Fonte notizia:
di GRAZIELLA MIGNACCA
ENNA. Il Consiglio dei Ministri decreta la
morte della zootecnia. Rabbia e delusione per la decisione del consiglio
dei ministri che ha approvato il documento della nuova PAC (politiche
agricole comunitarie). «La Provincia perde circa un terzo di 20 milioni
di euro - spiega Carmelo Galati Rando, vicepresidente dell'Unione
allevatori Sicilia - Speravamo in una conclusione più soddisfacente per
la nostra regione e per la nostra provincia. Si pensi che in Sicilia,
sarebbero potuti arrivare ben 20 milioni di euro attraverso l'erogazione
più oculata e attenta dei contributi accoppiati, che, però, non
arrivano e non arriveranno di sicuro, almeno per i prossimi 5 anni per
una clausola che all'apparenza sembra quasi innocua: gli animali, in
questo caso le vacche nutrici che ricevono il premio di produzione,
devono essere iscritte ai libri genealogici. Questa clausola basta a
farci perdere ogni speranza
perchè nella nostra Isola e nell'ennese le
aziende con animali iscritti all'albo genealogico sono pochissime avendo
optato per l'allevamento di una specie selezionata nel tempo, e quindi
più resistente e redditiva, ma non iscritta ad alcun libro genealogico.
La provincia di Enna è quella maggiormente penalizzata. L'ennese si
distingue infatti per un dato particolare: ci sono più animali da
reddito che persone. «Se consideriamo solo i bovini, in tutta l'isola ce
ne sono circa 330.000. Nella sola provincia di Enna sono oltre 50.000
bovini in 1300 aziende" dice Galati Rando. L'allevamento bovino si
conferma di fatto il comparto zootecnico trainante in Sicilia: è
praticato da 9.153 aziende, pari al 60% di quelle zootecniche. Rispetto
al 2000, il numero di aziende è cresciuto lievemente (+1,2%), al
contrario del resto d'Italia e della ripartizione Sud e Isole, dove si è
registrata una netta riduzione (rispettivamente -27,8% e -23,2%). Il
numero di capi allevati è aumentato del 9,2% (in controtendenza rispetto
al dato nazionale, pari a -7,5%). Ma in base all'accordo Stato-Regioni
del 12.06.14 e in base alla decisione del Consiglio dei Ministri della
scorsa settimana riguardo alla distribuzione degli aiuti accoppiati,
l'intero comparto rischia di perdere un prezioso e quanto mai necessario
contributo che equivale a oltre 200 euro/capo, destinato invece alle
vacche nutrici iscritte al libro genealogico che in Sicilia sono circa 1
ogni 2000 capi iscritti all'anagrafe" dice. In pratica 2000 vacche
producono e fanno i numeri, ma ne viene premiata una sola. Tutto questo
significa che mentre i contributi non vengono erogati per la Sicilia,
nel frattempo a beneficiarne sono le Nazioni come Germania e Francia
dove si trova il maggior numero di animali iscritti all'albo
genealogico: ricevendo il contributo, quelle Nazioni, potranno vendere a
prezzo più basso la carne ed il latte. In tempi di crisi, come quello
attuale, in cui si sta tentando di rilanciare l'economia partendo dal
tassello più importante, quello dell'agricoltura, la decisione innescerà
un effetto domino che colpirà varie categorie sociali e il sicuro
spopolamento delle campagne.
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