domenica 10 novembre 2019

Latte, nuovo prezzo alla stalla: trovato l’accordo in Lombardia

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Raggiunto un nuovo accordo sul prezzo del latte alla stalla in Lombardia. Lo rende noto la Coldiretti regionale nel sottolineare che l’intesa è stata siglata con Italatte, società del gruppo Lactalis, la più importante industria casearia a livello nazionale.
“Un risultato che – precisa la Coldiretti regionale – arriva al termine di una trattativa serrata condotta da Coldiretti, con le altre associazioni di rappresentanza, dopo che la multinazionale francese aveva provato a rivedere in maniera unilaterale i prezzi, violando i contratti in essere.
«Ripartiamo da questa nuova intesa – ha detto Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Lombardia – per gettare le basi per la programmazione delle imprese agricole nei prossimi mesi».
«L’accordo – precisa la Coldiretti Lombardia – prevede la chiusura dell’anno in corso con un prezzo medio alla stalla di 40,5 centesimi al litro. Per il 2020 sarà ancora in vigore il meccanismo dell’indicizzazione con il mantenimento del paniere con le quotazioni del Grana Padano e il prezzo medio del latte nei Paesi UE partendo da una base di 37 centesimi al litro. Inoltre ogni azienda agricola dovrà certificare il rispetto del benessere animale. Infine, sono previsti incontri periodici tra le parti, che ogni quattro mesi si ritroveranno per analizzare l’andamento del mercato lattiero caseario».
«Il valore del latte in Lombardia – conclude la Coldiretti regionale – è uno strategico punto di riferimento per le quotazioni a livello nazionale considerato che nelle stalle lombarde si munge oltre il 40% di tutto il prodotto italiano grazie a un patrimonio di circa 500 mila vacche da latte».

lunedì 28 ottobre 2019

A Gangi numeri da record per la Mostra mercato


"Grandissima": esemplare di charolaise regina della mostra
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Con numeri da record, si è conclusa domenica, la settima edizione della “Mostra mercato agro-zootecnica” di Gangi. 

Un successo con migliaia di visitatori e numerosi allevatori provenienti da tutte le province dell’Isola che hanno affollato il foro boario di contrada Piano. 
La kermesse dedicata alla zootecnia, promossa dall’associazione Sant’Isidoro in collaborazione con il Comune di Gangi, si candida a diventare una delle manifestazioni del settore più importanti di Sicilia. Una vera e propria vetrina per la zootecnia e l’agricoltura dove sono state presentate le migliori biodiversità di bovini, ovini, caprini ed equini. 
In una nota congiunta l’assessore all’agricoltura del Comune di Gangi Maria Barreca e il presidente dell’associazione Sant’Isidoro Giuseppe Dinolfo dichiarano: “ Esprimiamo il nostro compiacimento e ringraziamo chi ha collaborato alla riuscita della manifestazione, abbiamo ospitato allevatori provenienti dalle province di Palermo, Ragusa, Enna e Siracusa, hanno partecipato 40 aziende bovine, 7 aziende ovine, e ancora aziende che allevano suini ed equini, sono stati oltre 100 i bovini presenti di cui 86 i partecipanti al concorso interprovinciale A nacli, 12 le compravendite realizzate, mentre sono state 30 le aziende espositrici che hanno occupato gli spazi esterni”.

domenica 27 ottobre 2019

Reportage della 74.ma Fiera internazionale della zootecnia di Cremona

 74.ma Fiera internazionale della zootecnia di Cremona.


