Fonte:
domenica 30 aprile 2017
Latteria sociale Valtellina, il bilancio 2016 non conosce crisi
Investimenti per oltre 4 milioni, tra quelli in corso e altri programmati per i prossimi due anni
Fonte:
Delebio, 29 aprile 2017 - Un nuovo regolamento interno
per il conferimento dai contenuti molto innovativi, che caratterizzerà
sempre di più i prodotti, una nuova organizzazione, che ha affinato gli
strumenti per competere sul mercato, un bilancio, che, nell’anno più
negativo che gli allevatori ricordino, si mantiene sui livelli
eccellenti degli anni precedenti, e che ha consentito di remunerare il
latte il 30% in più del prezzo medio di mercato: la Latteria Sociale Valtellina,
113 aziende conferenti, 112 dipendenti, 34 milioni di litri di latte
raccolto, 7 unità produttive e un fatturato che sfiora i 30 milioni di
euro, è pronta ad affrontare le sfide che la attendono.
Quella che esce dal bilancio è un’azienda in salute, leader nel settore
lattiero-caseario in provincia di Sondrio, che, negli anni, ha
aumentato la notorietà e la reputazione, riuscendo a contrastare il
decremento dei consumi di latte e formaggi. Oltre il bilancio, oltre i
numeri, durante l’assemblea dei soci, riunita ieri sera nella sede di
Delebio, è stata ribadita la finalità della Latteria Sociale Valtellina,
uno dei fiori all’occhiello del sistema
Fonte:
Agriform, boom in Usa Export al 52%
E
per la prima volta, malgrado l'annata "drammatica" per il lattiero
caseario in generale, l'azienda veneta ha superato le 20.000 tonnellate
di prodotto commercializzato. Grana padano in testa, ma anche Parmigiano
reggiano, Asiago, Piave, Monte Veronese, Montasio, i "gioielli" del
Nordest.
"Siamo orgogliosamente a km 10.000" ha
sintetizzato il presidente Alessandro Mocellin all'assemblea dei soci,
prevalentemente cooperative vicentine (Latterie Vicentine soprattutto),
bellunesi (Lattebusche) e trivenete in generale, ma anche società
lombardo-emiliane, dopo l'acquisto nel 2016 di un'azienda parmense
(spesa 2,7 milioni) per produrre, confezionare e vendere il Parmigiano, a
completamento di una superofferta per i consumatori mondiali.
Una
Agriform export oriented ha raggiunto grandi risultati proprio perchè è
cresciuta nell'export del 19,5% sul 2015 vendendo in 56 paesi. Ma
grazie soprattutto agli Usa ("Fiero e preoccupato insieme" ha
sottolineato il direttore Nisio
sabato 29 aprile 2017
Aras. Domani ad Arborea al via la mostra dei bovini da latte di razza Bruna e Frisona
Fonte:
Si apre domani ad Arborea la mostra regionale dei bovini da latte di
razza Bruna e Frisona. Un evento atteso che, come ogni anno, mette in
evidenza la grande qualità di allevamenti sardi, tra i migliori in
termini di rispetto del benessere animale e con prodotti d’eccellenza,
rinomati per le ottime caratteristiche alimentari.
Sulle aree fieristiche di Arborea sfileranno oltre 280 bovini da latte: 247 di razza Frisona portate da 23 allevatori e 34 di razza Bruna di 5 allevatori. Ad organizzare il grande
Sulle aree fieristiche di Arborea sfileranno oltre 280 bovini da latte: 247 di razza Frisona portate da 23 allevatori e 34 di razza Bruna di 5 allevatori. Ad organizzare il grande
Treviso: esame del Dna sui maiali per il falso “San Daniele”
Coinvolti allevatori della Marca, sequestrati i suini da riproduzione
fuori legge La procura ha disposto indagini per escludere che siano
stati usati verri danesi
Fonte: di Marco Filippi
Si sta allargando a macchia d’olio
l’indagine dei carabinieri del Nas sugli allevamenti e stabilimenti di
produzione del prosciutto San Daniele Dop e Parma. Mentre sale il numero
degli indagati nella Marca, l’attività degli allevamenti, finiti nel
mirino del Nas di Udine, è praticamente bloccata. I verri (maiali maschi
da riproduzione), oggetto dell’indagine, sono stati posti sotto
sequestro ed è stato disposto l’esame del Dna su un campione di
“suinetti” di ciascun allevamento finito nelle maglie dei controlli per
capire se sono stati riprodotti dai verri ammessi al Dop e, dunque, se è
stata rispettata la filiera
Che ne sarà del prezzo del latte
Sono scaduti gli accordi fra industrie e allevatori e le analisi sull'andamento di mercato sono di aiuto nel tracciare previsioni sulle prossime trattative.
