
Visto così, il quadro del mercato del bestiame appare veramente
fosco e senza speranza, come l’umore che in parte serpeggia sotto i
tendoni della Fiera di Sant’Alessandro, che si conclude oggi negli spazi
di via Lunga (apertura 9-19), disturbando il sonno dei proprietari, un
po’ meno quello dei circa 400 capi presenti quest’anno.
«La situazione è brutta e la gente, avendo pochi soldi, compra
meno carne, perciò anche per noi si è fermato il mercato - commenta
Oliviero Mangili, dell’omonima azienda di Paladina e Sombreno -. Noi
siamo una famiglia con 50 anni di attività alle spalle e per combattere
la crisi rimaniamo uniti, lavoriamo tante ore senza risparmiarci. Anche
quest’anno ho portato in fiera le mie bestie migliori: chianine,
maremmana, un toro limousine di 10 quintali, le piemontesi e le blu
belga».
Qualcuno è anche più drastico: «Siamo a zero, sotto zero -
secondo Vittorio Midali, di Branzi, azienda che commercia bestiame -.
Sono 40 anni che lavoro nel settore del bestiame e vedo come sta
diminuendo. Ci sono paesi delle nostre valli in cui non ci sono più
animali».
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