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giovedì 25 agosto 2022

Il nostro Corfilac diventa modello per la regione Toscana

 

A seguito della chiusura degli stabilimenti Alival di Ponte Buggianese e Reggio Calabria, con la perdita di 150 posti di lavoro, a settembre Calabria e Toscana si ritrovano a confrontarsi sulla riconversione dei due stabilimenti anche con finalità diverse. A tale scopo, nell'ambito della regione Toscana, viene avanzata l'idea di istituire, con legge regionale, un ente simile al Corfilac (il nostro centro regionale di ricerca per la filiera lattiero-caseraria con sede a Ragusa) per difendere e valorizzare la specificità dei prodotti caseari. L'obiettivo di tale progetto toscano dovrebbe essere quello di sviluppare l’attività di ricerca a servizio delle produzioni casearie tradizionali dei piccoli produttori che non potrebbero sostenere economicamente da sole le spese per specializzare e promuovere i loro prodotti tradizionali. Un ente, dunque, capace di sensibilizzare l’attenzione sulle produzioni casearie locali, in un momento in cui multinazionali come Lactalis sembrano puntare più al profitto che al prodotto.

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domenica 26 luglio 2020

Ragusa. Il Diprosilac ha avuto il riconoscimento regionale

Con decreto n. 1292 del 7 luglio 2020 dell’assessore regionale delle attività produttive On. Mimmo Turano, il Distretto Produttivo Siciliano Lattiero Caseario ha ottenuto il nuovo riconoscimento di legge. 
Un passaggio di fondamentale importanza per il Diprosilac che oltre ad organizzare e sostenere la filiera si prefigge di essere sempre di più punto di riferimento per il settore zootecnico siciliano e degli allevatori per la promozione del latte sicilia e per gli altri diversi soggetti interessati alla produzione, alla valorizzazione ed alla commercializzazione delle loro produzioni Lattiero Caseario. 
L’annuncio è stato dato a Palermo nel corso di un incontro presieduto dallo stesso assessore Turano, con a fianco il dirigente generale del dipartimento attività produttive Carmelo Frittitta ed il responsabile del servizio dedicato ai distretti, Aldo Brancato, alla presenza di tutti i Distretti riconosciuti ed operanti in Sicilia. Per il Diprosilac oltre al presidente è legale rappresentante, Enzo Cavallo, hanno partecipato Sebastiano Tosto e Saro Petriglieri.
Video esplicativo dell'importante ruolo del DiProSiLaC nel settore Lattiero-Caseario della Sicilia.

La costituzione del patto per il nuovo riconoscimento del distretto ha visto l’adesione di 90 soggetti imprenditoriali, in rappresentanza di 576 aziende:
4 Liberi Consorzi Comunali (Ragusa, Siracusa, Enna e Agrigento), 
19 comuni (tra i quali Ragusa, Modica, Ispica, Cammarata, San Giovanni Gemini, Lercara Friddi), 
2 Camere di Commercio di 4 province (Sud-est e di Agrigento), 
le Università di Catania e di Palermo, 
4 Organizzazioni di categoria, 
2 Centri di Ricerca, 
3 centri formazione e di istruzione, 
5 consorzi di tutela dei formaggi dop siciliani, 5 strutture di supporto regionale e del credito.

martedì 23 aprile 2019

Fondi Ue, l'imprenditore agricolo scoraggiato: «Non chiedete aiuto alla Regione siciliana, è inutile»

  Fonte:
CATANIA - Un imprenditore agricolo siciliano lancia un appello ai colleghi invitandoli a non presentare richieste di contributi pubblici alla Regione: «è una guerra inutile», scrive Nino Tornatore in una lettera pubblicata oggi dal Corriere della Sera.
«Chi scrive è un folle sognatore perdutamente innamorato del proprio lavoro - si legge -. Sono un piccolo imprenditore 64enne che, rimettendosi in gioco (invece di andare in vacanza ai Caraibi), ha presentato la domanda per il Psr (Programma di sviluppo rurale) Sicilia 2014-2020». Tornatore

