sabato 30 dicembre 2017

Le pecore di Gurdjieff

Questa è una storia che raccontava sempre Gurdjieff. E' la storia di un pastore che portava le sue pecore al macello e nel tragitto ogni tanto una pecora alzava la testa e diceva: "Ehi tu pastore, che cosa credi che io sia una pecora? Io sembro una pecora, ma in realtà sono un potente leone che potrei divorarti!!" E il pastore fa: "Lo so che sei un potente leone ma ti prego non divorarmi" e la pecora tutta contenta continua a camminare. Dopo un po' si gira un'altra pecora e dice: "Tu mi stai portando a tuo piacimento, ma pensi che io sia una pecora? Non vedi che in realtà sono un'aquila potentissima capace di volare in alto?" E il pastore: "Lo vedo che sei un'aquila potentissima capace di volare in alto, ma ti prego non volare via resta qua con noi". E la pecora, soddisfatta, si gira tutta baldanzosa e continua a camminare. E la storia continua: una volta si gira una, una volta si gira l'altra fin quando arrivano al macello e vengono tutte macellate.
Ma qual'è la morale? Il dramma non è solo la pecora, il peggio è che la pecora credendosi un'aquila, un leone e illudendosi di apparire una cosa figa agli occhi degli altri o del pastore, continua però a camminare verso una vita fatta di morte, cioè verso il macello. Questo, drammaticamente, è quello che accade a tante persone perdute in questo sistema, dedite a spassarsela anche a scapito della vita e della sofferenza degli altri; senza fare un lavoro interiore profondo. Credono, invece, di essere furbi: "Intanto ce la spassiamo, poi si vedrà"; mentre nella realtà vanno inconsapevolmente verso il macello.

giovedì 28 dicembre 2017

Cambiamenti climatici, il reddito degli agricoltori calerà del 13%

Fonte:
 
Entro il 2040, l’innalzamento delle temperature porterà all’aumento della frequenza delle ondate di calore, con pesanti ripercussioni su tutto il settore agro-zootecnico.
Proprio gli allevatori e gli agricoltori sono le fasce più a rischio: il reddito netto delle imprese potrebbe calare anche del 13%, rendendo di fatto insostenibile la produzione.
Questo è quanto emerge dal convengo “Agricoltura e cambiamenti climatici: sfide e opportunità”, organizzato dall’Università di Sassari presso il Ministero delle Politiche Agricole Agroalimentari a Roma.

Il caso della Sardegna
Nel corso della conferenza è stato presentato il caso della Sardegna: il 40% del territorio dell’isola è esposto alla minaccia di fenomeni siccitosi tali da aumentare il degrado del suolo e ridurre la resa dei pascoli.
Ma non solo: tra i rischi che gli allevatori si trovano a fronteggiare c’è anche l’aumentato delle malattie dei capi e l’importazione accidentale di specie aliene parassite.

Il 2017 l’anno più secco
Secondo i dati, il 2017 è stato l’anno più secco degli ultimi due secoli; nel solo mese di ottobre sono mancati circa 19 miliardi di metri cubi di acqua piovana
I danni economici sono stati ingenti: si calcola che l’assenza di precipitazioni abbia causato – su tutto il territorio nazionale – danni per oltre 2 miliardi di Euro.

sabato 25 novembre 2017

Quote latte, dopo vent’anni resta più di un miliardo da pagare: la storia

Sono passati esattamente due decenni dal giorno in cui gli allevatori a Vancimuglio, nel Padovano, affrontarono la polizia innaffiando con il letame l’autostrada Serenissima: da allora 80 mila allevamenti sono stati chiusi.

 Fonte:
80.000 allevamenti chiusi, 32.000 posti di lavoro in meno e un contenzioso tutt’ora aperto con multe ancora da versare all’Unione europea per 1,3 miliardi. 20 anni dopo Vancimuglio, la situazione del settore zootecnico in Italia ha ancora le sue forte criticità. Veneto in primis, dove gli allevamenti di vacche da latte rappresentavano in alcune zone, come l’Alta padovana, una vera e propria vocazione. Anche qui in 4 lustri sono rimaste in piedi un terzo delle aziende e restano 450 milioni da pagare. «Numeri importanti per un settore che è cambiato moltissimo in tutti questi anni» conferma il vicentino Mauro Giaretta, leader storico della protesta degli allevatori. All’inizio gli insorti erano un esercito, ora non sono rimasti in tanti a percorrere la via giudiziaria «contro un sistema ingiusto, un giro di compravendita di quote latte vertiginoso. Soldi che si sarebbero potuti investire nell’innovazione e nel lavoro».