Fonte: di Angelo Gamberini
Ora si riparte con le trattative fra industrie e parti agricole ed è facile immaginare che il percorso non sarà né semplice, né breve.
Si intuisce dalla complessità dei fattori in gioco sul mercato del latte a livello nazionale, comunitario e mondiale. Lo evidenzia l'approfondita analisi realizzata da Ismea sul settore lattiero caseario e diffusa in questi giorni.
Il prezzo nella Ue Fra gli elementi chiave del rapporto Ismea
Trade dei bovini, una panoramica mondiale
Per ridurre la produzione di latte, oltre alla macellazione, si è sviluppato un vero e proprio mercato degli animali. Leggi i dati dell'import e dell'export dei principali paesi tra il 2016 e il 2017
Fonte: di Matteo Bernardelli
Per contenere la sovrapproduzione di latte, che forse è stata la principale causa del crollo dei prezzi, l'Unione europea ha previsto fra i propri strumenti anche quello di assegnare agli allevatori la cifra di 14 centesimi per litro di latte non prodotto.
Accanto alla macellazione come soluzione per ridurre il numero di capi in mungitura, innalzando così il livello genetico delle bovine (le vacche riformate sono normalmente quelle con i maggiori problemi, con la qualità più bassa delle produzioni), si è innescato in parallelo un mercato degli
venerdì 28 aprile 2017
Mozzarella Mediterrae
Spazio Pubblicità
MEDITERRAE
Mozzarella Mediterrae: dalla scorza leggermente acidula e all'interno soffice e succosa. Questa mozzarella è al top e dà il suo meglio dopo 3-4 gg. dalla produzione. Va consumata a temperatura ambiente, quindi non dimenticare di uscirla dal frigo qualche ora prima.
Maloberti contro la fiera di Ottone: «Fiato sprecato e nessuna misura concreta»
Maloberti contro la fiera di Ottone: «Fiato sprecato e nessuna misura concreta»
„
Fonte:
«Meno parole e più fatti. Prima si risolvano realmente i
problemi degli agricoltori e degli allevatori, poi eventualmente si
organizzino delle carnevalate». A cadere nel mirino di Giampaolo
Maloberti, presidente del consorzio La Carne Che Piace, stavolta è la
Fiera del bestiame di Ottone, tenutasi sabato 22 aprile nel piccolo
comune dell’alta Valtrebbia. Maloberti considera la fiera in questione
«una passerella che distoglie la politica dalle emergenze concrete del
settore agroalimentare e che, soprattutto, permette agli amministratori
di riempirsi la bocca di belle parole, senza porre rimedio ai disastri
che hanno causato».
«Gli operatori agricoli sono stufi di essere considerati di “serie b”,
„
Fonte:
«Gli operatori agricoli sono stufi di essere considerati di “serie b”,
martedì 25 aprile 2017
Latte, adesso serve l’etichetta “narrante”
Approvato il provvedimento che impone di informare il consumatore sull’origine
Fonte:
di Gaetano Pascale
Fonte:
In settimana è diventato realtà il provvedimento che impone di
informare il consumatore sull’origine del latte e di tutti i prodotti
lattiero caseari, indicando in etichetta sia il Paese di mungitura che
quello di confezionamento. Bene, anzi benissimo, ma guai a vedere in
questa indubbia conquista un punto d’arrivo, piuttosto che un trampolino
di lancio. Sapere se il latte che beviamo ogni mattina è italiano è un
passo avanti, tuttavia non ci dice nulla sulla qualità del prodotto ed è
troppo poco per quegli allevatori che vogliano differenziarsi in
positivo.
Ecco perché c’è bisogno di incentivare un’etichetta narrante, cioè di
una “carta d’identità” trasparente e completa che offra
lunedì 24 aprile 2017
Fenapi Centro Sicilia: Dove sono finiti gli allevatori siciliani?
La Gazzetta Nissena
“Dove sono finiti gli allevatori?