Irrigazione a prezzi troppo alti, protestano gli agricoltori agrigentini

 Fonte:
Sul costo dell'acqua per uso irriguo, ma anche sui canoni non ancora pagati le organizzazioni professionali agricole non mollano. Durante un incontro, a Sciacca, con Agrinsieme, Cia, Confagricoltura, Associazioni delle Cooperative, Uci e Feder.Agri, assieme a sindaci e parlamentari, è stato deciso di chiede un incontro al presidente della Regione e all'assessore regionale all'Agricoltura.
L'assemblea ha sottolineato «l'importanza vitale e fondamentale che hanno i consorzi di bonifica ed in modo particolare l'ex Agrigento 3. Non ci potrà essere futuro e rilancio dell'agricoltura e della zootecnia senza il giusto ruolo dei consorzi di bonifica, con appropriati servizi a costi sostenibili e ponderati».
Una tra le questioni, centrali riguarda, però, il costo della bonifica. «Non si può - dice Nino Indelicato, di Agrinsieme - sostenere un aumento del 325% con una retrodatazione di 6 anni e un aggravio totale di circa 12 milioni di euro. E poi la diatriba del costo dell'acqua da 19 a 23 centesimi, senza un minimo di valutazioni e di argomenti di merito, con un ulteriore aggravio del costo dell'acqua di circa 7 milioni di euro».

venerdì 15 marzo 2019

Il DiProSiLaC Ragusa al Tavolo Zootecnico Regionale

Fonte: 
Il distretto produttivo siciliano lattiero caseario, ha partecipato alla riunione del tavolo zootecnico regionale voluto dal Presidente della Regione on. Nello Musumeci e presieduto dall’assessore regionale per l’agricoltura Edy Bandiera con a fianco il dirigente generale del dipartimento agricoltura Carmelo Frititta e altri funzionari degli assessorati alla salute e alle attività produttive. Presente anche un funzionario dell’ufficio del Presidente.
Il DiProSiLaC è stato rappresentato dai componenti del comitato esecutivo, Rosario Petriglieri per l’area Iblea e per la Sicilia orientale e Sebastiano Tosto per la Sicilia occidentale e le aree interne che hanno preliminarmente chiesto la rimodulazione del tavolo zootecnico che, in quanto tale, non può non includere tutto ciò che riguarda anche il latte vaccino e non comprendere anche il Consorzio di tutela del Ragusano dop ed il Corfilac come già sollecitato dal presidente, Enzo Cavallo, con nota dello scorso 5 marzo con la quale è stato sottolineato che non si può parlare di zootecnia e riferirsi solo ad una parte di essa e non comprendere fra i rappresentanti dei consorzi di tutela proprio quelli del Ragusano. Così come non può parlarsi di zootecnia e di filiera lattiero casearia senza tenere conto del Corfilac (per il quale – è stato sottolineato – si resta ancora in attesa della più volte auspicata e sollecitata intesa per la costituzione dell’organismo amministrativo e per la individuazione del presidente, legale rappresentante senza il quale l’attività del Consorzio è paralizzata).
La riunione del tavolo si è rivelata alquanto vivace ed utile per individuare una serie di dati e di elementi sui quali occorre operare per l’attivazione di correttivi e di avviare e migliorare iniziative volte alla valorizzazione del latte locale e dei latticini (a partire dalla ricotta utilizzata per la preparazione dei dolci tipici siciliani con in testa la classica cassata siciliana e l’apprezzatissimo cannolo siciliano) e dei formaggi ottenuti dalla filiera produttiva ovina.
Tante le proposte messe sul tavolo, tante e tutte qualificate e qualificanti, segno che il sentiero imboccato dal governo siciliano potrebbe essere quello giusto.
“Tante volte abbiamo lamentato scarsa attenzione – ha dichiarato Rosario Petriglieri – oggi non si è parlato solo di problemi bensì si punta ad ascoltare gli attori che, più che in passato, puntano a proporre soluzioni, piuttosto che piangere solo sui problemi”
E di soluzioni strutturali si è parlato, di soluzioni a medio e lungo termine, come si conviene a imprenditori appassionati. Il Governo sembra esserci, i produttori ci sono e sono determinati a voler trovare soluzioni, il DiProSiLaC non farà mancare il suo apporto e il suo impegno.
“Siamo fiduciosi – ha concluso Petriglieri – si fiduciosi che si intraprenda un percorso virtuoso che punti a promuovere certamente i prodotti, ma sostanzialmente a migliorarne sempre più la qualità e a dare una sempre maggiore e migliore identità mediante una etichettatura chiara e l’attuazione di controlli serrati”