Si sono fatti il fegato grosso e hanno tenuto duro fino ad oggi tra mille difficoltà. E la loro protesta ha lasciato il segno. Oggi la ricordano con una cena amarcord a Camisano Vicentino dove verrà proiettato un video con le immagini e i protagonisti dei “gloriosi 72 giorni di presidio”: un momento conviviale che pensavano raccogliesse le adesioni solo di qualche collega nostalgico e che invece in un paio di giorni ha registrato più di 650 iscrizioni tra il Padovano e il Vicentino. «Ci hanno fatto sentire lo stesso calore di allora. Se una cosa è rimasta uguale in questi 20 anni è proprio la solidarietà della gente, che non è mai mancata».
La guerra del letame
Correva l’anno 1997, un autunno umido e “caldo” per gli allevatori veneti, a cui l’Unione Europea impone di pagare le famigerate quote latte istituite nel 1984 e relative alle campagne 1996-1997. Una mazzata di svariati milioni di lire fra capo e collo. I produttori non ci stanno. Prendono i trattori e scendono in strada un po’ in tutta Italia. In Veneto sono a

Puglia, Coldiretti chiede operatività per il tavolo della filiera latte

L'organizzazione lamenta una stagnazione del controvalore all'origine ai livelli di venti anni fa, l'importazione massiccia di materia prima dall'estero per i caseifici e chiede l'aggancio del prezzo alla stalla al prezzo al consumo 

 Fonte:
In Puglia a fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte bovino, le importazioni di latte dall'estero raggiungono i 2,7 milioni di quintali e i 35mila quintali di prodotti semi-lavorati quali cagliate, caseine, caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattiero-caseari "che vengono poi venduti come prodotti lattiero-caseari made in Puglia" denuncia la Coldiretti Bari.
Queste importazioni contribuiscono a tenere basso il prezzo del latte alla stalle. A fronte di questo fenomeno l'assessore all'Agricoltura della Regione Puglia Leonardo Di Gioia ha costituito il tavolo regionale della filiera latte del quale la Coldiretti Bari chiede l'avvio delle attività.
 
"Risultano ormai inaccettabili le dinamiche secondo le quali - denuncia il delegato confederale della Coldiretti Bari Angelo Corsetti - un litro di latte alla stalla costa nella migliore delle ipotesi tra i 37 e i 39 centesimi (stesso prezzo di venti anni fa) e un litro di latte al consumo arrivi a costare da euro 1,30 fino ad euro 1,60. Eppure i trasformatori stanno acquistando il 'latte spot' a prezzi stellari, per poi 'compensare' i maggiori

giovedì 9 novembre 2017

Mangimistica, via libera Ue agli insetti

L'Unione europea ha approvato l'uso di alcuni insetti nel settore. Quali prospettive per gli agricoltori che vogliono lanciarsi nel business? Ne abbiamo parlato con Marco Ceriani, fondatore della startup ItalBugs
Fonte:

Dal primo luglio nel settore dell'acquacoltura si possono utilizzare gli insetti come mangimi. A deciderlo è stata la Commissione europea che, dopo aver avuto il via libera dell'Efsa (l'Ente europeo sulla sicurezza alimentare), ha sdoganato con il Regolamento 893 del 2017 tre specie di insetti le cui farine potranno essere inserite all'interno dei pastoni che vengono somministrati ai pesci negli allevamenti.
E il settore è esploso. Negli ultimi mesi si sono chiusi differenti round di investimenti proprio in startup che si occupano di allevare insetti per l'acquacoltura. La francese Ynsect ha incassato 15,2 milioni di dollari. AgriProtein, una startup sudafricana, ha invece ottenuto 17,5 milioni. Ma il deal più grosso l'ha concluso Protix, una azienda olandese che ha raccolto 50,5 milioni di dollari per creare un mega impianto per la produzione di insetti.

