sabato 29 dicembre 2018

Antibiotici negli allevamenti, il Parlamento europeo approva nuove restrizioni

Fonte:

Scrofe che trascorrono gran parte dell’esistenza in gabbie da gestazione, parto e allattamento senza potersi muovere, conigli rinchiusi in gabbiette più piccole di un foglio in formato A4, polli manipolati geneticamente per produrre quantità sempre maggiori di carne e di uova, la cui crescita innaturale impedisce loro di mantenersi sani. 
Gli animali negli allevamenti vivono in condizioni terribili e per evitare che muoiano anzitempo, ma anche per stimolarne la crescita e aumentarne il peso, vengono somministrate loro abnormi quantità di antibiotici. L’eccessivo ricorso a questi farmaci ha prodotto batteri estremamente resistenti, dando vita all’allarmante fenomeno dell’antibiotico-resistenza in grado di rendere inefficaci gli antibiotici necessari per preservare la salute umana.
Una minaccia mondiale.
Il 70 per cento degli antibiotici prodotti nel mondo viene utilizzato negli allevamenti intensivi, l’Italia è il secondo stato europeo (dopo la Spagna) che ne fa il maggior ricorso negli allevamenti. Il rischio di gravi pandemie provocate da ceppi

giovedì 20 dicembre 2018

2019, "rivoluzione" nelle stalle


Fonte:
Il nuovo anno, ormai alle porte, porterà con sé importanti novità per il mondo degli allevamenti.
Con il primo gennaio 2019 entrerà in funzione la ricetta elettronica, destinata a soppiantare tutte le procedure previste per le vecchie ricette su carta.

Lo prevede la legge 20 novembre 217, n.167 ("Legge europea") che all'articolo 3 recita "Disposizioni in materia di tracciabilità dei medicinali veterinari e dei mangimi medicati per il conseguimento degli obiettivi delle direttive 2001/82/CE e 90/167/CEE".
Sparisce così la trplice ricetta su carta (in realtà le copie sono quattro), scompare l'archivio dove il veterinario deve conservare le ricette e così pure l'archivio di stalla tenuto dall'allevatore.
Vantaggi anche per le farmacie e per le Asl che potranno a loro volta "rottamare" gli archivi delle ricette.
Con il nuovo sistema la prescrizione del veterinario sarà fatta su un computer (ma anche un telefono di ultima generazione o un tablet), ovviamente collegato a internet.
L'allevatore riceverà un numero con il quale potrà acquistare il farmaco, mentre la Asl avrà la possibilità immediata di controllare il corretto utilizzo del farmaco.
Se qualcosa non va per il verso giusto scattano i controlli, questa volta reali e non virtuali.
Ma quel che più conta è che si avrà la possibilità di conoscere con precisione cosa è utilizzato negli allevamenti e in quali quantità.
Distinguendo con altrettanta precisione se il farmaco veterinario è destinato ad animali in produzione o ad animali da affezione.

Vedremo con altrettanta precisione se corrisponde al vero l'elevato consumo di antibiotici del quale è accusata

Arriva il primo latte “PlanetProof” con elevati requisiti in termini di benessere degli animali, natura e clima

Fonte:

Il settore lattiero-caseario è impegnato per la sostenibilità

I primi cartoni di latte con l’etichetta “On the way to PlanetProof” sono ora nei negozi. Ciò consente ai consumatori di scegliere un latte più sostenibile che soddisfi elevati requisiti in termini di benessere degli animali, natura e clima. Questa etichetta creata da Stichting Milieukeur definisce lo standard per un approccio alla sostenibilità più ampio. FrieslandCampina è la prima azienda nel settore lattiero caseario a soddisfare i requisiti. Per pochi centesimi di più, i consumatori possono ora scegliere un prodotto lattiero-caseario più sostenibile e questo avvantaggia direttamente gli allevatori coinvolti.

La trasformazione dell’industria lattiero-casearia è realizzabile

Marjolijn Sonnema, “Director General Agro” del Ministero dell’Agricoltura, della Natura e della Qualità alimentare dei Paesi Bassi, ha detto: “Il nostro Ministero sta lavorando duramente per rendere il settore agricolo più sostenibile. Per questo motivo il Ministro Carola Schouten ha recentemente presentato la sua visione sul riciclaggio. Troviamo molto importante il fatto che così tanti produttori di latte abbiano risposto così rapidamente a “PlanetProof”, implementando anche il nostro programma sul riciclaggio. Stanno lavorando molto duramente e avranno una remunerazione maggiore per questo. “
Gijs Dröge, direttore di Stichting Milieukeur: “È un grande successo per gli allevatori di FrieslandCampina che, insieme all’azienda, potrebbero soddisfare tutti i requisiti del marchio di qualità e da oggi offrire nei Paesi Bassi l’opportunità di avere un minore impatto ambientale. ‘On the way to PlanetProof’ coinvolge diversi ambiti della sostenibilità

sabato 1 dicembre 2018

I numeri della carne: mercati in affanno

Stabile la situazione per le carni bovine in Italia, ma in flessione nella Ue. Difficoltà per il comparto suino, con prezzi assai più bassi rispetto allo scorso anno. Scarsa propensione ad aumentare i ristalli
Fonte:
Prezzi stabili per i vitelloni italiani, che stando alle rilevazioni di Ismea quotano a fine novembre 2,37 euro kg/peso vivo, con una modesta ripresa (appena lo 0,1%) rispetto sia al mese precedente, sia allo stesso periodo dello scorso anno.

