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La commissione agricoltura del Parlamento europeo ha discusso la difficile situazione che sta attraversando il settore lattiero-caseario Ue alle prese con il crollo dei prezzi del latte. Il mercato lattiero-caseario è infatti ormai da tempo in crisi, afflitto da una continua riduzione dei prezzi
quasi al di sotto dei costi di produzione. Seppur la domanda globale
continui a crescere, si registra a livello Ue un eccesso di offerta di
latte per cui la preoccupazione degli operatori sta crescendo. Alcuni
Stati membri hanno superato i limiti stabiliti dalle quote e a ciò si sommano le restrizioni imposte dall’embargo russo.
Da qui, l’urgenza di
comprendere quale sarà la reazione del mercato nella primavera 2015 con la fine del sistema delle quote latte. Da parte sua, la Commissione europea ha promesso che in caso di necessità non esiterà ad attuare delle misure per stabilizzare il mercato, ma è chiaro che queste dovranno essere definite in modo concreto e mirato. Per il futuro del settore é necessario pertanto puntare sui mercati di esportazione, nonché su una maggiore flessibilità per reagire con forza fin da subito, consentendo a chi vuole produrre di più di farlo, proteggendo il mercato nella sua totalità.
comprendere quale sarà la reazione del mercato nella primavera 2015 con la fine del sistema delle quote latte. Da parte sua, la Commissione europea ha promesso che in caso di necessità non esiterà ad attuare delle misure per stabilizzare il mercato, ma è chiaro che queste dovranno essere definite in modo concreto e mirato. Per il futuro del settore é necessario pertanto puntare sui mercati di esportazione, nonché su una maggiore flessibilità per reagire con forza fin da subito, consentendo a chi vuole produrre di più di farlo, proteggendo il mercato nella sua totalità.
Il dibattito è aperto
Molti europarlamentari sostengono che il “Pacchetto latte”
non abbia portato quei risultati attesi per consentire al settore un
atterraggio morbido in vista della fine del regime delle quote: i
contratti non rispettano i prezzi del mercato e i produttori non li
possono negoziare, un problema questo che riguarda non solo le aree
svantaggiate ma l’intera filiera, che produce sotto costo di produzione.
Il rischio è che si crei una guerra tra produttori e per questo gli
europarlamentari chiedono misure in grado di dare certezze agli
allevatori, in particolare delle regioni montane,
che risultano essere i più penalizzati e le cui aziende sono a rischio
di chiusura. In commissione agricoltura del Parlamento europeo si
sottolinea, inoltre, che le aziende della grande distribuzione stanno
sfruttando la situazione per proporre prezzi bassissimi sul mercato,
perciò bisogna agire anche a livello di Grande Distribuzione
Organizzata. Il rischio è quello di perdere, nel volgere di due/tre
anni, la produzione nelle zone montane e con essa i giovani allevatori
che vi lavorano.
Occorrono nuove azioni, in particolare per le regioni svantaggiate
Gli
europarlamentari sottolineano che la Commissione europea, nel suo
report di giugno, non abbia offerto un quadro attendibile della
situazione: “quello che è stato proposto a sostituzione delle quote
latte sono i contratti e le organizzazioni dei produttori, che sono
scattati solo in alcuni Paesi. Con la cessazione delle quote latte si
verificherà una forte volatilità dei prezzi. Di conseguenza, bisogna
impostare dei criteri di azione per le regioni sfavorite”, considerato
che in futuro si prevede un aumento del 17% della produzione di latte
che non sarà possibile assorbire senza registrare un ulteriore forte
abbassamento dei prezzi. I Governi degli Stati membri devono mantenere
sotto controllo la produzione senza farla aumentare in modo
incontrollato altrimenti le conseguenze saranno gravi.
Più spirito imprenditoriale
Come
si è già accennato, sta diminuendo il consumo di latte nel mondo e
dall’altro lato sta aumentando la sua produzione, determinando così un
effetto forbice che condurrà sia ad una forte riduzione del prezzo del
latte, sia ad un aumento della produzione di carne in quanto molti
bovini saranno convertiti. Inevitabili, dunque, dei meccanismi di
regolamentazione del mercato del latte e della carne. In definitiva,
l’embargo russo ha dimostrato che gli strumenti attuali non sono
adeguati e che servono interventi mirati e compensazioni chiare. C’è un
urgente bisogno di affrontare questi problemi ma non a scapito della
riserva di crisi per l’agricoltura.
“Le
crisi registrate finora dal settore sono avvenute nonostante il sistema
delle quote – sostengono gli europarlamentari della commissione
agricoltura dell’Emiciclo – sistema mantenuto per volontà politiche che
ha permesso di produrre più del necessario. Bisogna incoraggiare gli
allevatori ad avere un maggior spirito imprenditoriale, spingere per un maggior utilizzo del secondo pilastro e una minore burocrazia per distribuire il latte nelle scuole”.
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