Ma quali sono le specie che si possono allevare? La Commissione europea ha sdoganato la mosca soldato nera (Hermetia illucens) e la mosca comune (Musca domestica). Il tenebrione mugnaio (Tenebrio molitor) e alfitobio (Alphitobius diaperinus). Infine il grillo domestico (Acheta domesticus),

Proteine, la corsa alle alternative

Il mondo della ricerca guarda con sempre maggiore interesse ai laboratori come fonti di proteine alternative a quelle animali
Fonte:

Nel 2013 è stato cucinato e mangiato a Londra il primo hamburger fatto di carne coltivata in provetta. A quattro anni da quell'esperimento l'interesse degli investitori e delle aziende verso l'agricoltura cellulare sta esplodendo. L'idea di poter eliminare gli animali dal settore agroalimentare senza però dover rinunciare a bistecche, uova e latte affascina (e preoccupa) molti.
Negli Stati Uniti gli investimenti in questo settore sono enormi e secondo gli esperti tra pochi anni i costi di produzione (oggi astronomici) saranno abbordabili. Beyond meat, Memphis meat e altre società simili si stanno dando da fare, grazie anche ai finanziamenti di personalità come Bill Gates e Richard Branson.

La carne in vitro, come il latte prodotto da lieviti, non è il frutto del capriccio di qualche scienziato, ma una delle strade che il mondo della ricerca sta percorrendo per trovare fonti di proteine alternative a quelle animali. L'umanità sta crescendo, il pianeta è sovra-sfruttato e dunque servono alternative sostenibili alla carne bovina, al latte, alle uova e al pesce.

"La nostra società investe elusivamente in prodotti vegetali

Scordatevi le mucche, il latte ora si produce così

Chi ha detto che il latte vaccino deve essere fatto da una mucca? Una startup statunitense ha messo a punto un metodo alternativo per produrlo che rivoluzionerà il settore lattiero-caseario.

Fonte:

Ogni mattina milioni di italiani si svegliano e come prima cosa aprono il frigo, prendono la bottiglia del latte e la mettono in tavola per la colazione. Anche nelle famiglie statunitensi si ripetono gli stessi gesti, anche se il latte viene versato sui cereali. Ma tra neppure un anno una parte del latte americano potrebbe non essere prodotto da mucche, come è accaduto per millenni, ma da lieviti.
La rivoluzione arriva da una azienda della Silicon Valley, Perfect day, che ha modificato geneticamente un ceppo di lievito aggiungendo delle sequenze provenienti dal Dna di un bovino da latte. Il risultato? Questo microrganismo produce le proteine del latte vaccino (la caseina, la lattoglobulina e la lattoalbumina). A questa base vengono poi aggiunti zuccheri, grassi vegetali e altri microelementi per ottenere un prodottoche, a detta dei fondatori (Ryan Pandya e Perumal Gandhi) non è distinguibile dal latte vaccino.

 "E' tutto pronto, stiamo solo mettendo a punto la rete di distribuzione e la campagna di comunicazione", spiega ad AgroNotizie Tim Geistlinger, chief technology officer di Perfect day, durante il Future-food tech innovation summit che si è tenuto a San Francisco a fine marzo. Il problema principale è l'autorizzazione da parte dell'Fda (Food and drug administration) della denominazione 'latte' in etichetta. Può infatti chiamarsi latte qualcosa che non è prodotto da una mucca? Dal punto di vista economico e ambientale produrre latte coi

Basta antibiotici negli animali d'allevamento sani: le nuove linee guida OMS

Fonte: 
Eliminare l’uso degli antibiotici negli animali d’allevamento sani per prevenire il fenomeno dell’antibioticoresistenza nell’uomo. Di fronte alla diffusione dei batteri super resistenti agli antibiotici che possono portare a gravi conseguenze per la nostra salute anche la sicurezza alimentare è importane e interviene ora l’Oms che pubblica delle Linee guida contenenti raccomandazioni per allevatori e industrie alimentari.

