Trasmesso il 24 marzo 2025
lunedì 24 marzo 2025
giovedì 2 dicembre 2021
Lactalis acquisisce Kraft Heinz per 3,3 miliardi di dollari
La multinazionale che opera nell'industria lattiero-casearia Lactalis ha ufficializzato l'acquisto di Kraft Heinz per 3,3 miliardi di dollari.
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Foto tratta da Terra e Vita - Edagricole |
Fonte: Articolo di Luca Venturino
Nel settore del formaggio è appena avvenuto un passaggio di testimone storico: la multinazionale francese Lactalis, infatti, ha appena completato l’acquisizione di Kraft Heinz
per un totale complessivo di 3,3 miliardi di dollari. La manovra sposta
dunque marchi iconici come Craker Barrell, Breakstone e l’intera linea
di formaggi naturali e grattugiati Kraft nel portafoglio di un’altra
azienda, che per gestire i neo acquisti ha aperto un nuovo ufficio a
Chicago.
A rigor del vero l’accordo tra i due brand risale al settembre del 2020, ma venne rallentato dall’intervento tempestivo del Dipartimento di Giustizia, preoccupato che la manovra avrebbe portato a un monopolio nel settore della feta negli Stati Uniti e nel mercato della ricotta di New York. Lactalis ha dunque dovuto vendere alcuni marchi in modo da raggiungere i termini dell’accordo antitrust stipulato nel mese di novembre.
“La vendita dei nostri marchi di formaggi naturali è un’altra pietra miliare nella nostra rapida trasformazione”, ha dichiarato il CEO di Kraft Heinz Miguel Patricio in un comunicato stampa. “Questa cessione è un ottimo esempio dell’agile gestione del nostro portafoglio, e crediamo che aiuterà Kraft Heinz a migliorare il suo profilo di crescita generale, il focus strategico e la flessibilità finanziaria”.
mercoledì 9 dicembre 2020
Le associazioni: «Il governo approfitta del momento per introdurre la coltivazione degli ogm in Italia»
La denuncia arriva da quattro associazioni molto attive sul versante dell'ambiente e della salute, Isde, European Consumers, Navdanya International e Gruppo Unitario per le Foreste Italiane: «Approfittando della generale attenzione rivolta a ben altro, il Governo è in procinto di emanare quattro decreti legislativi che, di fatto, introducono la coltivazione degli OGM in Italia senza dibattito, senza confronti, ignorando le ragioni di chi con prove sperimentali e scientifiche ha dimostrato la loro pericolosità».
«Approfittando del tragico momento attuale e della generale attenzione rivolta a ben altro, il Governo è in procinto di emanare quattro decreti legislativi che, di fatto, introducono la coltivazione degli OGM in Italia contro il volere della generalità dei cittadini, senza dibattito alcuno, senza confronti e approfondimenti con la collettività, ignorando sistematicamente le ragioni di chi con prove sperimentali e scientifiche ha dimostrato la pericolosità degli stessi OGM per la salute umana ed animale e per l’integrità e la salubrità dell’ambiente - si legge nel comunicato stampa delle quattro
domenica 2 agosto 2020
Impatto dell’emergenza “Coronavirus” sui sistemi zootecnici italiani
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Immagine tratta dal sito: "Agricoltura.it" |

In questo contesto è evidente la necessità che i decisori politici possano disporre di pareri tecnico-scientifici che consentano loro di individuare gli strumenti più efficaci per aiutare gli allevatori e massimizzare gli effetti degli sforzi economici al fine di riportare il settore verso la normalità. Tale necessità è tanto più evidente dal momento che si moltiplicano pareri, spesso pittoreschi e privi di fondamento tecnico-scientifico, che delineano soluzioni tecniche poco praticabili le quali, in mancanza di alternative, potrebbero far perdere di efficacia gli interventi messi in campo dal decisore politico. L’Accademia dei Georgofili e l’ASPA hanno elaborato un documento su “Impatto dell’emergenza coronavirus sui sistemi zootecnici italiani”, con l’obiettivo di individuare le principali criticità che affliggono le aziende in questa complessa fase, delineando così gli itinerari tecnici
domenica 10 maggio 2020
LATTE, PREZZO IN CALO DEL 20% E PERDITE STIMATE PER OLTRE 1 MLD
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Foto tratta dal sito: "ticinonotizie" |

mercoledì 2 ottobre 2019
Olanda, migliaia di trattori diretti verso Aja per protestare contro il governo
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foto tratta da ![]() |

