False certificazioni per fare ottenere bonus dalla Regione
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Brescia, 11 maggio 2018 - Secondo la Procura di Brescia lo schema utilizzato dal cosiddetto Centro Latte presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna per
certificare fraudolentemente i dati analitici del latte per fare
ottenere alle aziende produttrici il premio "qualità latte, il
contributo della Ue elargito dalla Regione Lombardia che premia la qualità del latte in
base ad alcune caratteristiche, era semplice. Il produttore a seguito
di conformità delle analisi latte in autocontrollo chiedeva e otteneva
dal Centro Latte dello Zooprofilattico la conversione
di questi risultati in "analisi di routine pagamento del latte
qualità attestando falsamente uno scopo diverso del campionamento" e
certificando il conferimento come avvenuto in modalità "pagamento latte qualità, in luogo di quello reale avente scopo di autocontrollo e non utile ai fini dell’ottenimento del contributo Ue".
Nei guai sono finite 38 persone, 37 allevatori e produttori e R.B., direttore del Centro Latte dell’Istituto Zooprofilattico
che in qualità di pubblico ufficiale era incaricato di effettuare i
controlli routine e dell’invio delle comunicazioni relative
all’Organismo Pagatore Regionale. Tutti sono finiti nel registro degli
indagati e nelle scorse ore la Procura di Brescia ha inviato loro
l’avviso di chiusura indagini. Falso ideologico e truffa aggravata per
il conseguimento di erogazioni pubbliche i reati contestati a
vario
titolo a tutti gli indagati che ora avranno 20 giorni di tempo per farsi
ascoltare dal titolare dell’inchiesta, il pm Ambrogio Cassiani, o
depositare una memoria. Secondo la ricostruzione degli inquirenti i contributi che sarebbero stati ottenuti in maniera fraudolenta si aggirerebbero intorno ai 179.500 euro e coprirebbero i "premi qualità" del 2015 e 2016.
A far partire l’indagine la segnalazione della Unità operativa
veterinaria della Regione Lombardia che in occasione dell’ispezione del
25 novembre 2016 nel Centro Latte dello Zooprofilattico di Brescia aveva
riscontrato alcune anomalie sottolineando come "la condotta del
laboratorio sotto esame falsava il riconoscimento dei requisiti per il
pagamento agli allevatori del contributo qualità del latte". Per gli
inquirenti: "Il quadro emerso dalle indagini può solo essere definito
allarmante tenuto conto che l’indagine Ministero ha selezionato solo i
contributi illecitamente percepiti oltre i mille euro da una parte delle
aziende attive nel Bresciano".
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