Nel rapportoUse of medically important antimicrobials in food-producing animals” l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di smettere di utilizzare antibiotici in modo regolare per promuovere la crescita e prevenire la malattia negli animali sani.

Le nuove raccomandazioni dell’Oms – sviluppate in base a una revisione sistematica pubblicata su The Lancet che ha rilevato che gli interventi che limitano l’uso degli antibiotici negli animali utilizzati per produrre cibo (tutti animali terrestri e acquatici utilizzati per la produzione di alimenti) hanno ridotto i batteri resistenti agli antibiotici in questi animali fino al 39% - hanno lo scopo di contribuire a preservare l’efficacia degli antibiotici importanti per la medicina umana riducendo il loro uso inutile negli animali che producono cibo. In alcuni Paesi, circa l’80% del consumo totale di antibiotici di rilevanza medica è nel settore degli animali, in gran parte per la promozione della crescita negli animali sani.

L'eccessivo uso e l'uso improprio degli antibiotici negli animali e negli esseri umani contribuisce alla crescente minaccia della resistenza agli antibiotici. Alcuni tipi di batteri che causano infezioni gravi negli esseri umani hanno già sviluppato una resistenza alla maggior parte o a tutti i trattamenti disponibili. Non a caso Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, afferma che “la mancanza di antibiotici efficaci è una grave minaccia alla sicurezza, un focolaio improvviso e mortale. L’azione forte e sostenuta in tutti i settori è fondamentale se vogliamo bloccare la marea della resistenza antimicrobica e mantenere il mondo al sicuro”.

sabato 28 ottobre 2017

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La Scuola NOSCO di Ragusa è la prima Scuola Mediterranea di Enogastronomia, nata nel 2013 e ubicata a Ibla presso l'Antico Convento dei Cappuccini.
Gli allievi dell'ottavo corso, come da programma didattico, hanno iniziato le visite ai laboratori. Una tappa del loro percorso formativo ha riguardato il caseificio Mediterrae, a Modica, dove hanno seguito lezioni teoriche e pratiche relative alla caseificazione tenute dal dr. Rosario Petriglieri.

martedì 24 ottobre 2017

Nutraceutica ed epigenetica: gestiamo la vacca del futuro

L'evento, organizzato da Pro Tech, si terrà il prossimo 28 ottobre nell'ambito delle Fiere zootecniche di CremonaFonte:

Il prossimo 28 ottobre, ore 10.00 nella sala Guarneri del Gesù, Pro Tech organizza il convegno "Nutraceutica ed epigenetica: gestiamo la vacca del futuro" nell'ambito delle Fiere zootecniche di Cremona.
Nel corso dell'incontro si parlerà di nutrizione di precisione e dell'approccio nutraceutico più avanzato alle principali problematiche della vacca da latte, dei risultati in stalla e delle linee di ricerca dell'azienda. Inoltre sarà fatto un focus sulle nuove sfide dell’epigenetica, dell’antibiotic free e delle deiezioni a basso impatto.

Scarica Programma del convegno

giovedì 19 ottobre 2017

"Via libera dall’Ue al marchio Qualità Sicura"

Fonte:
BRUXELLES. “Via libera al marchio ‘QS - Qualità Sicura Garantito dalla Regione Siciliana’. Gli uffici di Bruxelles hanno approvato il regolamento ed espresso parere positivo sulla procedura di utilizzo del logo". Lo annuncia l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici
“ Si tratta di una grande conquista per il nostro settore agroalimentare che permetterà di rafforzare la filiera della qualità. Nelle prossime settimane verranno notificate a Bruxelles le linee guida per la stesura dei disciplinari e le prime 3 proposte di disciplinare di produzione elaborate in collaborazione con i consorzi di ricerca: Corfilcarni (carni bovine), Consorzio di Ricerca Gian Piero Ballatore (grano), Corfilac (latte e formaggi). In elaborazione anche il progetto di disciplinare di produzione sulla filiera ittica – conclude l’assessore regionale all’Agricoltura. Ogni filiera

I custodi dei formaggi delle Madonie: “Ma l’Europa impone regole assurde”