Iniziamo dal Finale:
  Il video

 


 


Non c'è ancora molto materiale su questa edizione della Fiera di Cremona,
se nei prossimi giorni dovessimo trovare altro. lo presenteremo su questo sito.

venerdì 18 ottobre 2019

LACTALIS (CADEMARTORI) DISDICE IL CONTRATTO SUL PREZZO DEL LATTE. CIA LOMBARDIA: MOTIVAZIONI NON CONDIVISIBILI


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MILANO – Con una lettera inviata agli allevatori negli ultimi giorni di settembre, in tempo utile (entro il 30 settembre) per impedire il tacito rinnovo, Italatte società del Gruppo Lactalis proprietaria dei marchi Galbani, Cadermatori, Invernizzi e Parmalat ha disdetto il contratto sul prezzo del latte a decorrere dall’1 gennaio 2020.
Tra le motivazioni alla base di tale decisione il gruppo francese cita “l’imprevedibile prezzo del Grana Padano” riferendosi al significativo aumento di prezzo della Dop, che è uno dei prodotti lattiero caseari presenti nel paniere adottato come indice per la formazione del valore della materia prima. “La quotazione del Grana Padano (formaggio che non è peraltro nella nostra gamma di produzione)”, scrive la multinazionale, “causa un aumento insostenibile del differenziale di prezzo rispetto ai nostri competitor mettendo a rischio la nostra capacità di continuare ad acquistare gli stessi volumi di latte”.
Una posizione inaccettabile secondo Paolo Maccazzola, presidente di Cia Centro Lombardia e responsabile latte regionale, soprattutto se si considera che il prezzo del latte

mercoledì 2 ottobre 2019

Carne bovina e latticini in crisi, vendite in crollo entro il 2030: qual è il nuovo scenario che ci attende?

In un futuro non troppo lontano l’industria della carne e dei latticini vivranno una crisi profonda, con prodotti a base vegetale in continua espansione: lo rivela un report stilato dal think tank indipendente RethinkX, che analizza la situazione economica del mercato globale e il suo andamento in base allo sviluppo di nuove tecnologie produttive
 
 Fonte:
L’industria della carne bovina e quella lattiero-casearia sono in crisi, e crolleranno entro il 2030: ad affermarlo è un report stilato dal think tank indipendente RethinkX, il cui pronostico lascia a questa tipologia di industrie meno di 11 anni di vita. Secondo il report, entro questa data il numero di bovini rinchiusi negli allevamenti intensivi degli Stati Uniti subirà un calo del 50% e in generale l’industria zootecnica andrà incontro al fallimento.
Ma non basta: secondo le previsioni, le nuove tecnologie sostituiranno rapidamente il modo in cui vengono prodotte attualmente le proteine, eliminando definitivamente la necessità dell’allevamento animale tradizionale. Al suo posto verrà messo in atto un sistema noto come “Food-as-Software”, che secondo gli esperti permetterà di ridurre sensibilmente la produzione di rifiuti, risultando al contempo
  • 100 volte più efficiente in termini di sfruttamento di terreni;
  • 10-25 volte più efficiente in termini di utilizzo delle materie prime;
  • 20 volte più efficiente in termini di tempo;
  • 10 volte più efficiente in termini di sfruttamento delle risorse idriche.

Carne e latticini sempre più economici, sulla scia dello zucchero

Lo zucchero, si sa, è presente praticamente in ogni prodotto confezionato e questo è dovuto alla sua capacità di migliorare considerevolmente il sapore dei cibi insieme al suo prezzo irrisorio. Secondo il report, carne e prodotti  lattiero-caseari subiranno nei prossimi anni una crisi produttiva di portata eccezionale, che unita alle nuove tecnologie di

Il falegname-allevatore di Frigintini che ha recuperato lo Spino degli Iblei

Salvo Garofalo alleva la razza di "pastore siciliano" che rischiava l'estinzione. Lo "Spino degli Iblei" dal 2015 è nel registro ufficiale delle razze canine grazie al Club del pastore siciliano. 
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di C. Greco

FRIGINTINI (Modica). Il Viggo Mortensen degli Iblei esiste e abita a Frigintini. Moderno Aragorn, non combatte per difendere la Terra di Mezzo, ma per far conoscere un cane che ha rischiato di estinguersi, lo Spino degli Iblei.
Salvo Garofalo, di mestiere fa il falegname, come suo padre, ma la sua passione “parallela” è sempre stata per gli animali, eredità raccolta nelle estati trascorse nella masseria di nonno Orazio, nella piana di Gela. Finita la scuola se ne andava lì ad aiutare il nonno che allevava pecore e vacche ed è lì che si è innamorato dello Spino degli Iblei, lo storico cane pastore siciliano che oggi alleva.
Fra i suoi “gioielli” Talìna un esemplare di cinque anni bianco

