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Gli industriali sardi scelgono la linea del boicottaggio e al tavolo di Roma,
convocato al ministero delle Politiche agricole, non si presentano. È
questa la prima novità che arriva dalla Capitale, dove era atteso il
confronto tra i due principali contendenti della partita sul prezzo del latte. Invece, a sorpresa, gli imprenditori hanno deciso di disertare l’appuntamento.
La riunione si è aperta con quasi un’ora di ritardo, rispetto
all’orario inizialmente fissato, alle 12. Con i giornalisti fuori dalla
porta, ha parlato il direttore generale di Assolatte, Massimo Forino.
A nome degli industriali, il numero uno dell’Associazione nazionale
lattiero-casearia ha detto: “Sono qui solo per rispetto istituzionale.
Per noi la trattativa è già finita, con un incontro durissimo che si è
svolto nei giorni scorsi a Cagliari”.
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Le parole di Fiorino valgono di fatto una dichiarazione di guerra ai pastori. I caseifici non sono disposti ad andare oltre i 72 centesimi che
erano stati concordati nel tavolo di Cagliari, sabato scorso. Un prezzo
che agli industriali lasciava le mani libere sulla possibilità di non
concedere ulteriori aumenti di prezzo, anche a fronte dei 50 milioni di euro
che riceverebbero per smaltire le eccedenze di pecorino romano. Ovvero
il formaggio invenduto che ha fatto crollare il prezzo del latte ovino.
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