![]() |
Vacche di razza Rendena controllate |
Fonte notizia:
Rendena non è soltanto la valle trentina che divide i massicci
granitici dell'Adamello-Presanella dalle guglie dolomitiche del Brenta, ma è
anche una delle storiche razze bovine italiane. Forte, rustica e adatta
all’alpeggio, viene allevata per produrre carne di qualità e latte
particolarmente adatto alla trasformazione in formaggi tipici, tra cui la
famosa “Spressa DOP delle Giudicarie”.
Su un totale di circa 13.000 capi allevati in Italia, 7.000 (di cui
4.093 vacche) sono i capi iscritti al Libro Genealogico diffusi prevalentemente
nelle province di Padova, Trento, Vicenza e Verona. Soggetti di razza Rendena
sono allevati e sottoposti ai
controlli funzionali anche in allevamenti di
Lombardia, Emilia-Romagna e Liguria.
Cenni storici
Le origini della razza Rendena vanno collegate alle vicende storiche
delle popolazioni della Val Rendena, in provincia di Trento. L’allevamento
bovino nella zona risale a periodi antichissimi. Basti pensare che le prime
documentazioni sul tipo di bovini allevati sono datate all’inizio del XVIII
secolo. Sono anni in cui varie epidemie, tra cui la peste, si sovrappongono con
le loro devastazioni alle guerre e alle carestie, provocando enormi difficoltà
alle popolazioni locali già povere di per sé. Accanto alle epidemie che
aggredivano l’uomo, altre falcidiavano il bestiame per cui gli abitanti, al
fine di ricostruire i propri armenti, erano periodicamente costretti ad
importare bovini da altre regioni.
Nel 1712 si sarebbe verificata la prima consistente importazione
documentata di bovini acquistati prevalentemente in alcune vallate svizzere.
Non si trattò di una importazione di bovini bruni, bensì di soggetti riferibili
ad uno dei tipi di bovini allora allevati nella Svizzera meridionale, scelti
probabilmente dagli allevatori rendenesi per una certa affinità con le caratteristiche
del loro bestiame indigeno.
Il bestiame importato si fuse armonicamente, per affinità di tipo e di
caratteristiche produttive, con il bestiame indigeno, presente da secoli nelle
vallate del Trentino occidentale. Le importazioni di bovini dalla Svizzera
cessarono probabilmente prima della fine del XVIII secolo, essendo venuta meno
la necessità di ricorrere ad ulteriori ripopolamenti.
Documenti del tempo confermano infatti che le epidemie del bestiame si
erano arrestate intorno a metà Settecento e che a tale periodo aveva fatto
seguito un’epoca di relativo benessere e tranquillità, durante la quale le
popolazioni locali poterono riprendere le loro attività di allevamento e di
commercio del bestiame con la pianura, in particolare con la Lombardia.
Nel corso dell'Ottocento, in zona la razza raggiunse una consistenza
valutata in più di sedicimila capi. L’indirizzo produttivo si basava sulla
produzione di latte e sull’allevamento di giovani animali da rimonta che
venivano esportati verso altre aree di allevamento del Regno d’Italia
(giovenche gravide venivano acquistate in numerose province del nord ma anche a
Firenze e Roma).
La situazione della razza Rendena peggiorò a partire dai primi del
'900 quando tesi scriteriate che ne promuovevano l’incrocio di sostituzione con
la Bruna ne ridussero la consistenza fino a poche migliaia di capi. Il merito
della sopravvivenza della Rendena è da attribuire a quegli allevatori trentini
e veneti che, forti delle loro convinzioni, continuarono clandestinamente a
riprodurre la loro razza in purezza andando incontro, a volte, anche a
conseguenze penali. Le discriminazioni nei confronti della Rendena e dei suoi
allevatori cessarono nel 1978 quando il Ministero dell’Agricoltura e Foreste su
richiesta della regione Veneto ne autorizzò l’allevamento in purezza. Da qui
seguirono una serie di passaggi che portarono, nel 1981, alla costituzione
dell'Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Rendena. L'A.N.A.R.E. si
occupa del miglioramento genetico e della valorizzazione dei prodotti della
razza, e fa parte della Federazione Europea degli Allevatori delle Razze Bovine
del Sistema Alpino (F.E.R.B.A.).
Caratteri morfologici e produttivi
Caratteristico è il mantello liscio e uniforme con variazioni di
colore castano, più scuro nei maschi dove può essere quasi nero. Peculiari
della razza sono anche i peli color avorio all’interno dei padiglioni
auricolari, la striscia dorso lombare più chiara, le corna leggere, bianche
alla base e nere in punta e l’orlatura chiara del musello di colore ardesia.
Raggiunge un’altezza al garrese di circa 130 cm e un peso mediamente di
500-550 kg.
Le produzioni medie di latte superano i 46 quintali (in montagna) e i
60 quintali (aziende di pianura) con buone percentuali di grasso e proteine.
Questi livelli produttivi sono decisamente inferiori a quelli delle razze
cosmopolite (Frisona e Bruna) allevate da decenni negli allevamenti intensivi
da latte. Ma il gap produttivo tra la Rendena e le razze lattifere
specializzate tende ad invertirsi in condizioni di allevamento più
“sfavorevoli”: l’elevata capacità della Rendena di sfruttare i pascoli, la rusticità
e la frugalità la rendono particolarmente adatta in allevamenti dove viene
praticato l’alpeggio; da sottolineare, inoltre, che la salvaguardia ambientale
in molte aree di montagna non può prescindere dall’allevamento di razze
rustiche che direttamente (pascolo) e indirettamente (sfalcio prati)
contribuiscono significativamente alla
tutela del patrimonio ambientale e paesaggistico, anche a fini turistici.
La Rendena quindi, grazie alle sue caratteristiche è una razza che ben
si presta ai fini della tutela ambientale e per la valorizzazione di alcune
produzioni casearie tipiche; molto probabilmente senza le attività praticate da questa razza e dai suoi
allevatori la Val Rendena, l’altopiano
di Asiago e molte altre aree marginali oggi si troverebbero in gravi condizioni
di degrado ambientale.
Giovenche di razza Rendena. Sfilata e…dintorni
Da diversi anni si svolge a Pinzolo in alta Val Rendena (TN) una
originalissima manifestazione, in occasione del rientro delle mandrie bovine
dagli alpeggi. L'evento si pone come obiettivo quello di valorizzare l’identità
storica, culturale, ambientale e zootecnica della popolazione della Val Rendena
e della sua omonima razza. Per una settimana, sul finire dell'estate,
valligiani e turisti vengono invitati a rivivere le radici contadine della
popolazione che per lunghi secoli, prima del boom del turismo invernale, vide
nella zootecnia uno dei pochissimi fattori di sussistenza possibili su un
territorio tanto difficile quanto ammirabile come quello delle montagne rendenesi.
Ancora oggi, nella sola Val Rendena si contano circa 1500 capi bovini
dell’omonima razza, la maggior parte dei quali sono condotti, durante l’estate,
ai numerosi alpeggi diffusi sul territorio. L’annuale elezione della “Reginetta
di Pinzolo”, ossia la miglior giovenca scelta dai giudici esperti tra le oltre
150 candidate che ogni anno partecipano al concorso, perpetua nel tempo
l’identità contadina della popolazione Rendenese che, pur velocemente cambiata
negli usi e costumi, con la sfilata delle giovenche mostra fiera ai suoi ospiti
quanto di meglio la nostra tradizione è riuscita a portare avanti fino ad oggi.
![]() |
Sfilata di giovenche lungo le vie di Pinzolo |
Nessun commento:
Posta un commento