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domenica 10 novembre 2019

Latte, nuovo prezzo alla stalla: trovato l’accordo in Lombardia

 Fonte:
Raggiunto un nuovo accordo sul prezzo del latte alla stalla in Lombardia. Lo rende noto la Coldiretti regionale nel sottolineare che l’intesa è stata siglata con Italatte, società del gruppo Lactalis, la più importante industria casearia a livello nazionale.
“Un risultato che – precisa la Coldiretti regionale – arriva al termine di una trattativa serrata condotta da Coldiretti, con le altre associazioni di rappresentanza, dopo che la multinazionale francese aveva provato a rivedere in maniera unilaterale i prezzi, violando i contratti in essere.
«Ripartiamo da questa nuova intesa – ha detto Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Lombardia – per gettare le basi per la programmazione delle imprese agricole nei prossimi mesi».
«L’accordo – precisa la Coldiretti Lombardia – prevede la chiusura dell’anno in corso con un prezzo medio alla stalla di 40,5 centesimi al litro. Per il 2020 sarà ancora in vigore il meccanismo dell’indicizzazione con il mantenimento del paniere con le quotazioni del Grana Padano e il prezzo medio del latte nei Paesi UE partendo da una base di 37 centesimi al litro. Inoltre ogni azienda agricola dovrà certificare il rispetto del benessere animale. Infine, sono previsti incontri periodici tra le parti, che ogni quattro mesi si ritroveranno per analizzare l’andamento del mercato lattiero caseario».
«Il valore del latte in Lombardia – conclude la Coldiretti regionale – è uno strategico punto di riferimento per le quotazioni a livello nazionale considerato che nelle stalle lombarde si munge oltre il 40% di tutto il prodotto italiano grazie a un patrimonio di circa 500 mila vacche da latte».

venerdì 18 ottobre 2019

LACTALIS (CADEMARTORI) DISDICE IL CONTRATTO SUL PREZZO DEL LATTE. CIA LOMBARDIA: MOTIVAZIONI NON CONDIVISIBILI


Fonte: 
MILANO – Con una lettera inviata agli allevatori negli ultimi giorni di settembre, in tempo utile (entro il 30 settembre) per impedire il tacito rinnovo, Italatte società del Gruppo Lactalis proprietaria dei marchi Galbani, Cadermatori, Invernizzi e Parmalat ha disdetto il contratto sul prezzo del latte a decorrere dall’1 gennaio 2020.
Tra le motivazioni alla base di tale decisione il gruppo francese cita “l’imprevedibile prezzo del Grana Padano” riferendosi al significativo aumento di prezzo della Dop, che è uno dei prodotti lattiero caseari presenti nel paniere adottato come indice per la formazione del valore della materia prima. “La quotazione del Grana Padano (formaggio che non è peraltro nella nostra gamma di produzione)”, scrive la multinazionale, “causa un aumento insostenibile del differenziale di prezzo rispetto ai nostri competitor mettendo a rischio la nostra capacità di continuare ad acquistare gli stessi volumi di latte”.
Una posizione inaccettabile secondo Paolo Maccazzola, presidente di Cia Centro Lombardia e responsabile latte regionale, soprattutto se si considera che il prezzo del latte

giovedì 18 aprile 2019

Numeri del latte, giù il prezzo

Le quotazioni del latte spot segnano il passo e anche il prezzo medio europeo è in leggero ribasso. La ripresa del mercato potrebbe essere aiutata dal calo della produzione di latte.