Siamo dunque lontani dai picchi massimi dell'anno raggiunti a inizio 2018.
Una ripresa più sostenuta si potrebbe avere in prossimità delle feste natalizie, ripetendo uno schema ciclico per il settore.
Stesso scenario per le scottone, mentre i baliotti da ristallo cedono pesantemente (-9,9%) fermandosi a 2,49 euro kg/peso vivo.
Un segnale preoccupante, che può essere interpretato come una scelta a non appesantire il carico di stalla.
Suini in caduta Più difficile la situazione per le carni suine, dove i prezzi mantengono il segno meno.
Pesante in particolare il calo dei suini di allevamento che nell'ultimo mese sono scesi del 4,3%.

Impietoso il confronto con lo scorso anno, quando le quotazioni erano di circa il 20% più elevate in ogni comparto.

lunedì 26 novembre 2018

Carne coltivata, via libera negli USA: ormai si tratta solo di lavorare sulla regolamentazione della vendita

Fonte:
E’ di questi giorni la notizia trasmessa da due agenzie statunitensi, che hanno annunciato che già dal 2020, hamburger e controfiletti sintetici, ovvero creati in laboratorio partendo da colture cellulari, potrebbero arrivare sulle tavole di tutto il Mondo.

Gli Stati Uniti, hanno infatti dato il via libera alla vendita di questi prodotti, comunicando che si occuperanno degli aspetti regolatori e della loro sicurezza, attraverso un comunicato congiunto dell’Usda, dipartimento per l’agricoltura statunitense e quello dell’Fda, per il cibo e le medicine, rimuovendo così l’ultimo ostacolo legislativo ad un uso su larga scala.

E’ dal 2013 che si sente parlare di “carne artificiale”; fu il ricercatore olandese Mark Post a compiere i primi esperimenti in tal senso, che come risultato videro il primo hamburger realizzato in laboratorio, in due anni di lavoro che costò circa 325mila Dollari.

Dopo quella sensazionale scoperta, furono diverse le aziende che iniziarono a riprodurre lo stesso prodotto, ottenendo gli stessi risultati di Mark Post; dalle statunitensi Memphis Meat e Finless Food, all’israeliana Aleph farm, all’olandese Mosa Meat, ed è per questo che le previsioni possono garantire, che entro il 2020 arrivi pronto nei piatti.

Negli Stati Uniti l’Fda si occuperà della raccolta e della conservazione delle cellule, nonché della crescita e della

domenica 11 novembre 2018

Perché giocano con lo spread?

Solo da un bravissimo economista, di origini contadine, poteva arrivare un modo nuovo di interpretare l'economia.
 
Valerio Malvezzi è uno studioso, economista e professore italiano fondatore di "Win the Bank".

(Storie di vita e di inganni) "In questo video offro una lettura diversa dell'economia, tentando di parlare a chi non si rassegna a perdere cose più preziose del denaro: il lavoro, gli affetti, la vita stessa".
Valerio Malvezzi


"I veri maestri sono quelli che imparano non quelli che insegnano"
Valerio Malvezzi


Qui il video di Sky cui il prof. Malvezzi fa riferimento 

sabato 20 ottobre 2018

A CremonaFiere l'agro-zootecnia del futuro

Nel salone Agrinnovation Summit le più recenti tecnologie, startup e innovazioni dedicate al settore. Presenti i principali brand internazionali con un programma da 130 eventi. Focus su Ceta, mondo del latte, e trattamento delle acque con Watec Italy 2018

Fonte: 

Tecnologia, innovazione, mercati internazionali e le più moderne ed efficienti soluzioni per l'agro-zootecnia. È questo il profilo della nuova edizione delle Fiere zootecniche internazionali di Cremona, dal 24 al 27 ottobre prossimi a CremonaFiere.
L'unica rassegna esclusivamente zootecnica di respiro internazionale organizzata in Italia, e fra le principali a livello internazionale per il mondo agro-zootecnico, vedrà susseguirsi ben 130 eventi fra presentazioni, incontri, workshop, dimostrazioni e approfondimenti, oltre alla presenza di 800 marchi internazionali del settore.