Latte in Sicilia, le proposte di Coldiretti, inviato un dossier a Musumeci

Coldiretti Sicilia invia al presidente Musumeci un documento con le soluzioni realizzabili nel breve periodo e contenute nel documento sulla zootecnia siciliana inviato al presidente della Regione, Nello Musumeci
 Fonte:
Incrementare la produzione di formaggi a denominazione d’origine protetta agevolando le aziende, con caseificio o senza, ad aderire ai Consorzi di tutela. 
Incentivare, attraverso il Programma di sviluppo rurale (Psr), la trasformazione di allevamenti per la produzione di carne a quella di latte. Rimodulare il Psr con l’attivazione della misura sul benessere animale (ovino e bovino). 
Emanare i bandi per i pagamenti compensativi innalzando il carico minimo di animali, raddoppiando quello attuale per ettaro. 
Sono alcune delle proposte per “soluzioni realizzabili nel breve periodo” individuate da Coldiretti Sicilia e contenute nel documento sulla zootecnia siciliana inviato al presidente della Regione, Nello Musumeci. “Un territorio è rappresentato da formaggi che hanno una forte identità ma che dev’essere evidenziata -afferma l’organizzazione- e uno strumento essenziale è il benessere animale. A questo scopo è importante sottolineare che nelle programmazioni si ripristinino le misure relative alla garanzia della sanità degli allevamenti. Inoltre appare ormai indispensabile procedere con un marchio di riconoscimento dell’agnello siciliano a denominazione d’origine protetta”
Ma per Coldiretti è la qualità del latte che può rappresentare “la chiave di volta del comparto“. Ecco perché è necessario promuovere, stimolare e incentivare le aziende di produzione primaria verso la produzione di qualità medio-alta e comunque idonea alla lavorazione a crudo potenziando le attività di consulenza. 
Alle soluzioni nel breve periodo si aggiunge poi un programma di attività per promuovere, nelle aziende che trasformano solo prodotti con latte pastorizzato, “l’attivazione di linee di produzione con latte termizzato o preferibilmente crudo“. 
Su tutto, però, per il presidente regionale, Francesco Ferreri, “occorre la creazione e il miglioramento delle infrastrutture esistenti in primo luogo viabilità e le reti idriche oltre che le strutture idonee. Nelle aree interne le aziende non si possono raggiunge se non con costi elevatissimi vista la situazione delle strade non percorribili”.

lunedì 7 gennaio 2019

Gli ex Aras per l’assistenza agli allevatori e i controlli funzionali sugli allevamenti

Fonte:
(di Angela Sciortino) Sono 107 i nominativi degli ex dipendenti dell’Aras, l’associazione regionale allevatori della Sicilia, inseriti nell’albo pubblicato ieri sul sito dell’Istituto Sperimentale Zootecnico. Per loro l’Istituto pubblicherà presto un bando per la copertura di ruoli coerenti con le necessità dell’Ente individuato dalla Regione per l’attività dei controlli funzionali degli allevamenti che svolgerà sulla base di una convenzione con l’Aia (l’Associazione Italiana Allevatori di cui l’Aras era la costola siciliana) l’unica che, delegata dal Ministero per le politiche agricole, è autorizzata e riconosciuta per queste attività.
La decisione presa dal ministro dell’agricoltura Gian Marco Centinaio di trasferire alle Regioni competenze un tempo centralizzate risale a qualche mese fa e fa il paio con quella a suo tempo presa in Sicilia quando scoppiò l’emergenza Aras a seguito del default economico: trovare una soluzione “in house” per i controlli zootecnici che, pur rimanendo

sabato 7 luglio 2018

Allevamenti in Sicilia: gli strascichi del fallimento dell’ARAS e la Coldiretti che, da Roma fino alla nostra Isola...