Fonte:

Battuta d'arresto per il prezzo del latte spot, quello venduto fuori contratto.
Dopo un periodo di ininterrotta crescita, nelle ultime settimane si registra qualche cedimento, sia per le provenienze nazionali, sia per il prodotto tedesco e francese. Per gli allevatori è giunto il momento di preoccuparsi? Un'occhiata al grafico dell'andamento dei prezzi del latte spot sulla piazza di Lodi, mercato di riferimento per questo prodotto, invita all'ottimismo.
In questa fase dell'anno il trend delle quotazioni è normalmente in flessione, come si nota guardando l'andamento dei due anni precedenti. Rincuora poi constatare che il prezzo attuale è comunque sopra a quello dello scorso anno.
Se poi il trend seguirà le curve degli anni precedenti, ci attende ancora qualche settimana di ribassi, ma poi le quotazioni dovrebbero riprendere forza.
Non è detto che avvenga, varie componenti a livello globale possono interferire con questo trend e ribaltarne il percorso.

Andamento del prezzo del latte spot negli ultimi tre anni (fonte: Assolatte)

I mercati internazionali

Non resta che andare a vedere cosa succede sui mercati internazionali utilizzando le analisi sul mercato del latte messe a disposizione dalla Commissione europea.
Iniziamo dal prezzo medio del latte, anch'esso allineato a quanto avviene per il latte spot e si può notare il moderato ribasso dello 0,2% registrato in febbraio.
I prodotti lattiero-caseari 
Non meno importante è osservare come si muovono i prezzi dei principali prodotti lattieri a livello mondiale.
E' interessante notare che il latte in polvere (intero e scremato) spunta prezzi più bassi nella Ue rispetto a quelli

“Nel nome del Latte”: a Strasburgo la mostra fotografica di Francesco Pintore

Fonte: 
Dopo l’appuntamento di fine marzo a Milano con l’esposizione al Palazzo delle Stelline, la mostra fotografica “Nel nome del latte” fa tappa a Strasburgo, dove il 16 e il 17 aprile sarà visitabile all’interno del Parlamento Europeo (LOW Building – 1st floor – Main Hall)
Il progetto fotografico promosso dall’Europarlamentare Stefano Maullu – con le fotografie del giornalista sardo Francesco Pintore – arriva dunque nel cuore delle Istituzioni Europee, portando all’attenzione di un pubblico internazionale la lotta dei pastori durante le recenti proteste e istantanee del lavoro quotidiano nel mondo delle campagne sarde.
L’Autore
Francesco Pintore, giornalista professionista di Desulo (Nuoro), lavora nella redazione de quotidiano L’Unione Sarda di Cagliari. Ha iniziato a fotografare all’inizio degli anni Novanta.
Da più di un anno sto lavorando a un progetto fotografico sul pastoralismo in Sardegna – spiega Francesco Pintore -. Conosco abbastanza il mondo delle campagne. Sono figlio e nipote di pastori e pertanto ho seguito con grande interesse la recente protesta degli allevatori sardi Mi piace l’idea che la protesta, sia pure attraverso le fotografie, approdi al Parlamento europeo. Il futuro del comparto agropastorale dell’Isola è legato alle decisioni e alle scelte delle istituzioni comunitarie, in particolare la nuova Pac per il periodo 2020-2027. Si tratta di una serie di provvedimenti molto attesi nel mondo delle campagne e non solo. Spero che la prossima assemblea, dopo le elezioni del 23 maggio, sia in grado di dare risposte anche alle 12 mila aziende sarde”.
IL Promotore
Stefano Maullu, Europarlamentare milanese di origini sarde: i suoi genitori sono emigrati nei primi anni ’50 in cerca di lavoro, è cresciuto nella Milano del boom economico, ha fatto