Agroinnovation Summit

Il 2018 è segnato soprattutto dalla prima edizione dell'Agrinnovation Summit, salone diffuso dedicato all'innovazione e alle tecnologie applicate al settore agro-zootecnico. Saranno presenti alcune delle più interessanti startup del settore.
Agrinnovation Summit è pensato per offrire soluzioni concrete a chi è in cerca di un miglioramento dei processi produttivi, del prodotto stesso e del rapporto costi-benefici, l'Agrinnovation Summit offrirà un panorama completo su tutto ciò che riguarda la tecnologia a servizio dell'agro-zootecnia.
Il salone è stato realizzato da CremonaFiere in collaborazione con alcuni dei più importanti enti di ricerca come il Wageningen University, Research, Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano e Università di Brescia, Università Cattolica, Crea Centro di ricerca zootecnia e acquacoltura, Crpa - Centro ricerche produzioni animali e Aita - Associazione italiana di tecnologia alimentare.
Agrinnovation e il futuro delle filiere agroalimentari: le nuove prospettive per una produzione di qualità è il titolo del convegno che si terrà il 25 ottobre alle ore 10.00 con la partecipazione di Martin Scholten, general director of the Wageningen UR animal sciences group, Karina Pierce, associate professor of Dairy production - School of Agriculture and food science University College Dublin, Andrea Galli (Crea) e Adelfo Magnavacchi (Crpa).

Le Fiere zootecniche internazionali di Cremona si compongono di sei filoni:
  • 73esima Fiera internazionale del bovino da latte. Storica manifestazione leader in Italia e protagonista in Europa, accoglie i migliori marchi internazionali di attrezzature e servizi per la zootecnia da latte e l'agricoltura. Inoltre ospita ogni anno la Mostra nazionale di Razza Frisona

sabato 13 ottobre 2018

Nuovo report sui costi del latte in 6 paesi europei mostra un divario tra costi di produzione e prezzi alla produzione

 Fonte:
Pubblicata una panoramica degli ultimi dati di Francia, Germania, Danimarca, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi
I risultati degli ultimi calcoli dei costi di produzione del latte in sei paesi europei mostrano in termini economici oggettivi – nero su bianco – che il businness quotidiano per i produttori di latte è pessimo: i costi di produzione ed i prezzi del latte alla stalla si stanno allontanando! Anche nei cosiddetti “anni buoni”, cioè quelli tra le varie crisi del settore lattiero caseario, i prezzi sono permanentemente al di sotto dei costi di produzione.
Secondo l’ultimo studio del Bureau for Rural Sociology and Agriculture (BAL), “Qual è il costo della produzione di latte?”, il costo medio di produzione del latte in 5 anni in sei paesi europei è stato tra 41 e 46 centesimi per chilogrammo di latte. Tuttavia, i prezzi pagati al produttore durante lo stesso periodo erano compresi in media tra i 32 e i 35 centesimi per chilogrammo di latte. “Ogni mese i produttori di latte europei vanno in rosso”, afferma l’autrice dello studio, dott.ssa Karin Jürgens. “Se questo problema non viene risolto, diventerà sempre più difficile per gli allevatori – sia grandi che piccoli – continuare a produrre latte in Europa”.
Nel 2017, i costi di produzione in tutti i sei paesi, comprensivi dei compensi e degli investimenti netti medi, erano significativamente più alti dei prezzi del latte e si collocavano tra i 43,39 centesimi/kg della Germania e 48,89 centesimi/kg del Lussemburgo. E anche senza considerare gli investimenti netti necessari, il deficit medio in 5 anni è stato significativo, essendo compreso tra il 14% della Danimarca e il 27% di Belgio e Francia.
Costi di produzione del latte (in blu) e investimenti netti (in grigio) rispetto ai prezzi del latte alla stalla (in rosso): i prezzi non coprono mai i costi di produzione degli allevatori
Per Erwin Schöpges, allevatore di bovine da latte di Amel nel Belgio orientale e presidente dello European Milk Board

sabato 1 settembre 2018

«Stritolati dai prezzi, stalle al lumicino»

Foto tratta dal sito: "Giudicarie.com"
Fonte:
Montegalda è ormai a secco di stalle e allevamenti. L’impietoso bollettino vede ridotte a quattro quelle attive, a fronte delle decine che si contavano fino a un ventennio fa. Quattro aziende superstiti che potrebbero ridursi ulteriormente con l’annuncio che almeno due chiuderanno a breve. L’allevamento più grande conta 450 vacche da latte, mentre le tre non superano i 150 animali. Con 3.800 residenti, Montegalda potrebbe presto trovarsi con appena due stalle e una manciata di animali. Una questione tentacolare che vede il rimpallo di responsabilità tra Regione, Stato ed Europa. La realtà invece, mostra come il pragmatismo delle statistiche denunci la profonda crisi della nostra produzione lattiero-casearia, che arriva a malapena a coprire il 47% del fabbisogno nazionale. Ci siamo spinti a compiere un “tour”, proprio tra le ultime aziende di Montegalda per capire se continuerà l’attività. Per Giorgio Tonello, 62 anni, proprietario della più grande tra le aziende dell’area, con oltre 450 vacche spiega che «il nostro unico padrone ormai, è il mercato globale, imposto dalla grande distribuzione, che da anni ci asfissia con il “latte spot”, dove il prezzo al produttore viene pagato meno di 40 centesimi al litro. Se sapessi di poter vendere domani l’attività, la chiuderei oggi stesso. Sono di una generazione di allevatori che viene dal passato, quando con 10 quintali di latte allora riuscivi a comprare una casa. Oggi con l’Europa che ci attanaglia, il mutuo da pagare dopo l’ampliamento aziendale del 2000, i figli che non fanno più il nostro mestiere e l’enorme problema di trovare manodopera anche straniera, a