Dal 23 febbraio 2017 l’ARAS Siciliana, associazione di riferimento per
la zootecnia siciliana, è stata dichiarata fallita dal tribunale di
Palermo. Ad oggi nessuna notizia ufficiale arriva da parte degli organi
preposti per trovare una soluzione al problema. Problema che sicuramente
doveva essere affrontato in modo concreto e definitivo da chi da anni
ha gestito in modo “commissariale” l’Associazione regionale. Tutti ne
parlano, tutti scrivono articoli su giornali, tutti si riempiono la
bocca di moralismo, buonismo, dando la colpa a tutti e a nessuno. Il
fatto e che ad oggi nessuna soluzione è stata trovata. I sindacati
agricoli più rappresentativi (CIA, Coldiretti, Confagricoltura) che per
anni hanno gestito le associazioni prima provinciali e poi Regionale
sono sparite; la politica dichiara che farà delle
Archeologia: La Rivoluzione del Latte
Quando una singola mutazione
genetica permise, prima di qualsiasi altra cosa, agli antichi Europei di
bere latte ponendo le basi per una rivoluzione continentale
Fonte:
Nel 1970, l’archeologo Peter Bogucki
stava scavando un sito dell’Età della Pietra nelle fertili pianure della
Polonia centrale, quando si imbatté in un insieme di strani manufatti.
Le popolazioni che hanno vissuto qui circa 7000 anni fa, sono stati tra i
primi allevatori dell’Europa Centrale e si sono lasciati alle spalle
alcuni frammenti di ceramica punteggiati di piccoli fori. Sembrava come
se la terra rossa grezza fosse stata cotta mentre era trafitta da
frammenti di paglia. Riguardando da cima a fondo la letteratura
archeologica precedente, Bogucki ha trovato altri esempi di antiche
ceramiche perforate. “Erano così inusuali – che le persone volevano
quasi sempre includerle nelle pubblicazioni “, dice Bogucki, ora
all’Università di Princeton nel New Jersey. Aveva visto un manufatto
simile, che veniva utilizzato per colare il formaggio, in casa di un
amico così ha ipotizzato che le ceramiche potevano essere collegate alla
produzione di formaggio. Ma non aveva avuto
domenica 23 aprile 2017
Accordo Cnr -allevatori per la valorizzazione del suino nero
Fonte:
Verrà presentato lunedì l’accordo tra il Dipartimento di Scienze
Bioagroalimentari del CNR e l’OPAN, organizzazione prodotto allevatori
dei Nebrodi, per individuare, definire e sviluppare progetti scientifici
innovativi nei settori della conservazione del “Suino Nero dei Nebrodi”
e della valorizzazione del “Prosciutto dei Nebrodi”. L’accordo, che
verrà presentato alle 18,30 presso la Sala conferenze dell’Incubatore di
aziende di Galati Mamertino, servirà ad avviare l’iter per il
riconoscimento dei marchi di qualità necessari per la promozione e la
commercializzazione dei prodotti all’estero.Oggi soci Soligo in assemblea, il latte “speciale” guida la crescita
Il soci Soligo in assemblea il latte "speciale" guida la crescitalatte Soligo BIO segna un +33%, il senza lattosio +10%, il più
giorni + 12%. A questi si aggiunge il Latte a Qualità Verificata,
Brugnera: "Eccellenza, rispetto per l'ambiente e per i nostri animali
sono valori rappresentati nel latte Soligo QV che rappresenta ormai la
nostra bandiera.
Nel 2016 prodotte 5 milioni di forme di Grana
Fonte:
Con queste parole Nicola Cesare Baldrighi, presidente del Consorzio Grana Padano,
è intervenuto all’Assemblea Generale del Consorzio tenutasi oggi a
Sirmione alla presenza dei rappresentanti dei caseifici che fanno parte
del Consorzio. Numerose le tematiche trattate e grande il consenso
raccolto per i dati presentati, che confermano anche nel 2016 Grana
Padano prodotto Dop più consumato del mondo, con una produzione annua di
oltre 4 milioni e 800
Aiuti eccezionali zootecnia, al via la misura a sostegno a suini, ovicaprini e allevamenti di bovini da latte in zone montane
Fonte:
Aiuti eccezionali zootecnia, al via la misura a sostegno a suini, ovicaprini e allevamenti di bovini da latte in zone montane
Il Servizio Economico di Coldiretti Cuneo ricorda che
sono stati emanati il Decreto 1° marzo n. 940 del Ministero delle
politiche agricole e la circolare Agea prot. n. 19393 del 3 marzo 2017,
che definiscono le modalità di ripartizione delle risorse da destinare
quali aiuti eccezionali alla zootecnia.