venerdì 15 marzo 2019

Il DiProSiLaC Ragusa al Tavolo Zootecnico Regionale

Fonte: 
Il distretto produttivo siciliano lattiero caseario, ha partecipato alla riunione del tavolo zootecnico regionale voluto dal Presidente della Regione on. Nello Musumeci e presieduto dall’assessore regionale per l’agricoltura Edy Bandiera con a fianco il dirigente generale del dipartimento agricoltura Carmelo Frititta e altri funzionari degli assessorati alla salute e alle attività produttive. Presente anche un funzionario dell’ufficio del Presidente.
Il DiProSiLaC è stato rappresentato dai componenti del comitato esecutivo, Rosario Petriglieri per l’area Iblea e per la Sicilia orientale e Sebastiano Tosto per la Sicilia occidentale e le aree interne che hanno preliminarmente chiesto la rimodulazione del tavolo zootecnico che, in quanto tale, non può non includere tutto ciò che riguarda anche il latte vaccino e non comprendere anche il Consorzio di tutela del Ragusano dop ed il Corfilac come già sollecitato dal presidente, Enzo Cavallo, con nota dello scorso 5 marzo con la quale è stato sottolineato che non si può parlare di zootecnia e riferirsi solo ad una parte di essa e non comprendere fra i rappresentanti dei consorzi di tutela proprio quelli del Ragusano. Così come non può parlarsi di zootecnia e di filiera lattiero casearia senza tenere conto del Corfilac (per il quale – è stato sottolineato – si resta ancora in attesa della più volte auspicata e sollecitata intesa per la costituzione dell’organismo amministrativo e per la individuazione del presidente, legale rappresentante senza il quale l’attività del Consorzio è paralizzata).
La riunione del tavolo si è rivelata alquanto vivace ed utile per individuare una serie di dati e di elementi sui quali occorre operare per l’attivazione di correttivi e di avviare e migliorare iniziative volte alla valorizzazione del latte locale e dei latticini (a partire dalla ricotta utilizzata per la preparazione dei dolci tipici siciliani con in testa la classica cassata siciliana e l’apprezzatissimo cannolo siciliano) e dei formaggi ottenuti dalla filiera produttiva ovina.
Tante le proposte messe sul tavolo, tante e tutte qualificate e qualificanti, segno che il sentiero imboccato dal governo siciliano potrebbe essere quello giusto.
“Tante volte abbiamo lamentato scarsa attenzione – ha dichiarato Rosario Petriglieri – oggi non si è parlato solo di problemi bensì si punta ad ascoltare gli attori che, più che in passato, puntano a proporre soluzioni, piuttosto che piangere solo sui problemi”
E di soluzioni strutturali si è parlato, di soluzioni a medio e lungo termine, come si conviene a imprenditori appassionati. Il Governo sembra esserci, i produttori ci sono e sono determinati a voler trovare soluzioni, il DiProSiLaC non farà mancare il suo apporto e il suo impegno.
“Siamo fiduciosi – ha concluso Petriglieri – si fiduciosi che si intraprenda un percorso virtuoso che punti a promuovere certamente i prodotti, ma sostanzialmente a migliorarne sempre più la qualità e a dare una sempre maggiore e migliore identità mediante una etichettatura chiara e l’attuazione di controlli serrati”

sabato 13 ottobre 2018

Nuovo report sui costi del latte in 6 paesi europei mostra un divario tra costi di produzione e prezzi alla produzione

 Fonte:
Pubblicata una panoramica degli ultimi dati di Francia, Germania, Danimarca, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi
I risultati degli ultimi calcoli dei costi di produzione del latte in sei paesi europei mostrano in termini economici oggettivi – nero su bianco – che il businness quotidiano per i produttori di latte è pessimo: i costi di produzione ed i prezzi del latte alla stalla si stanno allontanando! Anche nei cosiddetti “anni buoni”, cioè quelli tra le varie crisi del settore lattiero caseario, i prezzi sono permanentemente al di sotto dei costi di produzione.
Secondo l’ultimo studio del Bureau for Rural Sociology and Agriculture (BAL), “Qual è il costo della produzione di latte?”, il costo medio di produzione del latte in 5 anni in sei paesi europei è stato tra 41 e 46 centesimi per chilogrammo di latte. Tuttavia, i prezzi pagati al produttore durante lo stesso periodo erano compresi in media tra i 32 e i 35 centesimi per chilogrammo di latte. “Ogni mese i produttori di latte europei vanno in rosso”, afferma l’autrice dello studio, dott.ssa Karin Jürgens. “Se questo problema non viene risolto, diventerà sempre più difficile per gli allevatori – sia grandi che piccoli – continuare a produrre latte in Europa”.
Nel 2017, i costi di produzione in tutti i sei paesi, comprensivi dei compensi e degli investimenti netti medi, erano significativamente più alti dei prezzi del latte e si collocavano tra i 43,39 centesimi/kg della Germania e 48,89 centesimi/kg del Lussemburgo. E anche senza considerare gli investimenti netti necessari, il deficit medio in 5 anni è stato significativo, essendo compreso tra il 14% della Danimarca e il 27% di Belgio e Francia.
Costi di produzione del latte (in blu) e investimenti netti (in grigio) rispetto ai prezzi del latte alla stalla (in rosso): i prezzi non coprono mai i costi di produzione degli allevatori
Per Erwin Schöpges, allevatore di bovine da latte di Amel nel Belgio orientale e presidente dello European Milk Board