Riunito a Torino il Tavolo del Latte. Confagricoltura: "Sviluppare la collaborazione tra allevatori e industriali"

"Obietivo: valorizzare le nostre straordinarie capacità produttive”


 Fonte:

Valorizzare la qualità e intensificare i rapporti nell’ambito della filiera per un miglior riconoscimento delle produzioni "made in Piemonte”. Sono queste le proposte avanzate oggi pomeriggio, venerdì 31 agosto, da Confagricoltura Piemonte al Tavolo del Latte presieduto dall'assessore regionale all'Agricoltura Giorgio Ferrero.
All'incontro che si è svolto a Torino nella sede dell’assessorato all’agricoltura della Regione, Confagricoltura è intervenuta con una delegazione composta dal presidente di Torino (e allevatore) Tommaso Visca, dal direttore regionale Valter Parodi e dal direttore di Torino Ercole Zuccaro. Tra gli argomenti affrontati la semplificazione della tabella qualità, con un incentivo al miglioramento delle produzioni, l'ulteriore valorizzazione del marchio Piemunto, che passi anche attraverso un riconoscimento economico ai produttori che mettono a disposizione la materia prima per la realizzazione delle specialità ottenute con latte esclusivamente piemontese, e un maggior raccordo con l'industria di trasformazione per un pieno sfruttamento delle potenzialità produttive del territorio.
“Il Piemonte, con il 9% della produzione nazionale, si colloca al quarto posto in Italia per la produzione di latte, contribuendo a realizzare specialità casearie particolarmente apprezzate dai consumatori. Per questo - dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte - è indispensabile lavorare in modo sinergico con l'industria di trasformazione, per valorizzare ulteriormente il lavoro dei nostri allevatori “.
Dopo il confronto di oggi il Tavolo del Latte tornerà a riunirsi nuovamente il 19 settembre prossimo.

martedì 21 agosto 2018

MEDITERRAE: si continua ad esaltare l'anima contadina della nostra terra

Post Pubblicità
La Cooperativa MEDITERRAE, dal 6 agosto 2018, ha affiancato alla produzione e vendita del lattiero-caseario, anche il settore Gastronomia e Market. Un locale (in Via Aldo Moro 5 a Modica) dove poter gustare in loco o portare via una vasta gamma di piatti tipici della tradizione iblea e modicana: focacce di tutti i tipi, arancini, piatti caldi e freddi (sia primi che secondi), pane e bevande di produzione locale oltre, naturalmente, tutti i prodotti lattiero-caseari realizzati nel proprio caseificio.



giovedì 16 agosto 2018

Inquinamento da azoto nell'Adriatico, emergenza anossia

Fonte:
Quasi ogni anno, tra la fine di Agosto e la prima metà di Settembre, un'area del mare Adriatico muore per mancanza di ossigeno. Una tragedia silenziosa causata dalla eccessiva presenza di Azoto nelle acque e che rischia di passare inosservata. La ragione del sovraccarico di Azoto è la presenza lungo il bacino del fiume Po della cosiddetta "food valley" italiana, ovvero il gran numero di allevamento di bovini e suini.
Lungo il bacino del Po sono allevati all'incirca 5,2 milioni di suini, 4,1 milioni di bovini e 48,5 milioni di avicoli. L'azoto che deriva dagli scarti di questi allevamenti (letame) finisce nel fiume per le ragioni più diverse, attraverso scarichi illegali e/o come sta accadendo in questo periodo di temporali per le piogge forti. La destinazione finale di questo Azoto è l'alto Adriatico.
A metà degli anni '80 la concentrazione di azoto era di 2-3mg per litro di acqua, a metà degli anno '90 era già salita a 6mg, attualmente ci sono delle zone in cui si arriva a 100mg per litro. Il motivo principale di questo aumento incontrollato sta nella mancanza di equilibrio tra la zootecnia e le coltivazioni, il letame che prima era considerato un prodotto da utilizzare, oggi è diventato solo uno scarto di cui liberarsi.

mercoledì 8 agosto 2018

Fiera San Michele 2018 a Sermoneta: la Cremona del Sud

Fiera San Michele 2018 a Sermoneta, Comune al lavoro per l'organizzazione
Fonte:
E’ al lavoro l’Amministrazione comunale di Sermoneta per l’organizzazione dell’edizione 2018 della Secolare Fiera di San Michele presso l’area mercato di Piedimonti-Monticchio. Uno degli appuntamenti cardine del panorama fieristico regionale, è atteso sia dagli operatori commerciali che dal pubblico di tutto il sud del Lazio.

L’edizione 2018 è in programma dal 27 al 30 settembre. Lo scorso anno sono state circa 40.000 le presenze nei cinque giorni: la Fiera è infatti ad ingresso gratuito ed è una delle poche manifestazioni a livello nazionale organizzata interamente da una Amministrazione comunale.

