(AGI) - Roma, 19 dic. - "Regolarizzare la propria posizione
aziendale rispetto alla questione quote latte e' un dovere dal
quale non ci si puo' sottrarre. Tuttavia, dobbiamo rilevare che
e' anche indispensabile un percorso di accompagnamento
all'uscita dalle quote". Con queste parole il presidente
provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola,
commentando l'annuncio del ministro delle Politiche agricole
Maurizio Martina sull'invio di 1455 cartelle per un importo di
circa 422 milioni di euro che si riferiscono al lontano
passato. Un atto dovuto nel rispetto della stragrande
maggioranza dei 38mila allevatori italiani che con sacrifici si
sono messi in regola ed hanno rispettato le norme negli anni
acquistando o affittando quote per un valore complessivo di
2,42 miliardi di euro. Il rischio di
superare le quote
assegnate nella campagna 2014/2015 e' dimostrato dal trend di
aumento del 3,74 per cento rispetto allo scorso anno registrato
dall'Agea a settembre. Ricordiamo che la vicenda quote latte e'
iniziata nel 1983 con l'assegnazione ad ogni Stato membro
dell'Unione di una quota nazionale che poi doveva essere divisa
tra i propri produttori. All'Italia fu assegnata una quota
molto inferiore al consumo interno di latte. Il 1992 con la
legge 468, quindi il 2003 con la legge 119 e, infine, il 2009
con la legge 33, sono le tappe principali del difficile iter
legislativo per l'applicazione delle quote latte in Italia.Degli attuali 38mila allevatori oggi in attivita' nel nostro Paese (erano 120mila nel 1996) sono solo un po' piu' un migliaio quelli che devono alle casse dello Stato 1,7 miliardi di euro di multe maturate in questi ultimi anni. Molti allevatori si sono messi in regola in questi ultimi anni, 15mila hanno rateizzato con la legge 119 del 2003, per 350 milioni di euro, mentre altri 220 milioni di "multe" sono stati regolarmente pagati in questi ultimi 12 anni. In Veneto sono circa 300 gli allevatori che non hanno ancora onorato le multe imposte a livello comunitario, per un totale di circa 300milioni di euro, mentre oltre 4000 colleghi hanno regolarizzato la propria posizione, aderendo ai provvedimenti legislativi che consentono la rateizzazione del debito.
"Occorre intervenire a livello comunitario e nazionale per preparare con strumenti adeguati un atterraggio morbido all'uscita del sistema delle quote. Il "Fondo latte di qualita'" previsto dalla legge di stabilita' - conclude il presidente Martino Cerantola - riveste in tal senso una funzione fondamentale. Gli importi sborsati dalle aziende per regolarizzare la propria posizione hanno contribuito a mettere in ginocchio molte stalle. Ed oggi che il prezzo del latte e' sempre meno pagato rischiano grosso i formaggi tipici, anche se, tra questi, l'Asiago fortunatamente continua a rappresentare un prodotto di grande interesse commerciale".(AGI) Bru
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