L’iniziativa rientra nell’ambito della seconda misura
varata lo scorso anno dall’Unione europea, per 350 milioni di euro
complessivi, a sostegno dei settori zootecnici. La prima misura, che
aveva visto un budget di 150 milioni a livello europeo, aveva riguardato
la riduzione temporanea (3 mesi) della produzione di latte vaccino,
attraverso l’adesione ad un piano volontario.
sabato 22 aprile 2017
Furto di bestiame, allevatori smascherati grazie alla banca dati del DNA
Fonte:
Una banca dati del DNA dei capi di bestiame contro
l’abigeato. E’ stato grazie all’istituzione di questo progetto che la
Polizia di S. Agata Militello è riuscita a scoprire un altro furto di
animali da allevamento. Dopo l’operazione Gamma Interferon,
che lo scorso dicembre aveva fatto luce su una vera e propria
associazione a delinquere finalizzata al furto, al maltrattamento e alla
macellazione di bovini e suini nel Parco dei Nebrodi, sono infatti
continuate le azioni di repressione del fenomeno e delle frodi
alimentari connesse, da parte delle Forze dell’Ordine.
L’ultimo episodio è quello di un giovane allevatore nebroideo, che ha sporto denuncia per il furto di alcuni vitellini da latte. Ma la comparazione del DNA
prelevato alla madre dei bovini, con quello presente nella banca dati
creata per la prima volta in via sperimentale ed alimentata
dall’Istituto Zooprofilattico di Barcellona Pozzo di Gotto, ha permesso
ai poliziotti di risalire all’allevamento dove si trovavano i vitelli
rubati.
Grazie a questa attività che prevede la collaborazione tra forze
dell’ordine e l’istituto di Barcellona, sarà sempre più difficile
mettere a segno furti di animali.
I responsabili, tre allevatori tortoriciani, sono stati deferiti in stato di libertà per ricettazione e falso ideologico.
Fiera FLORESTA – Saperi e sapori dei Nebrodi nel “Mese della Zootecnia”
Torna, in coincidenza con il week-end prolungato del 25 aprile, il
mese della zootecnia a Floresta la cui seconda edizione, all’insegna
della continuità di una strategia amministrativa fondata sulla
programmazione e finalizzata a dare vitalità all’economia locale, sarà
inaugurata domenica 23. Il programma (in alto la locandina)…
Torna, in coincidenza con il week-end prolungato del 25
aprile, il mese della zootecnia a Floresta la cui seconda edizione,
all’insegna della continuità di una strategia amministrativa fondata
sulla programmazione e finalizzata a dare vitalità all’economia locale,
sarà inaugurata domenica 23. Il programma della manifestazione,
organizzato dal sindaco Nello Marzullo, è articolato su tre giornate.
Anche per il corrente anno i punti di forza dell’iniziativa saranno i
prodotti tipici in mostra fregiati della denominazione De.Co. e la
mostra delle razze di animali da allevamento (bovini, ovini e suini) di
particolare interesse zootecnico. Molta attesa,
giovedì 20 aprile 2017
Le falle del decreto sull'etichettatura d'origine del lattiero-caseario
Fonte:
Gli interrogativi degli operatori sono
diversi. Al di là delle dichiarazioni di rito delle grandi
organizzazioni produttive, tutte favorevoli al provvedimento, le
associazioni di categoria e, soprattutto, i produttori continuano a
porsi interrogativi che non hanno ancora trovato risposte concrete.
Anzitutto, il decreto interministeriale del 9
dicembre 2016 sull'etichettatura d'origine del lattiero-caseario
resterà in vigore fino al 31 marzo 2019, in via sperimentale. Il periodo
è considerato da diversi operatori troppo breve per adeguarsi alle
nuove disposizioni, col rischio che una simile normativa non venga mai
adottata in altri Paesi Ue. E che nemmeno in Italia quest'obbligo possa
diventare definitivo.In particolare, sono due le conseguenze che
preoccupano i produttori. In primis, la norma nazionale potrebbe essere
in contrasto con la politica di libero scambio dell'Unione europea, ma è
a livello internazionale che si temono i problemi più grandi, a causa
dell'adozione, in certi Paesi focus, di norme che penalizzano le
importazioni.