Sono 220 in totale gli stand a disposizione, suddivisi tra la tensostruttura coperta (55 stand), tensostruttura agroalimentare (20 stand), pagode commerciali, ristorazione e aree scoperte, per un totale di 2.000 metriquadri. “Ci saranno inoltre - assicurano dall’Amministrazione - momenti di incontro e confronto sui temi di stretta attualità e che coinvolgono il territorio, oltre a mostre e manifestazioni collateriali che mirano a valorizzare la storia e la cultura dei Monti Lepini, grazie alla collaborazione con altri Enti sovraccomunali”. Oltre al mondo agricolo (macchine movimentazione terra e semina, trattori, zootecnia, florovivaismo), nella mostra mercato potranno essere rappresentati tutti i settori merceologici. Non mancheranno, anzi saranno potenziate le esposizioni zootecniche, gli spettacoli equestri, gli eventi serali con gli artisti di fama nazionale, un'area con le giostre per bambini e ragazzi.

“Partecipare alla Fiera di San Michele – spiega il delegato alle attività produttive Antonio Di Lenola – significa avere

Coldiretti. Doppie aste on line al ribasso: 'Gli agricoltori sono schiacciati e la qualità cala"


 Fonte:
“I prezzi al di sotto dei costi di produzione vanno bloccati con norme nazionali”. La Coldiretti denuncia “pratiche commerciali sleali” per l’asta elettronica al doppio ribasso. I fornitori di un prodotto avanzano una prima offerta di prezzo di vendita che diventa la base per una seconda asta on line, dove i partecipanti devono scendere ancora per aggiudicarsi la commessa. “In questo modo - rileva l’associazione - non si tiene conto in alcun modo della qualità e delle differenze produttive e il prezzo finale arriva al di sotto dei costi di produzione, mandando in perdita gli agricoltori e i trasformatori”

Calo della qualità
Come spiegato dal vice presidente nazionale Ettore Prandini “i meccanismi perversi delle doppie aste on line al ribasso schiacciano le aziende agricole, devastano i bilanci, deprimono produzioni e lavoro, creano una giungla che dal campo alla tavola favorisce solo i guadagni della grande distribuzione, causando un calo della qualità che danneggia sia i consumatori per quello che portano in tavola sia i redditi dei produttori”. Con il coinvolgimento del Ministero delle politiche agricole e del Ministero dello sviluppo economico Coldiretti confida di riuscire a fermare “queste speculazioni legalizzate”.

Lattiero caseario in crisi
Secondo l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare “per ogni euro di spesa in prodotti agroalimentari freschi come frutta e verdura, solo 22 centesimi arrivano al produttore agricolo ma il valore scende addirittura a 6 centesimi nel caso di quelli trasformati, dal pane ai salumi fino ai formaggi”. Le aste on line al doppio ribasso, sottolinea Prandini “danneggiano tutte le filiere produttive compresa quella lattiero casearia che ha subito una frenata nel primo trimestre del 2018 sia per la produzione di latte che di burro e formaggi”.

lunedì 6 agosto 2018

L’EU Sicilia sull’allarme brucellosi: “Senza risultati i fondi verranno tagliati”

Fonte:
Oltre i due miliardi di euro: questo sarebbe l’ammontare del valore del danno subito da aziende siciliane e in termini di salute dai consumatori a causa della  brucellosi bovina ed ovicaprina. Lo denuncia l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao che ha ricevuto risposta dalla Commissione Europea sullo stato delle vaccinazioni per la brucellosi nell’isola.
Il pentastellato sottolinea come parallelamente alle vittime ci siano i carnefici, cioè coloro i quali stanno ricavando immensi profitti, come le aziende che commercializzano e trasformano la carne infetta, perché la comprano a due soldi, non hanno l’obbligo di segnalare che è infetta e la immettono irresponsabilmente nella nostra catena alimentare facendola consumare anche dai bambini: “Nonostante i milioni di euro di Fondi UE spesi – spiega Corrao – la Sicilia rimane la regione italiana più colpita con quasi il 3% di aziende infette da brucellosi bovina e ovicaprina nel 2017, e il 75% delle aziende della provincia di Messina risulta ‘non indenne’. Quello che è assurdo è che il piano di eradicazione attuale, che sarebbe assolutamente necessario, non prevede vaccinazioni ed è assolutamente inadeguato, soprattutto per le aziende allo stato brado, che in alcuni casi, come la movimentazione in condizioni di maltempo in presenza anche di un solo capo infetto, rischiano l’abbattimento di tutto il bestiame a proprie spese. Una follia. Per questo ho accolto le segnalazioni dell’Unione Allevatori Sicilia che chiede di vaccinare le “rimonte” (massimo 10 mesi di età) nelle province ad alta prevalenza di brucellosi con il vaccino RB-51, ma le autorità siciliane e il Ministero non hanno autorizzato questa procedura, scaricando la responsabilità all’UE”.
L’europarlamentare in merito ha indirizzato un’interrogazione alla Commissione, facendo appello all’Ue affinché si ponga fine allo scandalo che sta devastando gli allevatori siciliani. La Commissione, a seguito di ispezioni, data la mancanza di progressi nell’eradicazione, sono state inoltre imposte sanzioni pecuniarie alla Sicilia. Nel 2011, per esempio, il programma di eradicazione qui è stato dichiarato dalla Commissione non ammissibile per la mancata esecuzione di una campagna di vaccinazione. La Commissione ha inoltre ridotto i pagamenti di 7 milioni di EUR dal 2005 al 2012: “Ma non è finita – sottolinea Corrao. La Commissione dichiara che la vaccinazione contro la brucellosi ‘è ammessa dall’attuale legislazione dell’UE ma non è obbligatoria. Spetta alle autorità nazionali e regionali competenti decidere se autorizzare la vaccinazione in Sicilia’. Dunque occorre immediatamente che la Regione e il Ministero si facciano carico di autorizzare questa misura assolutamente necessaria. Infine la Commissione ammonisce che ‘nel caso

