Stagionare
prosciutti generici e leggeri è assai più redditizio che stagionare prosciutti
che possono fregiarsi della denominazione d'origine. Un'anomalia evidenziata
dalle analisi del Crefis
Fonte notizia:
Che sia un
buon momento per la suinicoltura italiana lo conferma il dato tendenziale
dell’indice Crefis, il centro ricerche economiche sulle filiere suinicole
dell'Università Cattolica di Piacenza.

Confrontando luglio 2014 con luglio
2013, infatti, l'indice Crefis indica un miglioramento della redditività del
14%. Positivo l'andamento del settore anche nel confronto fra il mese di luglio
e il precedente giugno. In questo caso l'aumento è del 4,8%.
Merito della
combinazione tra prezzi dei suini in aumento e costi degli alimenti in
diminuzione. In particolare il prezzo medio mensile dei suini da macello
pesanti quotati alla Cun (Commissione unica nazionale) a luglio è stato pari
a
1,575 euro/Kg, in crescita del +3,7% rispetto a giugno. In aumento anche i
corsi dei suini leggeri che a Modena hanno registrato un +2,7%; mentre scende
la quotazione (-2,8%) dei suinetti d’allevamento.
Macelli,
peggiorano i margini
Al buon
andamento della fase di allevamento fa da contraltare la perdita di redditività
della fase di macellazione, con l’indice Crefis che segna un -2,9%; anche se su
base tendenziale il dato rimane positivo (+1%). A pesare sono da un lato i
costi elevati per approvvigionarsi di suini e, dall’altro, i prezzi stagnanti,
quando non in calo, dei tagli freschi. Un po’ meglio sono andate le quotazioni
delle cosce. Alla Cun tagli il prezzo medio a luglio delle cosce fresche
destinate a prosciutto Dop è cresciuto, rispetto a giugno, del 2% nella
tipologia leggera e del 1,9% nella tipologia pesante. Le variazioni tendenziali
sono negative per le cosce leggere (-4,6%) e positive per quella più pesanti
(+3%). Per completare il quadro segnaliamo l’andamento positivo anche del
mercato delle cosce destinate a prosciutti generici: la coscia leggera sale
dell’1,8%, mentre quella pesante dell’1,7%. Entrambe negative le variazioni
tendenziali: -0,9% (tipologia leggera) e -0,1% (tipologia pesante).
Anomalia
prosciutti
Perdura,
anzi si approfondisce, il gap di redditività tra i prosciutti tutelati e quelli
generici che caratterizza da tempo la fase di stagionatura. A luglio l’Indice
Crefis è peggiorato in maniera molto sensibile nel caso del Prosciutto di
Parma, sia leggero che pesante: per il primo tipo la redditività rispetto a
giugno è scesa del 6,7%; per il secondo tipo è peggiorata addirittura del 7,5%.
Al contrario l’Indice Crefis, nel caso dei prosciutti non tutelati, è
migliorato dell’1,6% nella tipologia leggera e del 2,1% in quella pesante.
Ciò
significa che a luglio stagionare prosciutti non tutelati leggeri è stato di
oltre il 18% più redditizio che stagionare prosciutti Dop. Meno ampio, ma
comunque molto preoccupante, il differenziale nel caso dei prosciutti pesanti:
8,8% a favore delle produzioni non tipiche. Un’anomalia all’interno della
filiera del prosciutto crudo italiano che continua a peggiorare e a
preoccupare.
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