martedì 29 luglio 2025

Maxi frode alimentare: 3 milioni di litri di latte maltese spacciati per siciliani

Scoperta a Ragusa una maxi frode alimentare che coinvolge il latte: oltre 3 milioni di litri erano spacciati per siciliani ma provenivano da Malta. Sono stati usati anche per produrre formaggi "Made in Italy"

 
 
 Fonte: 

    Una maxi frode alimentare nel settore lattiero-caseario è stata recentemente scoperta in Sicilia. La Guardia di Finanza di Ragusa, insieme all’Ispettorato Centrale per la Tutela della Qualità e Repressione Frodi (ICQRF) di Vittoria, ha smascherato un’ingente truffa che ha visto l’introduzione sul mercato di circa 3 milioni di litri di latte di provenienza maltese, falsamente dichiarati come italiani.

    Il fulcro dell’operazione ruota attorno a un noto centro di stoccaggio con sede a Ragusa, che riunisce oltre 150 soci allevatori dislocati sull’isola. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, tra il 2024 e il 2025 la struttura avrebbe importato ingenti quantità di latte pastorizzato da Malta, alterando però la documentazione che lo accompagnava per farlo passare come prodotto locale.

    La frode si è consumata in due modi: da un lato, l’origine maltese veniva completamente omessa, sostituita con false indicazioni di provenienza italiana o siciliana; dall’altro, il trattamento di pastorizzazione subito all’estero veniva cancellato, sostituito dalla dichiarazione ingannevole di “latte crudo”. 

I formaggi spacciati per Made in Italy

    Il latte contraffatto è stato poi distribuito a vari caseifici, sia in Sicilia che nel resto del Paese, i quali – ignari della reale origine della materia prima – lo hanno utilizzato per la produzione di formaggi etichettati come Made in Italy e, in alcuni casi, come autenticamente siciliani.

    I titolari del centro di stoccaggio coinvolto sono stati deferiti all’autorità giudiziaria con l’accusa di falsità materiale e frode in commercio. Resta comunque valida, fino ad eventuale sentenza definitiva, la presunzione di innocenza nei confronti degli indagati, come ricorda la Guardia di Finanza.

    L’operazione si inserisce nel quadro dei controlli previsti dalla Cabina di Regia 2025 del Ministero dell’Agricoltura, volti a proteggere il “Made in Italy” agroalimentare. Fondamentale è stato il contributo del Gruppo Anticontraffazione e Sicurezza Prodotti della Guardia di Finanza e dei funzionari dell’ICQRF, che hanno condotto verifiche lungo tutta la filiera, fino agli stabilimenti di trasformazione.
 

Un danno economico e reputazionale
Questa frode rappresenta un duplice danno: da una parte colpisce economicamente i produttori onesti che rispettano le regole e investono nella qualità, dall’altra mina la fiducia dei consumatori, ingannati da etichette false che sfruttano indebitamente la reputazione dell’agroalimentare italiano.

    L’operazione di Ragusa è solo l’ultima di una serie di interventi mirati a contrastare il fenomeno sempre più diffuso del falso Made in Italy nel comparto agroalimentare. Le autorità promettono di intensificare i controlli per tutelare i consumatori e le eccellenze produttive del territorio, minacciate da pratiche scorrette che alterano il mercato e compromettono la sicurezza alimentare.

Sardegna, Regione: 8.8 milioni per sostenere allevatori colpiti dalla dermatite nodulare

Foto tratta da "Agronotizie"

Fonte articolo: 

Fra le tante patologie che, ciclicamente, in Italia hanno interessato gli allevamenti di bovini, questa è la prima volta che allevatori italiani si trovano a fronteggiare la dermatite nodulare contagiosa (lumpy skin disease).

Questo virus negli animali si diffonde tramite insetti pungitori, come zanzare, mosche e zecche. La malattia si manifesta con la comparsa di caratteristici noduli cutanei, diffusi in particolare su testa e collo e anche sulla mammella. I noduli possono andare incontro a necrosi e infettarsi, la mortalità è bassa, ma nelle bovine gravide può determinare aborto, mentre nei maschi si ha infertilità.

La guarigione è lenta e difficile, con pesanti ripercussioni sulla produttività e conseguenti danni economici per le aziende.

I primi focolai sono stati registrati in Sardegna e le misure di contenimento adottate riguardano il blocco della movimentazione dei bovini per un raggio di 20 chilometri dal centro dei focolai, estesa a 50 chilometri come area di sorveglianza.