Fonte:
Ogni anno scompaiono dalle nostre tavole decine di varietà di formaggi tipici, cancellati da una crisi che nel settore della zootecnia dura da troppo tempo. Scompaiono i formaggi perché scompaiono gli allevatori e, con loro, scompaiono anche diverse razze autoctone di animali da latte, bovini e ovini in particolare. 
In Sicilia uno dei territorio tradizionalmente più vocati alla zootecnia ed alla produzione lattiero casearia è sempre stato quello delle Madonie. Nel solo distretto madonita operano infatti oltre 100 produttori autorizzati di latte ovino, per un totale di 36 mila capi di bestiame, di cui 25 mila destinata alla produzione di latte. Queste cifre danno l’idea dell’importanza della pastorizia nel tessuto economico delle Madonie. Ma la crisi sta mettendo in ginocchio quello che per più di un secolo è stato il settore traino di questo territorio.
I problemi sono cominciati da quando il prezzo di acquisto del latte alla stalla, da parte delle aziende di trasformazione

giovedì 5 ottobre 2017

Assolatte, rischio Nuova Zelanda per il lattiero caseario

Appello a istituzioni in vista negoziati libero scambio con Ue

 Fonte:

  "Ci troviamo di fronte alla possibilità che l'Ue definisca un accordo di libero scambio con la Nuova Zelanda. Un obiettivo certamente ambizioso per il commercio extra europeo, ma che se negoziato sul modello dei precedenti potrebbe diventare deleterio per il settore lattiero caseario". E' quanto osserva Assolatte, nell'esprimere preoccupazione tenendo conto che "il settore lattiero caseario sta uscendo con difficoltà da una delle più complicate crisi che abbia mai attraversato. La volatilità dei prezzi ha messo a dura prova la stabilità del mercato e con essa la resilienza dei protagonisti dell'intera filiera. Il tutto in un quadro di estrema competitività con i maggiori player mondiali, uno dei quali è proprio la Nuova Zelanda".
"Abbiamo immediatamente allertato i ministri Calenda e Martina - osserva Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte

mercoledì 4 ottobre 2017

San Francesco: protettore di tutti gli animali.

San Francesco d'Assisi è considerato protettore di tutti gli animali ed è quasi sempre raffigurato con accanto il lupo;  mentre Sant'Antonio Abate è considerato il protettore solo degli animali domestici, tanto da essere solitamente raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella.

martedì 3 ottobre 2017

Grande successo per la 43esima Fiera Agroalimentare Mediterranea

Fonte:
Com’era nelle previsioni la 43^ Fiera Agroalimentare Mediterranea si è confermata un’edizione dai numeri record. Tre giornate ricche di eventi che hanno attirato un numero incredibile di visitatori a conferma di una realtà che rappresenta a pieno titolo la più importante vetrina commerciale del bacino del Mediterraneo del settore. Migliaia i visitatori che già dalle prime ore del mattino hanno affollato gli 80.000 metri quadrati del Foro Boario di c.da Nunziata a Ragusa anche nella terza giornata, la cui mattinata è stata dedicata anche alla premiazione dei vincitori dei vari concorsi svolti in occasione della Fiera e alla sfilata e premiazione dei campioni e delle campionesse delle razze bovine, equine e asinine.
Per la gara di valutazione morfologica i vincitori sono stati gli

domenica 1 ottobre 2017

Mediterrae Progetto Primo - Lattiero caseario

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ZOOTECNIA, LA LENTA AGONIA DELL'ASSOCIAZIONE ALLEVATORI

 Fonte:

Dalle stelle alle stalle: l’Associazione italiana Allevatori (Aia), un tempo organismo in grado di rappresentare un valore aggiunto tecnico per la filiera della zootecnia, oggi ha perso la sua autorevolezza e la sua indipendenza. 
È la sintesi sullo stato dell’arte dell’organismo di rappresentanza degli allevatori italiani descritta sull’ultimo numero de L’Informatore Agrario.
Per il settimanale, chi comanda in Aia ha infatti preferito procedere a una severa razionalizzazione organizzativa piuttosto che investire sui servizi alle imprese associate. Il risultato è che oggi l’allevatore non è più al centro della funzionalità del sistema organizzato dall’associazione. Un tempo, grazie a una guida autorevole e indipendente, la zootecnia italiana rappresentava l’avanguardia a livello internazionale anche grazie all’Aia, la cui consulenza ora latita su tutti i fronti, dall’anagrafe zootecnica all’alimentazione del bestiame, dai servizi di igiene e veterinari al benessere degli animali.

