Sono passati esattamente due decenni dal giorno in cui gli allevatori a
Vancimuglio, nel Padovano, affrontarono la polizia innaffiando con il
letame l’autostrada Serenissima: da allora 80 mila allevamenti sono
stati chiusi.
Fonte:
80.000 allevamenti chiusi, 32.000 posti di
lavoro in meno e un contenzioso tutt’ora aperto con multe ancora da
versare all’Unione europea per 1,3 miliardi. 20 anni dopo Vancimuglio,
la situazione del settore zootecnico in Italia ha ancora le sue forte
criticità. Veneto in primis, dove gli allevamenti di vacche da latte
rappresentavano in alcune zone, come l’Alta padovana, una vera e propria
vocazione. Anche qui in 4 lustri sono rimaste in piedi un terzo delle
aziende e restano 450 milioni da pagare. «Numeri importanti per un
settore che è cambiato moltissimo in tutti questi anni» conferma il
vicentino Mauro Giaretta, leader storico della protesta degli
allevatori. All’inizio gli insorti erano un esercito, ora non sono
rimasti in tanti a percorrere la via giudiziaria «contro un sistema
ingiusto, un giro di compravendita di quote latte vertiginoso. Soldi che
si sarebbero potuti investire nell’innovazione e nel lavoro».
Si sono fatti il fegato grosso e hanno
tenuto duro fino ad oggi tra mille difficoltà. E la loro protesta ha
lasciato il segno. Oggi la ricordano con una cena amarcord a Camisano
Vicentino dove verrà proiettato un video con le immagini e i
protagonisti dei “gloriosi 72 giorni di presidio”: un momento conviviale
che pensavano raccogliesse le adesioni solo di qualche collega
nostalgico e che invece in un paio di giorni ha registrato più di 650
iscrizioni tra il Padovano e il Vicentino. «Ci hanno fatto sentire lo
stesso calore di allora. Se una cosa è rimasta uguale in questi 20 anni è
proprio la solidarietà della gente, che non è mai mancata».
La guerra del letame |
Correva l’anno 1997, un autunno umido e
“caldo” per gli allevatori veneti, a cui l’Unione Europea impone di
pagare le famigerate quote latte istituite nel 1984 e relative alle
campagne 1996-1997. Una mazzata di svariati milioni di lire fra capo e
collo. I produttori non ci stanno. Prendono i trattori e scendono in
strada un po’ in tutta Italia. In Veneto sono a