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mercoledì 30 marzo 2022
domenica 27 marzo 2022
domenica 10 novembre 2019
Latte, nuovo prezzo alla stalla: trovato l’accordo in Lombardia
Fonte:
Raggiunto un nuovo accordo sul prezzo del latte alla stalla in Lombardia.
Lo rende noto la Coldiretti regionale nel sottolineare che l’intesa è
stata siglata con Italatte, società del gruppo Lactalis, la più
importante industria casearia a livello nazionale.

“Un risultato che – precisa la Coldiretti regionale – arriva al
termine di una trattativa serrata condotta da Coldiretti, con le altre
associazioni di rappresentanza, dopo che la multinazionale francese
aveva provato a rivedere in maniera unilaterale i prezzi, violando i
contratti in essere.
«Ripartiamo da questa nuova intesa – ha detto Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Lombardia – per gettare le basi per la programmazione delle imprese agricole nei prossimi mesi».
«L’accordo – precisa la Coldiretti Lombardia – prevede la chiusura dell’anno in corso con un prezzo medio alla stalla di 40,5 centesimi al litro.
Per il 2020 sarà ancora in vigore il meccanismo dell’indicizzazione con
il mantenimento del paniere con le quotazioni del Grana Padano e il
prezzo medio del latte nei Paesi UE partendo da una base di 37 centesimi
al litro. Inoltre ogni azienda agricola dovrà certificare il rispetto del benessere animale.
Infine, sono previsti incontri periodici tra le parti, che ogni quattro
mesi si ritroveranno per analizzare l’andamento del mercato lattiero
caseario».
«Il valore del latte in Lombardia – conclude la Coldiretti regionale –
è uno strategico punto di riferimento per le quotazioni a livello
nazionale considerato che nelle stalle lombarde si munge oltre il 40% di tutto il prodotto italiano grazie a un patrimonio di circa 500 mila vacche da latte».
venerdì 18 ottobre 2019
LACTALIS (CADEMARTORI) DISDICE IL CONTRATTO SUL PREZZO DEL LATTE. CIA LOMBARDIA: MOTIVAZIONI NON CONDIVISIBILI

Tra le motivazioni alla base di tale decisione il gruppo francese
cita “l’imprevedibile prezzo del Grana Padano” riferendosi al
significativo aumento di prezzo della Dop, che è uno dei prodotti
lattiero caseari presenti nel paniere adottato come indice per la
formazione del valore della materia prima. “La quotazione del Grana
Padano (formaggio che non è peraltro nella nostra gamma di produzione)”,
scrive la multinazionale, “causa un aumento insostenibile del
differenziale di prezzo rispetto ai nostri competitor mettendo a rischio
la nostra capacità di continuare ad acquistare gli stessi volumi di
latte”.
Una posizione inaccettabile secondo Paolo Maccazzola, presidente di Cia Centro Lombardia e responsabile latte regionale, soprattutto se si considera che il prezzo del latte
giovedì 18 aprile 2019
Numeri del latte, giù il prezzo
Le quotazioni del latte
spot segnano il passo e anche il prezzo medio europeo è in leggero
ribasso. La ripresa del mercato potrebbe essere aiutata dal calo della
produzione di latte.
Fonte:
Battuta d'arresto per il prezzo del latte spot, quello venduto fuori contratto.
Dopo un periodo di ininterrotta crescita, nelle ultime settimane si registra qualche cedimento, sia per le provenienze nazionali, sia per il prodotto tedesco e francese.
Per gli allevatori è giunto il momento di preoccuparsi?
Un'occhiata al grafico dell'andamento dei prezzi del latte spot sulla
piazza di Lodi, mercato di riferimento per questo prodotto, invita all'ottimismo.
In questa fase dell'anno il trend delle quotazioni è normalmente in flessione, come si nota guardando l'andamento dei due anni precedenti.
Rincuora poi constatare che il prezzo attuale è comunque sopra a quello dello scorso anno.
Se poi il trend seguirà le curve degli anni precedenti, ci attende ancora qualche settimana di ribassi, ma poi le quotazioni dovrebbero riprendere forza.
Non è detto che avvenga, varie componenti a livello globale possono interferire con questo trend e ribaltarne il percorso.

