Il progetto del fotografo modicano vince la categoria "Tradizioni e cultura" di uno dei premi più ambiti e importanti al mondo: "Le mie foto sono la memoria di un’umanità scomparsa e sono un regalo alle nuove generazioni".
(Nell'articolo seguono altre foto di Simone Aprile e alla fine 2 video di Giuseppe la Rosa a testimoniare l'essenza dell'antica cultura contadina altrimenti dimenticata)
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‘Nzuliddu era già stato presentato da Simone Aprile a Modica, con una mostra allestita a Palazzo Grimaldi e largamente recensita dalla critica nazionale.
Il progetto è un viaggio attraverso un anno di vita in compagnia di ‘Nzuliddu e Concettina, due anziani modicani, nella loro masseria: un tempo segnato dal ritmo delle quattro stagioni, dall’alba e dal tramonto, dai gesti della fatica e di quelli del riposo dal lavoro nei campi e dai riti della casa.
Si tratta, insomma, di un progetto concentrato sull’uomo e le sue radici, volto a cogliere l’essenza della cultura contadina, fermarla e
proteggerla, raccontandola per immagini.
Si tratta, insomma, di un progetto concentrato sull’uomo e le sue radici, volto a cogliere l’essenza della cultura contadina, fermarla e
proteggerla, raccontandola per immagini.
Così ‘Nzuliddu è finito a Los Angeles, grazie ai bellissimi scatti di Simone Aprile, fotografo professionista che è nato a Siracusa e cresciuto a Milano, ma che da diversi anni ormai vive e lavora a Modica: “‘Nzuliddu“, spiega: “è la memoria di un’umanità scomparsa ed è un regalo alle nuove generazioni, a quella eredità presente nel loro carattere alla quale possono attingere nel bisogno. ‘Nzuliddu è anche un omaggio a Modica, alla sua cultura, all’amore per la semplicità dei gesti quotidiani, alle sue tradizioni, al rifiuto del superfluo. È semplicemente la voce della terra, il dialogo con la natura e il silenzio contemplativo, dove l’uomo torna ad ascoltare la propria anima riconquistando amore e fiducia. E si ristora, riappropriandosi dell’essenza di sé stesso”.
Simone Aprile si è diplomato a Milano, all’istituto Riccardo Bauer, ma si è formato professionalmente soprattutto grazie all’incontro con Sandro Sciacca. Ha lavorato con molte prestigiose riviste, come Vogue, CG e AD, ma presto ha scelto di lavorare al Sud, con un processo di “immigrazione” al contrario determinato dal suo amore per l’Isola e dalla prospettiva di coniugarlo con la passione per la fotografia. Nelle sue immagini protagonista è la luce, analizzata in tutte le sue sfumature: nulla è lasciato al caso, la sua ricerca è minuziosa, meticolosa fino al puntiglio, scevra di superficialità.
Tutte caratteristiche che si possono ben riscontrare nel progetto ‘Nzuliddu, che aveva già ricevuto una menzione d’onore al Memorial Mario Giacomelli.
Tutte caratteristiche che si possono ben riscontrare nel progetto ‘Nzuliddu, che aveva già ricevuto una menzione d’onore al Memorial Mario Giacomelli.
'Nzuliddu
- un anno di cultura contadina
Per vedere a tutto schermo cliccare sul rettangolo in basso a destra sul video.
Ecco il link del secondo video:
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