venerdì 3 ottobre 2014

Più antibiotici ad animali da allevamento: in Usa +12% in 3 anni -Le azioni di Obama-Le morti per i batteri resistenti-Obbligo prescrizione per farmaci

Il dato spaventa per l'impatto sugli esseri umani della resistenza ai farmaci, mentre le autorità promettono contromisure.
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La somministrazione di antibiotici in mucche, polli e altri animali destinati a essere uccisi per il consumo umano tra 2009 e 2012 negli Stati Uniti è aumentata del 16%. A farlo sapere è la Food & Drug Administration (Fda), ente americano che regolamenta prodotti alimentari e farmaceutici, riferisce il Wall Street Journal. Il dato è destinato a sollevare preoccupazione, per il già diffuso utilizzo di antibiotici negli animali e per la conseguente resistenza ai farmaci sviluppata dai batteri.
L'aumento maggiore è avvenuto tra 2011 e 2012, con una crescita dell'8%: 12.700 tonnellate di farmaci rispetto a
14.500 tonnellate. Di essi, circa il 60% è costituito da medicinali importanti per gli esseri umani. Gli allevatori usano gli antibiotici per prevenire e curare le malattie, ma anche per far crescere di più gli animali dando loro meno cibo.
Ogni anno le infezioni resistenti ai farmaci sono collegate a 2 milioni di malattie e alla morte di 23.000 persone negli Stati Uniti, secondo i dati dell'istituto per la salute Centers for Disease Control and Prevention.
La Fda ha annunciato di voler ridurre l'uso di antibiotici negli animali, chiedendo nel 2013 alle case farmaceutiche di eliminarli gradualmente come stimolo alla crescita e agli allevatori di ottenere prescrizioni veterinarie prima dell'uso. La Casa Bianca ha promesso a settembre azioni per preservare l'efficacia degli antibiotici.

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