Visualizzazione post con etichetta Agroalimentare. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Agroalimentare. Mostra tutti i post

martedì 29 luglio 2025

Maxi frode alimentare: 3 milioni di litri di latte maltese spacciati per siciliani

Scoperta a Ragusa una maxi frode alimentare che coinvolge il latte: oltre 3 milioni di litri erano spacciati per siciliani ma provenivano da Malta. Sono stati usati anche per produrre formaggi "Made in Italy"

 
 
 Fonte: 

    Una maxi frode alimentare nel settore lattiero-caseario è stata recentemente scoperta in Sicilia. La Guardia di Finanza di Ragusa, insieme all’Ispettorato Centrale per la Tutela della Qualità e Repressione Frodi (ICQRF) di Vittoria, ha smascherato un’ingente truffa che ha visto l’introduzione sul mercato di circa 3 milioni di litri di latte di provenienza maltese, falsamente dichiarati come italiani.

    Il fulcro dell’operazione ruota attorno a un noto centro di stoccaggio con sede a Ragusa, che riunisce oltre 150 soci allevatori dislocati sull’isola. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, tra il 2024 e il 2025 la struttura avrebbe importato ingenti quantità di latte pastorizzato da Malta, alterando però la documentazione che lo accompagnava per farlo passare come prodotto locale.

    La frode si è consumata in due modi: da un lato, l’origine maltese veniva completamente omessa, sostituita con false indicazioni di provenienza italiana o siciliana; dall’altro, il trattamento di pastorizzazione subito all’estero veniva cancellato, sostituito dalla dichiarazione ingannevole di “latte crudo”. 

I formaggi spacciati per Made in Italy

    Il latte contraffatto è stato poi distribuito a vari caseifici, sia in Sicilia che nel resto del Paese, i quali – ignari della reale origine della materia prima – lo hanno utilizzato per la produzione di formaggi etichettati come Made in Italy e, in alcuni casi, come autenticamente siciliani.

    I titolari del centro di stoccaggio coinvolto sono stati deferiti all’autorità giudiziaria con l’accusa di falsità materiale e frode in commercio. Resta comunque valida, fino ad eventuale sentenza definitiva, la presunzione di innocenza nei confronti degli indagati, come ricorda la Guardia di Finanza.

    L’operazione si inserisce nel quadro dei controlli previsti dalla Cabina di Regia 2025 del Ministero dell’Agricoltura, volti a proteggere il “Made in Italy” agroalimentare. Fondamentale è stato il contributo del Gruppo Anticontraffazione e Sicurezza Prodotti della Guardia di Finanza e dei funzionari dell’ICQRF, che hanno condotto verifiche lungo tutta la filiera, fino agli stabilimenti di trasformazione.
 

Un danno economico e reputazionale
Questa frode rappresenta un duplice danno: da una parte colpisce economicamente i produttori onesti che rispettano le regole e investono nella qualità, dall’altra mina la fiducia dei consumatori, ingannati da etichette false che sfruttano indebitamente la reputazione dell’agroalimentare italiano.

    L’operazione di Ragusa è solo l’ultima di una serie di interventi mirati a contrastare il fenomeno sempre più diffuso del falso Made in Italy nel comparto agroalimentare. Le autorità promettono di intensificare i controlli per tutelare i consumatori e le eccellenze produttive del territorio, minacciate da pratiche scorrette che alterano il mercato e compromettono la sicurezza alimentare.

lunedì 28 luglio 2025

Una volta che l'RNA sintetico viene rilasciato nell'ambiente, non c'è modo di richiamarlo.

KILLER MRNA: MENTRE LA MAGISTRATURA È INERTE E LE ISTITUZIONI TACCIONO, LE AZIENDE DELLA CATENA ALIMENTARE LO METTERANNO NEL CIBO