Olanda, migliaia di trattori diretti verso Aja per protestare contro il governo

10.000 agricoltori diretti all'Aja. Oltre 1.000 km ingorghi

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1 OTTOBRE  -  Oggi migliaia di agricoltori stanno bloccando le strade dei Paesi Bassi con trattori e veicoli agricoli mentre si recano verso la città di Aja (capitale politica dei Paesi Bassi) per una enorme protesta.
Gli agricoltori stanno percorrendo la strada verso la capitale politica del paese come parte della protesta Agractie contro il piano del D66 (partito politico Democratici 66) di dimezzare la quantità di mucche nei Paesi Bassi al fine di ridurre le emissioni di azoto e liberare spazio per più case.
Circa 10.000 agricoltori si stanno recando all'Aia non solo per i motivi sopracitati ma anche per essere stati ingiustamente accusati del problema dell'inquinamento da azoto nel paese, una delle principali questioni politiche nei Paesi Bassi al momento.
L'organizzazione stradale e automobilistica del paese, ANWB, ha dichiarato in un comunicato che nel paese ci sono lunghi ingorghi causati dai trattori: oltre 1.000 chilometri di strade sono del tutto intasate.
Si tratta di una delle peggiori paralisi stradali della storia del paese europeo con code di 40km solo sulla strada tra Utrecht e l’Aja.
Le organizzazioni agricole affermano che i loro membri sono stufi di essere descritti da politici, media e attivisti come inquinanti e maltrattatori di animali. Il consiglio comunale di Aja ha dato il permesso a 75 trattori di raggiungere la città e gli altri saranno dirottati sulla spiaggia di Scheveningen o nel parcheggio della squadra di calcio ADO Den Haag. Almeno un agricoltore è già stato arrestato per aver guidato in posti vietati per evitare blocchi stradali. Tra i cartelli svettava un semplice hashtag: "Nessun contadino, niente cibo"

Latte sardo, una bomba pronta a (ri)esplodere

Il prezzo del latte corrisposto ai pastori sardi continua ad essere basso nonostante gli accordi di marzo. E sull'isola tornano le proteste. Facciamo il punto


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articolo di Tommaso Cinquemani

Lo scorso febbraio i pastori sardi hanno tenuto in scacco l'intera regione protestando contro il prezzo del latte ovino considerato troppo basso per garantire la sopravvivenza delle aziende agricole. Gli italiani hanno ancora bene in mente le immagini del latte rovesciato in strada dai pastori, come anche le autobotti date alle fiamme dai contestatori più facinorosi. Dopo che l'ex ministro all'Agricoltura Centinaio aveva aperto un tavolo di confronto le proteste si erano sedate. In queste settimane però sull'isola sono ripresi gli sversamenti di latte (come si può vedere nel video qui sotto). E dunque qual è la situazione del comparto oggi?
 

Le ragioni della crisi

A febbraio agli allevatori veniva corrisposto un prezzo di 0,60 euro per ogni litro di latte conferito nei centri di trasformazione. I rappresentanti dei pastori tuttavia dichiararono che con un costo di produzione di 0,95 euro al litro il prezzo a loro offerto non era economicamente sostenibile. Da qui le proteste. I trasformatori d'altro canto affermarono che vi era una sovrapproduzione di pecorino romano, il principale prodotto realizzato con il latte di pecora sarda, e con i prezzi così bassi era impossibile pagare il latte di più. 
L'8 marzo, dopo settimane di proteste e di discussioni, il Mipaaft si rese regista di un accordo che fissa a 0,74 euro il prezzo minimo del latte e stabilisce un meccanismo che lega il prezzo della materia prima a quello del pecorino romano, prevedendo dei conguagli nel caso in cui il prezzo del formaggio salga. A novembre ci dovrebbe essere tale conguaglio ma la situazione non sembra essere migliorata granché rispetto a febbraio.
 

