Duro intervento dell'assessore lombardo all'Agricoltura, Gianni Fava,
che si augura una normalizzazione del comparto europeo dopo anni di
continue tensioni.
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"I produttori del Nord, visto che il 42% del latte nazionale è
prodotto in Lombardia e oltre il 90% nella Macroregione che comprende
anche il Piemonte, la Valle d'Aosta, il Veneto, l'Emilia-Romagna, il
Friuli Venezia Giulia e le Province autonome di Trento e Bolzano" ha
affermato questa mattina Gianni Fava, assessore all'Agricoltura della
Regione Lombardia, "meritano rispetto da parte di Bruxelles e chiarezza
dopo 30 anni di oscurantismo. Questo non significa concedere sconti o
scorciatoie, ma ricercare la verità ed evitare il ricorso a una
giustizia sommaria e penalizzante per il sistema lattiero caseario di
casa nostra".
"Non ho motivo di dubitare che il ministro delle Politiche agricole,
da lombardo, conosca approfonditamente la questione delle quote latte e
che intenda, nel corso del semestre europeo di Presidenza italiana,
chiudere una partita che mostra contorni non definiti, a causa dei quali
i produttori di latte del Nord hanno indistintamente subito danni di
competitività rispetto allo scenario europeo" ha aggiunto Fava, che ha
sposato l'ipotesi - anticipata dal settimanale 'Panorama' - che vedrebbe
impegnato il ministro Martina sul tema delle quote latte, consentendo
agli allevatori di utilizzare il canale del credito di Ismea (Istituto
dei Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare).
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