E' stato adottato adottato, dalla regione Sardegna, un pacchetto straordinario di interventi per fronteggiare l’emergenza causata dalla diffusione della malattia nel patrimonio zootecnico sardo. La Regione ha stanziato 8,8 milioni di euro, a cui si aggiungono misure per garantire risarcimenti congrui per l’abbattimento dei capi infetti e l’anticipo delle risorse ministeriali, così da assicurare liquidità immediata alle aziende in difficoltà. Il piano prevede 1,5 milioni di euro destinati alle Asl per la gestione dell’emergenza sanitaria, 2,3 milioni per indennizzare gli abbattimenti con parametri aggiornati al prezzo di mercato e 5 milioni a Laore Sardegna per sostenere le aziende penalizzate dal blocco delle movimentazioni.

L’obiettivo è ridurre l’impatto economico della crisi e permettere agli allevatori di mantenere la continuità produttiva. La strategia sanitaria regionale punta su una campagna di vaccinazione rapida e capillare, con l’utilizzo del vaccino vivo attenuato Neethling, considerato sicuro ed efficace dal Ministero della Salute e supportato da evidenze scientifiche. Il valore dei capi abbattuti sarà definito dal tavolo tecnico, sempre in base ai prezzi correnti di mercato, e la liquidazione dei risarcimenti avverrà in tempi brevi grazie all’anticipo delle risorse ministeriali. Nell’azienda di Foresta Burgos, gestita da Agris e con circa 400 capi già vaccinati, è in corso un monitoraggio specifico per verificare eventuali effetti collaterali del vaccino e raccogliere dati utili a supporto delle scelte regionali in materia di sanità animale. Un passaggio considerato essenziale per rafforzare la fiducia degli allevatori e garantire la massima trasparenza sulle azioni messe in campo.

lunedì 28 luglio 2025

Una volta che l'RNA sintetico viene rilasciato nell'ambiente, non c'è modo di richiamarlo.

KILLER MRNA: MENTRE LA MAGISTRATURA È INERTE E LE ISTITUZIONI TACCIONO, LE AZIENDE DELLA CATENA ALIMENTARE LO METTERANNO NEL CIBO

