
"Si tratta – sottolinea Prandini - della conferma delle preoccupazioni sui rischi dell'ingombrante presenza della Lactalis in Italia dove si è già comprata i marchi nazionali Parmalat, Locatelli, Invernizzi, Galbani e Cadermartori e controlla circa 1/3 del mercato nazionale in comparti strategici del settore lattiero caseario".
"Gli esuberi annunciati dalla Lactalis – rileva Prandini - seguono la minaccia della multinazionale di ridurre unilateralmente il prezzo del latte alla stalla sottoscritto solo pochi mesi fa con gli allevatori italiani, in controtendenza rispetto all'andamento del mercato. Ora – conclude il presidente di Coldiretti - devono essere resi pubblici tutti i termini dell'accordo e pretese adeguate garanzie sulle produzioni, sulla tutela delle denominazioni dalle imitazioni, sulla difesa dei posti di lavoro e sull'eventuale abuso di posizioni dominanti sul mercato lattiero caseario, strategico per il Made in Italy".
Anche i sindacati hanno chiesto a Lactalis di predisporre un piano sociale per l'occupazione, evitando di procedere
"Il Gruppo - spiegano i sindacati - ha confermato l'avviata riorganizzazione che vede lo stesso strutturarsi per aree geografiche di mercato, con l'Italia divenuta divisione autonoma, rappresentando il secondo mercato per fatturato a livello mondiale. Il gruppo manterrà distinti gli attuali assetti societari, le tre unità di business (Parmalat, Galbani caseario e Galbani Salumi), le singole reti commerciali e le tre attività di ricerca e sviluppo".
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