Succede di tutto e di più nel mondo degli allevamenti siciliani. Non basta la crisi. Non bastano i mancati pagamenti AGEA. Adesso arrivano anche le richieste di soldi per prestazioni precedenti al fallimento dell’Associazione Regionale Allevatori. Nel frattempo il nuovo Ministro Centinaio restituisce i controlli funzionali alle Regioni. Un colpo per la Coldiretti, da Roma alla Sicilia
 Fonte:
I riflettori stanno per riaccendersi sull’Associazione Regionale Allevatori della Sicilia (ARAS), dichiarata fallita dal Tribunale di Palermo nel marzo dello scorso anno (Come potete leggere qui). Questo per almeno due motivi. In primo luogo perché molti allevatori siciliani sarebbero stati chiamati a pagare dalla gestione fallimentare prestazioni effettuate dalla stessa Associazione in periodi precedenti il fallimento. In secondo luogo perché il nuovo Ministro delle Risorse agricole e Alimentari, Gian Marco Centinaio, ha fatto sapere che i controlli funzionali negli allevamenti dovranno essere effettuati dalle strutture regionali. 

Le due vicende, come ora proveremo a raccontare, si incrociano. Ma andiamo per ordine. Cominciamo con i cosiddetti controlli funzionali. 
In Sicilia i controlli funzionali, sino a prima del fallimento dell’ARAS, venivano effettuati dalla stessa Associazione Regionale Allevatori Siciliana. Tra i tanti disastri registrati nella passata legislatura c’è anche il fallimento dell’ARAS.
Con il fallimento dell’ARAS, dei controlli negli allevamenti della Sicilia si è occupata l’AIA, l’Associazione Italiana Allevatori, gestita dalla Coldiretti.

La prima notizia è che la gestione fallimentare dell’ARAS starebbe chiedendo a tanti allevatori siciliani il pagamento di prestazioni precedenti al fallimento della stessa Associazione Regionale Allevatori della Sicilia.

Non sappiamo come stanno le cose. Ma non possiamo fare a meno di sottolineare un fatto politico tutt’altro che secondario: in una terra dove la Regione siciliana è in sostanziale default non dichiarato, dove le ex Province sono senza soldi e vicine al default (la Provincia di Siracusa è già fallita) e dove chi amministra i Comuni senza soldi, invece di protestare con Roma e con la Regione, prova in tutti i modi scippare altri soldi dalle tasche dei cittadini (vedi Palermo, ma non solo), anche gli agricoltori sono sotto ‘spremuta’.

Per mantenere i Consorzi di bonifica si cerca di aumentare i canoni idrici agli agricoltori e, adesso, scopriamo che si sta cercando di ‘spremere’ soldi anche agli allevatori. 

L’aspetto tragicomico di questa storia è che tutti – il Governo nazionale che gestisce AGEA, il Governo regionale siciliano per la parte che riguarda i Consorzi di bonifica e, a scendere, tutti gli altri soggetti fanno finta di non sapere che non solo gli agricoltori siciliani sono massacrati dalla concorrenza sleale dei prodotti che arrivano da mezzo mondo (con il Governo regionale che si guarda bene dal controllarli), ma hanno anche il problema dei fondi pubblici europei che non arrivano.
Ritardi che, per tantissimi agricoltori e allevatori siciliani, sono di due anni e, talvolta, anche di tre anni. Questo perché, con molta probabilità, lo Stato, negli anni passati, ha utilizzato i fondi per l’agricoltura per pagare altre cose.
Non solo agricoltori e allevatori siciliani sono in grande difficoltà: ma adesso dovrebbero pagare più cara l’acqua per irrigare (agricoltori) e pagare per i ‘buchi’ dell’ARAS (allevatori).

