venerdì 15 agosto 2014

I produttori italiani di latte non sono ladri e meritano rispetto da Bruxelles

Duro intervento dell'assessore lombardo all'Agricoltura, Gianni Fava, che si augura una normalizzazione del comparto europeo dopo anni di continue tensioni. 

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"I produttori del Nord, visto che il 42% del latte nazionale è prodotto in Lombardia e oltre il 90% nella Macroregione che comprende anche il Piemonte, la Valle d'Aosta, il Veneto, l'Emilia-Romagna, il Friuli Venezia Giulia e le Province autonome di Trento e Bolzano" ha affermato questa mattina Gianni Fava, assessore all'Agricoltura della Regione Lombardia, "meritano rispetto da parte di Bruxelles e chiarezza dopo 30 anni di oscurantismo. Questo non significa concedere sconti o scorciatoie, ma ricercare la verità ed evitare il ricorso a una giustizia sommaria e penalizzante per il sistema lattiero caseario di casa nostra".
"Non ho motivo di dubitare che il ministro delle Politiche agricole, da lombardo, conosca approfonditamente la questione delle quote latte e che intenda, nel corso del semestre europeo di Presidenza italiana, chiudere una partita che mostra contorni non definiti, a causa dei quali i produttori di latte del Nord hanno indistintamente subito danni di competitività rispetto allo scenario europeo" ha aggiunto Fava, che ha sposato l'ipotesi - anticipata dal settimanale 'Panorama' - che vedrebbe impegnato il ministro Martina sul tema delle quote latte, consentendo agli allevatori di utilizzare il canale del credito di Ismea (Istituto dei Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare).

Quote latte: Fava, bene Martina, ora chiudere partita

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