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Interpellato
a riguardo, il commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo
rurale, Phil Hogan, ha dichiarato: «Siamo consapevoli dell'impatto che
il divieto russo sta avendo sui produttori di latte dei tre paesi
baltici, per via della loro esposizione al mercato russo e del calo dei
prezzi. La verifica da noi operata per valutare la situazione ci ha
mostrato che gli operatori estoni, lettoni e lituani del settore
lattiero-caseario sono rimasti seriamente danneggiati». «Sono lieto», ha
concluso Hogan, «che la Commissione Europea abbia deciso di fornire un
tale sostegno finanziario,
utile per far fronte alla necessaria
liquidità delle aziende».
In
una fase così delicata del mercato, a pochi mesi dalla abolizione delle
quote latte e con un prezzo alla stalla in nessun Paese Europeo
abbastanza remunerativo, la prospettiva che alcuni Paesi già di per sé
competitivi e inclini all'export ricevano degli aiuti, mette in
ulteriore apprensione il mondo degli allevatori.
La situazione italiana
Per quanto concerne il prezzo del latte, l'assessore lombardo all'agricoltura Gianni Fava ha dichiarato sabato scorso che «la Lombardia ha richiesto la convocazione del Tavolo del latte e il ministro ci ha ascoltati: ci vedremo martedì prossimo a Roma».
Per quanto concerne il prezzo del latte, l'assessore lombardo all'agricoltura Gianni Fava ha dichiarato sabato scorso che «la Lombardia ha richiesto la convocazione del Tavolo del latte e il ministro ci ha ascoltati: ci vedremo martedì prossimo a Roma».
Secondo
Fava «le posizioni di una parte del mondo industriale non sono motivate
perché se è vero che è calato il prezzo medio del formaggio
all'ingrosso, è altrettanto vero che non sono diminuiti il costo del
latte e dei derivati al consumo». «Dunque», ha proseguito l'assessore
lombardo, «è in atto un fenomeno speculativo, entro certi limiti
legittimo, ma che non può portare a un ribasso ingiustificato ed
eccessivo del prezzo del latte. Chi si fa carico di mettere in ginocchio
ancora una volta l'intero comparto, si deve prendere la responsabilità
anche quando busserà alla porta della Regione per chiedere sostegno
sulle misure agroindustriali».
Dal
canto suo anche il ministro Martina ha lanciato il suo avvertimento ad
alcuni industriali: «Bisogna distinguere chi si è messo a disposizione
per chiudere accordi anche di sei mesi e chi invece fa finta di non
vedere. Il settore dell'industria deve dimostrare di saper battere un
colpo». «Dobbiamo gestire», ha concluso il ministro agricolo, «l'uscita
dal sistema delle quote e vogliamo costruire un percorso nuovo con un
atterraggio morbido».
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