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Foto tratta da: "costierabarocca.it" |
Fonte notizia:

«Il latte ovino,
da troppo tempo», prosegue Chiarelli, «è sottopagato da un cartello di
caseificatori che non permettono né di valorizzare la produzione né di
contribuire all’economia». E così, quelli che storicamente sono stati
tra i protagonisti della scena produttiva del settore primario
siciliano, producendo una buona parte dei Formaggi Storici Siciliani,
oggi rischiano di scomparire, vedendo assottigliarsi - anno dopo anno -
il loro numero, a causa di una concorrenza sleale che in altri Paesi è
severamente sanzionata dalle autorità competenti.
I
dati presentati ufficialmente dalla confederazione agricola sono
impietosi: in tre anni gli allevamenti dell'isola hanno perduto oltre
112mila capi ovini da latte. Dai 723mila del 2011 si è passati a poco
più dei 611mila del 2013, e per l'anno in corso c'è il forte timore che
il fenomeno possa continuare. L'anno scorso la zootecnia siciliana
registrò un decremento di circa 84 milioni di euro e un aumento
dell’importazione di latte e formaggi del 5% rispetto all’anno
precedente. In una regione che produce appena un quarto di quanto
consuma, e che non riesce a vendere tutto ciò che di autentico produce,
vedendosi spesso costretta a vendere latte e formaggi fuori dai propri
confini.
Sulla questione
Chiarelli ha richiesto un incontro con il governatore Crocetta, il quale
non più tardi di due anni fa rimase inerme di fronte ai gravi tagli che
resero marginale l'attività del CoRFiLaC (Consorzio Ricerca Filiera
Lattiero-Casearia) di Ragusa. Staremo a vedere se e quanto il governo
della Sicilia ha a cuore una delle principali realtà del mondo agricolo
regionale. Basterebbe poco davvero, se solo esistesse la volontà di
intervenire.
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