sabato 13 maggio 2023

Un inno alla Natura, alla sua bellezza e potenza divina

 

“Nei campi e nei Vicoli di Puglia, grandi balle di Fieno, dorate come il sole, si uniscono ai centrini candidi come lune piene. Il grano, simbolo di fertilità nelle antiche civiltà, accoglie i centrini, simili a grandi Mandala, antichi disegni e sacre rappresentazioni del Cosmo. Sole e luna si incontrano senza tempo, in una installazione che vuole essere un inno alla natura, alla sua bellezza e potenza divina”. Bernardo Palazzo

 

venerdì 12 maggio 2023

“Più soldi, più carne”, i Paesi più ricchi ne consumano troppa e accelerano l’estinzione di massa (e l’Italia non è da meno)

 Foto tratta dal sito: GreenMe 

Foto tratta dal sito: GreenMe
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    Di quanto esattamente un Paese deve ridurre il consumo dei prodotti di origine animale per garantire un futuro alle generazioni che verranno? Tanto, tantissimo e, nemmeno a dirlo, sono i Paesi più benestanti, Stati Uniti capofila, quelli che stanno portando l’umanità sull’orlo dell’estinzione.

È quanto emerge da un nuovo report di Compassion in World Farming (CIWF) – il cui CEO, Philip Lymbery, autore di “Restano solo sessanta raccolti", che per la prima volta calcola quanto ogni Paese ad alto e medio reddito debba ridurre il proprio consumo di alimenti di origine animale – ossia carne, pesce e prodotti ittici, latticini e uova – per restare nei limiti e non compromettere la salute del Pianeta.

Si tratta del primo report a fornire dati sulla riduzione di tutti gli alimenti di origine animale e calcoli dettagliati per il consumo effettivo – comprese le parti non commestibili degli alimenti di origine animale e i rifiuti a livello domestico – fornendo un quadro più accurato del consumo.

I calcoli si basano sulla EAT-Lancet Planetary Health Diet  (la Dieta per la salute del pianeta di EAT-Lancet), linee guida che mirano a fornire diete sane attraverso sistemi alimentari sostenibili entro il 2050.

È l’Islanda il Paese che più dovrebbe ridurre il consumo di tutti gli alimenti di origine animale (73%), mentre l’Italia occupa l’ottavo posto nella lista dei Paesi che devono fare altrettanto.

Il report

Secondo lo studio, nei primi 25 Paesi a reddito medio-alto è necessaria un’importante riduzione del consumo di questi prodotti per salvaguardare il futuro e la salute delle persone, degli animali e del pianeta.

Complessivamente, l’Islanda è il Paese con più strada da fare, dovendo ridurre il quantitativo di calorie provenienti da alimenti di origine animale del 73% (per arrivare al 12% delle calorie indicato dalla dieta EAT-Lancet), seguito da Finlandia (70%), Danimarca (68%), Montenegro (66%) e Lussemburgo (65%).

calorie cibo

Per quanto riguarda la carne, gli Stati Uniti sono in cima alla classifica dei Paesi che necessitano di una maggiore riduzione, con l’82%, seguiti da Australia (80%), Argentina (80%), Israele (78%) e Spagna (78%).

In testa al consumo eccessivo di pesce e prodotti ittici ci sono: Islanda (77%); Maldive (76%); Seychelles (64%); Repubblica di Corea (63%) e Malesia (63%).

Le prime cinque riduzioni necessarie per il settore lattiero-caseario sono: Finlandia (74%); Montenegro (74%); Albania (71%); Paesi Bassi (69%); e Svizzera (68%).

E per le uova sono: Messico (76%); Cina (76%); Giappone (75%); Paesi Bassi (74%) e Malesia (73%).

Nonostante le evidenze scientifiche, i Governi continuano a escludere la riduzione degli alimenti di origine animale nei loro piani d’azione nazionali o nelle loro strategie alimentari.

La Danimarca è in prima linea per quanto riguarda i progressi, avendo recentemente pubblicato alcune delle linee guida alimentari più rispettose dell’ambiente al mondo e ha deciso di creare un piano d’azione nazionale a sostegno degli alimenti a base vegetale con consistenti finanziamenti.

L’Italia

l’Italia occupa l’ottavo posto nella lista dei Paesi che devono ridurre maggiormente il consumo di tutti gli alimenti di origine animale ed è una delle 15 nazioni dell’Unione europea ad essere stata annoverata tra i principali 25 consumatori di prodotti animali al mondo – dopo Finlandia (2°), Spagna (3°), Portogallo (5°), Svezia (6°) e Francia (7°)

 cibo estinzione

Nel dettaglio, il consumo italiano deve ridursi del:

  • 69% per la carne
  • 53% per i prodotti lattiero-caseari
  • del 30% per il pesce e altri prodotti ittic
  • del 58% per le uova

Nei Paesi più ricchi – ha concluso Philip Lymbery – ci stiamo letteralmente dirigendo verso l’estinzione un boccone alla volta. Il nostro insaziabile appetito per la carne a basso costo e per altri alimenti di origine animale sta danneggiando la nostra salute, causando immense crudeltà sugli animali e uccidendo il nostro pianeta.

 Autore articolo: Germana Cirillo

 

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