In questa vicenda già ‘calda’ si innesta la mossa del Governo nazionale sui controlli negli allevamenti. 

Qui serve una breve digressione. La Coldiretti, se proprio la

domenica 20 maggio 2018

Allevamenti in Sicilia, Corrao: “Dalla istituzioni ostacoli assurdi, subito un tavolo permanente per il comparto"

L’europarlamentare siciliano Corrao: “Da istituzioni, ostacoli assurdi, dal divieto di transumanza per gli animali, ai vaccini. Chiesto un  tavolo permanente per il comparto”

Fonte:
“In Sicilia le istituzioni stanno rendendo la vita degli allevatori praticamente impossibile. Gli allevatori, con circa 17.000 aziende, rappresentano una straordinaria risorsa economica per la Sicilia e per la tutela dell’ambiente e del paesaggio, ma la loro voce è rimasta inascoltata e umiliata. Quindi in coordinamento con l’Associazione degli allevatori siciliani, abbiamo lanciato un tavolo permanente per raccontare i loro problemi e sopratutto per chiedere conto alle istituzioni di ciò che non è stato ancora fatto per tutelare una categoria preziosa per la Sicilia”. 
Ad annunciarlo è l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao, che accogliendo le denunce degli allevatori siciliani, porterà le loro istanze anche ai tavoli europei di concerto con i componenti del gruppo Parlamentare M5S all’Ars. “Oltre al certamente impreciso bando del biologico – spiega Corrao – che ha chiuso i rubinetti dei finanziamenti portando le aziende sull’orlo del collasso per colpa di un sistema informatico inadeguato, e il taglio delle indennità compensative per le zone montane, le istituzioni stanno mettendo ancora a dura prova l’esistenza degli allevatori anche con altri ostacoli, alcuni dei quali assurdi. 
Parlo per esempio delle norme che impongono il divieto di movimentazione degli animali che in alcuni casi specifici è vitale per proteggere il bestiame dalle intemperie, dalla fame e dal freddo, ma la cui violazione può comportare l’obbligo di sopprimere tutti gli animali a spese dell’allevatore.
Praticamente l’imposizione del suicidio per gli allevatori. E poi ancora l’assenza di un vaccino contro la brucellosi, che comporta un business gigantesco di carne infetta, venduta a 70 centesimi al chilo dagli speculatori ai grandi gruppi dell’industria alimentare. Se ci fosse un vaccino, come nelle regioni spagnole, la brucellosi e la tubercolosi sarebbero già state debellate. 
Combattiamo, insieme ai deputati regionali, al fianco degli allevatori stremati da questa situazione. Porteremo in tutte le sedi, compresa la Commissione Europea – conclude Corrao – le loro istanze per arrivare tutelarli davvero”.

sabato 28 aprile 2018

Nave carica di grano a Pozzallo, Figuccia: “Musumeci difenda gli agricoltori siciliani”