domenica 29 luglio 2018

Fra cinque mesi ritorna la fiera Eurotier dedicata alla zootecnia

L’appuntamento con la prossima edizione della fiera Eurotier sarà ad Hannover (Germania) dal 13 al 16 novembre 2018. I temi principali: aspetti economici, benessere animale, produzione trasparente e digitalizzazione.
 Fonte:
La fiera Eurotier dedicata alla zootecnia promette di far registrare grandi numeri. A metà luglio il sito internet www.eurotier.com diceva che gli espositori 2018 saranno 2.239, di cui ben 115 italiani. La rassegna è biennale; nella foto un momento dell’edizione 2016.
Chi organizza questa mega-fiera è la tedesca Dlg, Deutsche Landwirtschaftsgesellschaft, una “associazione per l’agricoltura” che riunisce 27mila imprenditori tra agricoltori e operatori del settore agricolo. Dlg negli anni dispari, sempre in novembre e sempre ad Hannover, organizza un altro giga-evento, la fiera Agritechnica, questa non dedicata alla zootecnia ma alla meccanica agraria.
Una diramazione tricolore della Dlg è Dlg Italia, con sede a Bologna, guidata da Raffaele Talarico e che vede come responsabile per la fiera Eurotier Nicoletta Frioni.
Un’iniziativa di punta della fiera Eurotier è l’atteso Innovation Award, dove una occhiuta giuria di membri della Dlg valuta il

sabato 14 luglio 2018

Gian Marco Centinaio, i sette punti chiave per l'agricoltura

Il ministro delle Politiche agricole ha definito le linee programmatiche del dicastero. Obiettivo: promuovere l'eccellenza made in Italy nell'ottica di crescita e di sviluppo, anche all'estero.   Fonte:


Dopo qualche anticipazione rilasciata qui e là sulle pagine dei giornali, il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio ha presentato nei giorni scorsi le linee programmatiche del dicastero, scegliendo come platea le Commissioni dell'Agricoltura della Camera e del Senato.
Emerge dalle parole del ministro la consapevolezza innanzitutto di una macchina "complessa da governare" e di una materia che richiede il coinvolgimento delle istituzioni e del mondo delle imprese per promuovere l'eccellenza del made in Italy nell'ottica di crescita e di sviluppo, anche all'estero.

Sette punti chiave

In particolare, il ministro Centinaio articola il proprio programma secondo linee guida ben definite. Eccole: semplificazione e organizzazione; agricoltura, ricerca e formazione; la Politica agricola comune; il made in Italy; il sistema dei controlli agroalimentari; la pesca marittima; le altre politiche internazionali.

Innanzitutto, semplificare

Il primo punto richiamato da Centinaio è un patto per la semplificazione tra governo e regioni, finalizzato a ridurre al minimo il peso della burocrazia, vero e proprio costo

L'Italia non deve sapere

Fonte:
Ci hanno provato anche quest'anno, Giorgio Fidenato e Leandro Taboga, a predisporre un campo sperimentale per la valutazione della reale dispersione nell'ambiente del polline da mais Bt. Il tutto, per valutarne eventuali effetti indesiderati su lepidotteri non target. Purtroppo, non ci sono riusciti e l'intera storia non ha potuto quindi essere a lieto fine, come nei bei film, con la verità che trionfa e la menzogna che soccombe: il loro campo sperimentale è stato prima vandalizzato nottetempo da ignoti attivisti pseudo-ambientalisti, poi distrutto definitivamente dalla Guardia forestale il 9 luglio scorso.
Non essendo il mais ancora fiorito, l'intero lavoro è stato completamente annientato con un tempismo eccezionale. Sarebbero infatti bastate ancora un paio di settimane e il duo Fidenato-Taboga avrebbero potuto raccogliere dati di estrema importanza sul reale impatto che i pollini dei mais Bt, resistenti agli insetti, potrebbero avere sull'entomofauna neutrale o utile, in special modo api e lepidotteri.
Che gli impatti del polline di mais Bt sui lepidotteri non target siano irrisori lo si sa da tempo, visto che all'interno dei pollini di Mon810 la quantità di delta-tossina Cry1Ab sarebbero stati misurati intorno agli 8-10 mg/kg di peso fresco nelle foglie, concentrazione che si rivela di fatto efficace nel contenere le larve di piralide, il principale parassita che attacca il mais nei nostri areali.
Molto meno nella granella dove le concentrazioni di delta-tossina scendono a valori compresi fra 0,16 e 0,69 mg/kg. Ancor più basse le concentrazioni nel polline, con soli

sabato 7 luglio 2018

Allevamenti in Sicilia: gli strascichi del fallimento dell’ARAS e la Coldiretti che, da Roma fino alla nostra Isola...

