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Foto tratta dal Blog: "lupoemigrato" |
Fonte
notizia:
CREMONA
- Il progetto sul benessere animale e il ridotto impatto ambientale per le
produzioni di eccellenza del settore lattiero caseario è iniziato nell’aprile
del 2010 e terminato il 30 giugno di quest’anno, e i risultati verranno
presentati alle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona (22-25 ottobre) nel
corso di un convegno in programma il 23 ottobre alle 14.30. Sarà presentato uno
studio che ha coinvolto 2.700 bovine lombarde per la produzione di Grana
Padano.
E'
il Progetto Eulat – Individuazione di modelli di aziende zootecniche per
produzioni di eccellenza di
latte e derivati promosso e coordinato dalla
sezione di Milano del Consiglio nazionale delle ricerche – Istituto di scienze
delle produzioni alimentari (Cnr-Ispa).
VALORIZZARE
L'INTERA FILIERA «Lo scopo di questo progetto – spiega Milena Brasca del Cnr,
responsabile scientifico di Eulat – è stato quello di arrivare a valorizzare
l’intero percorso della filiera e non esclusivamente il prodotto finito. Razione
alimentare e relativa composizione, gestione della mandria in stalla e in sala
mungitura, impatto ambientale legato allo spandimento dei liquami, ma anche
gestione del territorio, benessere animale, redditività aziendale sono stati
quindi gli aspetti presi in esame e studiati attingendo dati e informazioni dai
tre allevamenti protagonisti del progetto, situati in zone diverse della
Lombardia e differenti anche per tipologia e composizione numerica dei capi
allevati».
Infatti,
proprio per riuscire a fotografare una situazione eterogenea e soprattutto
attendibile di un comparto tra i più importanti dell’agroalimentare regionale,
nel progetto Eulat sono stati coinvolti un allevamento della provincia di Lodi
caratterizzato da un modello di produzione intensiva tipico della Pianura
Padana; un altro situato nella provincia di Como dove la produzione di latte è
garantita da un minor numero di bovine allevate e da un altro in provincia di
Mantova, dove la razione alimentare prevede un tenore molto ridotto di insilato.
«La
novità di questo progetto – sottolinea Brasca – sta proprio nella possibilità
di essere riusciti a individuare come ultimo obiettivo i criteri necessari a
classificare gli allevamenti in base alle caratteristiche aziendali e
gestionali rispettose del benessere animale e con un ridotto impatto
ambientale, requisiti essenziali per ottenere produzioni di eccellenza di latte
e derivati. Non va, infatti, dimenticato che proprio questi aspetti
testimoniano sempre più la loro enorme rilevanza economica, ambientale e
sociale».
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