Rassegna Fotografica dei Campioni e delle Campionesse della 45.ma FAM MAC (Fiera Agroalimentare Mediterranea) di Ragusa - Edizione 2019
domenica 29 settembre 2019
sabato 28 settembre 2019
martedì 24 settembre 2019
Il ministro Bellanova: incontro a breve con la filiera lattiero-casearia per azioni strategiche
Fonte:
Una filiera di straordinaria importanza del valore di circa 15
miliardi di euro con quasi 3 miliardi di esportazioni, e che rappresenta
uno degli assi fondamentali del made in Italy agroalimentare. Ai cui
esponenti, pur non essendo fisicamente presente, la Ministra Teresa
Bellanova ha voluto inviare il suo saluto oggi a Milano in occasione del
Dairy Summit, l’appuntamento dedicato agli stati generali del settore.
Una filiera che testimonia quanto il made in Italy significhi
impegno, passione, storia di imprese di produzione, trasformazione,
distribuzione, e spesso anche integrazione ben riuscita.
Non a caso il saluto della Ministra ha preso le mosse dalla recente tragedia nell’azienda agricola di Arena Po’ per un pensiero ai familiari “delle quattro persone morte sul lavoro. Una pagina di integrazione riuscita si è trasformata in una tragedia che doveva essere assolutamente evitata. Dobbiamo garantire effettivamente un diritto inalienabile come quello alla sicurezza sul lavoro. Il mio impegno su questo fronte sarà assoluto e credo che per raggiungere il risultato servano investimenti seri sulla formazione e un’alleanza di tutta la filiera”.
Non a caso il saluto della Ministra ha preso le mosse dalla recente tragedia nell’azienda agricola di Arena Po’ per un pensiero ai familiari “delle quattro persone morte sul lavoro. Una pagina di integrazione riuscita si è trasformata in una tragedia che doveva essere assolutamente evitata. Dobbiamo garantire effettivamente un diritto inalienabile come quello alla sicurezza sul lavoro. Il mio impegno su questo fronte sarà assoluto e credo che per raggiungere il risultato servano investimenti seri sulla formazione e un’alleanza di tutta la filiera”.
“Attendo con interesse”, ha proseguito la Ministra Bellanova, “di
ricevere gli impegni della Carta del latte. E anticipo già fin
Decreto Clima. Giù le mani dal gasolio agricolo!
Fonte:
Nella bozza del DL Clima c’è paradossalmente anche un attacco senza precedenti all’agricoltura più green d’Europa
che rischia di mettere fuori mercato il Made in Italy rispetto ai
partner europei e di condannare all’abbandono e al dissesto
idrogeologico gran parte del territorio nazionale. E’ quanto denuncia il
Presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, in riferimento al provvedimento del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa
nel sottolineare che la proposta di riduzione dei sussidi ritenuti
ambientalmente dannosi colpirebbe anche i carburanti per la pesca e per
l’agricoltura.
Il gasolio – spiega Prandini – è l’unico carburante utilizzabile al momento per i trattori e
tassarlo non porterebbe alcun beneficio immediato in termini di
utilizzo di energie alternative a favore delle quali dovrebbe invece
essere sviluppato un programma di ricerca e di sperimentazione per i
mezzi agricoli.
Gasolio agricolo, si rischia un pericoloso effetto domino
L’aumento dei costi del carburante ma anche la revisione della
fiscalità sull’attività di allevamento – denuncia Prandini –
costringerebbero semplicemente molti pescatori, agricoltori e allevatori
a chiudere la propria attività con un devastante impatto ambientale soprattutto nelle aree interne piu’ difficili.
Il risultato sarebbe solo la delocalizzazione delle fonti di
approvvigionamento alimentare con un enorme costo ambientale legato
all’aumento dei trasporti su gomma dall’estero.
L’aumento delle tasse sull’attività di impresa in agricoltura e nella
pesca – sostiene Prandini – contraddice inoltre gli obiettivi definiti
nel programma di Governo e fa perdere competitività al sistema italiano rispetto ai concorrenti degli altri Paesi europei che non sono colpiti dallo stesso inutile balzello.
venerdì 20 settembre 2019
Il consumo di suolo continua, in un anno 'persi' 2 metri quadri al secondo
I nuovi dati dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale): ricoperti di cemento 51 chilometri quadrati. E la metà delle aree viene distrutta in città.
Fonte:
Continua il consumo di suolo in Italia. Nel 2018 sono
stati coperti con cemento o asfalto 51 chilometri quadrati di
territorio, in media 14 ettari al giorno, 2 metri quadrati al secondo. E
a pagare il prezzo più alto sono le città, dove soltanto nel 2018 si
sono persi 24 metri quadrati per ogni ettaro di area verde. Una
situazione che peggiora nelle zone dove c'è già uno stato di
'sofferenza'.
E' questo il cuore dei dati contenuti nel nuovo rapporto dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) dedicato al consumo di suolo nel nostro paese.
In generale quasi la metà della perdita di suolo, nell'ultimo anno, si concentra nelle aree urbane, il 15% in quelle centrali e semicentrali, il 32% nelle fasce periferiche e meno dense. E la cementificazione avanza senza sosta soprattutto nelle aree già molto compromesse: il valore è dieci volte maggiore rispetto alle zone meno consumate. A Roma, per esempio, in un solo anno si sono consumati 57 ettari di aree verdi (su 75 ettari di consumo totale). Il record spetta a Milano dove sono stati spazzati via 11 ettari di aree verdi (su un totale di 11,5 ettari). In controtendenza Torino che inverte la rotta e inizia a recuperare terreno, tanto che ha 'ritrovato' sette ettari di suolo nel 2018.