Succede di tutto e di più nel mondo degli allevamenti siciliani. Non basta la crisi. Non bastano i mancati pagamenti AGEA. Adesso arrivano anche le richieste di soldi per prestazioni precedenti al fallimento dell’Associazione Regionale Allevatori. Nel frattempo il nuovo Ministro Centinaio restituisce i controlli funzionali alle Regioni. Un colpo per la Coldiretti, da Roma alla Sicilia
 Fonte:
I riflettori stanno per riaccendersi sull’Associazione Regionale Allevatori della Sicilia (ARAS), dichiarata fallita dal Tribunale di Palermo nel marzo dello scorso anno (Come potete leggere qui). Questo per almeno due motivi. In primo luogo perché molti allevatori siciliani sarebbero stati chiamati a pagare dalla gestione fallimentare prestazioni effettuate dalla stessa Associazione in periodi precedenti il fallimento. In secondo luogo perché il nuovo Ministro delle Risorse agricole e Alimentari, Gian Marco Centinaio, ha fatto sapere che i controlli funzionali negli allevamenti dovranno essere effettuati dalle strutture regionali. 

Le due vicende, come ora proveremo a raccontare, si incrociano. Ma andiamo per ordine. Cominciamo con i cosiddetti controlli funzionali. 
In Sicilia i controlli funzionali, sino a prima del fallimento dell’ARAS, venivano effettuati dalla stessa Associazione Regionale Allevatori Siciliana. Tra i tanti disastri registrati nella passata legislatura c’è anche il fallimento dell’ARAS.
Con il fallimento dell’ARAS, dei controlli negli allevamenti della Sicilia si è occupata l’AIA, l’Associazione Italiana Allevatori, gestita dalla Coldiretti.

La prima notizia è che la gestione fallimentare dell’ARAS starebbe chiedendo a tanti allevatori siciliani il pagamento di prestazioni precedenti al fallimento della stessa Associazione Regionale Allevatori della Sicilia.

Non sappiamo come stanno le cose. Ma non possiamo fare a meno di sottolineare un fatto politico tutt’altro che secondario: in una terra dove la Regione siciliana è in sostanziale default non dichiarato, dove le ex Province sono senza soldi e vicine al default (la Provincia di Siracusa è già fallita) e dove chi amministra i Comuni senza soldi, invece di protestare con Roma e con la Regione, prova in tutti i modi scippare altri soldi dalle tasche dei cittadini (vedi Palermo, ma non solo), anche gli agricoltori sono sotto ‘spremuta’.

Per mantenere i Consorzi di bonifica si cerca di aumentare i canoni idrici agli agricoltori e, adesso, scopriamo che si sta cercando di ‘spremere’ soldi anche agli allevatori. 

L’aspetto tragicomico di questa storia è che tutti – il Governo nazionale che gestisce AGEA, il Governo regionale siciliano per la parte che riguarda i Consorzi di bonifica e, a scendere, tutti gli altri soggetti fanno finta di non sapere che non solo gli agricoltori siciliani sono massacrati dalla concorrenza sleale dei prodotti che arrivano da mezzo mondo (con il Governo regionale che si guarda bene dal controllarli), ma hanno anche il problema dei fondi pubblici europei che non arrivano.
Ritardi che, per tantissimi agricoltori e allevatori siciliani, sono di due anni e, talvolta, anche di tre anni. Questo perché, con molta probabilità, lo Stato, negli anni passati, ha utilizzato i fondi per l’agricoltura per pagare altre cose.
Non solo agricoltori e allevatori siciliani sono in grande difficoltà: ma adesso dovrebbero pagare più cara l’acqua per irrigare (agricoltori) e pagare per i ‘buchi’ dell’ARAS (allevatori).

In questa vicenda già ‘calda’ si innesta la mossa del Governo nazionale sui controlli negli allevamenti. 

Qui serve una breve digressione. La Coldiretti, se proprio la

mercoledì 4 luglio 2018

Mülü, il latte immaginario contro le bevande vegetali

Un nuovo superdrink chiamato Mülü nasce per contrastare la crescita delle bevande vegetali. Ma è solo un latte immaginario frutto di una provocazione di un’associazione di allevatori.Mülü il latte immaginario-contro bevande vegetaliFonte: 

Dimenticate le bevande vegetali: si chiama Mülü l’ultimo supedrink carico di sostanze nutrienti buone per la vostra salute. Convinti? Eppure si tratta solamente di un latte immaginario che non troverete in commercio. Mülü infatti è solo il frutto di una provocazione della Diary Farmers of America, l’associazione degli allevatori e produttori di latte americani pronti a tutto pur di contrastare la crescita delle bevande vegetali.