L'insostenibilità degli antimicrobici negli allevamenti

Uno studio su Science valuta l'impatto di una strategia globale contro l'uso eccessivo degli antimicrobici nel settore zootecnico: riducendo il consumo di carne, tassando i farmaci, agendo con norme adeguate. Per contrastare l'antibiotico-resistenza, la più grande minaccia della medicina moderna.
Fonte:
ERA esattamente un anno fa quando l'Assemblea generale delle Nazioni Unite definì l'uso inappropriato degli antimicrobici negli animali da allevamento una causa principale dell'antibiotico-resistenza, "la più grande minaccia alla medicina moderna", come fu definita in quella sede, e non soltanto, la capacità dei batteri di resistere all'azione dei farmaci. Un anno dopo, su Science un team internazionale di scienziati riflette sulle strategie per abbattere l'uso di antimicrobici nel settore degli animali destinati al consumo umano. Strategie "necessarie", perché la situazione oggi "è semplicemente insostenibile" dicono gli autori. Che valutano l'impatto di tre interventi da mettere in atto a livello globale: regolamentare il limite massimo di farmaci per capo di bestiame per anno, che varia molto da paese a paese, e che comporterebbe una riduzione del consumo di farmaci anche del 64%. Limitare il consumo di proteine animali: basterebbero 40 grammi di carne in meno per persona al giorno per abbattere fino al 66% l'utilizzo degli antimicrobici

Fam Ragusa: vetrina di qualità.

 Fonte:
Con il taglio del nastro tricolore da parte del Prefetto di Ragusa, Maria Carmela Librizzi ha aperto questa mattina i battenti la 43^ edizione della Fiera Agroalimentare Mediterranea, la tre giorni dedicata alla zootecnia, alla meccanizzazione agricola, all’agroalimentaretrasformato, al florovivaismo e ad altri settori complementari all’agricoltura.
La F.A.M., che rappresenta la più efficace vetrina del settore agricolo nell’area del Mediterraneo, ha ospitato al taglio del nastro, presso il Foro Boario di C.da Nunziata a Ragusa questa mattina, oltre ai rappresentanti degli enti organizzatori, in primo luogo la Camera di Commercio, che coordina i lavori organizzativi, anche il Comune di Ragusa e

mercoledì 27 settembre 2017

43° Ed. della FAM - Fiera Agroalimentare Mediterranea


 Fonte:
La Fiera Agrolimentare Mediterranea, nella sua 43a edizione, rilancia e scommette su un futuro sempre più in grande.
Nonostante la macchina organizzativa, dall’esperienza ormai consolidata negli anni, venga avviata mesi prima dell’evento, quella presentata questa mattina alla stampa, formalmente è la prima edizione della “Super Camera di Commercio” ossia la prima dopo l’accorpamento delle tre Camere di Ragusa, Catania e Siracusa. 
Da questo punto di vista non solo la FAM si conferma strumento di promozione, efficace vetrina commerciale e occasione preziosa per agricoltura e zootecnia, ma si pone in una prospettiva che non può che allargare gli orizzonti con attività che intendono migliorare ulteriormente la struttura e i vari servizi a supporto delle imprese che potranno diventare ancora più competitive in Italia e all’estero.
Numeri di eccezione che confermano l’appuntamento di fine settembre come il più grande del settore, nell’area del Mediterraneo. In oltre 25.000 metri quadrati di spazio saranno ospitate 55 aziende della meccanizzazione, con

Arriva la Wagyu, carne giapponese che si scioglie in bocca

Da bovini selezionati e col pedigree, 1 Kg costa almeno 150 euro
Fonte:
ROMA - Al bando il coltello: la vera carne Wagyu, che i giapponesi consumano nelle grandi occasioni, si deve sciogliere in bocca. L'osso non c'è perché al momento l'Unione europea non ammette l'ingresso di bistecche e costate nipponiche, ma il negoziato tra Ue e governo giapponese è in corso. Nel frattempo, gli allevatori del Sol Levante hanno presentato a Roma, nel corso di un seminario aperto a diversi ristoratori e concorrenti di contest televisivi a tema cucina, la carne Wagyu, il top delle carni bovine, di cui quella Kobe è l'apice.