Foto tratta dal sito: "sicilianpost.it"
 Fonte:
In effetti era quello che si era impegnato a fare. Se non che, il Presidente Musumeci, dopo il blocco della prima nave carica di grano duro ammuffito, non solo non ha disposto i controlli sulla nave arrivata due giorni fa a Pozzallo, ma se ne rimane muto come un pesce. Presidente Musumeci: che è successo? Non ha annunciato che avrebbe fatto controllare grano e derrate alimentari in arrivo in Sicilia?
Due giorni fa abbiamo dato la notizia di una nave carica di grano duro ufficialmente francese arrivata nel porto di Pozzallo. In realtà, si tratta di una doppia notizia: l’arrivo di questa nave con 6 mila e 500 tonnellate di grano duro estero; e il fatto che la Regione siciliana, contraddicendo gli impegni assunti dal Presidente, Nello Musumeci, non ha disposto i controlli su questo carico di grano duro (QUI IL NOSTRO ARTICOLO).
Fino ad oggi la notizia è passata inosservata anche all’Assemblea regionale siciliana, dov’è in corso il dibattito sulla Finanziaria 2018. Oggi sulla vicenda interviene il parlamentare Vincenzo Figuccia:
“Il progetto è ormai chiaro – scrive Vincenzo Figuccia -. La neo colonizzazione della Sicilia da parte delle multinazionali asservite alle banche non prevede sbarchi e battaglie armate vecchia maniera. Niente fucili, raid aerei né missili terra aria. Nulla di tutto ciò. Al contrario, si avvia un’usurpazione delle terre e un’appropriazione del grano in assoluta freddezza, cautela e cinismo. Dopo anni di controllo e mortificazione del mercato che ha tenuto il prezzo del grano a 18 centesimi, adesso i potentati gettano la maschera. Accade così che viene liberalizzato l’ingresso del grano che arriva chissà da dove e che sfugge ai controlli in entrata. Navi cariche di prodotto bombardato da pesticidi che finiranno direttamente nelle nostre tavole provocando danni alla salute e contemporaneamente relegando ai margini i grani dei nostri agricoltori, che sempre più disperati saranno costretti a vendere le proprie terre”.

giovedì 22 marzo 2018

Si è dimesso il neo presidente del Corfilac, Giorgio Carpenzano

Si è dimesso il neo presidente del Corfilac, Giorgio Carpenzano: “Con le posizioni che si sono manifestate non c’erano le condizioni per proseguire”. Decade il cda
Fonte:
Non ha fatto in tempo ad insediarsi che si è già dimesso. Stamani, in tarda mattinata, al termine della nuova riunione del comitato dei consorziati del Corfilac, il neo presidente Giorgio Carpenzano, eletto nella seduta precedente del 14 marzo, ha rassegnato le proprie dimissioni. Avrebbe voluto offrire il proprio apporto per il rilancio della struttura di ricerca scientifica, ma i contrasti che sono subito emersi con l’Università di Catania, lo hanno fatto desistere. Lo dice amaramente lo stesso Carpenzano raggiunto da Ragusaoggi.it: “Mi sono dimesso per motivi di opportunità e motivi personali. Ritengo che con queste posizioni non ci siano state le condizioni per continuare”. L’Università di Catania ha infatti impugnato, tramite il proprio ufficio legale, la delibera con cui veniva eletto Carpenzano in quanto lui è un funzionario della Regione, è anche il capo del Dipartimento Agricoltura in provincia di Ragusa ma non è un docente dell’Università e lo statuto prevede invece che debba essere un docente universitario dell’ateneo di Catania a ricoprire la carica di presidente. Dopo l’elezione di Carpenzano si erano scatenate anche alcune polemiche politiche riguardanti il Comune di Ragusa con gli interventi critici di Maurizio Tumino e Sonia Migliore. Adesso i soci dovranno tornare a riunirsi per individuare il nuovo presidente che a questo punto dovrà essere appartenente all’Università. Intanto è decaduto anche il cda.

venerdì 9 febbraio 2018

ARS - Approvata la mozione per il riconoscimento dello stato di calamità naturale per agricoltori e allevatori a causa della siccità

 Fonte:
[30 gen 2018] L’Ars ha approvato la procedura d’urgenza per la trattazione del ddl n.103 “Norme per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico-culturale dei siti legati alla Seconda Guerra Mondiale in Sicilia nel 75° anniversario dell’Operazione Husky”, a firma di Anthony Barbagallo (Pd). Il testo pertanto viene subito inviato alla commissione Cultura. E’ avvenuto durante la seduta odierna, presieduta per la prima volta da un esponente Cinquestelle, il vicepresidente dell’Ars Giancarlo Cancelleri.
Nel corso dei lavori, approvate anche tre mozioni: la n.2 per il riconoscimento dello stato di calamità naturale per agricoltori e allevatori a causa della siccità,a firma di Elena Pagana (M5S) e altri colleghi di gruppo.
La mozione era stata presentata solo per il territorio ennese ma un emendamento (2.1) dello stesso gruppo Cinquestelle (Cappello e altri) ha esteso l’impegno del governo regionale a tutta la Sicilia.
Il provvedimento è stato votato col parere favorevole dell’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera: “attraverso la votazione di questo atto – ha detto – parte la spinta per chiedere misure al governo nazionale ma al contempo il governo regionale non si distrae e vuole monitorare i danni e