mercoledì 18 aprile 2018

Gli industriali abbassano unilateralmente il prezzo del latte, sul mercato si affacciano Bulgaria e Romania

Fonte:

La settimana scorsa il gruppo Italatte, con una lettera inviata agli allevatori conferenti, ha deciso che a partire dal mese marzo il prezzo del latte scende da 37 a 35,50 centesimi al litro.
La decisione unilaterale di rivedere il prezzo alla stalla è stata giudicata negativamente da Confagricoltura. Secondo l’organizzazione degli imprenditori agricoli è necessario attendere i prossimi mesi, in quanto l’indice riproduce fedelmente l’andamento del mercato, ma con almeno quattro mesi di traslazione temporale. Il ribasso di questi mesi si farà quindi sentire più avanti nel prezzo del latte stalla. La decisione di Italatte è stata “replicata” da alcuni caseifici, anche piemontesi, forti della loro importante posizione di mercato. Questi stanno cercando di imporre ai conferenti quotazioni inaccettabili, pur a fronte di un andamento di mercato positivo per quanto riguarda i prodotti lattiero-caseario trasformati.
In questo quadro occorre rilevare che a livello commerciale per la prima volta l’Unione Europea si è affermata leader delle esportazioni, superando la Nuova Zelanda. Da mesi però sta anche aumentando in modo consistente la produzione di latte e si stanno affacciando sul mercato nuovi Paesi produttori ed esportatori, quali la Bulgaria e la Romania. In questo contesto esiste il rischio di uno squilibrio tra domanda e offerta che produrrà, inevitabilmente, ripercussioni negative sul mercato.
Pur tenendo presente che il mercato è globale e che è

lunedì 16 aprile 2018

Coldiretti: l'industria casearia specula sugli allevatori a danni dei consumatori

Fonte:
Ancora una volta le industrie del latte contravvenendo al rispetto della Legge 91/2015, che prevede l'obbligo di contratti scritti della durata minima di 12 mesi, praticano modifiche unilaterali al ribasso del prezzo del latte alla stalla o di riduzione delle quantità richieste rispetto agli accordi presi. Le modifiche vanno contro una situazione di mercato che invece offre segnali positivi a partire dalle quotazioni dei formaggi con particolare riferimento alle produzioni DOP, al burro accompagnati da un aumento degli acquisti delle famiglie e dalla crescita dell'export.
E’ la conferma – sostiene Coldiretti - di una forte speculazione a danno dei consumatori ed allevatori. "Sono - aggiunge Molinaro - milioni i litri di "latte equivalenti" tra cisterne con latte, semilavorati, formaggi, cagliate e polveri di caseina per essere imbustati o trasformati da tantissimi caseifici e diventare magicamente mozzarelle, formaggi, latte

Latte, è tensione sul prezzo

Confagricoltura e Coldiretti prendono le distanze dalla proposta unilaterale ribassista di Italatte e valutano possibili risposte all'iniziativa.

