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“Dopo 25 anni di battaglie, distrutto dalle quote latte (con l'Italia
inadempiente secondo la commissione europea), dalle banche, da una
giustizia assurda, dalla lobby lattiero casearia (che vuole farvi
mangiare merda di vacche dopate), andrò fino in fondo e a fondo se
necessario”, scrive l'agricoltore Andrea Busetto di Pesaro.
Busetto è un produttore di latte marchigiano. A vederlo, con la sua stazza imponente, la barba bianca folta come i capelli, ricorda il nonno di Heidi dei cartoni animati.
Si racconta che il suo latte fosse così buono da essere bevuto anche da
chi soffriva di intolleranza. E Busetto non è uno qualsiasi ma l'uomo
che anni fa scoperchiò il sistema di alcuni mutui di Banca Marche:
venivano erogati dietro il versamento del 5% ad un misterioso
intermediario, sindaco revisore della banca (questo signore prese poi il
nome di Mister 5%). Dopo le confidenze di un amico che era stato
vittima del sistema, l'agricoltore raccontò la vicenda alla Guardia di
Finanza.
Nel 2011 Andrea Busetto, in rovina, vende la storica stalla di
proprietà di famiglia (con riserva di proprietà perché
l'acquirente
pagherà in 12 anni). L'acquirente beneficia, sulle tasse da pagare, di un'agevolazione fiscale
spettante agli agricoltori (e che ammonta a circa 170.000 euro). Però
nel 2013 l'acquirente non ha ancora pagato l'acquisto della stalla e
così si accorda con Busetto per una risoluzione del contratto, visto che
la vendita non è andata a buon fine. La stalla torna a Busetto che la
rivende a terzi perdendoci anche un sacco di soldi.
L'Agenzia dell'entrate di Pesaro fa un accertamento nel 2016 e ritiene di chiedere indietro, sulla prima vendita, quella non andata a buon fine, l'agevolazione fiscale da 170.000 euro. Poi in autotutela annulla la sua stessa richiesta perché capisce che la vendita non c'è mai stata. Dopo il panico iniziale tutto sembra risolto e andare per il meglio. E Busetto chiede anche un rimborso di 7000 euro che aveva pagato impropriamente.
Senonché nel 2018 l'Agenzia delle entrate cambia idea ancora una volta.
Non solo non concede il rimborso di 7000 euro ma revoca l'autotutela (cioè il suo stesso annullamento del 2016) e richiede a Busetto i 170.000 euro
In sintesi per l'Agenzia delle entrate che a supporto della sua tesi cita sentenze di varia natura “sotto il profilo fiscale, al momento della stipula del contratto, il bene si considera immediatamente trasferito”.
L'avvocato di Busetto, Luigi Rinaldi Ferri, con un gruppo di
commercialisti sta predisponendo tutto quanto necessario per far tornare
sui suoi passi l'Agenzia, ancora una volta.
Nel tempo, mentre la vicenda si è dipanata vi è stato un cambio al
vertice della direzione dell'Agenzia delle entrate di Pesaro. Nel 2017
il vecchio direttore Elio Borrelli è stato arrestato con l'accusa di
tangenti intascate a Venezia, dove lavorare in precedenza.
Busetto: “La cosa assurda è che lo Stato che mi ha
mandato in rovina e costretto a vendere è lo stesso che ora mi chiede di
pagare 170.000 euro per una transazione che non è mai avvenuta. Sono
disposto anche a forme di protesta estreme ed a fare lo sciopero della
fame. Perché è ingiusto. Non si può andare avanti così. Non sono in grado di accettare quest'ennesima ingiustizia”.
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