giovedì 19 ottobre 2017

I custodi dei formaggi delle Madonie: “Ma l’Europa impone regole assurde”

Fonte:
Ogni anno scompaiono dalle nostre tavole decine di varietà di formaggi tipici, cancellati da una crisi che nel settore della zootecnia dura da troppo tempo. Scompaiono i formaggi perché scompaiono gli allevatori e, con loro, scompaiono anche diverse razze autoctone di animali da latte, bovini e ovini in particolare. 
In Sicilia uno dei territorio tradizionalmente più vocati alla zootecnia ed alla produzione lattiero casearia è sempre stato quello delle Madonie. Nel solo distretto madonita operano infatti oltre 100 produttori autorizzati di latte ovino, per un totale di 36 mila capi di bestiame, di cui 25 mila destinata alla produzione di latte. Queste cifre danno l’idea dell’importanza della pastorizia nel tessuto economico delle Madonie. Ma la crisi sta mettendo in ginocchio quello che per più di un secolo è stato il settore traino di questo territorio.
I problemi sono cominciati da quando il prezzo di acquisto del latte alla stalla, da parte delle aziende di trasformazione

domenica 6 agosto 2017

Agricoltura siciliana al collasso: ingenti ritardi da parte dell’Agea sui pagamenti del Psr

 Fonte:
Il settore agricolo siciliano è letteralmente al collasso. Da anni gli addetti ai lavori lamentano le inefficienze della macchina amministrativa regionale nella gestione del settore e dei fondi comunitari ad esso destinati.
Negli ultimi tempi a tenere banco sono i ritardi da parte dell’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) sui pagamenti del Psr, riguardanti il biologico, l’indennità compensativa e altre misure. Ritardi, questi, che stanno ulteriormente sfinendo gli agricoltori, già messi a dura prova dalle ingenti nevica dello scorso inverno e, ora, dai tanti mesi di siccità.
Diversi gli appelli giunti all’assessore Cracolici, al presidente Agea Pagliardini e persino al ministro Martina, ma nulla si muove sotto il sole d’agosto. Per gli agricoltori siciliani, oltre il danno anche la beffa, infatti, continui sono i rimpalli di responsabilità tra gli attori della vicenda e nessuna

La madre che uccide la figlia L’amara storia dell’ARAS (Associazione regionale allevatori Sicilia)

Fonte:
Cinque mesi fa il Tribunale di Palermo dichiara fallito un ente, l’ARAS, che per circa 70 anni è stato al servizio degli allevatori, attivandosi per una politica tecnica ed economica attraverso il miglioramento genetico degli animali allevati in Sicilia e quindi anche per salvaguardare il reddito degli imprenditori zootecnici. L’Associazione allevatori è un ente riconosciuto giuridicamente dalla Regione che ne ha sempre sostenuto l’attività per il 90% dei costi, lasciando il resto a carico degli associati i quali hanno recuperato la loro parte attraverso i premi di miglioramento genetico.
Questa struttura è stata sempre al servizio di tutti gli allevatori e di tutte le organizzazioni di categoria, ma negli ultimi decenni la Coldiretti siciliana è stata pressantemente vicina all’ARAS, imponendole i propri uomini alla guida amministrativa non sempre sobria e parsimoniosa.
Ciò è avvenuto grazie al fatto che l’ARAS è associata all’AIA (Associazione Italiana Allevatori), da tempo satellite della Coldiretti nazionale. Da qui l’equazione “AIA = Coldiretti”. Le due organizzazioni si arrogano il diritto esclusivo di comandare sulla sorte della zootecnia siciliana

martedì 18 aprile 2017

Fare gli allevatori nell'entroterra della Sicilia La scommessa professionale di tanti under 35