Fonte: https://slaynews.com/.../big-pharma-launches-plan.../

<<La società madre di Moderna ha lanciato una nuova, allarmante iniziativa, mentre il colosso farmaceutico cerca di inondare la catena alimentare con RNA sintetico.
Flagship Pioneering, la società di venture capital che ha finanziato Moderna, produttrice del "vaccino" mRNA contro il Covid, sta ora spostando la sua attenzione sulla filiera alimentare.
L'azienda sta lanciando una nuova iniziativa biotecnologica chiamata Terrana Biosciences.
Questo nuovo progetto mira a irrorare le colture con RNA sintetico, progettato per infiltrarsi nella biologia delle piante, riprogrammarne le funzioni e persino trasmettere potenzialmente tratti alterati alle generazioni future.
L'mRNA presente nei vaccini, come quelli iniettabili prodotti da Pfizer o Moderna, è un tipo di RNA sintetico progettato specificamente per istruire le cellule a produrre una versione della proteina spike del SARS-CoV-2.
Tuttavia, l'uso della tecnologia dell'RNA per manipolare la biologia delle piante in questo modo solleva notevoli preoccupazioni circa l'abuso dello sforzo per "vaccinare" in massa la popolazione.
La stessa tecnologia potrebbe essere utilizzata su popolazioni umane senza consenso, trasparenza o controllo.
La fama di Terrana risiede nella promessa di incrementare la produttività agricola aiutando gli agricoltori a combattere i parassiti, ad adattarsi ai "cambiamenti climatici" e ad aumentare le rese dei raccolti, il tutto sotto l'egida della sostenibilità.
Ma questa non è una soluzione agricola tradizionale.
A differenza dei convenzionali organismi geneticamente modificati (OGM), che alterano direttamente il DNA delle piante, l'approccio RNA di Terrana manipola i processi biologici di una pianta dall'interno, senza modificarne effettivamente la composizione genetica.
In altre parole, gli spray a RNA dell'azienda non si limitano a rivestire le piante, ma si infiltrano in esse, consentendo una manipolazione genetica più profonda e potenzialmente più permanente.
Questa tecnologia, che sembra uscita da un romanzo di fantascienza, rappresenta la prossima frontiera della biotecnologia.
L'idea che l'RNA sintetico possa invadere le piante, alterarne la biologia e persistere nell'ambiente solleva enormi preoccupazioni tra coloro che diffidano della manipolazione genetica, soprattutto alla luce dell'uso di questa tecnologia nei "vaccini" umani.
La tecnica di irrorazione dell'RNA di Terrana giunge in un momento difficile, poiché i documenti dei whistleblower hanno recentemente svelato i piani per distribuire agenti biologici, come le proteine spike del coronavirus chimerico, alla popolazione umana tramite droni, un metodo inquietantemente simile all'irrorazione agricola.
La proposta DEFUSE, presentata da EcoHealth Alliance alla DARPA prima della pandemia di COVID-19, delineava piani per "vaccini autodiffusi" che potrebbero essere aerosolizzati sulla popolazione umana, confondendo il confine tra sforzi di salute pubblica ed esperimenti biologici segreti.
Ciò che rende la situazione ancora più allarmante è l'autorità pressoché illimitata concessa al governo degli Stati Uniti dal PREP Act, che consente la somministrazione di contromisure mediche sperimentali durante le emergenze dichiarate, il tutto tutelando le parti coinvolte dalla responsabilità legale.
Se l'mRNA e altri interventi genetici potessero essere impiegati sulle colture, queste stesse tecnologie potrebbero essere utilizzate sugli esseri umani senza la loro conoscenza o il loro consenso, con il pretesto della prevenzione delle malattie.
Il modello di business di Terrana si basa sull'intelligenza artificiale per generare costrutti di RNA sintetici, imitando il linguaggio genetico della natura.
Tuttavia, queste molecole non sono mai state progettate per essere prodotte in serie, spruzzate sulle colture e assorbite nella catena alimentare.
La capacità dell'azienda di progettare RNA in grado di persistere nell'ambiente, di diffondersi nei tessuti vegetali e persino di diventare ereditario da una generazione all'altra di piante introduce nuovi rischi, potenzialmente catastrofici.
Quando gli esseri umani cominciano ad assumere questo RNA sintetico nella loro alimentazione quotidiana, le possibilità diventano inquietanti.
La realtà è che l'RNA sintetico è molto più di un possibile strumento agricolo: è una forma di controllo.
Una volta che questo RNA entra nella catena alimentare, ha la capacità di replicarsi, diffondersi e potenzialmente alterare gli ecosistemi in modi che non possiamo ancora prevedere.
L'avvento della tecnologia basata sull'RNA in agricoltura non riguarda solo una più efficiente coltivazione del cibo; riguarda anche il controllo di ciò che cresce, di ciò che prospera e, in definitiva, di ciò che finisce nei nostri piatti.
La posta in gioco qui è allarmantemente alta.
Le esperienze passate con prodotti chimici ampiamente diffusi, come il DDT e il glifosato, hanno dimostrato che ciò che le aziende e i governi promettono come "sicuro" può, anni dopo, provocare enormi disastri sanitari e ambientali.
E l'RNA, a differenza dei pesticidi, non influisce solo sulla biologia delle piante, ma interagisce direttamente con le cellule umane.
Considerati gli effetti a lungo termine sulla salute umana ancora sconosciuti, le potenziali conseguenze potrebbero essere catastrofiche.
Ciò che è ancora più preoccupante è il potere che queste aziende e questi governi avrebbero se controllassero il codice genetico della catena alimentare.
Se un piccolo gruppo di élite biotecnologiche riuscisse a controllare la biologia delle piante e degli alimenti, potrebbe dettare il futuro di ciò che viene coltivato e di ciò che finisce nei nostri piatti.
Se a tutto questo si aggiungono i poteri incontrollati garantiti dal PREP Act, è chiaro che non si tratta solo di una svolta scientifica; è un tentativo di accaparramento di potere politico e sociale.
Una volta che l'RNA sintetico viene rilasciato nell'ambiente, non c'è modo di richiamarlo.
Si diffonde, si replica e ha il potenziale di alterare gli ecosistemi in modi che ancora non possiamo comprendere appieno.
Le stesse entità che hanno lanciato frettolosamente un vaccino sperimentale e non testato sul mondo, ora stanno rivolgendo la loro attenzione al controllo degli aspetti più fondamentali della vita: il cibo che mangiamo e le colture che lo sostengono.
È tempo di porsi domande serie sulla direzione verso cui questa tecnologia sta andando e su chi ha davvero il controllo.>>