Fonte:

C'è tensione sul prezzo del latte fra mondo agricolo e Italatte, gruppo della galassia Lactalis.
Nei giorni scorsi l'industria di trasformazione legata alla famiglia Besnier avrebbe infatti inviato una lettera ai conferenti, proponendo una deroga al contratto attualmente in vigore e stabilendo unilateralmente un ribasso a partire da marzo: da 37 a 35,50 centesimi al litro. Il motivo? Per Italatte l'abbassamento del prezzo andrebbe ricondotto al trend di mercato ribassista in questa prima parte del 2018.

Inutile dire che su questo fronte i sindacati agricoli, su tutti Confagricoltura e Coldiretti, hanno censurato l'atteggiamento di Italatte, denunciando anche il fatto che non sia l'unica industria di trasformazione che si sta orientando a pagare di meno le consegne di latte.

"Riteniamo inaccettabile le proposta unilaterale di Italatte - commenta Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia - perché è grave agire senza un preventivo confronto tra le parti. Il meccanismo di indicizzazione nel 2017 ha fotografato perfettamente la situazione del mercato e questo viene riconosciuto anche da Italatte". "Per quanto riguarda il 2018 - continua ancora Boselli - è necessario attendere i prossimi mesi: infatti tutti gli operatori della filiera sanno che l'indice riproduce fedelmente l'andamento del mercato, ma con almeno quattro mesi di traslazione temporale: il ribasso di questi mesi si farà quindi sentire più avanti nella definizione del prezzo alla stalla".
Secondo Confagricoltura Lombardia, in un settore così delicato e così importante per il made in Italy agroalimentare, non è possibile procedere in modo unilaterale. "Sottoporremo la questione agli organi della Federazione di prodotto latte di Confagricoltura - conclude Boselli – e in quella sede valuteremo come rispondere a questa iniziativa di Italatte".

Dello stesso tenore l'intervento di Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia, che chiede lo stop al far-west di prezzi tagliati senza alcuna consultazione preliminare con gli

venerdì 23 febbraio 2018

Importazioni selvagge di latte dall'estero

Preoccupati i produttori per crollo dei prezzi ed i consumatori per la qualità dei prodotti 

Fonte:
Coldiretti Puglia dichiara lo stato di agitazione del comparto lattiero per le invasioni di prodotto straniero che stanno facendo crollare i prezzi del latte alla stalla pugliese. Positiva la convocazione del tavolo latte da parte dell'Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, dopo le prime denunce pervenute dalla Coldiretti, anche se è necessario procedere senza indugio.

"All'emergenza prezzi - ha stigmatizzato Giorgio Apostoli, Capo Servizio Zootecnia della Confederazione Nazionale Coldiretti - si aggiunge il problema grave che molte partite di prodotto non riescono a trovare acquirenti e molti caseifici stanno comunicando agli allevatori la decisione unilaterale di sospendere il ritiro del latte anche per 15 giorni, mentre dalle frontiere italiane passano ogni giorno 24 milioni di litri di "latte equivalente" tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate e polveri di caseina, per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all'insaputa dei consumatori".

Gli allevatori devono vendere 2 litri di latte - dice Coldiretti Puglia - per bersi un caffè al bar, quattro litri per comprare un pacchetto di caramelle, quattro litri per una bottiglietta di acqua al bar e quasi 15 litri per un pacchetto di sigarette.
"Un fiume di latte sta invadendo la Puglia - ha incalzato il Vicepresidente di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo - a prezzi bassissimi, fino a € 0,23/0,24 franco stabilimento da Francia,

venerdì 9 febbraio 2018

Che ne sarà del latte?

