sabato 30 agosto 2014

Sauze, sprecato un milione per l’ex tempio della zootecnia

Il centro di sperimentazione "Vezzani" fondato nel 1931, dieci fabbricati poi acquistati dalla Regione nel 2004, con tanto di spesa supplementare per mungitrici modernissime nuove di zecca e mai utilizzate, è abbandonato a se stesso, preda di ladri e vandaliFonte Notizia:
Torino - Un complesso immobiliare acquistato nel 2004 dalla Regione per circa un milione di euro, ma che in realtà non è stato mai più utilizzato e sfruttato per le sue potenzialità. Il risultato dell’abbandono è sotto gli occhi di tutti: per rendersene conto basta una passeggiata lungo i sentieri della località Richardette. Locali e stalle lasciate al loro destino, immobili con porte aperte e accessibili a vandali e ladri, senza neanche una  recinzione, un sigillo, un minimo controllo; finestre spaccate, muffa, ruggine e sporcizia. Paradossalmente, si possono ammirare all’interno i nuovi impianti per la mungitura installati proprio dalla Regione nel 2004, costati fior di quattrini ma mai utilizzati e
lasciati al degrado. Il Vezzani non è un semplice alpeggio: fondato nel 1931 da Valentino Vezzani, uno dei padri della ricerca zootecnica in Piemonte, fino al 2000 è stato il centro di sperimentazione per le attività economiche montane, per il miglioramento dei pascoli, la produzione di latte e formaggi, l’allevamento di bovini e altre specie. Un fiore all’occhiello dotato non solo di stalle e caseifici, ma anche di foresteria, ristorante e aule per la didattica (solo l’edificio maggiore, su più piani, occupa 1500 metri quadrati), oltre a falegnameria, magazzini e pure una chiesetta.
Oggi è tutto in stato di abbandono. Eppure negli ultimi anni di tentativi ne sono stati fatti e di soldi ne sono stati spesi: per periodi limitati il Vezzani aveva riaperto, seppur sporadicamente. Dal 2008 era stato affidato in parte al Formont (il consorzio regionale per la formazione professionale delle attività di montagna), e in parte all’Ipla (l’istituto per le piante da legno e l’ambiente). Proprio quest’ultimo aveva incassato nel 2010 un contributo di 130mila euro per l’avvio di alcune attività. Lo stesso Ipla aveva poi pubblicato un bando per affidarlo a un privato, ma la procedura era stata sospesa, nonostante tra gli interessati al rilancio ci fossero enti locali pronti a comprarlo come Comune ed Ente parco. «In passato abbiamo presentato a Regione e Ipla alcuni progetti per la riapertura — spiega da Sauze il capo dell’ufficio tecnico Giorgio Fasano — ma non si è mai arrivati a nulla di concreto ». Ma la nuova giunta Chiamparino vuole attivarsi: «L’abbandono del Vezzani è preoccupante — ammette l’assessore regionale al Patrimonio, Aldo Reschigna — me ne occuperò personalmente. Possiamo cederlo in comodato d’uso, se da parte degli enti locali arriverà una proposta concreta: convocherò una riunione urgente». Ma nel contempo Reschigna avverte: «Se c’è un progetto fattibile bene, altrimenti saremo costretti a vendere l’immobile. 
In quelle condizioni non può più rimanere ». Uno spiraglio per il salvataggio potrebbe arrivare dall’Ordine degli architetti di Torino, che attraverso un gruppo di lavoro sta sviluppando un progetto: «Abbiamo incontrato il Comune di Sauze, il parco Alpi Cozie e altri enti interessati — spiegano Luisa Bellingeri e Massimo Rigat — vorremmo partecipare ad un apposito bando della Compagnia di San Paolo che potrebbe sostenerci nella ricerca. Speriamo che la Regione ascolti e possa appoggiarci: per riaprire il Vezzani si potrebbero trovare fondi europei, creando nuovamente posti di lavoro».

 

 

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