C'è poi il discorso dei numerosi adempimenti richiesti alle aziende,
per adeguarsi alle nuove disposizioni: comporteranno costi elevati. I
produttori temono di dover supportare ingenti esborsi, essendo però
obbligati a mantenere i medesimi prezzi al consumo. Anche se i
produttori avranno sei mesi di tempo per smaltire le scorte. E sui
prodotti ancora invenduti sarà possibile apporre etichette inamovibili
ad integrazione. Sarà anche possibile aggiungere, oltre alle indicazioni
obbligatorie, ulteriori info in etichetta; ad esempio l'origine
regionale del latte, ovvero la scritta «100%
mercoledì 19 aprile 2017
Latte, da domani origine obbligatoria in etichetta
In vigore dal 19 aprile 2017 le nuove regole. Il ministro Martina: "Ora la sperimentazione italiana diventi standard europeo".
Da domani, 19 aprile 2017, sarà obbligatoria in etichetta l’indicazione dell’origine della materia prima dei prodotti lattiero caseari in Italia come ad esempio il latte Uht, il burro, lo yogurt, la mozzarella, i formaggi e i latticini. L'obbligo si applica al latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale.
"E' un traguardo storico per il nostro Paese – afferma il ministro Maurizio Martina – che ci consente di creare un nuovo rapporto tra produttori e consumatori. Siamo da sempre in prima linea nella costruzione di politiche di massima informazione e trasparenza nei confronti di chi acquista prodotti agroalimentari. Si tratta di una sperimentazione che ora auspichiamo possa trasformarsi in uno standard europeo. I cittadini, infatti, devono essere informati per poter scegliere consapevolmente cosa mettere a tavola. Questo vuol dire tutelare il made in Italy, il lavoro dei nostri allevatori e fa crescere una vera e propria cultura del cibo. La nostra battaglia in Europa quindi non finisce qui. Andiamo avanti collaborando ancora con la Commissione per rafforzare sempre più gli strumenti a disposizione e affermare così un modello distintivo di qualità ed eccellenza”.
Cosa cambia da domani, 19 aprile 2017
L'origine del latte e dei derivati dovrà essere indicata in etichetta in modo chiaro, visibile e facilmente leggibile.
Le diciture utilizzate saranno le seguenti:
a) "Paese di mungitura: nome del paese nel quale è stato munto il latte";
b) "Paese di condizionamento o trasformazione: nome del paese in cui il prodotto è stato condizionato o trasformato il latte".
Qualora il latte o il latte utilizzato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari sia stato munto, confezionato e trasformato nello stesso paese, si può utilizzare una sola dicitura, ad esempio: "Origine del latte: Italia".
Se le fasi di confezionamento e trasformazione avvengono nel territorio di più paesi, diversi dall'Italia, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture:
- latte di Paesi Ue: se la mungitura avviene in uno o più Paesi europei;
- latte condizionato o trasformato in Paesi Ue: se queste fasi avvengono in uno o più Paesi europei.
Se le operazioni avvengono al di fuori dell'Unione europea, verrà usata la dicitura "Paesi non Ue".
Sono esclusi solo i prodotti Dop e Igp che hanno già disciplinari relativi anche all'origine e il latte fresco già tracciato.
Bufale e bufalini, il lato oscuro degli allevamenti
Fonte:
Per gli allevamenti i bubalini sono un costo insopportabile e per questo cercano
di disfarsene quanto prima, con tutti i mezzi anche i più crudeli. Una
pratica – purtroppo – dura a morire come dimostrano le inchieste che
negli anni si sono susseguite ad opera delle principali organizzazioni
animaliste. Oggi le telecamere di Giulia Innocenzi
hanno varcato la soglia di un allevamento in provincia di Frosinone. Nel
2014, un’inchiesta di Four Paws di cui abbiamo scritto sul numero della
nostra rivista di agosto 2015. Ve lo riproponiamo qui di seguito.
Purtroppo è ancora molto attuale.
È una storia di alta crudeltà quella documentata lo scorso anno da Four Paws International
in oltre 50 allevamenti di bufale del casertano e del salernitano. Un
filmato, diffuso in Italia dalla Lav, la Lega Antivivisezione che ha
chiesto ai ministri della Salute e delle Politiche agricole un piano
straordinario di controlli negli allevamenti e nei casei ci che
utilizzano bufale, al ne di perseguire con la massima severità
martedì 18 aprile 2017
Fare gli allevatori nell'entroterra della Sicilia La scommessa professionale di tanti under 35
Sempre più giovani tornano nelle campagne e scelgono l’allevamento di
pecore e vacche. Gli allevatori salvano le aree interne dallo
spopolamento, ma il crollo del prezzo di vendita degli animali mette a
rischio la loro professione. Che appassiona e coinvolge anche diverse
donne, nonostante i pregiudizi
Fonte:
Un mestiere che appassiona anche le donne, «promotrici di un nuovo modo di guardare all’agroalimentare». A dirlo è Tina Alfieri, rappresentante di Donne impresa Coldiretti regionale. «Sempre più donne - racconta - accedono ai nuovi bandi europei.