martedì 11 giugno 2019
Parmalat, Coldiretti: "Lactalis taglia posti di lavoro

"Si tratta – sottolinea Prandini - della conferma delle preoccupazioni sui rischi dell'ingombrante presenza della Lactalis in Italia dove si è già comprata i marchi nazionali Parmalat, Locatelli, Invernizzi, Galbani e Cadermartori e controlla circa 1/3 del mercato nazionale in comparti strategici del settore lattiero caseario".
"Gli esuberi annunciati dalla Lactalis – rileva Prandini - seguono la minaccia della multinazionale di ridurre unilateralmente il prezzo del latte alla stalla sottoscritto solo pochi mesi fa con gli allevatori italiani, in controtendenza rispetto all'andamento del mercato. Ora – conclude il presidente di Coldiretti - devono essere resi pubblici tutti i termini dell'accordo e pretese adeguate garanzie sulle produzioni, sulla tutela delle denominazioni dalle imitazioni, sulla difesa dei posti di lavoro e sull'eventuale abuso di posizioni dominanti sul mercato lattiero caseario, strategico per il Made in Italy".
Anche i sindacati hanno chiesto a Lactalis di predisporre un piano sociale per l'occupazione, evitando di procedere
giovedì 30 maggio 2019
Se la Lactalis si compra anche il Parmigiano Reggiano. Buono, prezioso, da difendere

giovedì 18 aprile 2019
“Nel nome del Latte”: a Strasburgo la mostra fotografica di Francesco Pintore
mercoledì 20 febbraio 2019
I fondi europei divorati dall’allevamento intensivo: il 20% del budget Ue alla produzione di carne e latte.
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Foto tratta dal sito "Foodscovery" |

giovedì 14 febbraio 2019
La crisi del latte conferma il fallimento della PAC

Le responsabilità della PAC nella crisi del latte, ma in generale nelle ormai periodiche crisi dei prezzi delle produzioni agricole italiane, viene sottolineata dalla Coalizione italiana #CambiamoAgricoltura, che chiede per questo al Governo ed in particolare al Ministro dell’Agricoltura, Gian Mario Centinaio, un impegno serio per una vera riforma della PAC post 2020 che garantisca maggiore sostenibilità economica, ambientale e sociale alla nostra agricoltura. Partirà il 14 febbraio la discussione sulla revisione della PAC post 2020 da parte del Parlamento UE per decidere se ben più di un terzo delle spese comunitarie deve andare a favore di un’agricoltura pulita in grado di produrre cibo sano, ambiente, lavoro nell’interesse di tutti i cittadini oppure continuare come oggi a finanziare lo spopolamento delle campagne, l’impoverimento degli agricoltori e della qualità dei cibi e l’inquinamento da pesticidi. La Politica Agricola Comune della UE nonostante utilizzi circa il 38% del bilancio comunitario, pari a oltre 55 miliardi di Euro all’anno, ha clamorosamente fallito la ricerca di soluzioni efficaci ai problemi che affliggono il settore agricolo, l’agroecosistema e la società rurale. La crisi del latte di questa settimana è la dimostrazione evidente del fallimento della PAC. Le promesse di realizzare una politica equa e verde, con una necessaria semplificazione burocratica, fatte dall’ultima riforma non sono state mantenute. E’ ormai chiaro che l’attuale politica è inadeguata ad affrontare i problemi economici delle aziende agricole e non contribuisce a risolvere la crisi ambientale globale, come dimostra l’allarme lanciato nei giorni scorsi dai ricercatori in merito alla scomparsa degli insetti.
“Chiediamo al Governo e al Ministro Centinaio di sostenere la riforma per una Politica Agricola Comune (PAC) più coraggiosa a sostegno dell’ambiente e delle piccole aziende agricole. E’ il momento di decidere se continuare a promuovere un modello di agricoltura non più sostenibile per l’ambiente, i cittadini e i piccoli agricoltori oppure se è possibile fare un’alleanza tra istituzioni, cittadini, agricoltori e Ong per cambiare le cose”.
È questo il messaggio che le Associazioni AIAB,
venerdì 8 febbraio 2019
Rabobank: “Surplus di latte tedesco, un rischio per gli allevatori italiani”
Fonte:
mercoledì 30 gennaio 2019
Lactalis “smonta” Parmalat

