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Dalle stelle alle stalle: l’Associazione italiana Allevatori (Aia), un tempo organismo in grado di rappresentare un valore aggiunto tecnico per la filiera della zootecnia, oggi ha perso la sua autorevolezza e la sua indipendenza.
È la sintesi sullo stato dell’arte dell’organismo di rappresentanza degli allevatori italiani descritta sull’ultimo numero de L’Informatore Agrario.
Per il settimanale, chi comanda in Aia ha infatti preferito procedere a una severa razionalizzazione organizzativa piuttosto che investire sui servizi alle imprese associate. Il risultato è che oggi l’allevatore non è più al centro della funzionalità del sistema organizzato dall’associazione. Un tempo, grazie a una guida autorevole e indipendente, la zootecnia italiana rappresentava l’avanguardia a livello internazionale anche grazie all’Aia, la cui consulenza ora latita su tutti i fronti, dall’anagrafe zootecnica all’alimentazione del bestiame, dai servizi di igiene e veterinari al benessere degli animali.