Il rapporto mette in evidenza che in generale è Roma, con un incremento di superficie artificiale di quasi 75 ettari, il comune italiano con la maggiore trasformazione, seguito da
E' questo il cuore dei dati contenuti nel nuovo rapporto dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) dedicato al consumo di suolo nel nostro paese.
In generale quasi la metà della perdita di suolo, nell'ultimo anno, si concentra nelle aree urbane, il 15% in quelle centrali e semicentrali, il 32% nelle fasce periferiche e meno dense. E la cementificazione avanza senza sosta soprattutto nelle aree già molto compromesse: il valore è dieci volte maggiore rispetto alle zone meno consumate. A Roma, per esempio, in un solo anno si sono consumati 57 ettari di aree verdi (su 75 ettari di consumo totale). Il record spetta a Milano dove sono stati spazzati via 11 ettari di aree verdi (su un totale di 11,5 ettari). In controtendenza Torino che inverte la rotta e inizia a recuperare terreno, tanto che ha 'ritrovato' sette ettari di suolo nel 2018.
Il rapporto mette in evidenza che in generale è Roma, con un incremento di superficie artificiale di quasi 75 ettari, il comune italiano con la maggiore trasformazione, seguito da
giovedì 19 settembre 2019
Istituito tavolo ministeriale su Brucellosi e Tubercolosi in Sicilia
Fonte:
“Siamo riusciti a far attivare a livello ministeriale il tavolo sulla Brucellosi e la Tubercolosi in Sicilia. Da troppo tempo le malattie animali stanno compromettono in maniera grave l’intero comparto zootecnico siciliano con gravi ripercussioni sull’intera economia isolana e costituiscono anche un serio pericolo per la salute umana. Da oggi partono finalmente una serie di risposte”.
A riferirlo è il deputato regionale M5S Antonio De Luca, componente della commissione regionale sanità dell’Ars, nonché tra i promotori del tavolo e designato dalla stessa commissione regionale a rappresentarla in seno ad esso.
“I piani regionali di eradicazione – spiega De Luca – hanno con tutta evidenza fallito e a nulla sono serviti i molteplici richiami fatti all’assessore Razza sin dal mio insediamento, sulla necessità di implementare e migliorare i controlli veterinari nelle province coinvolte.
Vista l’assenza di risposte da parte dell’assessore competente – prosegue il deputato – è stato necessario rappresentare la situazione direttamente al Ministro alla Salute Giulia Grillo, che ha prontamente attivato gli uffici del Ministero i quali, raccogliendo le preoccupazioni espresse anche dall’eurodeputato Ignazio Corrao, sempre attivo su queste tematiche e dal rappresentante dell’associazione degli allevatori Carmelo Galati Rando, ha prontamente istituito il tavolo tecnico che dovrà individuare le azioni necessarie per impedire l’ulteriore propagarsi delle malattie”.
“Spiace – conclude il deputato pentastellato – che l’Assessore Razza abbia sottovalutato i pericoli che derivano dal propagarsi delle zoonosi. Adesso è necessario intervenire con decisione e porre un freno a queste malattie. Diversamente la Sicilia, che probabilmente sarà costretta a restituire le quote di finanziamento attribuitele per i piani di eradicazione, perderebbe gli ulteriori finanziamenti di settore erogati dalla Commissione Europea e i nostri allevatori rischierebbero di trovarsi ancora una volta costretti a pagare un prezzo altissimo per colpe non loro”.
A riferirlo è il deputato regionale M5S Antonio De Luca, componente della commissione regionale sanità dell’Ars, nonché tra i promotori del tavolo e designato dalla stessa commissione regionale a rappresentarla in seno ad esso.
“I piani regionali di eradicazione – spiega De Luca – hanno con tutta evidenza fallito e a nulla sono serviti i molteplici richiami fatti all’assessore Razza sin dal mio insediamento, sulla necessità di implementare e migliorare i controlli veterinari nelle province coinvolte.
Vista l’assenza di risposte da parte dell’assessore competente – prosegue il deputato – è stato necessario rappresentare la situazione direttamente al Ministro alla Salute Giulia Grillo, che ha prontamente attivato gli uffici del Ministero i quali, raccogliendo le preoccupazioni espresse anche dall’eurodeputato Ignazio Corrao, sempre attivo su queste tematiche e dal rappresentante dell’associazione degli allevatori Carmelo Galati Rando, ha prontamente istituito il tavolo tecnico che dovrà individuare le azioni necessarie per impedire l’ulteriore propagarsi delle malattie”.
“Spiace – conclude il deputato pentastellato – che l’Assessore Razza abbia sottovalutato i pericoli che derivano dal propagarsi delle zoonosi. Adesso è necessario intervenire con decisione e porre un freno a queste malattie. Diversamente la Sicilia, che probabilmente sarà costretta a restituire le quote di finanziamento attribuitele per i piani di eradicazione, perderebbe gli ulteriori finanziamenti di settore erogati dalla Commissione Europea e i nostri allevatori rischierebbero di trovarsi ancora una volta costretti a pagare un prezzo altissimo per colpe non loro”.
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