Con questa riorganizzazione, Parmalat perderà ogni residua autonomia con la nascita di 9 divisioni, tre di prodotto (Formaggi, ingredienti e prodotti freschi), cinque geografiche e una dedicata all’export. Tutte saranno gestite da dirigenti francesi, uomini di fiducia di Besnier, e faranno capo a Lactalis. La stessa Parmalat viene accorpata a Lactalis Italia, la società della famiglia Besnier che gestisce le altre attività del gruppo francese in Italia, tra cui spicca Galbani, la storica azienda lombarda di latticini comprata 13 anni fa dal fondo Bc Partners.
Di fatto la conclusione di un’epoca, da quando nel 2011 Besnier ha dato il via alla scalata del gruppo di Collecchio investendo 4 miliardi di euro nell’azienda risanata da Enrico Bondi che ha lasciato una cassa ricca di liquidità (ben 1,5 miliardi di euro) frutto delle azioni revocatorie nei confronti delle varie banche. Soldi che sono serviti ad abbattere grandemente il costo dell’acquisizione da parte dei francesi.
Le ultime mosse della proprietà transalpina preoccupa il presidente di Copagri, Franco Varrascina: «chiediamo al Governo di contrastare con forza tale operazione e di attivarsi per stoppare una riorganizzazione che rappresenta un vero e proprio fallimento del sistema capitalistico italiano; il nostro Paese, infatti, dopo aver perso il marchio Parmalat, rischia ora seriamente di perdere anche la gestione di un’importante azienda, perpetrando un altro grave danno all’economia agricola e agroalimentare nazionale. Dopo il paventato trasferimento di gestione – continua Varrascina – si rischia concretamente di perdere anche lo stabilimento di Collecchio, nel parmense, che catalizza grandi quantità di prodotto nazionale; bisogna pertanto scongiurare tale rischio che potrebbe avere significative ripercussioni sui mercati e sulla produzione. Chiediamo la stessa attenzione riservata giustamente ad altre vicende, quale quella legata all’azienda Pernigotti, e invitiamo pertanto il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio ad attivarsi per limitare gli effetti di quello che a tutti gli effetti potrebbe essere un durissimo colpo per gli allevatori italiani e per l’immagine e l’economia del Paese, oltre a rappresentare una evidente sconfitta del sistema capitalistico e di un certo tipo di politica».
Inghilterra, liste di proscrizione vegan: pubblicati i dati di 6000 allevatori.

La mappatura di oltre 6000 allevamenti
L’elenco, sotto forma di mappa interattiva, è visibile al sito www.projectcalf.com e ha tracciato oltre 6mila fattorie su tutto il suolo britannico. Come riportato dal Daily Mail, questa iniziativa ha suscitato la rabbia delle migliaia di allevatori coinvolti loro malgrado nell vicenda. Sul sito, gli attivisti incitano senza mezzi termini a “documentare, protestare, mostrare a tutti” le condizioni di vita negli allevamenti. Per ogni azienda, oltre ai dati sensibili del proprietario, vi sono spesso foto scattate di nascosto da volenterosi militanti e che testimoniano le condizioni di vita del bestiame, e descrizioni più o meno fantasiose di quello che accade nelle strutture. Si tratta di un enorme progetto di citizen journalism, termine con cui si indica una raccolta di testimonianze, o notizie, o dati, che vede la “partecipazione attiva” dei cittadini comuni, grazie alla natura interattiva dei nuovi media e alla possibilità di collaborazione tra moltitudini offerta da Internet.
Le reazioni degli allevatori
“Questo tipo di iniziativa distruggerà le nostre vite“, protestano gli allevatori che temono per l’incolumità propria e
sabato 1 dicembre 2018
I numeri della carne: mercati in affanno

Siamo dunque lontani dai picchi massimi dell'anno raggiunti a inizio 2018.
Una ripresa più sostenuta si potrebbe avere in prossimità delle feste natalizie, ripetendo uno schema ciclico per il settore.
Stesso scenario per le scottone, mentre i baliotti da ristallo cedono pesantemente (-9,9%) fermandosi a 2,49 euro kg/peso vivo.
Un segnale preoccupante, che può essere interpretato come una scelta a non appesantire il carico di stalla.
Suini in caduta Più difficile la situazione per le carni suine, dove i prezzi mantengono il segno meno.
Pesante in particolare il calo dei suini di allevamento che nell'ultimo mese sono scesi del 4,3%.
Impietoso il confronto con lo scorso anno, quando le quotazioni erano di circa il 20% più elevate in ogni comparto.
sabato 13 ottobre 2018
Nuovo report sui costi del latte in 6 paesi europei mostra un divario tra costi di produzione e prezzi alla produzione

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Costi di produzione del latte (in blu) e investimenti netti (in grigio) rispetto ai prezzi del latte alla stalla (in rosso): i prezzi non coprono mai i costi di produzione degli allevatori |
lunedì 6 agosto 2018
L’EU Sicilia sull’allarme brucellosi: “Senza risultati i fondi verranno tagliati”

domenica 29 luglio 2018
Fra cinque mesi ritorna la fiera Eurotier dedicata alla zootecnia

Chi organizza questa mega-fiera è la tedesca Dlg, Deutsche Landwirtschaftsgesellschaft, una “associazione per l’agricoltura” che riunisce 27mila imprenditori tra agricoltori e operatori del settore agricolo. Dlg negli anni dispari, sempre in novembre e sempre ad Hannover, organizza un altro giga-evento, la fiera Agritechnica, questa non dedicata alla zootecnia ma alla meccanica agraria.
Una diramazione tricolore della Dlg è Dlg Italia, con sede a Bologna, guidata da Raffaele Talarico e che vede come responsabile per la fiera Eurotier Nicoletta Frioni.
Un’iniziativa di punta della fiera Eurotier è l’atteso Innovation Award, dove una occhiuta giuria di membri della Dlg valuta il