Troppe e “disinvolte” le richieste di accesso all'ammasso privato per alleggerire le conseguenze dell'embargo russo dopo la crisi Ucraina. Così la Commissione Ue ha deciso di bloccare tutto e con effetto immediato.
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I numeri
Le esportazioni di formaggi verso la Russia, ricorda la Commissione, ammontavano nel 2013 a più di 250mila tonnellate, circa un terzo del totale delle esportazioni comunitarie. Fra i principali paesi esportatori verso la Russia figurano la Finlandia e i paesi baltici (che indirizzano al mercato russo il 90% delle loro esportazioni), seguiti dai Paesi Bassi (42% dell'export, 8% della produzione nazionale), dalla Polonia (43% dell'export, 4% della produzione nazionale) e dalla Germania (38% dell'export, 2% della produzione nazionale).
In Italia, secondo alcune stime diffuse da Coldiretti, il valore delle nostre esportazioni lattiero casearie verso la Russia ha raggiunto i 45 milioni di euro. Una parte significativa di questo valore è rappresentata dalle esportazioni di Parmigiano Reggiano e Grana Padano che da soli arrivano a 15 milioni di euro, mentre Pecorino e Fiore Sardo si fermano a 1,5 milioni.
Un colpo al mercato
Lo stop agli ammassi privati non tarderà a ripercuotersi sui mercati. Per il Parmigiano Reggiano, già alle prese con un calo del 9,2 % rispetto allo scorso anno, le conseguenze potrebbero essere pesanti, stessa cosa per il Grana Padano, anch'esso alle prese con un calo del prezzo, seppure più contenuto (-2,5%). I Consorzi potranno favorire un contenimento della produzione, come previsto dal "Pacchetto latte", ma occorrono tempi relativamente lunghi per avere un risultato. Ripercussioni si potrebbero avere poi sul prezzo del latte, rendendo ancor più difficile il già complicato scenario nel quale si muovono (con fatica) gli operatori per raggiungere un accordo fra allevatori e industrie del settore.
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