sabato 27 aprile 2024

"GIORNATE DELL'AGRICOLTURA" a Valledolmo - PROGRAMMA

Sabato 28 Aprile

Ore 10:30
Apertura Fiera

Ore 13:00 Palestra comunale
Degustazione prodotti locali

Ore 17:00 Ingresso Palestra comunale
Inaugurazione della XX edizione delle "Giornate dell'Agricoltura" alla presenza delle Autorità civili, militari religiose.
• Esposizione delle macchine e attrezzature agricole
• Fiera espositiva del bestiame
• Mercato Agroalimentare
• Esposizione Artigianato

Ore 19:00 Casa Rosa
Concerto di Quartetto di Ottoni "Mediterranean Brasa"

Ore 20:30 Palestra comunale
Degustazione prodotti locali

Ore 21:30 Aera Ristoro
Spettacolo di intrattenimento

Ore 24:00 Chiusura Fiera

Domenica 29 Aprile
Ore 10:00 Campo Sportivo
Triangolare di calcio: ASD Valledolmo, ASD Medici Trinacria Palermo e Ludos Palermo (vincitrice del campionato regionale di serie C femminile)

Ore 10:30
Apertura Fiera

Ore 10:45 Area Fieristica
Vetrina e rassegna di razze bovine e ovine: cura di esperti di rana accreditati

Ore 13:00 Palestra comunale
Degustazione prodotti locali

Ore 17:00 Casa Rosa
Convegno organizzato con Slow Food Sicilia e I.Di.Med:
• Valorizzare e promuovere La Dieta Mediterranea, riconosciuta dall'UNESCO "Bene Culturale Immateriale dell'Umanità"
• Ridare valore al cibo, nel rispetto di chi produce, in armonia con l'ambiente

Ore 19:00 Casa Rosa
"Laboratorio del Gusto" a cura di Slow Food Sicilia

Ore 20:00 Palestra comunale
Degustazione prodotti locali

Ore 21:30 Area Ristoro
Spettacolo di intrattenimento

Ore 24:00 Chiusura Fiera

Lunedì 30 Aprile
Ore 9:30 Palazzo di Vetro
Convegno co-organizzato con l’ordine Professionale Agronomi di Palermo
• Agricoltura 4.0 a cura di SmartIsland srl e Dipartimento SAAF Università degli Studi di Palermo

Ore 10:30
Apertura Fiera

Ore 10:45
Visita guidata al pastificio VallOlmo Madonita, allo stabilimento di trasformazione del pomodoro Coop. Rinascita e alla Cantina Castellucci Miano

Ore 11:00 Area Fieristica
Visita guidata per gli alunni e gli studenti dell'Istituto Comprensivo di "Alia Roccapalumba Valledolmo"

Ore13:00 Palestra comunale

Degustazione prodotti locali

Ore 16:00
Visita guidata delle Chiese e dei palazzi storci a cura degli alunni del Liceo Classico di Valledolmo

Ore 16:30 Casa Rosa
• Presentazione libro di Diego Maggio "Ragioni e sentimenti nella Sicilia del vino"
• Convegno sulla DOC "Valledolmo-Sclafani Bagni": prospettive di sviluppo del territorio
• Conferimento delle benemerenze di "Paladino dei vini di Sicilia"

Ore 18:00
Visita guidata delle Chiese e dei palazzi storici a cura degli alunni del Liceo Classico di Valledolmo

Ore 19:00 Casa Rosa
Incontro a tema: L'analisi sensoriale del vino e degustazione dei vini doc della Contea d Valledolmo e Sclafani Bagni

Ore 20:00 Palestra comunale
Degustazione prodotti locali

Ore 21:30 Area Ristoro
Spettacolo di intrattenimento

Ore 24:00 Chiusura Fiera

Martedì 1 Maggio
Ore 10:00
Visita guidata al pastificio VallOlmo Madonita, allo stabilimento di trasformazione dei pomodoro Coop. Rinascita cene Cantina Castellucci Miano

Ore 10:30
Apertura Fiera

Ore 13:00 Palestra comunale
Degustazione prodotti locali

Ore 16:00 Casa Rosa
Visita guidata delle Chiese e dei palazzi storici a cura degli alunni del Liceo Classico di Valledolmo

Ore 16:30 Area Fieristica

Esibizione del Gruppo Storico "C. Cutelli"

Ore 18:00 Casa Rosa
Concorso Miglior Vino del Vignaiolo: valutazione e premiati ore delle migliori produzioni del territorio

Ore 19:00 Area Fieristica
Consegna a tutti gli espositori del gadget ricordo della manifestazione

Ore 20:00 Palestra comunale 

Saluto finale e ringraziamenti del Sindaco e dell'Amministrazione Comunale

Ore 20:30 Palestra comunale
Degustazione prodotti locali

Ore 21:30 Area Ristoro
Spettacolo di intrattenimento

Ore 24:00 Chiusura Fiera

Per approfondire: articolo su "Palermo Today"

Pagina Facebook: Amministrazione Comunale Valledolmo

venerdì 12 maggio 2023

“Più soldi, più carne”, i Paesi più ricchi ne consumano troppa e accelerano l’estinzione di massa (e l’Italia non è da meno)

 Foto tratta dal sito: GreenMe 

Foto tratta dal sito: GreenMe
Fonte: 
      
 
    Di quanto esattamente un Paese deve ridurre il consumo dei prodotti di origine animale per garantire un futuro alle generazioni che verranno? Tanto, tantissimo e, nemmeno a dirlo, sono i Paesi più benestanti, Stati Uniti capofila, quelli che stanno portando l’umanità sull’orlo dell’estinzione.

