venerdì 20 marzo 2020

La siccità oltre l'emergenza Covid 19 "Campagne a secco, un disastro"

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CATANIA - Un periodo di siccità come non se ne vedevano da anni. Una potenziale tragedia che si somma alla grave crisi scatenata dalla epidemia di coronavirus e aggravata dalle misure necessarie adottate per contenere il contagio da Covid 19. La prospettiva economica delle imprese agricole, in questo momento così delicato, non è certamente delle migliori. Alla chiusura di molte aziende, alla necessità di contenere i contatti sociali si aggiunge infatti un lungo periodo di assenza di piogge che, queste sporadiche degli ultimi giorni potrebbero non riuscire mitigare.
E le conseguenze sulle colture, soprattutto quelle cerealicole e da foraggio, potrebbero essere davvero drammatiche per tantissimi agricoltori e allevatori. Ne è convinto Giovanni Selvaggi, presidente di Confagricoltura Catania e presidente del Consorzio di tutela dell'arancia rossa di Sicilia Igp, che traccia un quadro della situazione pesante della delle campagne siciliane e si appella al governo centrale e a quello regionale affinché pongano in atto interventi per evitare il collasso di un settore fondamentale.
“Non ricordo un periodo così prolungato si assenza di pioggia - afferma Selvaggi. Ricordo nel 2017 un periodo di siccità ma mai come quest’anno. Non piove praticamente da prima di Natale, e questo sicuramente ha creato problemi nei seminativi piantati in quel periodo. La siccità in questo particolare momento è deleteria, e possiamo dire che ci saranno zone dove quest’anno sarà impossibile anche solo

sabato 7 marzo 2020

Il vitello che si crede un cane

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Vitello salvato cresce insieme ai cani e crede di essere uno di loro
Un vitello orfano, salvato e cresciuto da una famiglia di allevatori di pastori tedeschi, pensa ora di essere un cane – ed eccitato scodinzola. Buddy l’adorabile vitello toro è stato adottato da Coral e Wayne Algie quando aveva solo un giorno di vita dopo la morte di sua madre, rimasta bloccata in una diga vicino alla fattoria nel Nuovo Galles del Sud, in Australia.
La coppia ha accolto Buddy, da allora adottato come piccolo in più del pastore tedesco Bada, di due anni e mezzo, che di recente ha dato alla luce 11 cuccioli. Ormai di sei settimane, ha già preso alcune abitudini dei cani, tra cui giocare con i

USA, trader (commercianti) contenti per la Cina, allevatori contro il Brasile

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Da un lato i trader contenti per la Cina. Dall’altro il disappunto degli allevatori per l’apertura di Donald Trump alla carne brasiliana. Per la materia prima a stelle e strisce le buone nuove giungono dall’altra parte del mondo. La Repubblica Popolare ha infatti deciso di sospendere i dazi sull’importazione di pelli grezze dagli Stati Uniti. Quelle cattive dalla propria amministrazione. A mandare su tutte le furie i player della zootecnia è la decisione di revocare il bando alla carne bovina fresca dal Brasile.

Trader contenti per la Cina

Il governo cinese ha annunciato che concederà esenzioni sui dazi per 696 prodotti importati dagli Stati Uniti. La decisione rientra nella Fase 1 dei nuovi accordi economici che i due Paesi stanno definendo. Tra questi prodotti vi sono anche le pelli bovine grezze, come deciso dal ministro alle Finanze Liu Kun. In particolare, le esenzioni riguardano le pelli di animali dal peso superiore ai 16 chili. Stando alle informazioni del Leather and Hide Council of America (LHCA), la Cina rappresenta ancora la principale destinazione per gli Stati Uniti.

Disappunto verso Donald Trump

Come riporta globalmeatnews.com, Brooke Miller, presidente della United States Cattlemen’s Association, si è detto “sbalordito” per la scelta del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA). “La decisione mette a rischio la salubrità dei nostri allevamenti di bovini e compromette la sicurezza dei consumatori – spiega Miller -. Rimaniamo preoccupati . Rifiutiamo l’idea che gli standard di sicurezza alimentare e di produzione del Paese siano equivalenti a quelli dell’industria americana”. Per queste ragioni Miller annuncia che l’associazione prenderà in considerazione “tutte le opzioni per porre immediatamente fine alle importazioni di carne bovina brasiliana”. A fargli eco è il direttore della National Cattlemen’s Beef Association, Kent Bacus. Bacus sottolinea che “l’associazione si aspetta il più alto livello di controlli da parte del Dipartimento dell’Agricoltura e dei funzionari doganali”.