La situazione attuale del comparto

"Se il conguaglio ci sarà sarà di pochi centesimi e sicuramente non raggiungerà l'euro al litro che i pastori hanno come obiettivo", spiega  Roberto Furesi, professore ordinario di Economia ed estimo rurale presso il dipartimento di Agraria dell'Università degli studi di Sassari e profondo conoscitore del settore. "L'accordo di marzo non ha risolto quelle problematiche alla base del settore che sono state la causa del crollo dei prezzi. E cioè la sovrapproduzione di formaggio e una mancanza di regia del comparto".

Negli anni passati si è assistito ad un vero boom delle vendite di pecorino romano, trainato soprattutto dall'export verso gli Stati Uniti. Sull'onda di prezzi crescenti gli allevatori sardi hanno espanso la produzione e quando poi, anche a causa dell'assenza di una strategia di promozione coordinata, la domanda di mercato è scesa, i trasformatori si sono trovati magazzini pieni e una sovrapproduzione di latte. Da qui il crollo delle quotazioni della materia prima e le proteste di febbraio.

"La stagione produttiva passata è stata scarsa perché i bassi prezzi di mercato del latte ovino hanno spinto molti allevatori a ridurre le produzioni. Anche le giacenze di formaggio sono calate drasticamente. In questa situazione e con la previsione di un prezzo del formaggio in crescita per l'anno prossimo è prevedibile che la produzione di pecorino romano torni a crescere. Questa tendenza, se non controllata, porterà inevitabilmente ad un nuovo calo della quotazione del latte ovino e alle proteste dei pastori", sottolinea Furesi.
 

Come uscire dalle crisi cicliche?

I problemi del settore sono molteplici. Uno è ad esempio il

martedì 24 settembre 2019

Il ministro Bellanova: incontro a breve con la filiera lattiero-casearia per azioni strategiche

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Una filiera di straordinaria importanza del valore di circa 15 miliardi di euro con quasi 3 miliardi di esportazioni, e che rappresenta uno degli assi fondamentali del made in Italy agroalimentare. Ai cui esponenti, pur non essendo fisicamente presente, la Ministra Teresa Bellanova ha voluto inviare il suo saluto oggi a Milano in occasione del Dairy Summit, l’appuntamento dedicato agli stati generali del settore.
Una filiera che testimonia quanto il made in Italy significhi impegno, passione, storia di imprese di produzione, trasformazione, distribuzione, e spesso anche integrazione ben riuscita.
Non a caso il saluto della Ministra ha preso le mosse dalla recente tragedia nell’azienda agricola di Arena Po’ per un pensiero ai familiari “delle quattro persone morte sul lavoro. Una pagina di integrazione riuscita si è trasformata in una tragedia che doveva essere assolutamente evitata. Dobbiamo garantire effettivamente un diritto inalienabile come quello alla sicurezza sul lavoro. Il mio impegno su questo fronte sarà assoluto e credo che per raggiungere il risultato servano investimenti seri sulla formazione e un’alleanza di tutta la filiera”.
“Attendo con interesse”, ha proseguito la Ministra Bellanova, “di ricevere gli impegni della Carta del latte. E anticipo già fin

Decreto Clima. Giù le mani dal gasolio agricolo!

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Nella bozza del DL Clima c’è paradossalmente anche un attacco senza precedenti all’agricoltura più green d’Europa che rischia di mettere fuori mercato il Made in Italy rispetto ai partner europei e di condannare all’abbandono e al dissesto idrogeologico gran parte del territorio nazionale. E’ quanto denuncia il Presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, in riferimento al provvedimento del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa nel sottolineare che la proposta di riduzione dei sussidi ritenuti ambientalmente dannosi colpirebbe anche i carburanti per la pesca e per l’agricoltura.
Il gasolio – spiega Prandini – è l’unico carburante utilizzabile al momento per i trattori e tassarlo non porterebbe alcun beneficio immediato in termini di utilizzo di energie alternative a favore delle quali dovrebbe invece essere sviluppato un programma di ricerca e di sperimentazione per i mezzi agricoli.