È quanto emerge da un nuovo report di Compassion in World Farming (CIWF) – il cui CEO, Philip Lymbery, autore di “Restano solo sessanta raccolti", che per la prima volta calcola quanto ogni Paese ad alto e medio reddito debba ridurre il proprio consumo di alimenti di origine animale – ossia carne, pesce e prodotti ittici, latticini e uova – per restare nei limiti e non compromettere la salute del Pianeta.

Si tratta del primo report a fornire dati sulla riduzione di tutti gli alimenti di origine animale e calcoli dettagliati per il consumo effettivo – comprese le parti non commestibili degli alimenti di origine animale e i rifiuti a livello domestico – fornendo un quadro più accurato del consumo.

I calcoli si basano sulla EAT-Lancet Planetary Health Diet  (la Dieta per la salute del pianeta di EAT-Lancet), linee guida che mirano a fornire diete sane attraverso sistemi alimentari sostenibili entro il 2050.

È l’Islanda il Paese che più dovrebbe ridurre il consumo di tutti gli alimenti di origine animale (73%), mentre l’Italia occupa l’ottavo posto nella lista dei Paesi che devono fare altrettanto.

Il report

Secondo lo studio, nei primi 25 Paesi a reddito medio-alto è necessaria un’importante riduzione del consumo di questi prodotti per salvaguardare il futuro e la salute delle persone, degli animali e del pianeta.

Complessivamente, l’Islanda è il Paese con più strada da fare, dovendo ridurre il quantitativo di calorie provenienti da alimenti di origine animale del 73% (per arrivare al 12% delle calorie indicato dalla dieta EAT-Lancet), seguito da Finlandia (70%), Danimarca (68%), Montenegro (66%) e Lussemburgo (65%).

calorie cibo

Per quanto riguarda la carne, gli Stati Uniti sono in cima alla classifica dei Paesi che necessitano di una maggiore riduzione, con l’82%, seguiti da Australia (80%), Argentina (80%), Israele (78%) e Spagna (78%).

In testa al consumo eccessivo di pesce e prodotti ittici ci sono: Islanda (77%); Maldive (76%); Seychelles (64%); Repubblica di Corea (63%) e Malesia (63%).

Le prime cinque riduzioni necessarie per il settore lattiero-caseario sono: Finlandia (74%); Montenegro (74%); Albania (71%); Paesi Bassi (69%); e Svizzera (68%).

E per le uova sono: Messico (76%); Cina (76%); Giappone (75%); Paesi Bassi (74%) e Malesia (73%).

Nonostante le evidenze scientifiche, i Governi continuano a escludere la riduzione degli alimenti di origine animale nei loro piani d’azione nazionali o nelle loro strategie alimentari.

La Danimarca è in prima linea per quanto riguarda i progressi, avendo recentemente pubblicato alcune delle linee guida alimentari più rispettose dell’ambiente al mondo e ha deciso di creare un piano d’azione nazionale a sostegno degli alimenti a base vegetale con consistenti finanziamenti.

L’Italia

l’Italia occupa l’ottavo posto nella lista dei Paesi che devono ridurre maggiormente il consumo di tutti gli alimenti di origine animale ed è una delle 15 nazioni dell’Unione europea ad essere stata annoverata tra i principali 25 consumatori di prodotti animali al mondo – dopo Finlandia (2°), Spagna (3°), Portogallo (5°), Svezia (6°) e Francia (7°)

 cibo estinzione

Nel dettaglio, il consumo italiano deve ridursi del:

  • 69% per la carne
  • 53% per i prodotti lattiero-caseari
  • del 30% per il pesce e altri prodotti ittic
  • del 58% per le uova

Nei Paesi più ricchi – ha concluso Philip Lymbery – ci stiamo letteralmente dirigendo verso l’estinzione un boccone alla volta. Il nostro insaziabile appetito per la carne a basso costo e per altri alimenti di origine animale sta danneggiando la nostra salute, causando immense crudeltà sugli animali e uccidendo il nostro pianeta.

