causa dell’antibiotico-resistenza, nei paesi
dell’Unione europea le vittime annuali sono almeno 25mila, di cui tra le 5 e le
7mila solo nel nostro Paese.L’Europa corre ai ripari
Per contrastare la
minaccia dei “superbatteri” il Parlamento europeo ha approvato una serie di
restrizioni sulla somministrazione di antibiotici agli animali da allevamento.
Lo scorso 25 ottobre gli eurodeputati hanno votato un nuovo regolamento, che
diventerà legge entro il 2022, che vieta l’uso di molti antibiotici destinati
al consumo umano in medicina veterinaria e l’uso di antimicrobici animali non
prescritti.
Cosa cambierà
Cosa cambierà
L’uso degli
antibiotici non sarà più collettivo e preventivo, ma limitato ai singoli
animali e solo se è effettivamente comprovato un elevato rischio di infezione.
La somministrazione di antibiotici dovrà avvenire esclusivamente in seguito
alla prescrizione di un veterinario e dopo aver compiuto i dovuti accertamenti.
Le nuove regole specificano inoltre che i farmaci non potranno essere impiegati
per controbilanciare il cattivo stato di salute degli animali o per stimolarne
la crescita.
Una buona notizia anche per gli animali
Una buona notizia anche per gli animali
Oltre a garantire una
maggior sicurezza per i consumatori, le restrizioni sull’uso degli antibiotici
contribuiranno a rendere un po’ meno insopportabile la vita degli animali
destinati al consumo umano, imporranno infatti giocoforza un cambiamento
all’attuale modello di allevamento. Gli allevatori dovranno adoperarsi per
migliorare le condizioni di vita degli animali. “È una grande vittoria per la
salute pubblica e per il benessere degli animali da allevamento in tutta l’Ue”,
ha commentato l’eurodeputata Molly Scott Cato, del Partito verde di Inghilterra
e Galles.
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