Montagne di latte in polvere affollano i magazzini comunitari e scatta lo stop agli ammassi. Ora i produttori temono il crollo dei prezzi del latte. Occorre una politica di riduzione della produzione europea.
 Fonte: 

Articolo di Angelo Gamberini  - Appena tre anni fa, o poco meno, si festeggiava l'addio alle quote latte. Oggi quasi siamo pronti a rimpiangerle. Tutta colpa delle montagne di latte in polvere che nel frattempo si sono accumulate nei magazzini comunitari. Come è potuto accadere? 

Quando il mercato del latte è in sofferenza e i prezzi scendono al di sotto di livelli prefissati dalle norme comunitarie, scatta un meccanismo di "intervento" che prevede l'acquisto del latte in eccesso a prezzi predefiniti e la sua trasformazione in latte in polvere. 

Questo viene stoccato nei magazzini comunitari in attesa di "tempi migliori" per essere reimmesso sul mercato. Intanto il mercato, liberato dell'eccesso produttivo, può riprendere fiato e i prezzi tornare su livelli tali da consentire un margine agli allevatori. In passato questo meccanismo portò alla formazione di enormi quantità di latte in polvere, costose da gestire e impossibili da smaltire. E nacquero le quote latte per frenare la produzione, mentre si provvedeva a smaltire l'eccesso di latte in polvere.

Troppo latte 
Con l'addio alle quote la produzione europea è tornata a

sabato 3 febbraio 2018

A Fieragricola e' il Milk Day, focus prezzi e zootecnia

Fonte:
VERONA - Alla 113/ma edizione di Fieragricola, in corso a Verona con buyer provenienti da 33 Paesi, è il MilK Day. Operatori e istituzioni a confronto - è atteso in giornata il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina - sul settore primario che ha, come sottolineato dal presidente di Veronfiere Maurizio Danese, ''un futuro nella precision farming, nella multifunzionalità e nella diversificazione le principali direttrici per una crescita sostenibile''.
La zootecnia, con un valore nazionale della produzione superiore a 16 miliardi di euro, pari a un terzo dell'agricoltura nel suo complesso, è uno dei pilastri sui quali si fonda da

giovedì 19 ottobre 2017

I custodi dei formaggi delle Madonie: “Ma l’Europa impone regole assurde”

Fonte:
Ogni anno scompaiono dalle nostre tavole decine di varietà di formaggi tipici, cancellati da una crisi che nel settore della zootecnia dura da troppo tempo. Scompaiono i formaggi perché scompaiono gli allevatori e, con loro, scompaiono anche diverse razze autoctone di animali da latte, bovini e ovini in particolare. 
In Sicilia uno dei territorio tradizionalmente più vocati alla zootecnia ed alla produzione lattiero casearia è sempre stato quello delle Madonie. Nel solo distretto madonita operano infatti oltre 100 produttori autorizzati di latte ovino, per un totale di 36 mila capi di bestiame, di cui 25 mila destinata alla produzione di latte. Queste cifre danno l’idea dell’importanza della pastorizia nel tessuto economico delle Madonie. Ma la crisi sta mettendo in ginocchio quello che per più di un secolo è stato il settore traino di questo territorio.
I problemi sono cominciati da quando il prezzo di acquisto del latte alla stalla, da parte delle aziende di trasformazione

lunedì 8 maggio 2017

Prezzo basso del latte, grido disperato della coldiretti

Fonte:
“Sono inaccettabili le dinamiche secondo le quali – denuncia il Presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo – un litro di latte alla stalla costa nella migliore delle ipotesi tra i 37 e i 39 centesimi – stesso prezzo di 20 anni fa – e un litro di latte al consumo arrivi a costare da euro 1,30 fino ad euro 1,60. La vera e unica indicizzazione di cui il comparto zootecnico in provincia di Taranto ha bisogno è il vincolo indissolubile tra il prezzo del latte alla stalla e il costo di latte e formaggi che i

giovedì 27 novembre 2014

"Serve un prezzo per il latte, a rischio il futuro delle stalle"

Intervista di AgroNotizie a Ettore Prandini, vicepresidente di Coldiretti: "Positivo il Tavolo convocato ieri al Mipaaf. La qualità e il valore prodotti dagli allevatori hanno dei costi da sostenere"

Fonte notizia:

Vicepresidente di Coldiretti e presidente delle Federazione della Lombardia e della provincia di Brescia, Ettore Prandini ha segue da anni le trattative sul prezzo del latte, che per la prima regione lattiero casearia d’Italia significa decidere il futuro di molte stalle, come afferma nell’intervista ad AgroNotizie. 