 Autore articolo: Germana Cirillo

 

mercoledì 29 marzo 2023

Ad Agriumbria 2023 i dati dell’Osservatorio Nazionale sui consumi delle carni

Fonte: 



Dal 31 marzo al 2 aprile si terrà la 54a edizione di Agriumbria (Bastia Umbra, PG), fiera nazionale dedicata all’agricoltura, all’alimentazione e alla zootecnia. La mostra mercato vedrà oltre 420 espositori in rappresentanza di oltre 2.000 aziende e industrie presenti o rappresentate dalla rete commerciale e offrirà una panoramica generale e organica dell’innovazione tecnologica raggiunta nei differenti settori agroalimentari. La manifestazione si conferma come uno dei momenti centrali per l’imprenditoria e l’industria agricola e zootecnica nazionale, un evento capace di attirare addetti ai lavori e pubblico da tutta Italia. Al centro dell’edizione 2023 la filiera agrozootecnica nel suo complesso con i principali temi del settore primario e un’attenzione particolare alla gestione delle risorse idriche e alle aspettative dei consumatori.

Confermate tutte le rassegne zootecniche più importanti: un lavoro di cooperazione con l’Associazione italiana allevatori che, di fatto, conferma la fiera di Bastia il centro del mercato dei bovini da carne in Italia. Quattro le Mostre nazionali, due curate dall’Anabic (Associazione nazionale allevatori bovini italiani da carne), dedicate alla Chianina e alla Romagnola, e due da Anacli (Associazione nazionale allevatori delle razze bovine italiane), la Charolaise e la Limousine. Mentre le altre tre razze del circuito, la Marchigiana, la Podolica e la Maremmana saranno presenti nell’ambito della tradizionale esposizione degli animali di Italialleva, “cuore” della manifestazione umbra.
 
Completano il quadro delle razze bovine in vetrina a Bastia la “regina” da latte, la Frisona italiana, la Pezzata rossa italiana, simbolo della “duplice attitudine” e la Piemontese, altra eccellenza del comparto da carne. Tra le novità da segnalare in questa edizione anche il ritorno, dopo qualche anno, della Bufala Mediterranea italiana.

Presente il comparto ovicaprino: confermato, dopo il positivo esordio dello scorso anno, il Concorso Nazionale Arieti di razza ovina Sarda iscritti al Libro genealogico, organizzato dall’Asso.Na.Pa. (Associazione Nazionale della Pastorizia). Sempre ben rappresentata la specie cunicola con l’esposizione curata dall’Anci.

ANTICIPAZIONI CONSUMO CARNI IN ITALIA
E a pochi giorni dall’apertura dei cancelli, la fiera anticipa i dati dell’Osservatorio nazionale sul consumo di carni. Si mangia meno carne, ma di qualità e con attenzione sempre crescente alla salute. È quanto emerge dalle prime analisi del rapporto dell’Osservatorio nazionale sui consumi delle carni che sarà presentato nel corso di Agriumbria 2023, in programma dal 31 marzo al 2 aprile, a Bastia Umbra (PG), nel polo fieristico di Umbriafiere.

Grazie anche alla Dieta Mediterranea, più equilibrata e sostenibile, gli italiani sono il secondo popolo più longevo al mondo e la qualità delle carni trasformate è ben diversa dalle produzioni nord europee e, come afferma Assocarni, gli allevamenti italiani producono carni più magre e di migliore qualità rispetto a quella degli allevamenti di altri Paesi.

Nel 2022 gli italiani hanno mangiato meno carne rispetto agli anni passati: se si confrontano i dati attuali con quelli del “boom economico”, oggi ne consumiamo oltre 5 chili in meno a persona all’anno. Numeri sicuramente da attenzionare, per un settore che, nonostante le difficoltà, riveste ancora un ruolo importante per l’economia italiana, coinvolgendo 230 mila addetti in oltre 135 mila aziende, e che rappresenta più del 4% del fatturato dell’agroalimentare, per un valore di oltre 6 miliardi di euro. Tuttavia non ci sono solo ombre. Se diminuisce infatti il volume dei consumi, aumenta il valore. Vuol dire che a fronte di un minor consumo di carne, cresce la qualità scelta dai consumatori, soprattutto per quanto riguarda la carne bovina con le razze italiane in testa.

Come spiegano da ANABIC (Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne): “Valorizzare e promuovere la carne di razze come la Chianina, la Romagnola, la Marchigiana, la Maremmana e la Podolica vuol dire contribuire a dare un importante contributo a quel made in Italy che il mondo intero, a ragione, ci invidia. I circa 160.000 capi di bestiame che ANABIC rappresenta, distribuiti in 5.000 allevamenti sparsi in18 regioni e allevati per almeno il 70% al pascolo, rappresentano un plus sia da un punto di vista qualitativo e nutrizionale della carne sia da un punto di vista ambientale. Nel primo caso, prendendo ad esempio la Chianina, è scientificamente provato che il suo tenore di grasso non supera il 2% ed è ben al di sotto di quello che si registra in produzioni estere che vengono spesso proposte sulle tavole; per non parlare dell’enorme impatto ambientale che genera il trasporto di una produzione proveniente da oltreoceano. Si tratta di aspetti molto importanti che ANABIC intende mettere al centro del dibattito per favorire la trasmissione di informazioni corrette”.