Sempre più giovani tornano nelle campagne e scelgono l’allevamento di pecore e vacche. Gli allevatori salvano le aree interne dallo spopolamento, ma il crollo del prezzo di vendita degli animali mette a rischio la loro professione. Che appassiona e coinvolge anche diverse donne, nonostante i pregiudizi
 Fonte:
Alcuni hanno deciso di portare avanti l’azienda di famiglia e altri, invece, di reinventarsi un mestiere e garantirsi un futuro. È questa la sfida degli under 35 siciliani che decidono di vestire i panni del pastore e dedicarsi all’allevamento di pecore e vacche. «Negli ultimi anni - spiega Ignazio Gibiino, presidente regionale giovani impresa Coldiretti - si è registrato un aumento del 12 per cento di giovani che stanno tornando al mondo dell’agroalimentare». Un ritorno che per il presidente Coldiretti dipende dalla multifunzionalità del settore. «Oggi l’agroalimentare è un campo sempre più innovativo perché consente la creazione di nuovi mestieri - prosegue -. Agri-asili, fattorie didattiche, agriturismi sono esempi di come l’agricoltura sia diventata indispensabile alla collettività e di come i giovani portino innovazione nella tradizione». Pastori istruiti, dinamici e tecnologici tornano a fare rivivere le aree interne della Sicilia a rischio spopolamento. «È un settore che offre prospettive future a molti giovani che decidono di restare - continua Gibiino - e arricchisce un territorio che rischia l’impoverimento». 
Un mestiere che appassiona anche le donne, «promotrici di un nuovo modo di guardare all’agroalimentare». A dirlo è Tina Alfieri, rappresentante di Donne impresa Coldiretti regionale. «Sempre più donne - racconta - accedono ai nuovi bandi europei. La multifunzionalità nell’azienda agricola si deve a loro che puntano non solo alla produzione

venerdì 5 dicembre 2014

Boccata d'ossigeno per gli allevatori siciliani, la Regione invia all'Aras 543 mila euro

 Fonte notizia:
L’assessorato Regionale dell’Agricoltura ha sbloccato la prima trance di 543.000 euro destinata all’Associazione Regionale Allevatori della Sicilia, in modo da poter pagare i lavoratori che ormai da giugno non ricevono più lo stipendio. A darne notizia è il deputato siracusano all'Ars, Enzo Vinicullo del Nuovo centro destra.
"Le somme destinate all’ associazione , previste dall’Assemblea Regionale Siciliana su mio emendamento, sono di molto superiori, ma l’intervento di creditori certi, nei confronti sempre della medesima Aras, ha di fatto bloccato l’assessorato dell’Agricoltura dal predisporre il mandato di pagamento ma, - ha continuato Vinciullo - dopo una serie di riunioni siamo riusciti a sbloccare la prima trance, in attesa che anche le somme che rimarranno disponibili potranno essere assegnate all’Aras per completare il pagamento di tutte le mensilità arretrate. Sono numerosi - ha concluso Vinciullo - i lavoratori in provincia di Siracusa che lavorano alle dipendenze dell’Aras, fornendo un servizio di fondamentale importanza per la qualità delle nostre stalle".

martedì 29 luglio 2014

Agricoltura, nasce il marchio “Qualità sicura Sicilia”

Fonte Notizia:
Sono stati presentati questa mattina nel corso di una conferenza stampa che si è svolta presso l’Assessorato Agricoltura: il Bando relativo al Progetto Pilota “Vetrine promozionali e punti mercatali di vendita diretta dei prodotti agroalimentari siciliani” ed il Marchio regionale Qualità Sicura Sicilia (QS Sicilia).
“Si tratta di due iniziative che mirano a dare certezza al consumatore circa la provenienza, la tracciabilità e la sicurezza alimentare dei prodotti provenienti