Non è un caso se fra il 2003 e il 2013 – secondo un’analisi di Coldiretti Lombardia pubblicata all’inizio di ottobre - il numero delle stalle lombarde è diminuito di oltre il 30%, passando da 8.761 a 6.042, che significa scendere a meno di 5mila allevamenti se si vanno ad escludere dal computo le realtà che trasformano in proprio o fanno vendita diretta. In media, rileva Coldiretti, in Lombardia sono sparite oltre

sabato 15 novembre 2014

Lattiero-caseario, cambiare strategia per uscire dalla crisi

Latte e formaggi reggono l'impatto con la "spending review" familiare: le vendite restano stabili. Ma per rilanciare il settore è necessario cambiare l'approccio dei produttori

Fonte notizia:

Nel giro di un anno il latte spot in Italia ha perso il 29,2% in valore. A livello comunitario, il latte alla stalla ha perso l’8,5%, mentre negli Stati Uniti le quotazioni sono passate nel giro di 12 mesi da 33,47 a 44,01 euro/100 kg, con un balzo in avanti del 31,5 per cento. Accelerazioni e decelarazioni che devono far riflettere, in un mondo globalizzato come quello del latte, dove la velocità e i rovesciamenti di fronte sui mercati è piuttosto rapida e non sempre prevedibile. Spostando l’attenzione sull’Europa e sull’Italia in particolare, la

sabato 8 novembre 2014

Parmalat annuncia aumento del prezzo di latte e yogurt

Foto tratta da "sole 24 ore"
Fonte notizia:
Per far fronte alla crisi del settore lattiero-caseario e dello yogurt Parmalat aumenterà nei prossimi mesi i prezzi dei prodotti in vendita. Lo ha annunciato il direttore generale, Yvon Guerin, nel corso della presentazione dei risultati del terzo trimestre 2014. Il gruppo di Collecchio ha già aumentato i prezzi per “i prodotti unbranding su scaffale”, anche se al momento “il consumo è stabile o negativo e in molti mercati la domanda rimane abbastanza piatta”.

Il 2014, ha spiegato Guerin in conference call, “e’ un anno molto difficile” per il settore lattiero-caseario per diversi motivi, in particolare per i prezzi dell’acquisto del latte “piu’ elevati di quanto ci attendessimo in Canada e negli Stati Uniti” e per

venerdì 7 novembre 2014

Prezzo del latte, Filiera in pericolo. Fava scrive al ministro Martina

Dopo la rottura delle trattative, l'assessore lombardo all'Agricoltura chiede la convocazione di un tavolo con la Gdo. E lancia l'allarme: "Filiera in pericolo"

 Fonte notizia:

Sulla rottura delle trattative sul prezzo del latte, dopo l’abbandono nei giorni scorsi del negoziato da parte delle organizzazioni agricole per un’offerta non adeguata alle richieste da parte dell’industria di trasformazione, l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, ha scritto oggi al ministro delle Politiche, Maurizio Martina, chiedendo “la convocazione di un tavolo che aiuti e guidi le parti nella definizione di un prezzo equo del latte”.
Nella lettera, Fava chiede al “ministro lombardo” Martina un “intervento straordinario sia nell’intensità che nei modi”. Ciò significa, appunto, “la convocazione di un tavolo nazionale in cui tutta la filiera, permettendomi di suggerirti la partecipazione anche delle Distribuzione Organizzata, che