IN FIERA dal 31 marzo al 2 aprile

Oltre alla zootecnia, soluzioni per le aziende agricole, macchine per ogni utilizzo, trattrici e attrezzature, colture, impianti e modelli di business per le imprese agricole contemporanee. Sostenibilità e innovazione. Digital farming. Convegni per addetti ai lavori e momenti di approfondimento sui temi di attualità. Sementi e agrofarmaci. Piante, fiori, giardinaggio. Made in Italy con le filiere e i prodotti certificati. Aziende agricole con il meglio delle eccellenze dall’Umbria e dalle altre regioni italiane. Street food regionale, degustazioni, show cooking e momenti divulgativi.

I Saloni specializzati dedicati alla conservazione di cibi e alimenti, all’olivicoltura, alla viticoltura (Enotec, Oleatec e Bancotec).

Dal 31 marzo al 2 aprile tanti anche gli appuntamenti e gli stand dedicati alle famiglie e agli appassionati di vita all’aria aperta.

martedì 20 settembre 2022

RAGUSA - LE ECCELLENZE IBLEE AL " SALONE DEL GUSTO " DI TORINO

Foto tratta dal Sito: "Siracusa 2000"

Fonte articolo:

    
 
Le eccellenze iblee al Salone del Gusto Terra Madre a Torino

Il Comune di Ragusa, in qualità di capoluogo della provincia, sosterrà la partecipazione, dal 22 al 26 settembre prossimo al Salone del Gusto Terra Madre a Torino, del Libero Consorzio Comunale di Ragusa, di Slow Food Ragusa e dei 3 Consorzi di Tutela, per valorizzare a livello internazionale i prodotti di eccellenza del territorio Ibleo. L’iniziativa è stata voluta dall’assessore allo Sviluppo Economico e vicesindaca Giovanna Licitra.
 
A essere coinvolti sono il Consorzio dell’olio d'oliva EVO Dop Monti Iblei, con le tre interessanti cultivar Tonda Iblea, Moresca e Verdese presenti in diverse zone della provincia, il Consorzio del formaggio Ragusano DOP, prodotto con latte di vacca modicana (Presidio Slow Food) e il Consorzio di tutela Cerasuolo di Vittoria Docg che si occupa della promozione e valorizzazione della Docg Cerasuolo di Vittoria e Cerasuolo di Vittoria Classico. Quest’ultimo consorzio rappresenta la gran parte dei produttori delle province di Ragusa, Catania e Caltanissetta. Nella provincia iblea, le aree di produzione ricadono nei Comuni di Ragusa, Vittoria, Comiso, Acate, Chiaramonte Gulfi e, Santa Croce Camerina.

Ampio risalto sarà dato alla biodiversità che caratterizza il territorio ibleo dalla quale provengono cinque prodotti Presidi Slow Food. Sono la cipolla di Giarratana, il sesamo di Ispica e la fava cottoia di Modica per quanto riguarda le specie vegetali, mentre l'asino ragusano e la bovina modicana rappresentano due razze autoctone dell’area iblea.

Al Salone del Gusto sarà presente la Comunità Slow Food di Modica per la tradizione del pane di casa.

giovedì 25 agosto 2022

Il nostro Corfilac diventa modello per la regione Toscana

 

A seguito della chiusura degli stabilimenti Alival di Ponte Buggianese e Reggio Calabria, con la perdita di 150 posti di lavoro, a settembre Calabria e Toscana si ritrovano a confrontarsi sulla riconversione dei due stabilimenti anche con finalità diverse. A tale scopo, nell'ambito della regione Toscana, viene avanzata l'idea di istituire, con legge regionale, un ente simile al Corfilac (il nostro centro regionale di ricerca per la filiera lattiero-caseraria con sede a Ragusa) per difendere e valorizzare la specificità dei prodotti caseari. L'obiettivo di tale progetto toscano dovrebbe essere quello di sviluppare l’attività di ricerca a servizio delle produzioni casearie tradizionali dei piccoli produttori che non potrebbero sostenere economicamente da sole le spese per specializzare e promuovere i loro prodotti tradizionali. Un ente, dunque, capace di sensibilizzare l’attenzione sulle produzioni casearie locali, in un momento in cui multinazionali come Lactalis sembrano puntare più al profitto che al prodotto.

Cliccare qui per visionare l'articolo originale

domenica 3 aprile 2022

Agriumbria “eletta” a Polo nazionale delle carni

 Fonte:

La pioggia non frena la partecipazione all'edizione numero 53 di Agriumbria, inaugurata il 1 aprile al centro fieristico regionale di Bastia Umbra ed aperta fino a tutta domenica 3. Una tre giorni che ha confermato la manifestazione quale punto di riferimento nazionale del sistema agroalimentare, agromeccanico e agrozootecnico italiano. Con oltre 430 espositori e 600 animali, ovvero il sold out degli spazi disponibili, la fiera ha tagliato il nastro, alla presenza del Sottosegretario MIPAAF, Senatore Francesco Battistoni, sotto i migliori auspici, registrando decine di migliaia di visitatori nei primi due giorni di apertura. Il traguardo da tagliare è quello degli oltre 80 mila ingressi dell'edizione del 2019.
L'offerta, come da tradizione, si caratterizza per una ricca sezione convegnistica, con incontri sulle tematiche di più stretta attualità per il comparto: decine ogni giorno gli appuntamenti, tra momenti tecnici, tavole rotonde, dibattiti, gare e mostre zootecniche. Tra i temi: certificazioni, digitalizzazione, innovazione, Pac, politiche di filiera, irrigazione, sostenibilità e biodiversità. L'altro punto di forza è rappresentato da una presenza qualificata di aziende protagonisti o fornitrici del comparto, che dà vita ad una ampia vetrina del sistema agroalimentare nelle sue diverse filiere. Una importanza particolare è assunta dall'area degli allevamenti animali, da sempre punto di forza di Agriumbria, che proprio nella giornata di sabato è stata formalmente qualificata, grazie alla firma di un protocollo con l'Associazione italiana allevatori, come Polo Nazionale delle Carni. Una firma che arriva dopo anni di cooperazione con gli allevatori italiani

mercoledì 9 dicembre 2020

Le associazioni: «Il governo approfitta del momento per introdurre la coltivazione degli ogm in Italia»

La denuncia arriva da quattro associazioni molto attive sul versante dell'ambiente e della salute, Isde, European Consumers, Navdanya International e Gruppo Unitario per le Foreste Italiane: «Approfittando della generale attenzione rivolta a ben altro, il Governo è in procinto di emanare quattro decreti legislativi che, di fatto, introducono la coltivazione degli OGM in Italia senza dibattito, senza confronti, ignorando le ragioni di chi con prove sperimentali e scientifiche ha dimostrato la loro pericolosità».

  Fonte:

    Isde, European Consumers, Navdanya International e Gruppo Unitario per le Foreste Italiane prendono posizione su quella che annunciano essere una mossa del Governo per introdurre la coltivazione in Italia degli organismi geneticamente modificati.

«Approfittando del tragico momento attuale e della generale attenzione rivolta a ben altro, il Governo è in procinto di emanare quattro decreti legislativi che, di fatto, introducono la coltivazione degli OGM in Italia contro il volere della generalità dei cittadini, senza dibattito alcuno, senza confronti e approfondimenti con la collettività, ignorando sistematicamente le ragioni di chi con prove sperimentali e scientifiche ha dimostrato la pericolosità degli stessi OGM per la salute umana ed animale e per l’integrità e la salubrità dell’ambiente - si legge nel comunicato stampa delle quattro

lunedì 30 novembre 2020

FORMAGGI CHE PASSIONE, inizia con un seminario online la collaborazione del CoRFiLaC

 Fonte:
Per voi che siete appassionati e golosi di formaggio siamo lieti di annunciare la collaborazione col nostro giornale del Corfilac, Consorzio Ricerca Filiera Lattiero-Casearia con sede a Ragusa, il massimo ente regionale che oltre alla ricerca e alla formazione è organismo di controllo e certificazione per le Dop Ragusano e Pecorino.

Pochi prodotti sono tanto buoni come i formaggi, pochissimi prodotti piacciono quanto i formaggi. L’Italia è leader nella produzione casearia mondiale con ben 487 specialità, battiamo anche i francesi che ne hanno solo 250. De Gaulle, quando fu Presidente dei transalpini affermò “ Non è facile  governare un paese con 246 varietà differenti di formaggi”. Sarà allora per questo che governare gli italiani è difficilissimo?

Di questi 487 ben 48 sono Dop, altro record. In Sicilia i formaggi tradizionali principali sono i Dop: Ragusano, Vastedda del Belice, Pecorino, Piacentinu, Provola dei Nebrodi; i Presìdi Slow Food: Maiorchino, formaggi di vacca Cinisara, formaggi di capra Girgentana, provola delle Madonie; a cui si aggiungono gli altri formaggi storici: Provola Iblea, Cosacavaddu, Caciocavallo Palermitano, Tumazzo Modicano, Ricotta fresca, salata e infornata, Tuma Persa, Fiore Sicano. Più le variazioni sul tema.

Con questa prestigiosissima collaborazione potrete leggere nelle nostre pagine comunicazioni, articoli, approfondimenti redatti dal personale del Consorzio.

Ecco allora questo primo comunicato che annuncia un Seminario che sarà trasmesso come webinar sulla piattaforma Microsoft Teams martedì  1 dicembre alle ore 10,30.

Il Seminario si inserisce nel progetto  “Tradizioni produttive casearie a basso impatto ambientale da spillare” finanziato dal PSR Sicilia 2014/20

Dopo i saluti istituzionali il prof. Salvatore Barbagallo presenterà il progetto. Seguiranno le relazioni:

  • Siero e scotta: scarto o risorsa? Dott. Rosario Petriglieri
  • Primo screening sui sottoprodotti dalla produzione di Ragusano DOP Dott. Giovanni Farina
  • Produzione di birra dai sottoprodotti caseari Prof. Samuel D. Alcaine
  • Lattosio: una possibile risorsa nei processi di birrificazione Birraio Marco Gianino, Yblon
  • Tecniche di affinamento con la birra Dott. Antonio Difalco
  • trattamenti di fitodepurazione per le acque reflue provenienti dai caseifici
    Prof. Giuseppe Cirelli e Prof. Mirco Milani

domenica 26 luglio 2020

Ragusa. Il Diprosilac ha avuto il riconoscimento regionale

Con decreto n. 1292 del 7 luglio 2020 dell’assessore regionale delle attività produttive On. Mimmo Turano, il Distretto Produttivo Siciliano Lattiero Caseario ha ottenuto il nuovo riconoscimento di legge. 
Un passaggio di fondamentale importanza per il Diprosilac che oltre ad organizzare e sostenere la filiera si prefigge di essere sempre di più punto di riferimento per il settore zootecnico siciliano e degli allevatori per la promozione del latte sicilia e per gli altri diversi soggetti interessati alla produzione, alla valorizzazione ed alla commercializzazione delle loro produzioni Lattiero Caseario. 
L’annuncio è stato dato a Palermo nel corso di un incontro presieduto dallo stesso assessore Turano, con a fianco il dirigente generale del dipartimento attività produttive Carmelo Frittitta ed il responsabile del servizio dedicato ai distretti, Aldo Brancato, alla presenza di tutti i Distretti riconosciuti ed operanti in Sicilia. Per il Diprosilac oltre al presidente è legale rappresentante, Enzo Cavallo, hanno partecipato Sebastiano Tosto e Saro Petriglieri.
Video esplicativo dell'importante ruolo del DiProSiLaC nel settore Lattiero-Caseario della Sicilia.

La costituzione del patto per il nuovo riconoscimento del distretto ha visto l’adesione di 90 soggetti imprenditoriali, in rappresentanza di 576 aziende:
4 Liberi Consorzi Comunali (Ragusa, Siracusa, Enna e Agrigento), 
19 comuni (tra i quali Ragusa, Modica, Ispica, Cammarata, San Giovanni Gemini, Lercara Friddi), 
2 Camere di Commercio di 4 province (Sud-est e di Agrigento), 
le Università di Catania e di Palermo, 
4 Organizzazioni di categoria, 
2 Centri di Ricerca, 
3 centri formazione e di istruzione, 
5 consorzi di tutela dei formaggi dop siciliani, 5 strutture di supporto regionale e del credito.

martedì 24 settembre 2019

Il ministro Bellanova: incontro a breve con la filiera lattiero-casearia per azioni strategiche

Fonte:
Una filiera di straordinaria importanza del valore di circa 15 miliardi di euro con quasi 3 miliardi di esportazioni, e che rappresenta uno degli assi fondamentali del made in Italy agroalimentare. Ai cui esponenti, pur non essendo fisicamente presente, la Ministra Teresa Bellanova ha voluto inviare il suo saluto oggi a Milano in occasione del Dairy Summit, l’appuntamento dedicato agli stati generali del settore.
Una filiera che testimonia quanto il made in Italy significhi impegno, passione, storia di imprese di produzione, trasformazione, distribuzione, e spesso anche integrazione ben riuscita.
Non a caso il saluto della Ministra ha preso le mosse dalla recente tragedia nell’azienda agricola di Arena Po’ per un pensiero ai familiari “delle quattro persone morte sul lavoro. Una pagina di integrazione riuscita si è trasformata in una tragedia che doveva essere assolutamente evitata. Dobbiamo garantire effettivamente un diritto inalienabile come quello alla sicurezza sul lavoro. Il mio impegno su questo fronte sarà assoluto e credo che per raggiungere il risultato servano investimenti seri sulla formazione e un’alleanza di tutta la filiera”.
“Attendo con interesse”, ha proseguito la Ministra Bellanova, “di ricevere gli impegni della Carta del latte. E anticipo già fin

giovedì 30 maggio 2019

A Floresta “Giugno con gli allevatori”, le domeniche dedicate alla zootecnia


Fonte:
 
A Floresta, sui Nebrodi, due giornate interamente dedicate alla zootecnia. È la manifestazione intitolata “Giugno con gli allevatori” organizzata dall’amministrazione comunale diretta da Antonino Cappadona, in collaborazione con la Proloco, gli allevatori e gli imprenditori locali e in cui nella prima e nell’ultima domenica del mese (2 e 30 giugno, appunto) sono previste alcune iniziative volte a valorizzare la zootecnia locale.
Tra le due domeniche “zootecniche” di “Giugno con gli allevatori”, sono stati inseriti un raduno di fuoristrada (16 giugno) con attività ludiche a cura dell’associazione Lupi del Patri di Terme Vigliatore e un raduno ippico (23 giugno) a cura della Pro Loco di Floresta.
Domenica 2 giugno alle 10.30 in piazza Umberto I, la mungitura a scopo didattico, quindi la lavorazione all’antica e la degustazione. A seguire la visita (gratuita) alla mostra “Insecta” e della fauna dei Nebrodi che si trova a Palazzo Landro-Scalisi. Domenica 30 giugno, invece, sono previsti gli stand espositivi e le degustazioni dei prodotti d’eccellenza tipici dei Nebrodi con la partecipazione del Consorzio della “Provola dei Nebrodi”.