Andamento del prezzo del latte spot negli ultimi tre anni (fonte: Assolatte)

I mercati internazionali
Non resta che andare a vedere cosa succede sui mercati internazionali utilizzando le analisi sul mercato del latte messe a disposizione dalla Commissione europea.
Iniziamo dal prezzo medio del latte, anch'esso allineato a quanto avviene per il latte spot e si può notare il moderato ribasso dello 0,2% registrato in febbraio.
Iniziamo dal prezzo medio del latte, anch'esso allineato a quanto avviene per il latte spot e si può notare il moderato ribasso dello 0,2% registrato in febbraio.
I prodotti lattiero-caseari
Non meno importante è osservare come si muovono i prezzi dei principali prodotti lattieri a livello mondiale.
E' interessante notare che il latte in polvere (intero e scremato) spunta prezzi più bassi nella Ue rispetto a quelli
E' interessante notare che il latte in polvere (intero e scremato) spunta prezzi più bassi nella Ue rispetto a quelli
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“Nel nome del Latte”: a Strasburgo la mostra fotografica di Francesco Pintore
Fonte:
Dopo
l’appuntamento di fine marzo a Milano con l’esposizione al Palazzo
delle Stelline, la mostra fotografica “Nel nome del latte” fa tappa a
Strasburgo, dove il 16 e il 17 aprile sarà visitabile all’interno del
Parlamento Europeo (LOW Building – 1st floor – Main Hall)
Il
progetto fotografico promosso dall’Europarlamentare Stefano Maullu –
con le fotografie del giornalista sardo Francesco Pintore – arriva
dunque nel cuore delle Istituzioni Europee, portando all’attenzione di
un pubblico internazionale la lotta dei pastori durante le recenti
proteste e istantanee del lavoro quotidiano nel mondo delle campagne
sarde.
L’Autore
Francesco Pintore,
giornalista professionista di Desulo (Nuoro), lavora nella redazione de
quotidiano L’Unione Sarda di Cagliari. Ha iniziato a fotografare
all’inizio degli anni Novanta.
“Da
più di un anno sto lavorando a un progetto fotografico sul pastoralismo
in Sardegna – spiega Francesco Pintore -. Conosco abbastanza il mondo
delle campagne. Sono figlio e nipote di pastori e pertanto ho seguito
con grande interesse la recente protesta degli allevatori sardi Mi piace
l’idea che la protesta, sia pure attraverso le fotografie, approdi al
Parlamento europeo. Il futuro del comparto agropastorale dell’Isola è
legato alle decisioni e alle scelte delle istituzioni comunitarie, in
particolare la nuova Pac per il periodo 2020-2027. Si tratta di una
serie di provvedimenti molto attesi nel mondo delle campagne e non solo.
Spero che la prossima assemblea, dopo le elezioni del 23 maggio, sia in
grado di dare risposte anche alle 12 mila aziende sarde”.
IL Promotore
Stefano Maullu,
Europarlamentare milanese di origini sarde: i suoi genitori sono
emigrati nei primi anni ’50 in cerca di lavoro, è cresciuto nella Milano
del boom economico, ha fatto
venerdì 15 marzo 2019
Il DiProSiLaC Ragusa al Tavolo Zootecnico Regionale
Fonte:
Il distretto produttivo siciliano lattiero caseario, ha partecipato alla
riunione del tavolo zootecnico regionale voluto dal Presidente della
Regione on. Nello Musumeci e presieduto dall’assessore regionale per
l’agricoltura Edy Bandiera con a fianco il dirigente generale del
dipartimento agricoltura Carmelo Frititta e altri funzionari degli
assessorati alla salute e alle attività produttive. Presente anche un
funzionario dell’ufficio del Presidente.
Il DiProSiLaC è stato rappresentato dai componenti del comitato
esecutivo, Rosario Petriglieri per l’area Iblea e per la Sicilia
orientale e Sebastiano Tosto per la Sicilia occidentale e le aree
interne che hanno preliminarmente chiesto la rimodulazione del tavolo
zootecnico che, in quanto tale, non può non includere tutto ciò che
riguarda anche il latte vaccino e non comprendere anche il Consorzio di
tutela del Ragusano dop ed il Corfilac come già sollecitato dal
presidente, Enzo Cavallo, con nota dello scorso 5 marzo con la quale è
stato sottolineato che non si può parlare di zootecnia e riferirsi solo
ad una parte di essa e non comprendere fra i rappresentanti dei consorzi
di tutela proprio quelli del Ragusano. Così come non può parlarsi di
zootecnia e di filiera lattiero casearia senza tenere conto del Corfilac
(per il quale – è stato sottolineato – si resta ancora in attesa della
più volte auspicata e sollecitata intesa per la costituzione
dell’organismo amministrativo e per la individuazione del presidente,
legale rappresentante senza il quale l’attività del Consorzio è
paralizzata).
La riunione del tavolo si è rivelata alquanto vivace ed utile per individuare una serie di dati e di elementi sui quali occorre operare per l’attivazione di correttivi e di avviare e migliorare iniziative volte alla valorizzazione del latte locale e dei latticini (a partire dalla ricotta utilizzata per la preparazione dei dolci tipici siciliani con in testa la classica cassata siciliana e l’apprezzatissimo cannolo siciliano) e dei formaggi ottenuti dalla filiera produttiva ovina.
Tante le proposte messe sul tavolo, tante e tutte qualificate e qualificanti, segno che il sentiero imboccato dal governo siciliano potrebbe essere quello giusto.
“Tante volte abbiamo lamentato scarsa attenzione – ha dichiarato Rosario Petriglieri – oggi non si è parlato solo di problemi bensì si punta ad ascoltare gli attori che, più che in passato, puntano a proporre soluzioni, piuttosto che piangere solo sui problemi”
E di soluzioni strutturali si è parlato, di soluzioni a medio e lungo termine, come si conviene a imprenditori appassionati. Il Governo sembra esserci, i produttori ci sono e sono determinati a voler trovare soluzioni, il DiProSiLaC non farà mancare il suo apporto e il suo impegno.
“Siamo fiduciosi – ha concluso Petriglieri – si fiduciosi che si intraprenda un percorso virtuoso che punti a promuovere certamente i prodotti, ma sostanzialmente a migliorarne sempre più la qualità e a dare una sempre maggiore e migliore identità mediante una etichettatura chiara e l’attuazione di controlli serrati”