Il seminario fa parte di un progetto più ampio che si concluderà a gennaio 2018 e coinvolge 20 noti chef italiani, ognuno dei quali dovrà creare e preparare un piatto a base di Wagyu, ma rivisitato all'italiana. Tartare, carpaccio e straccetti le prime proposte per una carne il cui costo nei tagli

sabato 16 settembre 2017

Zootecnia: sindacati siciliani sul piede di guerra


Fonte:

Sono ancora fermi i servizi alla zootecnia che il ministero dell’agricoltura, dopo il fallimento dell’Aras, ha affidato all’Aia, l’associazione italiana degli allevatori. In una nota inviata al Presidente della regione e all’assessore regionale all’agricoltura Flai Cgil, Fai Cisl , Uila Uila e Confederdia regionali denunciano la latitanza dei vertici dell’associazione, che lo scorso 2 agosto, ricordano,  hanno fatto saltare un incontro presso l’assessorato finalizzato ad assicurare il pieno riavvio delle attività per l’ 1 settembre.
I sindacati chiedono dunque un intervento della Regione presso l’Aia, con il coinvolgimento del ministero “per sbloccare la situazione, garantendo alla zootecnia siciliana un servizio adeguato e tutelando i 105 lavoratori coinvolti”. “Se entro le prossime 48 ore non avremo un riscontro – scrivono i segretari dei  quattro sindacati - saremo costretti a iniziative di lotta anche inedite”.

Formaggio Ragusano Dop, il Ministero approva modifiche disciplinare. Ecco cosa cambia.

Fonte:
Le iniziative e l’attività, non semplici ma efficaci, del Consorzio per la Tutela del Formaggio Ragusano Dop, hanno prodotto i frutti da tempo sperati e fortemente voluti dai dirigenti e dagli imprenditori interessati. La proposta di modifica del disciplinare di produzione predisposta dal Consiglio di Amministrazione ed approvata dall’Assemblea Straordinaria dei soci del Consorzio, dopo aver ottenuto il parere favorevole da parte dei competenti uffici dell’Assessorato Regionale, è stata condivisa e finalmente approvata dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. E ora, dopo l’avvenuta pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, si aspetta la definitiva approvazione e la conseguente registrazione del disciplinare modificato, da parte degli uffici dell’Unione Europea. Un passaggio sicuramente importante e soprattutto

sabato 9 settembre 2017

Bra, a Cheese conferenze sulla biodiversità dei formaggi

L’undicesima edizione, dal 15 al 18 settembre 2017, presenta un programma denso di appuntamenti dedicati ai temi cruciali per il settore lattiero-caseario.

 Fonte:

L’undicesima edizione di Cheese, dal 15 al 18 settembre 2017, presenta un programma denso di appuntamenti dedicati ai temi cruciali per il settore lattiero-caseario: latte crudo, fermenti naturali, benessere animale e cambiamenti climatici. Queste sono solo alcune delle tematiche che vengono affrontate durante Cheese con pastori e casari che hanno deciso di andare controcorrente scegliendo la strada della biodiversità, con economisti, ricercatori ed esperti di filiera. 

Mai come quest’anno, l’inaugurazione dell’edizione 2017, in programma venerdì 15 alle ore 10,30, è anche un momento per celebrare la città di Bra e uno dei suoi eventi più importanti, che ogni due anni raduna centinaia di migliaia di visitatori, produttori, giornalisti, cuochi, studiosi ed esperti. Nell’ambito dell’inaugurazione ufficiale viene conferito il premio Resistenza casearia, attribuito ai protagonisti del mondo dei formaggi che si sono distinti per passione, dedizione e impegno nella ricerca della qualità, in coerenza con i princìpi di Slow Food del buono, pulito e giusto.