Gasolio agricolo, si rischia un pericoloso effetto domino

L’aumento dei costi del carburante ma anche la revisione della fiscalità sull’attività di allevamento – denuncia Prandini – costringerebbero semplicemente molti pescatori, agricoltori e allevatori a chiudere la propria attività con un devastante impatto ambientale soprattutto nelle aree interne piu’ difficili. Il risultato sarebbe solo la delocalizzazione delle fonti di approvvigionamento alimentare con un enorme costo ambientale legato all’aumento dei trasporti su gomma dall’estero.
L’aumento delle tasse sull’attività di impresa in agricoltura e nella pesca – sostiene Prandini – contraddice inoltre gli obiettivi definiti nel programma di Governo e fa perdere competitività al sistema italiano rispetto ai concorrenti degli altri Paesi europei che non sono colpiti dallo stesso inutile balzello.

venerdì 20 settembre 2019

Il consumo di suolo continua, in un anno 'persi' 2 metri quadri al secondo

I nuovi dati dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale): ricoperti di cemento 51 chilometri quadrati. E la metà delle aree viene distrutta in città.

 

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di Tommaso Tetro
Continua il consumo di suolo in Italia. Nel 2018 sono stati coperti con cemento o asfalto 51 chilometri quadrati di territorio, in media 14 ettari al giorno, 2 metri quadrati al secondo. E a pagare il prezzo più alto sono le città, dove soltanto nel 2018 si sono persi 24 metri quadrati per ogni ettaro di area verde. Una situazione che peggiora nelle zone dove c'è già uno stato di 'sofferenza'.
E' questo il cuore dei dati contenuti nel nuovo rapporto dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) dedicato al consumo di suolo nel nostro paese.

In generale quasi la metà della perdita di suolo, nell'ultimo anno, si concentra nelle aree urbane, il 15% in quelle centrali e semicentrali, il 32% nelle fasce periferiche e meno dense. E la cementificazione avanza senza sosta soprattutto nelle aree già molto compromesse: il valore è dieci volte maggiore rispetto alle zone meno consumate. A Roma, per esempio, in un solo anno si sono consumati 57 ettari di aree verdi (su 75 ettari di consumo totale). Il record spetta a Milano dove sono stati spazzati via 11 ettari di aree verdi (su un totale di 11,5 ettari). In controtendenza Torino che inverte la rotta e inizia a recuperare terreno, tanto che ha 'ritrovato' sette ettari di suolo nel 2018.

Il rapporto mette in evidenza che in generale è Roma, con un incremento di superficie artificiale di quasi 75 ettari, il comune italiano con la maggiore trasformazione, seguito da

giovedì 19 settembre 2019

Istituito tavolo ministeriale su Brucellosi e Tubercolosi in Sicilia

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“Siamo riusciti a far attivare a livello ministeriale il tavolo sulla Brucellosi e la Tubercolosi in Sicilia. Da troppo tempo le malattie animali stanno compromettono in maniera grave l’intero comparto zootecnico siciliano con gravi ripercussioni sull’intera economia isolana e costituiscono anche un serio pericolo per la salute umana. Da oggi partono finalmente una serie di risposte”.
A riferirlo è il deputato regionale M5S Antonio De Luca, componente della commissione regionale sanità dell’Ars, nonché tra i promotori del tavolo e designato dalla stessa commissione regionale a rappresentarla in seno ad esso.
“I piani regionali di eradicazione – spiega De Luca – hanno con tutta evidenza fallito e a nulla sono serviti i molteplici richiami fatti all’assessore Razza sin dal mio insediamento, sulla necessità di implementare e migliorare i controlli veterinari nelle province coinvolte.
Vista l’assenza di risposte da parte dell’assessore competente – prosegue il deputato – è stato necessario rappresentare la situazione direttamente al Ministro alla Salute Giulia Grillo, che ha prontamente attivato gli uffici del Ministero i quali, raccogliendo le preoccupazioni espresse anche dall’eurodeputato Ignazio Corrao, sempre attivo su queste tematiche e dal rappresentante dell’associazione degli allevatori Carmelo Galati Rando, ha prontamente istituito il tavolo tecnico che dovrà individuare le azioni necessarie per impedire l’ulteriore propagarsi delle malattie”.