La multifunzionalità nell’azienda agricola si deve a loro che puntano
non solo alla produzione
Controlli sospesi negli allevamenti in Sicilia: niente certificati, contributi Ue a rischio
Fonte:
Dei controlli se ne occupava un’associazione regionale, l’Aras, che a inizio marzo è fallita dopo una lunga crisi. L’ente
che dovrebbe sostituirla, l’Aia che opera a livello nazionale, non è
ancora entrata in azione e continua a trattare con la Regione su risorse
da trasferire e personale licenziato dall’Aras da assorbire.
Le verifiche sospese non sono quelle prettamente sanitarie ma sono i
cosiddetti controlli funzionali, quelli, per intenderci, che consentono
di certificare la qualità e la purezza dei capi, la quantità della
produzione, il fatto che siano razze in estinzione o pregiate e
soprattutto che siano autoctone.
L’assenza di controlli per il settore rappresenta un
danno enorme: senza le certificazioni gli allevamenti non possono
ottenere contributi dall’Unione europea, e se vendono un animale
subiscono un deprezzamento. Lo stesso prodotto perde valore nella
vendita al dettaglio.
Campli, allevatore di canarini trionfa nel campionato del mondo
Fonte:
Campli. I canarini che arrivano dall’Abruzzo sono i più belli del
mondo. Al 65° campionato del mondo di ornitologia, tenutosi quest’anno
in Spagna e precisamente ad Almeria, alcuni canarini nati e cresciuti in
Abruzzo si sono imposti sul podio più alto delle rispettive
classifiche.
Tre primi posti nelle categorie “bruno opale bianco Stam pt 368”,
“bruno onice rosso avorio intenso Stam pt 363″ e”bruno onice rosso
intenso singolo pt 93”. Mauro Bonasorte, finanziere in pensione di
Campli, ne è il loro orgoglioso allevatore. Ne possiede migliaia, dopo
diversi decenni che ne cura l’allevamento e la selezione sulle colline
farnesi.
I canarini abruzzesi si erano già piazzati ai primi posti del campionato italiano, ma “Vincere nella Nazione che ha visto nascere ed allevare per la prima volta questi bellissimi uccellini da canto e compagnia – dichiara Mauro Bonasorte – mi ripaga di tutti gli sforzi richiesti negli anni”. Una bella e colorata passione che, anche in provincia di Teramo, annovera tanti giovani allevatori.
sabato 15 aprile 2017
Italia Attiva sulla crisi del latte:"Presentiamo un progetto strutturale e salviamo il comparto"
Fonte:
«Per combattere il tracollo del prezzo del latte ovicaprino occorrono soluzioni strutturali e non spot inefficaci come quelli proposti finora dalla politica regionale. Altrimenti sarà la fine di un’intera categoria e di tutto l’indotto». A dirlo è Tore Piana, coordinatore regionale di Italia Attiva che, per dare un’inversione di marcia alla crisi del pecorino, propone una soluzione sul modello già adottato con successo dal Consorzio Dop del Parmigiano Reggiano.
«Si tratta di un modello ben sperimentato – sostiene Piana – che prevede l’introduzione di quote latte per gli allevatori al fine di evitare l’accumulo di eccedenze. Ma il tetto limite nella produzione sarà coperto da un congruo indennizzo in relazione alla quantità non più prodotta rispetto al passato».
L’iniziativa infatti stabilisce Piani produttivi all’interno della Dop sulla base delle produzioni degli ultimi cinque anni. In rapporto alla parte eccedente, cioè alla parte fuori quota, a
ciascun allevatore sarà assegnata un’integrazione sul
«Si tratta di un modello ben sperimentato – sostiene Piana – che prevede l’introduzione di quote latte per gli allevatori al fine di evitare l’accumulo di eccedenze. Ma il tetto limite nella produzione sarà coperto da un congruo indennizzo in relazione alla quantità non più prodotta rispetto al passato».