Cheese prosegue nel pomeriggio con Gli Stati Generali del

MILK DAY, ALLA FIERAGRICOLA DI VERONA FILIERA LATTIERO CASEARIA A CONFRONTO

Fonte:
VERONA – “Veronafiere ha pensato di istituire, nell’ambito di Fieragricola, il Milk Day, fissato per venerdì 2 febbraio 2018. L’obiettivo è creare un’area-evento, all’interno della vetrina zootecnica della 113ª rassegna internazionale dedicata all’agricoltura, che permetta un confronto di alto livello fra i produttori e la filiera sulla produzione di latte”.
Lo ha annunciato questa mattina Luciano Rizzi, Area manager Agriexpo & Technology di Veronafiere, incontrando alcuni importanti player del settore.
Partner dell’iniziativa saranno Clal.it e Teseo, portali di riferimento mondiale del comparto lattiero caseario italiano e dell’allevamento sostenibile, il Gruppo Edagricole di Bologna, appartenente alla galassia di New Business Media, con le testate Terra e Vita, Informatore Zootecnico, Il Latte, Mark Up e GdoWeek, Crea, l’Associazioni degli allevatori, le cooperative di produzione e i consorzi di tutela.
Fra gli eventi già in calendario ci sono i workshop organizzati

Vivere con gli animali, un altro allevamento è possibile

Nel saggio Vivere con gli animali, Jocelyne Porcher analizza la deriva dell’allevamento, sempre più industrializzato e inumano, chiedendosi quale sia il suo futuro.
 Fonte:
Da oltre diecimila anni l’uomo, ovvero fin da quando ha iniziato il processo di domesticazione di alcune specie animali, ha instaurato con loro un rapporto intenso, fatto, se non di amore, di grande rispetto, conoscenza e riconoscenza. Oggi questo rapporto ancestrale sembra essersi incrinato, forse definitivamente, a causa dell’industrializzazione dell’allevamento che ha ridotto gli animali (ma non solo) alla stregua di macchine. Cosa si potrebbe salvare oggi dell’allevamento? È ancora possibile vivere con gli animali? Da queste domande parte la ricerca di Jocelyne Porcher, sociologa francese all’Institut national de la recherche agronomique (Inra) e autrice del saggio Vivere con gli animali. Un’utopia per il XXI secolo.

Dove c’è industria, non c’è allevamento possibile

Cosa intende l’autrice per allevamento? Sgomberando subito il campo dagli equivoci specifica che “non esiste un allevamento industriale, là dove c’è industria non c’è

Il fragile equilibrio del latte

Il prezzo per il momento "tiene", ma sul mercato mondiale si inseguono scenari contrapposti che possono ribaltare la situazione. Il ruolo della Cina e delle sue strategie nei commerci internazionali.
  Fonte:
Il prezzo del latte spot, quello venduto fuori contratto, continua ad essere sopra i 44 centesimi al litro, il 26% in più rispetto allo scorso anno.
Puntano ancora più in alto i prezzi del latte spot tedesco, che si spingono oltre quota 45 centesimi, il 30% in più rispetto a dodici mesi fa. Situazione analoga per il latte francese.
Lo evidenzia Assolatte che pubblica anche i grafici di confronto sull'andamento dei prezzi negli ultimi anni. Numeri che sembrano confermare il buon stato di salute del mercato del latte in Europa.
 

Attenti alla Cina

Sullo sfondo si registrano tuttavia alcuni elementi che potrebbero modificare questo quadro. Partiamo dalla Cina e dal cambio di rotta delle sue importazioni.
Come riporta Clal, sempre puntuale nelle analisi sul mondo del latte, la Cina ha raddoppiato le importazioni di latte magro in polvere, ma ha drasticamente ridotto l'import di latte confezionato, i cui flussi sono diminuiti del 18,3% nei primi sette mesi del 2017.

I maggiori fornitori di questa tipologia di prodotto sono francesi, tedeschi e polacchi, che soddisfano oltre la metà della richiesta cinese, ora in flessione grazie al significativo aumento della produzione interna di latte (+18,4% nei primi cinque mesi).
Battuta di arresto della Cina anche nelle importazioni di