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ROMA - Al bando il coltello: la vera carne Wagyu, che i giapponesi
consumano nelle grandi occasioni, si deve sciogliere in bocca. L'osso
non c'è perché al momento l'Unione europea non ammette l'ingresso di
bistecche e costate nipponiche, ma il negoziato tra Ue e governo
giapponese è in corso. Nel frattempo, gli allevatori del Sol Levante
hanno presentato a Roma, nel corso di un seminario aperto a diversi
ristoratori e concorrenti di contest televisivi a tema cucina, la carne
Wagyu, il top delle carni bovine, di cui quella Kobe è l'apice.
Il seminario fa parte di un progetto più ampio che si concluderà a gennaio 2018 e coinvolge 20 noti chef italiani, ognuno dei quali dovrà creare e preparare un piatto a base di Wagyu, ma rivisitato all'italiana. Tartare, carpaccio e straccetti le prime proposte per una carne il cui costo nei tagli
più comuni, filetto escluso dunque, costa circa 150 euro
al chilogrammo. Il seminario fa parte di un progetto più ampio che si concluderà a gennaio 2018 e coinvolge 20 noti chef italiani, ognuno dei quali dovrà creare e preparare un piatto a base di Wagyu, ma rivisitato all'italiana. Tartare, carpaccio e straccetti le prime proposte per una carne il cui costo nei tagli
Il prezzo, a detta di Beef Japan, il comitato di promozione dell'export, è giustificato da una filiera di alta qualità: la razza Wagyu deve essere pura e genuina, ed è riconoscibile da tre elementi: pedigree dei manzi selezionati ("l'impronta digitale" è il loro naso), tracciabilità (codice di identificazione a dieci cifre) e sistema di valutazione della qualità della carne e del benessere animale. "Vengono trattati come animali domestici" affermano gli allevatori asiatici. Nei tagli, rigorosamente sottili al punto da essere tagliati a macchina, la consistenza deve essere morbida.
La bontà della carne si può vedere da tre parametri: la marmorizzazione (il Wagyu perfetto è venato come il marmo), colore rosso (le fibre muscolari sono umide e sottili) e grasso ricco di acidi grassi insaturi, paragonabile alle proprietà dell'olio d'oliva. Infine, il sapore è assolutamente unico, dall'aroma ricco e inconfondibile e dal profumo dolce e corposo, che si sprigiona a una temperatura di 80°, scottata un minuto a parte.
Per apprezzarlo lo chef giapponese consiglia di assaporare questa carne dapprima turandosi il naso, per poi iniziare a narici libere la masticazione.(ANSA).
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