mercoledì 6 agosto 2014

Allevatori, fondi in fumo per le aziende ennesi


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                                                        di GRAZIELLA MIGNACCA
ENNA. Il Consiglio dei Ministri decreta la morte della zootecnia. Rabbia e delusione per la decisione del consiglio dei ministri che ha approvato il documento della nuova PAC (politiche agricole comunitarie). «La Provincia perde circa un terzo di 20 milioni di euro - spiega Carmelo Galati Rando, vicepresidente dell'Unione allevatori Sicilia - Speravamo in una conclusione più soddisfacente per la nostra regione e per la nostra provincia. Si pensi che in Sicilia, sarebbero potuti arrivare ben 20 milioni di euro attraverso l'erogazione più oculata e attenta dei contributi accoppiati, che, però, non arrivano e non arriveranno di sicuro, almeno per i prossimi 5 anni per una clausola che all'apparenza sembra quasi innocua: gli animali, in questo caso le vacche nutrici che ricevono il premio di produzione, devono essere iscritte ai libri genealogici. Questa clausola basta a farci perdere ogni speranza
perchè nella nostra Isola e nell'ennese le aziende con animali iscritti all'albo genealogico sono pochissime avendo optato per l'allevamento di una specie selezionata nel tempo, e quindi più resistente e redditiva, ma non iscritta ad alcun libro genealogico. La provincia di Enna è quella maggiormente penalizzata. L'ennese si distingue infatti per un dato particolare: ci sono più animali da reddito che persone. «Se consideriamo solo i bovini, in tutta l'isola ce ne sono circa 330.000. Nella sola provincia di Enna sono oltre 50.000 bovini in 1300 aziende" dice Galati Rando. L'allevamento bovino si conferma di fatto il comparto zootecnico trainante in Sicilia: è praticato da 9.153 aziende, pari al 60% di quelle zootecniche. Rispetto al 2000, il numero di aziende è cresciuto lievemente (+1,2%), al contrario del resto d'Italia e della ripartizione Sud e Isole, dove si è registrata una netta riduzione (rispettivamente -27,8% e -23,2%). Il numero di capi allevati è aumentato del 9,2% (in controtendenza rispetto al dato nazionale, pari a -7,5%). Ma in base all'accordo Stato-Regioni del 12.06.14 e in base alla decisione del Consiglio dei Ministri della scorsa settimana riguardo alla distribuzione degli aiuti accoppiati, l'intero comparto rischia di perdere un prezioso e quanto mai necessario contributo che equivale a oltre 200 euro/capo, destinato invece alle vacche nutrici iscritte al libro genealogico che in Sicilia sono circa 1 ogni 2000 capi iscritti all'anagrafe" dice. In pratica 2000 vacche producono e fanno i numeri, ma ne viene premiata una sola. Tutto questo significa che mentre i contributi non vengono erogati per la Sicilia, nel frattempo a beneficiarne sono le Nazioni come Germania e Francia dove si trova il maggior numero di animali iscritti all'albo genealogico: ricevendo il contributo, quelle Nazioni, potranno vendere a prezzo più basso la carne ed il latte. In tempi di crisi, come quello attuale, in cui si sta tentando di rilanciare l'economia partendo dal tassello più importante, quello dell'agricoltura, la decisione innescerà un effetto domino che colpirà varie categorie sociali e il sicuro spopolamento delle campagne.

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