Sul prezzo del latte la Coldiretti è ormai sul piede di guerra
Coldiretti Viterbo condivide in pieno il messaggio affidato
all’ennesima lettera inviata al governatore della Regione Lazio Nicola
Zingaretti e all’assessore all’agricoltura Sonia Ricci dal presidente e
dal direttore di Coldiretti Lazio, David Granieri e Aldo Mattia. Infatti, la Regione Lazio, nonostante le ripetute sollecitazioni, ha
continuato a non intervenire venendo meno al suo ruolo propulsore e di
mediazione per risolvere la grave situazione che incombe sugli
allevatori che producono latte vaccino. Non si tratta di siglare un
contratto di conferimento, né tanto meno di perfezionare un accordo
interprofessionale ai sensi di una legge ormai abrogata ma di favorire
il consolidamento di “una logica di leale collaborazione tra le parti
che permetta la programmazione delle attività produttive” si legge nella
lettera.
“Se la Regione Lazio non si farà promotrice di un accordo quadro tra
le parti (produttori e industrie di trasformazione) in grado di
garantire un prezzo equo “alla stalla” che permetta di remunerare almeno
i costi di produzione, anche la Coldiretti di Viterbo è pronta a
chiamare a raccolta, in tempi brevi, i propri allevatori in una maxi
manifestazione di fronte al palazzo della Regione” ha dichiarato il
direttore di Coldiretti Viterbo Andrea Renna.
Aggiunge il presidente Mauro Pacifici: “i contratti di conferimento
del latte alla stalla sono scaduti lo scorso 30 giugno con conseguente
sottoscrizione di nuovi accordi senza il riferimento di un quadro
generale necessario per la tutela delle posizioni contrattuali degli
allevatori; si è verificato un calo di circa il 5% del prezzo del latte
alla stalla pagato agli allevatori dalla scadenza di contratti ad oggi,
passando da circa 45 centesimo al litro agli attuali poco più di 42
centesimi al litro; il prezzo del latte fresco al consumo continua a
rimanere oltre 4 volte il prezzo alla produzione nonostante quest’ultimo
sia calato negli ultimi tre mesi; i costi di produzione rimangono
ampiamente al di sopra dei prezzi di vendita non remunerando il lavoro
degli allevatori”.
Conseguenza di tutto ciò è non soltanto una falsificazione di leali
rapporti di concorrenza e il prevalere della regola del più forte, ma
soprattutto il rischio di perdere la qualità e la specificità del latte
laziale e quindi il rischio di chiusura di centinaia di imprese
zootecniche del nostro territorio. Per questi motivi “la Coldiretti del
Lazio ritiene non più prorogabile un intervento della Regione auspicato
nel rispetto delle normali regole della concorrenza come avviene ormai
da tempo nella Regione Lombardia che, come noto, rappresenta il mercato
di riferimento per tutto il Paese. Si tratta di mettere in atto
un’azione sinergica, di cui le Istituzioni devono farsi protagoniste”
conclude la lettera.
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