
SASSARI. Caos peste suina nel Sassarese. Con quasi 700
aziende e 5500 suini colpiti. Torna l’allarme con due nuovi casi registrati nei
giorni scorsi nelle campagne di Mores e Sedini che hanno provocato
l’abbattimento di 23 capi e l’istituzione da parte dell’Asl di Sassari di nuove
zone di restrizione commerciali e sanitarie in Logudoro e in Anglona.
Interessate oltre 670 aziende e più di 5500 suini.
Il caso più grave si è verificato a Mores, sede del primo
focolaio rinvenuto dai veterinari del servizio di sanità animale della Asl
durante un controllo di routine.
Come previsto dalla legge nell’azienda logudorese i sanitari
hanno provveduto all’abbattimento di 20 capi infetti e hanno immediatamente
sottoposto l’allevamento a disinfezione.
Subito sono scattate le restrizioni: 3 chilometri di zona di
protezione e 10 di zona di sorveglianza, che sono state delimitate con il
sistema informativo geografico in otto comuni della provincia di Sassari con il
coinvolgimento di 332 aziende suinicole e di circa 2.600 capi.
I comuni interessati, i cui allevatori sono stati avvisati
tramite “sms alert” sono Mores, Ardara, Ittireddu, Ozieri, Ploaghe, Siligo,
Bonnanaro e Chiaramonti. Nel frattempo i veterinari
hanno completato i
controlli negli allevamenti ma fortunatamente non è stata evidenziata alcuna
sintomatologia riferibile alla peste suina africana.
Il secondo focolaio è stato rinvenuto a Sedini, dove sono
stati abbattuti e distrutti i tre capi presenti nell’allevamento colpito. Nel
territorio si sono avuti quindi meno capi abbattuti rispetto al precedente, ma
il numero delle aziende e dei capi interessati alle restrizioni è maggiore: si
parla di 337 aziende suine con circa 3mila capi nei comuni di Sedini, Bulzi,
Castelsardo, Valledoria, Sennori, Viddalba, Santa Maria Coghinas, Nulvi, Osilo
e Tergu.
«Ancora una volta dobbiamo registrare nuovi focolai che
provocano restrizioni commerciali e sanitarie gravissime nei confronti di
centinaia di aziende suine – ha commentato il direttore del dipartimento di
prevenzione della Asl di Sassari Francesco Sgarangella, che però punta il dito
contro la mancata prevenzione –. È veramente sconfortante che ci siano ancora
allevatori che, nonostante le continue raccomandazioni, mettono a repentaglio
un intero settore produttivo». Il contagio della peste suina avviene infatti
principalmente tramite il contatto con le specie selvatiche e riguarda quindi
soprattutto i suini non tenuti in porcilaia. Il Servizio Sanità Animale ricorda
quindi che per prevenire il contagio sono fondamentali negli allevamenti
l’adozione delle idonee misure di bio-sicurezza e il confinamento dei suini per
evitare qualsiasi contatto con i cinghiali. Gli ultimi focolai di Peste suina
prima di quelli segnalati ieri erano stati registrati nel Nuorese.
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