‘Carni senza l’aggiunta di ormoni’, l’industria
svizzera della carne ne fa un vanto e l’associazione di settore,
Proviande, lo sbandiera a gran voce nella pubblicità sul proprio sito…
ma non è proprio così.
Nonostante la legge ne vieti l’uso, infatti, gli allevatori svizzeri di suini e bovini ricorrono ugualmente agli ormoni, come si evince dalla banca dati dell’Agenzia per gli agenti terapeutici, Swissmedic, secondo cui più di 15 diversi preparati ormonali sono approvati solo per i suini.
AMMESSI ORMONI SESSUALI
Ma com’è possibile? La questione è sottile: si tratta infatti di preparati che agiscono sul ciclo sessuale degli animali e che sfuggono al divieto legislativo non essendo ormoni della crescita.
Questi ultimi sono quelli somministrati agli animali per accelerarne la
crescita ed evitare le malattie, e sono vietati in tutta Europa e
nell’intero settore zootecnico (filiere bovina, avicola e suina) dal
lontano 1981.
La differenza – secondo l’Ufficio federale di veterinaria – sta in
particolare nel periodo di applicazione: mentre gli stimolatori vietati
dalla legge si utilizzano nel corso di un lungo periodo, agli ormoni
sessuali si ricorre solo in modo selettivo e, dopo
breve tempo, non sono più rilevabili nel corpo degli animali. In pratica
questi vengono inseminati e hanno i cuccioli dopo un periodo di
gestazione di 115 giorni.
TRATTATI IL 10% DEGLI ANIMALI
Il problema è che non si conosce l’esatta quantità di ormoni
utilizzati dagli allevatori: non lo sa né la Società svizzera degli
animali, né l’Ufficio federale medico. L’Associazione svizzera dei
produttori di suini stima comunque che gli allevatori utilizzino gli ormoni sessuali in 10 scrofe su 100.
Forti le critiche, soprattutto da parte dell’Istituto di ricerca per
l’agricoltura biologica, secondo cui tutto è sacrificato sull’altare di
un’industria vorace, dedita agli allevamenti intensivi, senza rispetto
dei cicli naturali. Al contrario, le linee guida Bio Suisse indicano la
necessità di vietare l’uso degli ormoni per controllare la riproduzione,
autorizzandoli solo per le cure e terapie necessarie.
E di fronte alle contestazioni, infine, Proviande ha dovuto ammettere
che la pubblicità sul sito era malformulata, promettendo di modificarne
il testo.
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