La riunione del tavolo si è rivelata alquanto vivace ed utile per individuare una serie di dati e di elementi sui quali occorre operare per l’attivazione di correttivi e di avviare e migliorare iniziative volte alla valorizzazione del latte locale e dei latticini (a partire dalla ricotta utilizzata per la preparazione dei dolci tipici siciliani con in testa la classica cassata siciliana e l’apprezzatissimo cannolo siciliano) e dei formaggi ottenuti dalla filiera produttiva ovina.
Tante le proposte messe sul tavolo, tante e tutte qualificate e qualificanti, segno che il sentiero imboccato dal governo siciliano potrebbe essere quello giusto.
“Tante volte abbiamo lamentato scarsa attenzione – ha dichiarato Rosario Petriglieri – oggi non si è parlato solo di problemi bensì si punta ad ascoltare gli attori che, più che in passato, puntano a proporre soluzioni, piuttosto che piangere solo sui problemi”
E di soluzioni strutturali si è parlato, di soluzioni a medio e lungo termine, come si conviene a imprenditori appassionati. Il Governo sembra esserci, i produttori ci sono e sono determinati a voler trovare soluzioni, il DiProSiLaC non farà mancare il suo apporto e il suo impegno.
“Siamo fiduciosi – ha concluso Petriglieri – si fiduciosi che si intraprenda un percorso virtuoso che punti a promuovere certamente i prodotti, ma sostanzialmente a migliorarne sempre più la qualità e a dare una sempre maggiore e migliore identità mediante una etichettatura chiara e l’attuazione di controlli serrati”
sabato 13 ottobre 2018
Nuovo report sui costi del latte in 6 paesi europei mostra un divario tra costi di produzione e prezzi alla produzione
Fonte:
Pubblicata una panoramica degli ultimi dati di Francia, Germania, Danimarca, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi

I risultati degli ultimi calcoli dei costi di produzione del latte in sei paesi europei
mostrano in termini economici oggettivi – nero su bianco – che il
businness quotidiano per i produttori di latte è pessimo: i costi di
produzione ed i prezzi del latte alla stalla si stanno allontanando!
Anche nei cosiddetti “anni buoni”, cioè quelli tra le varie crisi del
settore lattiero caseario, i prezzi sono permanentemente al di sotto dei
costi di produzione.
Secondo l’ultimo studio del Bureau for Rural Sociology and Agriculture (BAL), “Qual è il costo della produzione di latte?”, il costo medio di produzione del latte
in 5 anni in sei paesi europei è stato tra 41 e 46 centesimi per
chilogrammo di latte. Tuttavia, i prezzi pagati al produttore durante lo
stesso periodo erano compresi in media tra i 32 e i 35 centesimi per
chilogrammo di latte. “Ogni mese i produttori di latte europei vanno in
rosso”, afferma l’autrice dello studio, dott.ssa Karin Jürgens. “Se
questo problema non viene risolto, diventerà sempre più difficile per
gli allevatori – sia grandi che piccoli – continuare a produrre latte in
Europa”.
Nel 2017, i costi di produzione in tutti i sei paesi,
comprensivi dei compensi e degli investimenti netti medi, erano
significativamente più alti dei prezzi del latte e si collocavano tra i 43,39 centesimi/kg della Germania e 48,89 centesimi/kg del Lussemburgo. E anche senza considerare gli investimenti netti necessari, il deficit medio in 5 anni è stato significativo, essendo compreso tra il 14% della Danimarca e il 27% di Belgio e Francia.
![]() |
Costi di produzione del latte (in blu) e investimenti netti (in grigio) rispetto ai prezzi del latte alla stalla (in rosso): i prezzi non coprono mai i costi di produzione degli allevatori |
Per Erwin Schöpges,
allevatore di bovine da latte di Amel nel Belgio orientale e presidente
dello European Milk Board
mercoledì 18 aprile 2018
Gli industriali abbassano unilateralmente il prezzo del latte, sul mercato si affacciano Bulgaria e Romania

La decisione unilaterale di rivedere il prezzo alla stalla è stata
giudicata negativamente da Confagricoltura. Secondo l’organizzazione
degli imprenditori agricoli è necessario attendere i prossimi mesi, in
quanto l’indice riproduce fedelmente l’andamento del mercato, ma con
almeno quattro mesi di traslazione temporale. Il ribasso di questi mesi
si farà quindi sentire più avanti nel prezzo del latte stalla. La decisione di Italatte è stata “replicata” da alcuni caseifici,
anche piemontesi, forti della loro importante posizione di mercato.
Questi stanno cercando di imporre ai conferenti quotazioni
inaccettabili, pur a fronte di un andamento di mercato positivo per
quanto riguarda i prodotti lattiero-caseario trasformati.
In questo quadro occorre rilevare che a livello commerciale per la prima volta l’Unione Europea si è affermata leader delle esportazioni,
superando la Nuova Zelanda. Da mesi però sta anche aumentando in modo
consistente la produzione di latte e si stanno affacciando sul mercato
nuovi Paesi produttori ed esportatori, quali la Bulgaria e la Romania.
In questo contesto esiste il rischio di uno squilibrio tra domanda e
offerta che produrrà, inevitabilmente, ripercussioni negative sul
mercato.
Pur tenendo presente che il mercato è globale e che è
lunedì 16 aprile 2018
Coldiretti: l'industria casearia specula sugli allevatori a danni dei consumatori

E’ la conferma – sostiene Coldiretti - di una
forte speculazione a danno dei consumatori ed allevatori. "Sono -
aggiunge Molinaro - milioni i litri di "latte equivalenti" tra cisterne
con latte, semilavorati, formaggi, cagliate e polveri di caseina per
essere imbustati o trasformati da tantissimi caseifici e diventare
magicamente mozzarelle, formaggi, latte
Latte, è tensione sul prezzo
Confagricoltura e Coldiretti prendono le distanze dalla proposta unilaterale ribassista di Italatte e valutano possibili risposte all'iniziativa.
Fonte:
C'è tensione sul prezzo del latte fra mondo agricolo e Italatte, gruppo della galassia Lactalis.
Nei giorni scorsi l'industria di trasformazione legata alla famiglia
Besnier avrebbe infatti inviato una lettera ai conferenti, proponendo
una deroga al contratto attualmente in vigore e stabilendo
unilateralmente un ribasso a partire da marzo: da 37 a 35,50 centesimi
al litro. Il motivo? Per Italatte l'abbassamento del prezzo andrebbe
ricondotto al trend di mercato ribassista in questa prima parte del
2018.
Inutile dire che su questo fronte i sindacati agricoli, su tutti Confagricoltura e Coldiretti, hanno censurato l'atteggiamento di Italatte,
denunciando anche il fatto che non sia l'unica industria di
trasformazione che si sta orientando a pagare di meno le consegne di
latte.
"Riteniamo inaccettabile le proposta unilaterale di Italatte - commenta Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia - perché
è grave agire senza un preventivo confronto tra le parti. Il meccanismo
di indicizzazione nel 2017 ha fotografato perfettamente la situazione
del mercato e questo viene riconosciuto anche da Italatte". "Per quanto riguarda il 2018 - continua ancora Boselli - è necessario attendere i prossimi mesi:
infatti tutti gli operatori della filiera sanno che l'indice riproduce
fedelmente l'andamento del mercato, ma con almeno quattro mesi di
traslazione temporale: il ribasso di questi mesi si farà quindi sentire
più avanti nella definizione del prezzo alla stalla".
Secondo Confagricoltura Lombardia, in un settore così delicato e così importante per il made in Italy agroalimentare, non è possibile procedere in modo unilaterale. "Sottoporremo la questione agli organi della Federazione di prodotto latte di Confagricoltura - conclude Boselli – e in quella sede valuteremo come rispondere a questa iniziativa di Italatte".
Dello stesso tenore l'intervento di Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia,
che chiede lo stop al far-west di prezzi tagliati senza alcuna
consultazione preliminare con gli
venerdì 23 febbraio 2018
Importazioni selvagge di latte dall'estero
Preoccupati i produttori per crollo dei prezzi ed i consumatori per la qualità dei prodotti
Fonte:

"All'emergenza prezzi - ha stigmatizzato Giorgio Apostoli, Capo Servizio Zootecnia della Confederazione Nazionale Coldiretti - si aggiunge il problema grave che molte partite di prodotto non riescono a trovare acquirenti e molti caseifici stanno comunicando agli allevatori la decisione unilaterale di sospendere il ritiro del latte anche per 15 giorni, mentre dalle frontiere italiane passano ogni giorno 24 milioni di litri di "latte equivalente" tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate e polveri di caseina, per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all'insaputa dei consumatori".
Gli allevatori devono vendere 2 litri di latte - dice Coldiretti Puglia - per bersi un caffè al bar, quattro litri per comprare un pacchetto di caramelle, quattro litri per una bottiglietta di acqua al bar e quasi 15 litri per un pacchetto di sigarette.
"Un fiume di latte sta invadendo la Puglia - ha incalzato il Vicepresidente di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo - a prezzi bassissimi, fino a € 0,23/0,24 franco stabilimento da Francia,
venerdì 9 febbraio 2018
Che ne sarà del latte?
Montagne di latte in polvere affollano i magazzini comunitari e scatta lo stop agli ammassi. Ora i produttori temono il crollo dei prezzi del latte. Occorre una politica di riduzione della produzione europea. Fonte:
Articolo di Angelo Gamberini - Appena tre anni fa, o poco meno, si festeggiava l'addio alle quote latte. Oggi quasi siamo pronti a rimpiangerle. Tutta
colpa delle montagne di latte in polvere che nel frattempo si sono
accumulate nei magazzini comunitari. Come è potuto accadere?
Quando il mercato del latte è in sofferenza e i prezzi scendono al di sotto di livelli prefissati dalle norme comunitarie, scatta un meccanismo di "intervento" che prevede l'acquisto del latte in eccesso a prezzi predefiniti e la sua trasformazione in latte in polvere.
Questo viene stoccato nei magazzini comunitari in attesa di "tempi migliori" per essere reimmesso sul mercato. Intanto il mercato, liberato dell'eccesso produttivo, può riprendere fiato e i prezzi tornare su livelli tali da consentire un margine agli allevatori. In passato questo meccanismo portò alla formazione di enormi quantità di latte in polvere, costose da gestire e impossibili da smaltire. E nacquero le quote latte per frenare la produzione, mentre si provvedeva a smaltire l'eccesso di latte in polvere.
Troppo latte
Con l'addio alle quote la produzione europea è tornata a
sabato 3 febbraio 2018
A Fieragricola e' il Milk Day, focus prezzi e zootecnia
Fonte:

La zootecnia, con un valore nazionale della produzione superiore a 16 miliardi di euro, pari a un terzo dell'agricoltura nel suo complesso, è uno dei pilastri sui quali si fonda da
giovedì 19 ottobre 2017
I custodi dei formaggi delle Madonie: “Ma l’Europa impone regole assurde”
Fonte:

In Sicilia uno dei
territorio tradizionalmente più vocati alla zootecnia ed alla produzione
lattiero casearia è sempre stato quello delle Madonie. Nel solo
distretto madonita operano infatti oltre 100 produttori autorizzati di
latte ovino, per un totale di 36 mila capi di bestiame, di cui 25 mila
destinata alla produzione di latte. Queste cifre danno l’idea
dell’importanza della pastorizia nel tessuto economico delle Madonie. Ma
la crisi sta mettendo in ginocchio quello che per più di un secolo è
stato il settore traino di questo territorio.
I problemi sono cominciati da quando il prezzo di acquisto del latte
alla stalla, da parte delle aziende di trasformazione
lunedì 8 maggio 2017
Prezzo basso del latte, grido disperato della coldiretti
Fonte:

giovedì 27 novembre 2014
"Serve un prezzo per il latte, a rischio il futuro delle stalle"
Intervista di AgroNotizie a
Ettore Prandini, vicepresidente di Coldiretti: "Positivo il Tavolo
convocato ieri al Mipaaf. La qualità e il valore prodotti dagli
allevatori hanno dei costi da sostenere"
Fonte notizia:
Vicepresidente di Coldiretti e presidente delle Federazione della Lombardia e della provincia di Brescia, Ettore Prandini ha segue da anni le trattative sul prezzo del latte,
che per la prima regione lattiero casearia d’Italia significa decidere
il futuro di molte stalle, come afferma nell’intervista ad AgroNotizie.
Non è un caso se fra il 2003 e il 2013 – secondo un’analisi di Coldiretti Lombardia pubblicata all’inizio di ottobre - il numero delle stalle lombarde è diminuito di oltre il 30%, passando da 8.761 a 6.042, che significa scendere a meno di 5mila allevamenti se si vanno ad escludere dal computo le realtà che trasformano in proprio o fanno vendita diretta. In media, rileva Coldiretti, in Lombardia sono sparite oltre
sabato 15 novembre 2014
Lattiero-caseario, cambiare strategia per uscire dalla crisi
Latte e formaggi reggono l'impatto con la "spending review" familiare: le vendite restano stabili. Ma per rilanciare il settore è necessario cambiare l'approccio dei produttori
Fonte notizia:
Nel giro di un anno il latte spot in Italia ha perso il 29,2% in valore. A livello comunitario, il latte alla stalla ha perso l’8,5%,
mentre negli Stati Uniti le quotazioni sono passate nel giro di 12 mesi
da 33,47 a 44,01 euro/100 kg, con un balzo in avanti del 31,5 per
cento. Accelerazioni e decelarazioni che devono far riflettere, in un mondo
globalizzato come quello del latte, dove la velocità e i rovesciamenti
di fronte sui mercati è piuttosto rapida e non sempre prevedibile.
Spostando l’attenzione sull’Europa e sull’Italia in particolare, la
sabato 8 novembre 2014
Parmalat annuncia aumento del prezzo di latte e yogurt
Fonte notizia:

Il 2014, ha spiegato Guerin in
conference call, “e’ un anno molto difficile” per il settore
lattiero-caseario per diversi motivi, in particolare per i prezzi
dell’acquisto del latte “piu’ elevati di quanto ci attendessimo in
Canada e negli Stati Uniti” e per
venerdì 7 novembre 2014
Prezzo del latte, Filiera in pericolo. Fava scrive al ministro Martina
Dopo la rottura delle trattative, l'assessore lombardo all'Agricoltura chiede la convocazione di un tavolo con la Gdo. E lancia l'allarme: "Filiera in pericolo"
Fonte notizia:
Sulla rottura delle trattative sul prezzo del latte,
dopo l’abbandono nei giorni scorsi del negoziato da parte delle
organizzazioni agricole per un’offerta non adeguata alle richieste da
parte dell’industria di trasformazione, l’assessore all’Agricoltura
della Lombardia, Gianni Fava, ha scritto oggi al ministro delle Politiche, Maurizio Martina, chiedendo “la convocazione di un tavolo che aiuti e guidi le parti nella definizione di un prezzo equo del latte”.
Nella lettera, Fava chiede al “ministro lombardo” Martina un “intervento straordinario sia nell’intensità che nei modi”. Ciò significa, appunto, “la
convocazione di un tavolo nazionale in cui tutta la filiera,
permettendomi di suggerirti la partecipazione anche delle Distribuzione
Organizzata, che
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