Fonte: https://slaynews.com/.../big-pharma-launches-plan.../

<<La società madre di Moderna ha lanciato una nuova, allarmante iniziativa, mentre il colosso farmaceutico cerca di inondare la catena alimentare con RNA sintetico.
Flagship Pioneering, la società di venture capital che ha finanziato Moderna, produttrice del "vaccino" mRNA contro il Covid, sta ora spostando la sua attenzione sulla filiera alimentare.
L'azienda sta lanciando una nuova iniziativa biotecnologica chiamata Terrana Biosciences.
Questo nuovo progetto mira a irrorare le colture con RNA sintetico, progettato per infiltrarsi nella biologia delle piante, riprogrammarne le funzioni e persino trasmettere potenzialmente tratti alterati alle generazioni future.
L'mRNA presente nei vaccini, come quelli iniettabili prodotti da Pfizer o Moderna, è un tipo di RNA sintetico progettato specificamente per istruire le cellule a produrre una versione della proteina spike del SARS-CoV-2.
Tuttavia, l'uso della tecnologia dell'RNA per manipolare la biologia delle piante in questo modo solleva notevoli preoccupazioni circa l'abuso dello sforzo per "vaccinare" in massa la popolazione.
La stessa tecnologia potrebbe essere utilizzata su popolazioni umane senza consenso, trasparenza o controllo.
La fama di Terrana risiede nella promessa di incrementare la produttività agricola aiutando gli agricoltori a combattere i parassiti, ad adattarsi ai "cambiamenti climatici" e ad aumentare le rese dei raccolti, il tutto sotto l'egida della sostenibilità.
Ma questa non è una soluzione agricola tradizionale.
A differenza dei convenzionali organismi geneticamente modificati (OGM), che alterano direttamente il DNA delle piante, l'approccio RNA di Terrana manipola i processi biologici di una pianta dall'interno, senza modificarne effettivamente la composizione genetica.
In altre parole, gli spray a RNA dell'azienda non si limitano a rivestire le piante, ma si infiltrano in esse, consentendo una manipolazione genetica più profonda e potenzialmente più permanente.
Questa tecnologia, che sembra uscita da un romanzo di fantascienza, rappresenta la prossima frontiera della biotecnologia.
L'idea che l'RNA sintetico possa invadere le piante, alterarne la biologia e persistere nell'ambiente solleva enormi preoccupazioni tra coloro che diffidano della manipolazione genetica, soprattutto alla luce dell'uso di questa tecnologia nei "vaccini" umani.
La tecnica di irrorazione dell'RNA di Terrana giunge in un momento difficile, poiché i documenti dei whistleblower hanno recentemente svelato i piani per distribuire agenti biologici, come le proteine spike del coronavirus chimerico, alla popolazione umana tramite droni, un metodo inquietantemente simile all'irrorazione agricola.
La proposta DEFUSE, presentata da EcoHealth Alliance alla DARPA prima della pandemia di COVID-19, delineava piani per "vaccini autodiffusi" che potrebbero essere aerosolizzati sulla popolazione umana, confondendo il confine tra sforzi di salute pubblica ed esperimenti biologici segreti.
Ciò che rende la situazione ancora più allarmante è l'autorità pressoché illimitata concessa al governo degli Stati Uniti dal PREP Act, che consente la somministrazione di contromisure mediche sperimentali durante le emergenze dichiarate, il tutto tutelando le parti coinvolte dalla responsabilità legale.
Se l'mRNA e altri interventi genetici potessero essere impiegati sulle colture, queste stesse tecnologie potrebbero essere utilizzate sugli esseri umani senza la loro conoscenza o il loro consenso, con il pretesto della prevenzione delle malattie.
Il modello di business di Terrana si basa sull'intelligenza artificiale per generare costrutti di RNA sintetici, imitando il linguaggio genetico della natura.
Tuttavia, queste molecole non sono mai state progettate per essere prodotte in serie, spruzzate sulle colture e assorbite nella catena alimentare.
La capacità dell'azienda di progettare RNA in grado di persistere nell'ambiente, di diffondersi nei tessuti vegetali e persino di diventare ereditario da una generazione all'altra di piante introduce nuovi rischi, potenzialmente catastrofici.
Quando gli esseri umani cominciano ad assumere questo RNA sintetico nella loro alimentazione quotidiana, le possibilità diventano inquietanti.
La realtà è che l'RNA sintetico è molto più di un possibile strumento agricolo: è una forma di controllo.
Una volta che questo RNA entra nella catena alimentare, ha la capacità di replicarsi, diffondersi e potenzialmente alterare gli ecosistemi in modi che non possiamo ancora prevedere.
L'avvento della tecnologia basata sull'RNA in agricoltura non riguarda solo una più efficiente coltivazione del cibo; riguarda anche il controllo di ciò che cresce, di ciò che prospera e, in definitiva, di ciò che finisce nei nostri piatti.
La posta in gioco qui è allarmantemente alta.
Le esperienze passate con prodotti chimici ampiamente diffusi, come il DDT e il glifosato, hanno dimostrato che ciò che le aziende e i governi promettono come "sicuro" può, anni dopo, provocare enormi disastri sanitari e ambientali.
E l'RNA, a differenza dei pesticidi, non influisce solo sulla biologia delle piante, ma interagisce direttamente con le cellule umane.
Considerati gli effetti a lungo termine sulla salute umana ancora sconosciuti, le potenziali conseguenze potrebbero essere catastrofiche.
Ciò che è ancora più preoccupante è il potere che queste aziende e questi governi avrebbero se controllassero il codice genetico della catena alimentare.
Se un piccolo gruppo di élite biotecnologiche riuscisse a controllare la biologia delle piante e degli alimenti, potrebbe dettare il futuro di ciò che viene coltivato e di ciò che finisce nei nostri piatti.
Se a tutto questo si aggiungono i poteri incontrollati garantiti dal PREP Act, è chiaro che non si tratta solo di una svolta scientifica; è un tentativo di accaparramento di potere politico e sociale.
Una volta che l'RNA sintetico viene rilasciato nell'ambiente, non c'è modo di richiamarlo.
Si diffonde, si replica e ha il potenziale di alterare gli ecosistemi in modi che ancora non possiamo comprendere appieno.
Le stesse entità che hanno lanciato frettolosamente un vaccino sperimentale e non testato sul mondo, ora stanno rivolgendo la loro attenzione al controllo degli aspetti più fondamentali della vita: il cibo che mangiamo e le colture che lo sostengono.
È tempo di porsi domande serie sulla direzione verso cui questa tecnologia sta andando e su chi ha davvero il controllo.>>