“Spiace – conclude il deputato pentastellato – che l’Assessore Razza abbia sottovalutato i pericoli che derivano dal propagarsi delle zoonosi. Adesso è necessario intervenire con decisione e porre un freno a queste malattie. Diversamente la Sicilia, che probabilmente sarà costretta a restituire le quote di finanziamento attribuitele per i piani di eradicazione, perderebbe gli ulteriori finanziamenti di settore erogati dalla Commissione Europea e i nostri allevatori rischierebbero di trovarsi ancora una volta costretti a pagare un prezzo altissimo per colpe non loro”.

martedì 20 agosto 2019

I 20 gruppi lattiero-caseari più grandi del mondo nel 2019

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L’ultimo sondaggio annuale effettuato dagli analisti di Rabobank sulle più grandi aziende lattiero-casearie del mondo mette in evidenza i giganti di uno dei settori alimentari più preziosi a livello globale.
Nel 2018, la diminuzione dei prezzi delle materie prime, le condizioni meteorologiche avverse nelle principali regioni di esportazione, un forte dollaro USA e i cambi di valuta hanno influito sul fatturato combinato delle 20 principali industrie lattiero-casearie nel mondo. In termini di dollari USA, è stato registrato un aumento del 2,5% rispetto all’anno precedente, rispetto al 7,2% dell’anno precedente. Tuttavia, il fatturato combinato 2018 in termini di euro è diminuito del 2,0% rispetto alla tendenza al rialzo del 5,1% del 2017.
 


domenica 14 luglio 2019

Wisconsin, allevatori alla frutta

Dimezzato il numero delle fattorie negli ultimi 15 anni

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 La crisi del latte ha colpito anche gli Stati Uniti. Nel Wisconsin, la «Normandia americana», come l'ha definita Le Monde, terra che si è specializzata nella produzione di latte dopo aver abbandonato la soia e il mais, è andato tutto bene fino al 2010. Adesso le fattorie saranno costrette a chiudere inesorabilmente, al ritmo di due al giorno di fronte alla crisi del settore determinata dal crollo del prezzo del latte, sceso da 53 dollari a 35 dollari l'ettolitro, dopo il picco storico raggiunto nel 2014.
C'è chi chiede che il vicino Canada acquisti un po' più di latte, ma certo non può risolvere il problema dell'eccedenza produttiva degli Usa. Gli allevatori chiedono aiuti, ma i consumatori non vogliono pagare sovvenzioni pubbliche agli allevatori.
Gli allevamenti, perlopiù imprese famigliari, vengono messi all'asta con tutte le mucche, secondo quanto ha riportato Le Monde. In quindici anni il numero delle fattorie è dimezzato (7.800) e il loro valore è sceso al livello più basso ha riferito a Le Monde Darin Von Ruden, allevatore bio e presidente del sindacato agricolo del Wisconsin, uno degli Stati rurali che insieme a quelli operai ha determinato la vittoria di Donald Trump alla Casa Bianca nel 2016. Ma ora tutto può cambiare.

Intanto, si moltiplicano le richieste di aiuti. La fattoria di Sue Spaulding, molto indebitata, in cambio del latte riceve dalla

domenica 23 giugno 2019

Modica - FAM-MAC 2019: ogni anno un successo in crescendo

Campioni e campionesse Charolaise, Limousine e Modicana di livelli sempre più eccelsi. 


 

 


 
 

 
  

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