Mülü, una campagna marketing contro le bevande vegetali

Sono anni ormai che i produttori di latte americani guardano con preoccupazione ai dati di vendita. In tempi recenti infatti la quota di mercato del latte bovino ha subito una importante

lunedì 2 luglio 2018

Concluso il 1° Corso per ciechi e ipovedenti aspiranti assaggiatori di formaggi organizzaato al Corfilac

Progetto CHEESE…IN TUTTI SENSI –Formazione “San Lucio”  Martedì 26 Giugno 2018 – CoRFiLaCFonte:

Si è concluso oggi con il terzo incontro, il Corso di Formazione “San Lucio” svoltosi al CoRFiLaC di Ragusa per ciechi ed ipovedenti. I corsisti hanno potuto conoscere la varietà, la qualità e le caratteristiche organolettiche dei Formaggi Storici Siciliani, nonché alcuni abbinamenti particolari con creme dolci e vino.
Il saluto da parte del Dott. Giorgio Carpenzano, componente del Comitato dei Consorziati del CoRFiLaC, ha ribadito l’impegno e la professionalità dei tecnici del CoRFiLaC nel portare avanti il corso e la validità in campo sociale dell’iniziativa.
Un assaggio speciale di ricotta iblea prodotta dai tecnici del caseificio, trasformata in superbi “cannoli” ha veramente sancito l’ottimo risultato dell’iniziativa.
A conclusione della giornata sono stati consegnati da Giovanni Farina, docente del corso, gli attestati di partecipazione, a tutti i corsisti e agli accompagnatori.
L’Unione Italiana Ciechi, nella persona del suo presidente, Salvatore Albani, ha espresso un vivo ringraziamento a tutto lo staff del CoRFiLaC, con l’impegno di estendere il corso a livello regionale.

Agricoltore distrutto vende tutto. Si ritrova in incubo con Agenzia entrate

 
Fonte: 
“Dopo 25 anni di battaglie, distrutto dalle quote latte (con l'Italia inadempiente secondo la commissione europea), dalle banche, da una giustizia assurda, dalla lobby lattiero casearia (che vuole farvi mangiare merda di vacche dopate), andrò fino in fondo e a fondo se necessario”, scrive l'agricoltore Andrea Busetto di Pesaro.

Busetto è un produttore di latte marchigiano. A vederlo, con la sua stazza imponente, la barba bianca folta come i capelli, ricorda il nonno di Heidi dei cartoni animati. Si racconta che il suo latte fosse così buono da essere bevuto anche da chi soffriva di intolleranza. E Busetto non è uno qualsiasi ma l'uomo che anni fa scoperchiò il sistema di alcuni mutui di Banca Marche: venivano erogati dietro il versamento del 5% ad un misterioso intermediario, sindaco revisore della banca (questo signore prese poi il nome di Mister 5%). Dopo le confidenze di un amico che era stato vittima del sistema, l'agricoltore raccontò la vicenda alla Guardia di Finanza.

Nel 2011 Andrea Busetto, in rovina, vende la storica stalla di proprietà di famiglia (con riserva di proprietà perché

martedì 26 giugno 2018

Proteste a Nicosia e a Castel di Lucio. Dal 2015 non sono stati pagati contributi da 55 milioni per calamità naturali

Gli allevatori nella sala consiliare del municipio di Nicosia
Fonte: 
Ora sono due le aule consiliari di Comuni siciliani ad essere state occupate dagli allevatori. A Nicosia, nell’Ennese, e a Castel di Lucio, nel Messinese, gli agricoltori stanno protestando per i ritardi nell’erogazione dei fondi europei per il sostegno alle aziende colpite da calamità naturali. Anche a Troina gli allevatori sono in stato di agitazione e promettono azioni nelle prossime ore. Ammontano a circa 55 milioni di euro i contributi comunitari non pagati da parte della Regione dal 2015 alla categoria: 35 milioni per le aziende biologiche, circa 20 milioni per le aziende montane.

"La politica non può ignorare il grido di allarme degli allevatori siciliani - dice la deputata del Movimento 5Stelle Elena Pagana che oggi incontrerà a Palermo i manifestanti - i pagamenti sono fermi da anni e non basta trincerarsi dietro percentuali di spesa di poco più alte rispetto alle altre Regioni. E' in atto una crisi senza precedenti che rischia di travolgere l'economia siciliana".

mercoledì 13 giugno 2018

MEDITERRAE all'EXPO della Contea

Spazio Pubblicità
14 giugno 2018 alle ore 19:00, presso il centro commerciale "La Fortezza" di Modica, prende il via "l'EXPO della Contea". MEDITERRAE sarà presente. Un esempio delle gustose proposte e novità che troverete presso lo stand dedicato.