Il piano prevede che entro 45 giorni
il Governo emetta un decreto per la ridefinizione delle zone
vulnerabili, dopo il quale le Regioni avranno 30 giorni per disegnare la
nuova mappa di gestione degli effluenti da allevamento.
"Si
tratta di un passo importante per la salvezza di un settore
fondamentale per l'economica lombarda e italiana - spiega Ettore
Prandini, Presidente della Coldiretti regionale - dobbiamo evitare che
chiudano centinaia di aziende in tutto il nord Italia con contraccolpi
drammatici sia
sui livelli occupazionali che sulla produzione agricola".
sui livelli occupazionali che sulla produzione agricola".
In
Lombardia, dove si munge il 40 per cento di tutto il latte italiano e
dove si alleva la metà di tutti i suini a livello nazionale, le stalle
di bovini e suini sono passate - secondo gli ultimi dati dell'Anagrafe
zootecnica analizzati da Coldiretti - da 24.422 a 24.262: con un calo
medio di 13 al mese.
"La mancata revisione delle
zone vulnerabili sarebbe un colpo mortale - spiega Prandini - anche
perché gli ultimi studi dimostrano che l'agricoltura ha un impatto di
appena il 10 per cento sulle falde, tutto il resto deriva da scarichi
industriali e residenziali. La verità è che l'espansione edilizia degli
ultimi anni ha non solo consumato suolo, ma anche stravolto gli
equilibri ambientali dei nostri territori. E adesso una mappa vecchia di
20 anni rischia di danneggiare la nostra economia mettendo in ginocchio
la zootecnia senza per questo risolvere il problema".
La
situazione è di un generale calo - spiega la Coldiretti regionale - in
particolare nelle province a maggiore vocazione zootecnica: diminuzione
causata da chiusure, accorpamenti, ristrutturazioni parziali
dell'attività con la chiusura dell'allevamento e la continuità con la
coltivazione dei terreni.
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