L’iniziativa infatti stabilisce Piani produttivi all’interno della Dop sulla base delle produzioni degli ultimi cinque anni. In rapporto alla parte eccedente, cioè alla parte fuori quota, a
ciascun allevatore sarà assegnata un’integrazione sul
Suini con il segno più
Le analisi del Crefis confermano a marzo la crescita, seppur modesta, della redditività di allevamento e macellazione. In lieve calo la performance della stagionatura dei prosciutti
Migliora a marzo la redditività dell'allevamento suinicolo italiano. Lo conferma il Crefis, il centro di ricerche economiche dell'Università Cattolica di Piacenza diretto da Gabriele Canali.
L'indice elaborato dal Crefis mostra infatti un lieve aumento del 0,4% rispetto a febbraio, ma un deciso +14,8% su base tendenziale (ovvero rispetto a marzo dell'anno scorso).
A influire positivamente è stato un mercato tonico dei suini pesanti
da macello che a Modena hanno quotato mediamente a marzo 1,578 euro/kg,
in aumento dell'1% nei confronti di febbraio, e soprattutto in crescita
del 27,3% sul 2016.
Prosegue nel frattempo il buon momento dei suini da allevamento che a marzo hanno raggiunto 3,556 euro/kg
venerdì 14 aprile 2017
In Sicilia sempre più giovani decidono di dedicarsi all'allevamento di pecore e vacche
In Sicilia sempre più giovani scelgono l'allevamento di pecore o vacche come attività agricola principale. È
il caso di Marco Rizzo, 27enne di Nicosia (provincia di Enna) che dopo
il diploma di agrotecnico ha deciso di dedicarsi alla pastorizia e ora
ha 500 pecore dalle quali produce latte e formaggi che vende anche nei
Mercati Campagna Amica.
“Amo pascolare gli animali, la vita all'aria aperta, il contatto
diretto con la natura e migliorare le attività casearie è un obiettivo
che perseguo ogni giorno insieme a quello della salubrità - commenta-. C'è
molta attenzione verso questo comparto e spero che altri intraprendano
questa strada, ma come in ogni cosa ci vuole sacrificio”.
Proprio grazie al lavoro dei pastori le aree interne non si spopolano
ma il crollo del prezzo di vendita degli animali mette a rischio il
lavoro di chi ha scelto un mestiere in linea con la tradizione agricola
siciliana. Il mondo degli allevamenti entusiasma anche le donne,
come Filippa Campo, a Leonforte, sempre in provincia di Enna, che
alleva 300 pecore con la madre e il fratello. Un'attività che Filippa
svolge dalla mattina alla sera. “Questo lavoro è la vita - dice - ed è bellissimo. Purtroppo stiamo registrando un calo diffuso della domanda di agnelli e così aumentano le incertezze”.
Non solo il comparto ovino. Anche quello bovino in Sicilia per i giovani è fonte di lavoro:
è il caso di Emanuele Nobile, 31 anni, che a Ragusa produce carne dalla
Limousine, una razza bovina di grande pregio che è diventata il segno
distintivo di una produzione di qualità. Ha cento capi tutti iscritti
all'albero genealogico.
Un lavoro, quello dell'allevatore, che il giovane
delegato di Coldiretti Giovani Impresa segue da anni, prima con il padre
e ora da solo e che lo porta spesso a confrontarsi con realtà di altre
regioni.
“La nostra tradizione allevatoriale – dice Emanuele - è
di altissima qualità perché nelle nostre zone la zootecnia rappresenta
insieme all'ortofrutta una delle attività agricole più importanti. Un
impegno difficile e faticoso ma anche pieno di soddisfazioni. Sveglia
all'alba, controllo totale del circuito alimentare, analisi aziendale ma
soprattutto passione perché sappiamo che un prodotto buono è un ottimo
biglietto da visita per tutta la Sicilia e non solo per l'allevatore”.
- See more at: http://www.palermomania.it/news.php?&id=89851#sthash.gaImiTCR.dpuf
Sempre piu’ giovani scelgono l’allevamento di
pecore o vacche come attivita’ agricola principale in Sicilia. E’ il
caso di Marco Rizzo, 27 anni di Nicosia (En) che dopo il diploma di
agrotecnico ha deciso di dedicarsi alla pastorizia e ora ha 500 pecore
dalle quali produce latte e formaggi che vende anche direttamente nei
Mercati Campagna Amica. “Amo pascolare gli animali, la vita all’aria
aperta, il contatto diretto con la natura e migliorare le attivita’
casearie e’ un obiettivo che perseguo ogni giorno insieme a quello della
salubrita’ – commenta -. C’e’ molta attenzione verso questo comparto e
spero che altri intraprendano questa strada, ma come in ognicosa ci
vuole sacrificio”. Proprio grazie al lavoro dei pastori le aree interne
non si spopolano ma il crollo del prezzo di vendita degli animali mette a
rischio il lavoro di chi ha scelto un mestiere in linea con la
tradizione agricola siciliana. Il mondo degli allevamenti entusiasma
anche le donne. Filippa Campo, a Leonforte, sempre in provincia di Enna,
alleva 300 pecore con la madre e il fratello. Un’attivita’ che Filippa
svolge dalla mattina alla sera non saltando nemmeno un passaggio di
tutta la filiera. “Questo lavoro e’ la vita – dice – ed e’ bellissimo.
