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Primi bilanci in agricoltura dopo
due mesi di maltempo. E il quadro non è roseo, almeno in quei settori dove la
raccolta è terminata. Anzi, è grigiastro, tendente al nero di quelle nuvole che
- come corvi - hanno oscurato in questa estate pazza il nostro cielo. A
cominciare a contare i danni sono i produttori di fieno nelle zone montane
(oltre 100 mila quintali l’anno) e di conseguenza gli allevatori che se ne
approvvigionano per le mucche. Si parla di una riduzione del 40% che, in
soldoni, si traduce in una perdita tra il milione e mezzo e i due milioni di
euro. Se a questo si aggiunge che la Regione Lombardia non ha ancora liquidato
(doveva farlo entro il 30 giugno) il restante 50% dei contributi 2013 per la
montagna - in Bergamasca mancano all’appello due milioni di euro («con cui gli
allevatori - spiega Giovanni Giudici, presidente Associazione allevatori di
Bergamo - pagano le scorte di fieno per l’anno successivo)» - il quadro a tinte
fosche è completo.
E se gli allevatori non
sorridono, per le mucche potrebbe andar peggio.
«Se ad ottobre
mancherà il fieno,
dovremo ridurre i capi» continua Giudici. Facendo palesare un «abbattimento
controllato». Ma pur sempre un abbattimento. «Per carità, cominceremo a cercare
di comprarcelo in pianura, il fieno. Ma già veniamo da un’annata in cui i prezzi
sono stati veramente molto alti e ci siamo giocati una buona parte del reddito.
Adesso che i soldi sono ancora meno, non vedo alternative, a meno che non si
calmierino i prezzi e che la Regione non paghi. Altrimenti l’unica possibilità
per un allevatore è ridurre i suoi capi della metà mandandoli al macello. Del
resto non sono macchine che, anche se non ci metti la benzina, possono restare
lì ferme».
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del 10 agosto
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