"Stanno portando avanti una serie di azioni che lasciano presagire una volontà negativa nel tentare una ennesima riduzione del prezzo del latte".
Fonte:
Da alcune settimane sono in atto strane manovre di alcune industrie e
multinazionali del comparto lattiero-caseario che, senza alcuna vera
motivazione ed in forma unilaterale, stanno portando avanti una serie di
azioni che lasciano presagire una volontà negativa nel tentare una
ennesima riduzione del prezzo del latte. Invece di affrontare un sistema
di individuazione del prezzo oggettivo, più adeguato alle imprese e ai
tempi, con una formula di calcolo trasparente come quella
dell’indicizzazione, alcune industrie si sono arroccate anche su
rappresentanze relative alle denominazione di origine che, logicamente,
nell’immaginario collettivo dovrebbero essere strumento in mano al mondo
produttivo agricolo. Il rischio è che certe denominazioni possano
diventare monopoli del mondo industriale, quasi sostituendosi ai brand aziendali e confondendo, così, i consumatori.
Manovre che tendono a mettere in confusione l’opinione pubblica e a
far credere che esistano andamenti di mercato giustificativi di un
tentativo di ribasso quando, al contrario, i principali prodotti
lattiero-caseari del paniere di riferimento segnano un andamento dei
prezzi in rialzo. Ne si son viste di tutti i colori in questi ultimi
mesi ed anni, dalle varie municipalizzate che si sono fortemente
allargate oltre i confini regionali alle grandi multinazionali che, dopo
aver acquisito i marchi italiani giocando sull’ambiguità, tentano di
non rispettare gli accordi sottoscritti. Tante manovre, tanti
cambiamenti con un solo scopo: abbassare il prezzo del latte ai
produttori e mettere in crisi un sistema economico altamente
specializzato, professionale e trasparente.
“Invitiamo la grande distribuzione a non cadere in questa miriade di
manovre e di specchietti per le allodole e di mantenere, invece, la
lucidità per poter individuare il giusto percorso – sottolineano Roberto Cabiale vicepresidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa
delegato Confederale – che valorizzi realmente le filiere legate al
territorio, sia di pianura sia di montagna, e che partono realmente
dalle imprese agricole radicate nella nostra regione. In quest’ultima,
dove ancora si fa fatica a rafforzare il tessuto economico, la nostra
agricoltura resta un volano fondamentale per un vero rilancio
dell’economia. Il mondo industriale dimostri al mondo dei consumatori,
con atti concreti, la volontà di investire sul territorio. Non vorremmo –
concludono Cabiale e Rivarossa – dover rispondere a quei segnali che
giungono dai Paesi extra Ue, in fase di grande crescita economica, molto
interessati alla qualità del latte piemontese trasformato”.
Nessun commento:
Posta un commento