Purtroppo stiamo registrano un calo diffuso della domanda di agnelli e
cosi’ aumentano le incertezze”. Non solo il comparto ovino. Anche quello
bovino in Sicilia per i giovani e’ fonte di lavoro. E’ il caso di
Emanuele Nobile, 31 anni, che a Ragusa produce carne dalla Limousine,
una razza bovina di grande pregio che e’ diventata il segno distintivo
di una produzione di qualita’. Ha cento capi tutti iscritti all’albero
genealogico. Un lavoro, quello dell’allevatore, che il giovane
agricoltore delegato di Coldiretti Giovani Impresa segue da anni, prima
con il padre ed ora da solo e che lo porta spesso a confrontarsi con
realta’ di altre regionali dalle quali – afferma – usciamo se non
vincitori, alla pari. “La nostra tradizione allevatoriale – aggiunge –
e’ di altissima qualita’ perche’ nelle nostre zone la zootecnia
rappresenta insieme all’ortofrutta una delle attivita’ agricole piu’
importanti. Un impegno difficile e faticoso ma anche pieno di
soddisfazioni. Sveglia all’alba, controllo totale del circuito
alimentare, analisi aziendale ma soprattutto passione perche’ sappiamo
che un prodotto buono e’ un ottimo biglietto da visita per tutta la
Sicilia e non solo per l’allevatore”.
In Sicilia sempre più giovani scelgono l'allevamento di pecore o vacche come attività agricola principale. È
il caso di Marco Rizzo, 27enne di Nicosia (provincia di Enna) che dopo
il diploma di agrotecnico ha deciso di dedicarsi alla pastorizia e ora
ha 500 pecore dalle quali produce latte e formaggi che vende anche nei
Mercati Campagna Amica.
“Amo pascolare gli animali, la vita all'aria aperta, il contatto
diretto con la natura e migliorare le attività casearie è un obiettivo
che perseguo ogni giorno insieme a quello della salubrità - commenta-. C'è
molta attenzione verso questo comparto e spero che altri intraprendano
questa strada, ma come in ogni cosa ci vuole sacrificio”.
Proprio grazie al lavoro dei pastori le aree interne non si spopolano
ma il crollo del prezzo di vendita degli animali mette a rischio il
lavoro di chi ha scelto un mestiere in linea con la tradizione agricola
siciliana. Il mondo degli allevamenti entusiasma anche le donne,
come Filippa Campo, a Leonforte, sempre in provincia di Enna, che
alleva 300 pecore con la madre e il fratello. Un'attività che Filippa
svolge dalla mattina alla sera. “Questo lavoro è la vita - dice - ed è bellissimo. Purtroppo stiamo registrando un calo diffuso della domanda di agnelli e così aumentano le incertezze”.
Non solo il comparto ovino. Anche quello bovino in Sicilia per i giovani è fonte di lavoro:
è il caso di Emanuele Nobile, 31 anni, che a Ragusa produce carne dalla
Limousine, una razza bovina di grande pregio che è diventata il segno
distintivo di una produzione di qualità. Ha cento capi tutti iscritti
all'albero genealogico.
Un lavoro, quello dell'allevatore, che il giovane
delegato di Coldiretti Giovani Impresa segue da anni, prima con il padre
e ora da solo e che lo porta spesso a confrontarsi con realtà di altre
regioni.
“La nostra tradizione allevatoriale – dice Emanuele - è
di altissima qualità perché nelle nostre zone la zootecnia rappresenta
insieme all'ortofrutta una delle attività agricole più importanti. Un
impegno difficile e faticoso ma anche pieno di soddisfazioni. Sveglia
all'alba, controllo totale del circuito alimentare, analisi aziendale ma
soprattutto passione perché sappiamo che un prodotto buono è un ottimo
biglietto da visita per tutta la Sicilia e non solo per l'allevatore”.
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